Alfonso Rocchi
Dipingere è immergermi in un mondo fantastico, appositamente creato; è una fuga dalla realtà e le linee delle mie figure sono il suo contorno deformato e filtrato
Alfonso rocchi è nato nel 1951 nella piccola cittadina alpina di Villa d'Ogna (BG) e attualmente vive non lontano da lì in provincia di Bergamo (Italia).
Fin da piccolo manifesta notevoli doti nel disegno e nella pittura, ciò nonostante frequenta il liceo scientifico e la facoltà di ingegneria civile; alla fine degli anni ‘70 decide la svolta più importante della sua vita dedicandosi completamente all’arte.
Da allora la sua vita è una continua ricerca sul campo dell’espressione pittorica.
Personalità fortemente individualista non ha mai tollerato maestri, preferendo un linguaggio artistico assolutamente personale.
Scopri opere d'arte contemporanea di Alfonso Rocchi, naviga tra le opere recenti e acquista online. Categorie: artisti italiani contemporanei. Domini artistici: Pittura. Tipo di account: Artista , iscritto dal 2007 (Paese di origine Italia). Acquista gli ultimi lavori di Alfonso Rocchi su ArtMajeur: Scopri le opere dell'artista contemporaneo Alfonso Rocchi. Sfoglia le sue opere d'arte, compra le opere originali o le stampe di alta qualità.
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Presentato in Fiere d'Arte
L'artista partecipa a mostre d'arte e fiere
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Artista professionista
Esercita la professione di artista come attività principale
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Biografia
Alfonso rocchi è nato nel 1951 nella piccola cittadina alpina di Villa d'Ogna (BG) e attualmente vive non lontano da lì in provincia di Bergamo (Italia).
Fin da piccolo manifesta notevoli doti nel disegno e nella pittura, ciò nonostante frequenta il liceo scientifico e la facoltà di ingegneria civile; alla fine degli anni ‘70 decide la svolta più importante della sua vita dedicandosi completamente all’arte.
Da allora la sua vita è una continua ricerca sul campo dell’espressione pittorica.
Personalità fortemente individualista non ha mai tollerato maestri, preferendo un linguaggio artistico assolutamente personale.
-
Nazionalità:
ITALIA
- Data di nascita : 1951
- Domini artistici: Opere di artisti professionisti,
- Gruppi: Artista professionista Artisti Italiani Contemporanei

Eventi d'arte in corso e a breve
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Influenze
Formazione
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Valore dell'artista certificato
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Realizzazioni
Premi e riconoscimenti
2000
Vincitore Premio Arte Mondadori
Milano,
Lombardia,
Italia
Esposizioni collettive
2015
The Odissey Within - Agora Gallery -
New York,
Stati Uniti
Attività su ArtMajeur
Ultima data di modifica: 26 gen 2025
(Iscritto dal 2007)
Visualizzazioni dell'immagine: 108.429
Opere di Alfonso Rocchi aggiunte alle raccolte preferite: 61
Ultime notizie
Tutte le ultime notizie dall'artista contemporaneo Alfonso Rocchi
Aggiunto il 27 nov 2023
Articolo di Amanzio Possenti su "PapalePapale.it"
http://papale-papale.it/articolo/6202/alfonso-rocchi
Rocchi racconta, con attraenti oli su tavola, lo spirito della meraviglia e la emozione dello stupore che manifesta con il fascino dei volti di fanciulle, di giovani donne e della Madonna: sguardi di sensibilità profonda e di mistero affascinante, strumenti di ammirazione verso volti pieni di armonia, di buon gusto, di felicità narrativa, di bellezza severa e delicata.
Se i volti dei molti dipinti richiamano la memoria e la immaginazione di una pittura storicamente rivissuta e resa attuale nella rivisitazione contemporanea, le opere privilegiano con evidenza il fascino di figure-volti femminili attualizzate quali momenti creativi che sfidano dal passato all’oggi la tradizione e la compattezza della rappresentazione. L’espressione del pittore sceglie la via da trasmettere nel clima di suggestione atemporale e avvincente.
L’artista Rocchi dipinge con animo inventivo, in un gioco coloristico che è occasione di luci, di spazi invitanti, di icasticità, di contemplazione, di linguaggio chiaro e immediato, di un percorso di dolcezza appariscente e poetica, in bellezza e ricerca di autonomia espressiva. Da Autore che guarda con spirito di coerenza allo spazio della invenzione, rivelatrice di una sensibilità da artista di rango, da anni protagonista anche in ambito internazionale.
Amanzio Possenti
Aggiunto il 3 nov 2023
Mostra personale di Alfonso Rocchi a Bergamo
CentroCulturale San Bartolomeo, Largo Bortolo Belotti, Bergamo, BG, Italia
sabato
4
novembre
2023
domenica
19
novembre
2023
Mostra personale di Alfonso Rocchi presso Centro S. Bartolomeo. Inaugurazione sabato 4 novembre alle ore 17 con presentazione di Amanzio Possenti dal 4 novembre al 19 novembre.
