Ezechiele Leandro (1905-1981)
foto di :
F. Spada
M. Buttazzo
M. Buttazzo
Biografia
Nasce a Lequile il 10 aprile 1905.Trovatello,gli viene imposto il nome di Ezechiele Leandro e subito affidato a baliatico. Fino al 1916 frequenta alcune classi delle scuole elementari e lavora come pastore.Il 14 novembre 1916 Giovanna Ciurlia riconosce Leandro come proprio figlio (senza però potergli dare il cognome) e viene chiuso in convento presso i frati.Nel 1921 parte per il servizio militare. Nel 1933 sposa Francesca Martina e si trasferisce a San Cesario di Lecce. Dal matrimonio nascono Maria Pia, Ines,Anna e Angelo affetto da sindrome di Down. Per far fronte ai problemi economici trova lavoro come minatore dapprima in Africa,dove rimane venti mesi e poi in Germania. Nel 1939 viene richiamato alle armi e assegnato alla caserma della Guardia di Finanza di Mare nel 1941 a Matera,dove si trasferisce con la famiglia che lo segue due anni dopo a San Cesario, essendo stato destinato in forze a Galatina. Nel '46 apre un'officina di affitto ,riparazione e vendita di biciclette,e lavora anche come cementista e incrementa l'attività di rottamaio. Acquista il terreno in via Cerundolo e inizia la costruzione della sua casa (oggi Casa Museo)e trasferisce a Lecce la sua attività di rottamaio che si è notevolmente incrementata.Dal 1957,dopo aver sperimentato la scultura decide di cimentarsi nella pittura.Partecipa a vari concorsi,e la tv italiana si occupa di lui nel '62 ,quando inizia la costruzione del "Santuario della Pazienza"e nel 69. Nel '70 è sconvolto dalla perdita della moglie. L'anno dopo espone a Londra,alla "Galleria '70" di Lecce, e partecipa a diverse collettive e personali in tutta Italia ed è a Roma tra i "90 Artisti in Via Frattina". Incontra per un'intervista sulla Gazzetta del Mezzogiorno Antonio Verri,sarà l'inizio di una lunga amicizia.Nel '72 apre a Lecce la Galleria Leandro e poco tempo dopo espone alla galleria comunale "Il Sedile" di Lecce. Si occupano di lui Toti Carpentieri e Renzo Margonari e anche la Rai TV che trasmette un altro servizio.Intanto i rapporti con alcuni suoi concittadini si fanno sempre più ostili al punto che nel '73 è costretto a sopraelevare il muro di cinta del giardino per difendere se stesso e le sue opere dalle continue aggressioni di chi considera Leandro un "pazzo" creatore di "mostri,pupi" contro i quali addirittura si arriva a chiedere in una petizione di firme che vengano rasi a suolo.Nel frattempo però Leandro riceve riconoscimenti in campo internazionale e continua le sue esposizioni su tutto il territorio nazionale e poi in un tour europeo che lo porta a Lione, Londra, Parigi, Bruxelles, Strasburgo, Berlino e Marsiglia. Il 12 ottobre 1975 inaugura "Il Santuario della Pazienza" Museo Leandro San Cesario di Lecce. Recensito da importanti testate giornalistiche e cataloghi d'arte riceve il titolo di Accademico dell'Accademia Tiberina di Roma,vince numerosi premi e nel '7...
Scopri opere d'arte contemporanea di Ezechiele Leandro (1905-1981), naviga tra le opere recenti e acquista online. Categorie: artisti italiani contemporanei. Domini artistici: Scultura, Pittura. Tipo di account: Artista , iscritto dal 2005 (Paese di origine Italia). Acquista gli ultimi lavori di Ezechiele Leandro (1905-1981) su ArtMajeur: Scopri le opere dell'artista contemporaneo Ezechiele Leandro (1905-1981). Sfoglia le sue opere d'arte, compra le opere originali o le stampe di alta qualità.