Orari: tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 12,30 e dalle ore 16 alle 19.
"Eco di Bergamo" sezione eventi:
C’è un non so che di misterioso e di affascinante nella pittura di Alfonso Rocchi, quasi un brivido di bellezza nascosta e pronta a manifestarsi, bellezza dolce e suasiva che rompe gli schemi tradizionali del Bello in sé per affidarsi ad una declinazione di sentimenti universali che tanto emergono protagonisti quanto amano e raccontano il silenzio dell’animo. Siccome le pittura di Rocchi predilige ed esalta la figura femminile - tenere fanciulle, ragazze in fiore, donne materne e incantate, Madonne spiritualmente vive, visioni di stupore permanente – parrebbe strano ammirarne soltanto la bellezza; difatti l’artista, che ondeggia con cura fra valori e gusto della figura, crea un’aurea di mistero quasi a ‘scolpire’ la femminilità, fissandola come mondo a sé stante, tra emozioni che turbano e fascino che dà spazio alla immaginazione. Eccola meraviglia di questa pittura, che mentre sembra richiamare la suggestione di quella rinascimentale e classica, se ne discosta con proprietà e per contemporaneità. La donna - personaggio - costantemente in primo piano e che asseconda pose e tipicità antiche - pare collocarsi nel passato tra volti di bellezza dirompente e abiti di tempi lontani. Invece esprime - in unità di stile e in sensibilità di movenze e di sguardi - gusti, tendenze, tensioni, spasmi, speranze, illuminazioni di oggi; il dipinto è vissuto nella temporalità della sua poesia scenica. Il gioco di colori - la cui forza espressiva è l’anima inventiva di Rocchi, che assapora e usa la policromia come istinto narrativo, originale, privo di accademismi, con attenzione puntuale ad un ininterrotto gesto di amore alla pittura - quel gioco coloristico diventa occasione di luce, di attriti, di spazi icastici, di penetranti operazioni psicologiche, con inserzioni di elementi esteriori della quotidianità odierna, parzialmente e artisticamente trasgressive, in linea con una narrazione dell’oggi. La qualità pittorica è fuori dubbio, il linguaggio è chiaro, immediato, semplice e coerente, la delicatezza è misura di pacato equilibrio, l’impatto visivo significa emozioni, il dipinto è gioioso percorso di poesia. L’arte di Rocchi - tra intuizione, volumi appropriati, armonie nello spazio intracornice - sollecita ad amare la proposta espressiva del quadro e invita lo spettatore a specchiarsi là dove l’espressione rimanda: al fascino di una bellezza nobile e severa che accompagna, senza sentimentalismi, la gioia del sentirsi Autore (privilegiato) da una parte e fruitori in ricerca dall’altra. La pittura di Rocchi rivisita la caducità del Bello senza tempo: del quale l’umanità ha bisogno come il respiro nel cammino faticoso verso l’Infinito divino.
Aggiunto il 14 lug 2023
Stella Maris
Franca Pezzoli arte contemporanea Casa Matteo associazione culturale, Via Bì e Cardas, Fino del Monte, BG, Italia
sabato
15
luglio
2023
domenica
27
agosto
2023
Franca Pezzoli organizza la mostra “Stella Maris”, di Alfonso Rocchi.
Stella Maris Maria madre di Gesù stella e protettrice del mare.
Rocchi ha scelto questo suo dipinto per rappresentare la personale che si apre a luglio, un’opera sacra con un Gesù Bambino che beve coca cola, ha svuotato la sua bottiglietta, ora, in braccio alla sua mamma, la guarda pieno d’amore e Lei guarda noi, orgogliosa di suo figlio, il Salvatore.
Due figure splendide, contornate da aureole in oro zecchino, dietro ad esse fanno capolino persone, dame, cavalli, animali, pesci nei fiumi e castelli, nel quotidiano della loro vita. Sopra e a lato di un capitello ci sono angeli che proteggono le sacre figure, il tutto racchiuso in una cornice in figlia d’oro creata dall’artista e costruita da lui per questa “visione”.
Come in ogni esposizione non mancheranno le sue fanciulle, nobildonne, dame che escono dai fondi scuri, con l’incarnato perfetto, ottenuto dalla sovrapposizione di molte velature, gli occhi dai colori diversi, le piccole bocche morbide con sorrisi enigmatici che ci ricordano la Gioconda di Leonardo da Vinci, le mani affusolate, bianche che trattengono un fiore, un gatto, un cane, ci guardano seguendoci con gli occhi. Una ventina di opere recenti, tutte incorniciate a mano dall’artista con cornici in foglia d’oro o nere sagomate, tecniche di lavorazione, ad olio su tavola o tela.
Guardando le opere di un artista contemporaneo come Alfonso Rocchi, non si può fare a meno di pensare ai grandi artisti del cinquecento, gli abiti in broccato, sete e velluti, i bordi dorati e gli splendidi gioielli. Si rinnova l’appuntamento con le dolcissime figure femminili di questo artista, che sembrano interrogarci sul senso della vita, ci trasportano in un attimo in epoche diverse, ci guardano da borghi antichi e splendidi tramonti, accanto a loro la contemporaneità con bottigliette e lattine di coca cola e le spille da balia nei piccoli lobi.
Aggiunto il 27 lug 2021
Alchimia di ricordi
Galleria Franca Pezzoli, Clusone (BG)
sabato
14
agosto
2021
lunedì
27
settembre
2021
"Valseriana.eu" articolo:
ALCHIMIA DI RICORDI
Con questo titolo, Alfonso Rocchi, apre la sua nuova personale, l’artista ci racconta i suoi ricordi che uniti tra di loro, formano un’immagine alchemica, magica come sono i suoi dipinti.
Sono 20 le opere esposte, ma non solo le sue Fanciulle eteree e delicate, dai lunghi colli, mani affusolate che trattengono piccoli fiori di montagna, le iridi di diverso colore, acconciature rinascimentali con nastri tra i capelli e delicate rose in boccioli, abiti da sogno in velluti e broccati, leggeri pizzi, veli trasparenti, ma anche i segni della contemporaneità, bottigliette di coca cola, spille da balia come piercing nelle orecchie, il pacchetto di Marlboro, un accenno alla pop art, oggetti dissacranti che spiccano sui fondi neri, paesaggi che ci riportano indietro nei secoli in un’atmosfera piena di mistero.
I suoi dipinti, di solito di dimensioni ridotte, per farci sentire “ intimi” di queste fanciulle che ammiriamo e ci seguono con gli occhi, ma alcune opere, in questa personale, avranno misure più importanti, in queste opere l’artista dissemina il paesaggio di indizi, figure estranee alla nostra realtà, dove cavallerizze giocoliere in piedi su azzurri destrieri al galoppo, sono inserite in un paesaggio medioevale con castelli e strani cavalieri che escono dalle botti, ruscelli impetuosi, prati disseminati di figure fantastiche, animali di colori improbabili in un’alchimia di ricordi.
Franca Pezzoli
Aggiunto il 29 nov 2017
"VARIAZIONI" - mostra personale presso la galleria Franca Pezzoli Arte Contemporanea-Clusone(BG)
Galleria Franca Pezzoli Arte Contemporanea,via Mazzini 39-Clusone(BG)
sabato
9
dicembre
2017
venerdì
19
gennaio
2018
MOSTRA PERSONALE DELLE OPERE DI ALFONSO ROCCHI
Aggiunto il 30 dic 2015
The Odyssey Within - collective exhibition
Agora Gallery, West 25th Street, New York, Stati Uniti
martedì
29
dicembre
2015
giovedì
14
gennaio
2016
"Widewalls" article
In the last days of December, three talented painters will meet in the heart of Chelsey district for the exhibition titled The Odyssey Within, embarking on the artistic journey to discover the depths of human emotions and experiences. The title and the theme are well chosen, considering that we’re approaching the end of the year and entering that time when inclinations towards introspection are at their peak. The exhibition is hosted by Agora Gallery and it will present the works by three international talents: Alfonso Rocchi, Gordana Tomic, and Paola Rinaldi. These artists are united in their love for painting and they explore the possibilities of the medium in three unique styles that range from abstraction to figuration.
Italian artist Alfonso Rocchi aims to capture the ideals of female beauty and question the idealization of femininity through history. Inspired by the Old Masters and High Renaissance, his style is reminiscent of the past and at the same time engaged in the dialogue with contemporaneity. Rocchi employs traditional painting techniques to create his subtle, multilayered compositions and he is the only artist in this group whose work is explicitly figurative.
Aggiunto il 2 feb 2015
Testo critico di Anna Caterina Bellati
LO STUPORE DELLA BELLEZZA
Ci sono momenti nella storia dell’arte in cui un’artista ha nelle mani il potere di mostrare la bellezza fino al punto in cui questa diventa stupore. Divino o terreno non conta. Purchè ci consoli del male dell’esistenza.
Rocchi appunto lavora sul tema della bellezza folgorante e insolita che diventa, quadro dopo quadro, compendio dell’idea di perfezione calata nella quotidianità della vita.
Per certi pittori il bello è una dottrina, un’icona da immortalare e rendere percepibile ai distratti, ai illusi, a chi ha perso la speranza della serenità. Rarefatti e pacati, i lavori di quest’artista distante dalle mode e dai modi del mercato, dicono di una passione naturale per il senso profondo dell’arte che innanzitutto è presenza e compromissione con la realtà.
Le fanciulle di Rocchi, abbigliate e costruire come ragazze del cinquecento raffigurano non solo se stesse ma ripropongono un tipo, quello della dea-donnasogno-donnadesiderata-futuramadre che contiene tutte le possibili valenze dell’eterno femminino.
Rifacendosi alla maniera antica, il lavoro di Rocchi arriva all’osservatore come visione nella quale la figurazione si esprime sotto specie di linea e contorno. Ma ci sono con i predecessori le debite differenze.