Valutazione dell'artista, Biografia, Studio dell'artista:
Il gusto della creazione • 22 opere
Guarda tuttoUNICO PERIODO DELL'UOMO PRIMA DEL DILUVIO UNIVERSALE • 10 opere
Guarda tuttoCasa Museo Leandro • 20 opere
Guarda tuttoDal 1960 si dedica completamente all"arte, popolando il contiguo giardirno di gruppi statuari di carattere allegorico.
Nel 1960 apre il "Santuario della Pazienza", in casa sua, in uno spazio da lui voluto ed edificato, dove è possibile visitare, ancora oggi, per volontà degli eredi, l"ampia sala delle pitture e lo spazio all"aperto con le sculture. Nella disposizione circolare, col pozzo al centro, gli oggetti/soggetti, che sono intorno, "come naturali, mutano. L"occhio non li sigilla in merce né in funzioni ma li guarda come relazione possibile"(Angela Serafino), in una proposta di traspormazione. Nell"ottobre del 1975 inaugura ufficialmente il "Santuario della Pazienza" realizzando quindi il progetto del museo privalo.
Dal 1977 comincia a pubblicare una piccola parte di quanto ha scritto, e cura soprattutto "la propacanda" e l"immagine della sua opera. Il termine è riportato nei suoi scritti, raccolti tra il 1977 ed il 1979, in tre volumi, pubblicati in lingua parlata, a cui, per volere dell"autore, non sono state apportate correzioni.
Nel Santuario della pazienza la figura ricorrente è Maria. In quella sembianza che non ci sorprende, sapendo, riconoscendo nella forma e nel tempo del Santuario la dinamica dell’Esortazione. Questo, esortare, è uno dei passaggi dell’opera per giungere alla trasformazione. Maria è presente in tutte le varianti: acqua, la cavità del pozzo e della grotta, l’altare rientrante e concavo, il manto, il colore.
Nel santuario a lei dedicato, in compagnia di quelle citazioni che appartengono alla storia dell’umanità ( l’Apocalisse, il viaggio oltretomba, la passione del dio fatto uomo, …) la materia che racconta con dovizia di particolari, non è l’oro, non è il marmo ma la spazzatura. Questo passaggio di consegne delle materie permette di riportare nel qui e ora la storia. Questa operazione è il segno dell’attuazione delle fonti, Natura e Religiosità, in vista della TRASPORMAZIONE.
Leandro in tal modo rende visibile agli occhi dello sciocco la possibilità – reale- della trasformazione, usando il suo stesso mezzo, trasformandone la valenza. In compagnia di Maria, di Natura, cioè di tutto il ciclo della vita, egli non teme lo scarto, la deperibilità. In virtù di quella interna e propria visione circolare, globale, la distanza tra gli oggetti è priva di fuga. Gli oggetti sono intorno, nella commistione delle coordinate spaziali, appartengono ala stessa marca della Natura poiché “come naturali” mutano. L’occhio non “li sigilla” in merce, né in funzioni ma in relazione possibile.
Ancora, attraverso l’uso della spazzatura si ritrova si ritrova nell’opera di Leandro la corrispondenza con lo scenario dell’arte.
Angela Serafino
DISEGNI E OLII • 22 opere
Guarda tuttoNei disegni di Leandro, che hanno piena conoscenza della trasmutabilità degli elementi figurali, quali i punti e le linee, così come dell’incedere del pennello e dell’esperienza del colore, si ha il piacere di incontrare il moto dell’universo.
Promettendo quell’incontro tra grande e piccolo in un semplice foglio di carta.
Gli elementi figurali si moltiplicano, si sdoppiano come per accrescersi non sul foglio ma nel tempo che dal foglio si muove. Questi elementi stringono un sodalizio col tempo, traslando la determinazione dell’hic et nunc. Leandro scrive”tutto ciò che l’umanità butta io raccolgo”. Egli raccoglie, anche nei disegni, tutto ciò che per l’umanità è soltanto istante, consumo, funzione, mentre per lui la durazione.
Prende con sé ciò che Valery chiama “oggetti condannati”.
La condanna è quella di essere fuori dal tempo, nell’uso loro conferito. Hanno, per così dire, vita breve, e sono oggetti che parlano un solo linguaggio. C’è, quindi, bisogno di una metamorfosi perché sia aperta loro la gioia della dimensione. Leandro parlando del suo lavoro, del processo delle sue opere, semplicemente dice:”Vado con la bicicletta e trovo le cose, le bacio e diventano opere d’arte”.