Fino alla fine del Rinascimento il ritratto ,non accontentandosi di riprodurre le fattezze del soggetto, introduce nel contesto degli elementi idealizzati. Così nei dipinti oltre agli oggetti che significano la ricchezza e il prestigio, gioielli, broccati, acconciature, compaiono animali e fiori simbolici derivati dalla pittura sacra. Nelle opere entrano il cagnolino significante la fedeltà, il giglio che indica l’innocenza, la rosa la passione umana, Rocchi usa il cardo significante il Cristo che si immola per la razza umana. Importante poi è la posa. Il viso deve essere purissimo e stagliarsi sullo sfondo come un cameo, sia quando compare su uno sfondo scuro, sia quando alle sue spalle cresca un paesaggio collinare e liquoroso.
Su tutte le meraviglie dei maestri amati da Rocchi basti ricordare il Ritratto di donna del Pollaiolo. La giovane vista di profilo con il cielo per sfondo forse aveva come cornice originale, oggi perduta, il motivo del vano di una finestra. Indossa un corpetto scollato, allacciato con una serie ravvicinata di bottoni e mostra una elaborata acconciatura con “reticella gemmata a cuffia” (Levi Pisetzky, VIII, 1957) di straordinaria eleganza. Il velo che copre le orecchie trattiene i capelli arrotolati sulla nuca morbidamente. La massa bionda è circondata da un filo di piccole pere, infilate in modo da creare un movimento alternato che si chiude al centro della testa. Attorno al collo pende una collana in cui si alterano tre perle bianche e una nera, completata da un pendente con rubino. L’identità di questa deliziosa figura femminile non è nota e questo le ha permesso di valeggiare fino a noi con tutta la grazia e il mistero che le si addicono. Questo dipinto famosissimo riassume l’ideale di una figura slanciata, perfetta, bellissima a metà strada tra la Musa e la donna amata che se in epoca romana rappresentava la Fama e la Vittoria, mentre per la chiesa ha sempre incarnato il valore della Virtù; nel XV E XVI secolo diventa simbolo delle attività della mente e della qualità dell’anima.
Dal canto loro le fanciulle di Rocchi di solito compaiono in campo scuro, un debito che Rocchi ha contratto da tempo con la pittura fiamminga a partire dalle opere quasi miniate di Jan van Eych, per continuare con Antonella da Messina e di seguito con buona parte della ritrattistica del XVI secolo. Di rado le sue ragazze sono ritratte al mare o in campagna. Sembrano immobili, eppure si muovono lentamente fino a girarsi verso chi le guarda. Ma la curiosità dell’osservatore non potrà scalfire la loro distanza e la fierezza. Appartengono a un mondo ideale dal qual piovono idee e sensazioni sulle nostre teste, ma dove non è necessario entrare.
Posseggono la grazia, un misto di superiorità e sprezzatura che non è propria delle persone qualunque. Hanno volti ovali di dolcezza imperiosa, incarnato magnolia fragile e in procinto nel sciogliersi nell’aria, occhi spalancati sul mondo, sguardo rivolto al futuro fuori dalla cornice del dipinto, bocche piccole e carnose appena dischiuse al sorriso, acconciature elaborate con cerchietti incrostati di perle, quando non portano cespugli di rose multicolore che coltivano la perfezione della fronte e l’arco nobile delle sopracciglie. Sono sottili come giunchi, eleganti nella posa, calme nella postura, assorte nelle proprie intimità di giovani con ancora un lungo percorso da compiere.
Rocchi, che pur cita di continuo i grandi come Pollaiolo, o Leonardo, fino a Modigliano in quei lunghi colli sinuosi librati su spalle acerbe e intocche dell’uomo, ha inventato un nuovo personaggio nell’arte contemporanea, quello di una giovane che conserva il mistero e la freschezza della donna angelicata pur compromettendosi con il mondo contemporaneo.
I suoi dipinti imperniati su un discorso poetico nato nelle corti rinascimentali, sono tessuti di brevi note collocate a margine che dichiarano tuttavia la temporalità del soggetto. Sul buio assoluto dello sfondo spicca la protagonista. a una prima verifica diresti trattarsi di una nobile pulzella il cui padre aspiri a contrarre per lei un grande matrimonio di quelli che aumenteranno il prestigio della famiglia e garantiranno alla prole possedimenti e inviati a corte. E invece no. Le delicati mani dalle dita affusolate non accarezzano un libro miniato di Anselmo, ma hanno appena appoggiato sul tavolo una bottiglia di coca-cola. Qui Rocchi innesta la propria appartenenza alla modernità su una pittura di rarefatta perfezione. Proprio come aveva fatto Andy Warhol nell’America corpulenta e consumista degli anni Sessanta, l’artista bergamasco si serve della bevanda amata per traghettare le sue signorine nel terzo millennio. Del resto la coca-cola sembra davvero una bevanda in grado di attraversare spazio e tempo, visto che persino il Bambino Gesù, nelle avventure di Maternità di Rocchi, la preferisce al seno di Maria. Uno scherzo del villaggio globale? Piuttosto un segno dell’epoca, un divertissement per sostenere che la pittura può raccontare le medesime storie servendosi di tecniche simili ma mischiando i contenuti. Una questione che Dante aveva a suo tempo attribuito agli artisti il diritto di condividere il soffio di Dio. A dire che l’arte ha il potere di anticipare o posticipare a suo piacimento l’essere e il dover essere, il gusto e la libertà dai gusti, la moda e l’eccentricità. Purchè parlando si discute sempre e comunque la bellezza.
Del resto, a dirla con Rocchi, hanno sempre perduto il senno per amore di una fanciulla. Perché la bellezza suggerisce il sublime e da ogni riposto della storia nessuno ha mai potuto senza desiderarne la presenza.
Anna Caterina Bellati
Venezia, giugno 2010
Aggiunto il 11 mag 2007
Tecnica pittorica - descrizione
Il supporto del quadro è costituito da una tavola di compensato sopra la quale viene incollata la tela. Sopra questa superficie si comincia a dipingere con l'abbozzo, usando colori ad olio ed essenza di trementina per diluire. In seguito si applicano diverse mani di colore e tra una mano e l'altra ci deve essere un periodo minimo di asciugatura di 4 o 5 giorni. Questi strati possono arrivare anche ad un numero di 15 o 20 : è per questo che la gestazione di ogni quadro necessita di parecchie ore di lavoro (alcuni mesi).
Le cornici sono completamente realizzate in modo ARTIGIANALE dallo stesso artista a partire da listoni di legno invecchiato. Questi vengono fresati, tagliati e incollati con colla forte e naturale (utilizzata dai falegnami prima dell'invenzione delle colle sintetiche) fino ad ottenere la cornice completa. Le cornici sono poi colorate e verniciate, oppure vengono dorate in base all'idea del pittore.
Aggiunto il 11 mag 2007
Testo critico di Delfina Maffeis
LA RAPPRESENT-AZIONE NELLA PITTURA DI ALFONSO ROCCHI
Parlare di pittura presuppone il forzare l’immagine all’interno di una modalità di rappresentazione che per sua natura non le appartiene. Immagini e parole seguono canali differenti di narrazione e forniscono racconti assai diversi intorno al mondo. Per questo la parola intorno al quadro è necessariamente labile, precaria, frammentaria: non può essere, in nessun caso, definitoria o interpretativa, se non correndo il rischio di ingabbiare il quadro nel mondo culturale che abita la mente di colui che ne parla. Accostandosi alla pittura di Rocchi, si rimane colpiti da qualcosa di cui oggigiorno si sente difficilmente parlare in ambito artistico, qualcosa di “innominato”, a cui tuttavia noi tutti aneliamo, ovvero la bellezza.
Sono quadri belli, prima ancora che simbolici, nutriti di archetipi, evocativi... sono innanzitutto belli.
La leziosità gioiosa di talune figure, il loro candore seducente, la femminilità che è tensione e ricerca ma al tempo stesso appagamento sono i volti della bellezza con cui l’artista ci intriga, ci ammalia ed agisce sul nostro mondo interiore.
“Il bello è ciò che piace universalmente senza concetto” disse Kant più di due secoli fa e forse proprio a quest’idea di una bellezza che sia tale non senza ma a prescindere dal concetto dovremmo tornare, per riscoprire il valore profondo, rituale e formativo, di un modo di essere umani che torni ad essere “universale”, ad avere la forza e la potenza del rito, che sia nuovamente capace di farci accedere al sacro.
Ogni opera dipinta è la materializzazione di una rappresentazione destinata all’altro, è al tempo stesso apprensione e restituzione del reale, anche se talvolta il rapporto con il reale può rimanere volontariamente nascosto o andare smarrito nella fruizione dell’opera. Lo sguardo, attraverso gli occhi, raccoglie dati fisici sul mondo visibile. Di un quadro coglie ad esempio le forme, i colori, la disposizione spaziale degli oggetti, il movimento: tuttavia, il semplice disporre di queste informazioni non consente di conoscere ed interpretare il quadro, poiché il suo “significato” va oltre la dimensione percettiva, va oltre forme, colori, spazi presi singolarmente e scaturisce dall’interazione di ciò che si vede con la mente di colui che guarda, con il mondo interno di colui che osserva.
Già Matisse affermava che per l’artista “vedere è un’operazione creatrice che richiede un certo sforzo” e che si delinea come un configurare il mondo nell’atto stesso in cui lo si guarda. Andiamo oltre ed affermiamo che anche guardare un’opera d’arte è inevitabilmente un’operazione creatrice, poiché il quadro “diviene” e si manifesta non solo in relazione all’intenzionalità dell’artista ma anche in funzione dello sguardo del fruitore.
Il pittore inscena, dipingendo la tela, una “rappresent-azione”, ovvero un’azione che si rappresenta, si narra, affinché qualcuno, guardando, la veda: il quadro presuppone colui che lo guarda e ne gode, colui che è capace, tra gli altri, di trovarlo bello e di sceglierlo affinché divenga parte della sua vita, della sua storia.