Su quest’azione del baciare quanta della nostra conoscenza si fonda! Il bacio delle favole che trasforma, il bacio che riporta in vita, dopo la lunga morte…Il portare alla bocca, che è luogo primario della conoscenza, “l’arte tocca tutto, caccia fuori il suo respiro” precisa Leandro. E molti sono i riferimenti ulteriori all’uso del corpo come sede complessa e universalmente come luogo magico, ma basterebbe pensarlo come luogo di relazione con l’universo.
Leandro, attraverso il bacio, non blocca, tiene fuori l’incontro col mondo buttato, poiché non è solo un cercatore di spazzatura, ma ri-inventa, ri-ordina, ri-equilibra quella materia deperibile e immonda in materia universale.
Scrive: “ Per l’arte bisogna inzuppare la mente nell’olio più puro”. L’inzuppare e la purezza sono ossimoriche relazioni. Dalla unione di ciò, nella durazione, egli adempie a quella funzione sovrastorica dell’arte,che sappiamo essere, appunto, incontrare il ritmo dell’universo. Poiché Leandro affronta e attraversa uno spazio nel quale il suo ritmo perde la sua autoreferenzialità, noi percepiamo il moto dell’universo nei suoi disegni.
Il primo elemento che colpisce è la natura formale del perimetro dei cerchi, non omogenea quasi a significare che da quel contatto – vischioso- la linea di demarcazione non può restare indifferente, si combina nel movimento della rotazione facendo interagire o modificando i margini. Perché il movimento sia visualizzato, nel moto compiuto, tutti i margini devono essere investiti, venire in contatto con la stessa pulsione.
È interessante notare ancora che se le linee fossero state – lineari- la percezione della rotazione, della relazione, della vischiosità sarebbe stata meno efficace. Il movimento è costruito crescendo, adoperando la ripetizione. Il nucleo formale si dirama compatto dal centro e si sviluppa all’esterno. L’esterno però non è così nettamente distinguibile proprio per natura della forma che compie il suo moto. Questo lascia intendere che lo spazio, pur nel disegno, non è piano, non è risolto in superficie, ma, in profondità, nel di dentro, mantenendo inalterati i termini della interazione delle semplici linee.
Ciò vuol dire in termini formali, figurarsi un evento del quale si è in grado di dedurne le leggi rendendole visibili già sul foglio di carta.
I disegni di Leandro conoscono il gioco del segno. Si noti come lo stesso nucleo formale è visibile nella pittura e come la composizione si enuclei dal centro, rimandando quindi al suo moto primario.
Olii
Nell’opera pittorica il rapporto spaziale, come nei disegni, è risolto nel fondo, non solo attraverso il colore, le coloriture, ma anche dall’apporto di materiali non piani, non omogenei come la carta da parati, sughero, etc.. inoltre là dove il rapporto con il fondo appare – bidimensionale- il fondo è molto intenso e le figure appaiono stagliate per contrasto di colore e a volte dall’uso di un’ulteriore apposizione cromatica che ne marca i contorni creando, così, la profondità. La profondità sta qui non in vece della prospettiva ma dell’aderenza al movimento al moto compositivo. Non sono quasi mai gli ordini spaziali risolti in forma lineare non separando, non dividendo in orizzontale il piano di fondo. Le figure antropomorfe sono spesso date di profilo e ripetute come partecipanti di un evento che si enuclea dal centro e si moltiplica….