I Greci possedevano una sola parola ed un solo concetto per definire l’arte e l’abilità manuale: tekné, a significare ed enfatizzare il ruolo del fare nella genesi dell’arte, fare che noi qui ora interpretiamo come animato da una duplice fiamma, quella prassica e concreta del dipingere il quadro e quella della “rappresent-azione” connessa al fare simbolico dell’intenzionalità che si dispiega.
La percezione dell’opera d’arte non può in questa prospettiva essere considerata solamente un fatto individuale; se la rappresentazione è un fatto sociale è sociale anche la fruizione e si configura come costruzione di senso insieme all’artista che, dipingendo la sua opera, ha scelto di destinarla all’altro affinché la guardasse e ne fruisse. L’artista non è vita incarnata, è un concetto. Abbiamo costruito attorno al mondo una rete di riferimenti, una cornice culturale che aveva originariamente la funzione di avvicinarci alla comprensione del mondo, ma abbiamo commesso l’errore di scambiare la rete di riferimenti per il mondo. E’ al mondo che dobbiamo tornare e la pittura, come apertura nei confronti della bellezza e della sacralità può aiutarci a realizzare questo ritorno; l’artista diviene allora guida, apertura alla bellezza che abita il mondo. Forse è questo il motivo per cui le opere di Alfonso Rocchi continuano ad affascinarci, perché nelle sue figure di donna, così spesso rappresentate e ritratte nell’atto di abbozzare un sorriso, la bocca schiusa, l’espressione vaga e lo sguardo talvolta perso in un altrove, troviamo sì l’alterità della pittura rispetto al mondo ma anche la sua imprescindibile vicinanza alla nostra psiche, al nostro mondo interiore. I volti di quelle donne, nella loro bellezza, ci ricongiungono al mondo, ne mostrano la bellezza, ci aiutano a desiderarla in noi ed a riconoscerla e rispettarla fuori di noi.
Delfina Maffeis
Aggiunto il 11 mag 2007
Testo critico - La poetica del ricercare
LA POETICA DEL RICERCARE
Sulla pittura di Alfonso Rocchi non esistono ragioni razionali in base alle quali si possa spiegare perché l’uomo, tra tutti gli esseri che abitano la terra, abbia deciso di dedicarsi ad un’attività all’apparenza non utile né necessaria come la creazione artistica e la sua fruizione; semplicemente ed inspiegabilmente egli lo fa da millenni, da quando ha abitato la prima caverna e ne ha decorato le pareti rocciose con i primi graffiti o le prime pitture. L’atto del decorare le pareti della sua “casa” pare per l’uomo un impulso ineludibile, in grado di potenziare quel basilare atto di appropriazione di un luogo che egli compie “abitandolo”.
La domanda non è da poco, ed oggi interessa sia l’arte che la scienza, specie negli studi di molti moderni biologi, fra cui Semir Zeki, autore di un testo significativo della moderna neurobiologia, dal titolo “La visione dall’interno” in cui egli analizzando i rapporti fra scienza ed arte, fenomeno della visione e cervello, giunge a definire una nuova disciplina che chiama “La poetica del ricercare”.
Secondo tale prospettiva, l’arte, sia per chi la produce che per chi ne fruisce, coinvolge una serie di operazioni che si svolgono nel cervello dell’uomo; sia I’esperienza estetica che qualunque esperienza cognitiva sono soggette a leggi che regolano alcune attività cerebrali e coinvolgono alcune strutture nervose nello stesso modo in tutti gli uomini, animali visivi, animali spaziali, per i quali, secondo il modello di approccio psico-cognitivo elaborato da Zeki, l’arte può rappresentare una sorta di linguaggio universale con leggibili da tuffi indistintamente, al di là delle differenze e delle diversità etniche, sociali, culturali.
L’arte sarebbe quindi uno dei tanti canali percettivi-cognitivi attraverso i quali l’uomo analizza il mondo che lo circonda e recepisce e scambia su di esso preziose informazioni. Una sorta di poetica del ricercare che abita l’universo conoscitivo e valoriale dell’uomo, da sempre. Tuttavia il concetto di arte, ed il significato del fare arte, mutano nel tempo a seconda dello sviluppo della cultura di un’epoca, della storia, della filosofia, dell’etica, della struttura psichica degli individui.
Fino alla metà dell’800 era facile concepire l’arte come rappresentazione oggettiva della realtà, come mimesi del mondo; con l’avvento della fotografia l’arte ha rinunciato al suo ruolo documentaristico, che la fotografa assolve meglio. Con l’avvento dell’Espressionismo cade il concetto di rappresentazione intesa come riproduzione, l’arte visiva diventa mezzo per una profonda analisi della psiche umana, la rivolta contro l’imitazione delle avanguardie del ‘900 inventa per l’arte un nuovo compito, quello di rappresentare non più la realtà concreta, ma quella invisibile, ovvero l’interiorità dell’animo umano, I’inconscio.
Ritengo che l’arte di Alfonso Rocchi si collochi all’interno di questo mondo di significati che ho cercato di delineare. Le opere artistiche che qui ammiriamo esprimono l’animo umano, sono un potente canale di comunicazione dell’incomunicabile, di catalizzatore per reazioni emotive che altrimenti resterebbero inespresse. Preciso subito che intendo fornire, senza alcuna pretesa di esaustività, solo alcuni spunti di riflessione. Il quadro è un’entità che offre sé stessa allo sguardo senza mediazioni: è colore, forma, armonia o dissonanza, in alcuni casi armonia e dissonanza unite. Proprio dall’assenza di mediazione dalla quale i quadri di Rocchi sì pongono scaturisce la reazione interna, emotiva, che essi suscitano in chi li guarda. La parola intorno al quadro è necessariamente labile, frammentaria: non può essere, in nessun caso, definitoria o interpretativa, se non in virtù di una sorta di violenza che pieghi il quadro alla cultura, ai meridiani e ai paralleli che albergano nella mente del cosiddetto “critico”. Per questo motivo lascerò che la parola fluisca liberamente, facendo emergere la sua funzione più nobile, quella evocativa.
Una parola “evocativa” dunque, una sorta di post scriptum ai quadri, una sorta di cassa armonica che produca risonanze all’interno di noi, uniti dall’esperienza potente e perturbante del “guardare”. Ciò che appare con assoluta evidenza nella pittura di Rocchi è la mancanza di descrittivismo, sebbene la leziosità gioiosa di talune sue figure, il loro candore intrigante ce ne suggeriscano, in alcuni istanti, la presenza. Dovremmo allora chiederci se sono quelle forme, quelle luci, quei volti di donna, quel colori in sé a suscitare le nostre reazioni emotive o non è piuttosto un “Qualcosa” che sta prima e al di sopra di luci, volti, forme e colori e in qualche modo rivive in essi, ovvero che da essi viene in qualche modo riflesso? Qualcosa che ci abita internamente, tutti noi, da sempre, il simbolo ad esempio.
La pittura di Rocchi è intrisa di simboli, per questo non può permettersi il lusso del descrittivismo: è pittura concettuale, o meglio ideale, poiché realizza e incarna un’idea. Soffermerò la mia attenzione sulle figure di donna dipinte da Rocchi, ricerca ed espressione incessante di un archetipo femminile, di un’immagine ideale vagheggiata, occasione per l’esaltazione dell’idea di individualità e di femminilità. Sono misteriosi i fattori che presiedono alla creazione artistica, ma spesso sono dei canali, ancora più misteriosi e misteriosamente intrecciati fra di loro, che collegano la mano dell’artista ai cosiddetti archetipi collettivi passando attraverso un relais, che chiamiamo psiche, la psiche dell’artista. E forse è questo che caratterizza il talento: avere una psiche (ma diciamo pure un’anima) che riesce a scoprire e a evidenziare quegli archetipi che ciascuno vorrebbe avere scoperto, riuscendo a trasmetterli ad altri rendendoli evidenti. Apprezzare un quadro, un’opera d’arte qualsiasi, una poesia, un bel libro, significa trovare in essa quello che cercavamo da tempo e che non eravamo mai riusciti a scoprire. Un’idea di donna ad esempio, di amore.
Altro punto di forza della pittura di Rocchi è la capacità di trasformare il colore in luce, (e - si osservi - non usa il colore per riprodurre la luce: trasforma il colore in luce) con un’operazione che in una struttura formale del tutto diversa, semplice e non complessa, era alla base della pittura dei quadri rinascimentali.
Anche il colore narra, forse è per questo che Rocchi insegue spesso soggetti molto simili tra di loro, ciò che li differenzia, ma si può cogliere solo con un’attenta osservazione, è la differente associazione cromatica degli “oggetti” che compongono il quadro, in cui il gioco evocativo emozionale si esprime. E’ il colore fatto luce che consente a quell’opera, a quel volto, di acquisire un colore emotivo differente, di evocare in noi un altro sguardo, un altro archetipo interno.
Interessante anche l’uso dell’espediente proprio della pittura dell’avanguardia, i titoli che - come ha detto Octavio Paz - fanno parte integrante delle opere. Naturalmente non bastano i titoli da soli, ma indiscutibilmente un titolo come Medusa, Babel Tower, Abbraccio, solo per citarne alcuni, costituiscono indiscutibili chiavi di lettura del quadro nella sua interezza e complessità.
Nella pittura di Rocchi domina la figura umana, che, nella rappresentazione della donna, diviene cosi archetipica da lasciarne quasi sospesa l’identificazione. A parziale commento delle figure di donna dei quadri di Rocchi vorrei usare il brano del Faust di Goethe in cui il poeta parla delle “madri”, depositarie delle immagini ideali delle cose: “...Divinità solenni troneggiano in solitudine; intorno ad esse non luogo alcuno, ed ancor meno un tempo. Parlare di esse turba. Sono le madri...”. Secondo Goethe l’immagine prima di Elena, idea pura della bellezza, si trova presso le “madri”: Elena non narra la propria storia, si pone come una figura ideale sottratta al tempo e alla sua furia devastatrice, irreale quasi, evanescente.