Angela Serafino
Opere vendute • 16 opere
Riconoscimento
Biografia
foto di :
F. Spada
M. Buttazzo
M. Buttazzo
Biografia
Nasce a Lequile il 10 aprile 1905.Trovatello,gli viene imposto il nome di Ezechiele Leandro e subito affidato a baliatico. Fino al 1916 frequenta alcune classi delle scuole elementari e lavora come pastore.Il 14 novembre 1916 Giovanna Ciurlia riconosce Leandro come proprio figlio (senza però potergli dare il cognome) e viene chiuso in convento presso i frati.Nel 1921 parte per il servizio militare. Nel 1933 sposa Francesca Martina e si trasferisce a San Cesario di Lecce. Dal matrimonio nascono Maria Pia, Ines,Anna e Angelo affetto da sindrome di Down. Per far fronte ai problemi economici trova lavoro come minatore dapprima in Africa,dove rimane venti mesi e poi in Germania. Nel 1939 viene richiamato alle armi e assegnato alla caserma della Guardia di Finanza di Mare nel 1941 a Matera,dove si trasferisce con la famiglia che lo segue due anni dopo a San Cesario, essendo stato destinato in forze a Galatina. Nel '46 apre un'officina di affitto ,riparazione e vendita di biciclette,e lavora anche come cementista e incrementa l'attività di rottamaio. Acquista il terreno in via Cerundolo e inizia la costruzione della sua casa (oggi Casa Museo)e trasferisce a Lecce la sua attività di rottamaio che si è notevolmente incrementata.Dal 1957,dopo aver sperimentato la scultura decide di cimentarsi nella pittura.Partecipa a vari concorsi,e la tv italiana si occupa di lui nel '62 ,quando inizia la costruzione del "Santuario della Pazienza"e nel 69. Nel '70 è sconvolto dalla perdita della moglie. L'anno dopo espone a Londra,alla "Galleria '70" di Lecce, e partecipa a diverse collettive e personali in tutta Italia ed è a Roma tra i "90 Artisti in Via Frattina". Incontra per un'intervista sulla Gazzetta del Mezzogiorno Antonio Verri,sarà l'inizio di una lunga amicizia.Nel '72 apre a Lecce la Galleria Leandro e poco tempo dopo espone alla galleria comunale "Il Sedile" di Lecce. Si occupano di lui Toti Carpentieri e Renzo Margonari e anche la Rai TV che trasmette un altro servizio.Intanto i rapporti con alcuni suoi concittadini si fanno sempre più ostili al punto che nel '73 è costretto a sopraelevare il muro di cinta del giardino per difendere se stesso e le sue opere dalle continue aggressioni di chi considera Leandro un "pazzo" creatore di "mostri,pupi" contro i quali addirittura si arriva a chiedere in una petizione di firme che vengano rasi a suolo.Nel frattempo però Leandro riceve riconoscimenti in campo internazionale e continua le sue esposizioni su tutto il territorio nazionale e poi in un tour europeo che lo porta a Lione, Londra, Parigi, Bruxelles, Strasburgo, Berlino e Marsiglia. Il 12 ottobre 1975 inaugura "Il Santuario della Pazienza" Museo Leandro San Cesario di Lecce. Recensito da importanti testate giornalistiche e cataloghi d'arte riceve il titolo di Accademico dell'Accademia Tiberina di Roma,vince numerosi premi e nel '7...
-
Nazionalità:
ITALIA
- Data di nascita : 1905
- Domini artistici:
- Gruppi: Artisti Italiani Contemporanei
Eventi d'arte in corso e a breve
Influenze
Formazione
Valore dell'artista certificato
Realizzazioni
Attività su ArtMajeur
Ultime notizie
Tutte le ultime notizie dall'artista contemporaneo Ezechiele Leandro (1905-1981)
Mostra di Ezechiele Leandro a Galatina(LE), Palazzo Micheli, organizzazione A&A Art&Ars Gallery, promotore Antonio Gorgoni, direttore del progetto Luigi Rigliaco, curatore Angela Serafino, foto di Raffaele Puce.
Intervista ad Ezechiele Leandro da TeleLecceBarbano, emittente televisiva privata non più attiva.
Figure della protezione
Castello dei pio
"IL GUSTO DELLA CREAZIONE"
Galatina (Lecce-Italy) Palazzo Michieli, via Umberto I,n° 33
Comunicato stampa
Promettendo quell’incontro tra grande e piccolo in un semplice foglio di carta.
Gli elementi figurali si moltiplicano, si sdoppiano come per accrescersi non sul foglio ma nel tempo che dal foglio si muove. Questi elementi stringono un sodalizio col tempo, traslando la determinazione dell’hic et nunc. Leandro scrive”tutto ciò che l’umanità butta io raccolgo”. Egli raccoglie, anche nei disegni, tutto ciò che per l’umanità è soltanto istante, consumo, funzione, mentre per lui la durazione.