Analogamente le figure femminili dipinte da Rocchi sono figure silenziose, intrise di silenzio, votate al silenzio come se nulla, sul mondo, si potesse dire. Sono donne eternamente ritratte nell’atto di abbozzare un sorriso, la bocca schiusa, l’espressione vaga che sottolinea, o ricorda, l’alterità del pittore, del suo sguardo, la sua ferma e tenace volontà di tacere. Sono donne il cui silenzio è coraggioso, cosi come coraggioso è il modoin cui Rocchi le ritrae. Accanto ad esse ci sono le donne nude, lascive, carnali, che occupano generalmente i margini del quadro, che si sdraiano provocatoriamente sull’aureola dorata della madonna con il bambino, che si accoppiano con un sorriso malizioso negli anfratti della tela dipinta...
L’altro volto del femminile, un altro archetipo che riemerge dalle profondità dell’inconscio ed afferma la sua necessità di esistere. La sua pittura, intesa come tecnica pittorica è lieve, il colore viene steso con pazienza certosina affinché neppure una traccia dì materia rimanga sulla tela, ma colore e forma divengano, in una sintesi perfetta, quello che chiamiamo “immagine”, un’immagine talmente pura e sublimata da parere, a tratti, irreale, come se appartenesse ad un mondo ideale.
Nei quadri composti da molte figure, che l’autore stesso definisce “corali” e di cui abbiamo alcuni esempi di grande potenza ed intensità espressiva, la pittura diventa espressione di un conflitto tra lo sguardo dell’artista e la società odierna, contemporanea, non meno intrisa di volgarità e brutture rispetto a quella del passato rappresentata simbolicamente nel quadro.
La pittura diventa allora, in Rocchi, provocazione, denuncia delle contraddizione delle storture sociali, della disarmonia; provocazione che si esplicita non solo nella velata e sottesa critica al mondo presente, ma anche nei contrasti di forme e colori che appaiono, talvolta, nei quadri di Rocchi: la bottiglia di coca-cola, l’accendino si oppongono allora ai volti esili e protesi delle donne, somiglianti a vaghi pettirossi. Emerge l’idea di un’ arte che rivela, che scopre l’inganno d un mondo allo sfacelo, seguendo in ciò la sua più autentica vocazione.
La pittura di Rocchi sa dirci qualcosa sul mondo, possiede un linguaggio e la capacità di narrare la necessità di uno svelamento, di una denuncia. L’arte non condanna, svela, dà la possibilità di uscire dal mondo di ombre della caverna di Platone, di accedere alla luce della conoscenza. In questa prospettiva l’arte ha una funzione eminentemente terapeutica, curativa. Ma perché la terapia funzioni abbiamo, tutti, il dovere “morale” di credere all’arte,. alla sua potenza demistificatrice, alla sua capacità di trasformare la parvenza in vita.
Vorrei ringraziare il pittore anche e soprattutto per il coraggio delle sua scelte estetiche e pittoriche, nella consapevolezza che la globalizzazione culturale ed estetica oggi indirizza gli artisti verso una perdita della consapevolezza del loro ruolo socio culturale e dell’originalità ed unicità del loro percorso di ricerca.
Delfina Maffeis

Recensioni e commenti
Une peinture du temps passé mais une magnifique collection .
Un dipinto d'altri tempi ma una magnifica collezione.
Félicitations pour votre travail éblouissant!!
Congratulazioni per il tuo lavoro abbagliante!!

Tegas
•
Bravo Monsieur !!! Oeuvres très appliquées par une âme talentueuse et créative …
Ben fatto signore!!! Opere molto applicate da un'anima talentuosa e creativa...
Bonjour. J'ai vu vos oeuvres et elles sont magnifiques. Elles sont d'une grande finesse, et délicates. Bravo vous avez beaucoup de talent artistique.
Buongiorno. Ho visto i tuoi lavori e sono magnifici. Sono molto fini e delicati. Bravo, hai molto talento artistico.
Complimenti per le opere davvero gradevoli ed originali

Lisa.C
•
je trouve vos portraits plein de charme et de mystère !! félicitations!
lisa.c
Trovo i tuoi ritratti pieni di fascino e mistero!! Congratulazioni!
lisa.c
CIAO, Alfonso.
ho ammirato i tuoi ultimi lavori.
Sempre Graaandiiii!!. un abbraccio Mariella
CIAO, Alfonso.
ho ammirato i tuoi ultimi lavori.
Sempre Graaandiiii!!. un abbraccio Mariella
COMPLIMENTI PER LE SUE OPERE!!!Dott.francesco pullara - via ospizio,27 - giarre (CT)
Inauguro il tuo libro degli ospiti con i miei sinceri complimenti per il tuo lavoro

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©2014 Alfonso Rocchi
Amazing ! Una maraviglia ! Cumplimenti !

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