Prende con sé ciò che Valery chiama “oggetti condannati”.
La condanna è quella di essere fuori dal tempo, nell’uso loro conferito. Hanno, per così dire, vita breve, e sono oggetti che parlano un solo linguaggio. C’è, quindi, bisogno di una metamorfosi perché sia aperta loro la gioia della dimensione. Leandro parlando del suo lavoro, del processo delle sue opere, semplicemente dice:”Vado con la bicicletta e trovo le cose, le bacio e diventano opere d’arte”.
Su quest’azione del baciare quanta della nostra conoscenza si fonda! Il bacio delle favole che trasforma, il bacio che riporta in vita, dopo la lunga morte…Il portare alla bocca, che è luogo primario della conoscenza, “l’arte tocca tutto, caccia fuori il suo respiro” precisa Leandro. E molti sono i riferimenti ulteriori all’uso del corpo come sede complessa e universalmente come luogo magico, ma basterebbe pensarlo come luogo di relazione con l’universo.
Angela Serafino
Articolo
foto di :
F. Spada
M. Buttazzo
M. Buttazzo
Biografia
Nasce a Lequile il 10 aprile 1905.Trovatello,gli viene imposto il nome di Ezechiele Leandro e subito affidato a baliatico. Fino al 1916 frequenta alcune classi delle scuole elementari e lavora come pastore.Il 14 novembre 1916 Giovanna Ciurlia riconosce Leandro come proprio figlio (senza però potergli dare il cognome) e viene chiuso in convento presso i frati.Nel 1921 parte per il servizio militare. Nel 1933 sposa Francesca Martina e si trasferisce a San Cesario di Lecce. Dal matrimonio nascono Maria Pia, Ines,Anna e Angelo affetto da sindrome di Down. Per far fronte ai problemi economici trova lavoro come minatore dapprima in Africa,dove rimane venti mesi e poi in Germania. Nel 1939 viene richiamato alle armi e assegnato alla caserma della Guardia di Finanza di Mare nel 1941 a Matera,dove si trasferisce con la famiglia che lo segue due anni dopo a San Cesario, essendo stato destinato in forze a Galatina. Nel '46 apre un'officina di affitto ,riparazione e vendita di biciclette,e lavora anche come cementista e incrementa l'attività di rottamaio. Acquista il terreno in via Cerundolo e inizia la costruzione della sua casa (oggi Casa Museo)e trasferisce a Lecce la sua attività di rottamaio che si è notevolmente incrementata.Dal 1957,dopo aver sperimentato la scultura decide di cimentarsi nella pittura.Partecipa a vari concorsi,e la tv italiana si occupa di lui nel '62 ,quando inizia la costruzione del "Santuario della Pazienza"e nel 69. Nel '70 è sconvolto dalla perdita della moglie. L'anno dopo espone a Londra,alla "Galleria '70" di Lecce, e partecipa a diverse collettive e personali in tutta Italia ed è a Roma tra i "90 Artisti in Via Frattina". Incontra per un'intervista sulla Gazzetta del Mezzogiorno Antonio Verri,sarà l'inizio di una lunga amicizia.Nel '72 apre a Lecce la Galleria Leandro e poco tempo dopo espone alla galleria comunale "Il Sedile" di Lecce. Si occupano di lui Toti Carpentieri e Renzo Margonari e anche la Rai TV che trasmette un altro servizio.Intanto i rapporti con alcuni suoi concittadini si fanno sempre più ostili al punto che nel '73 è costretto a sopraelevare il muro di cinta del giardino per difendere se stesso e le sue opere dalle continue aggressioni di chi considera Leandro un "pazzo" creatore di "mostri,pupi" contro i quali addirittura si arriva a chiedere in una petizione di firme che vengano rasi a suolo.Nel frattempo però Leandro riceve riconoscimenti in campo internazionale e continua le sue esposizioni su tutto il territorio nazionale e poi in un tour europeo che lo porta a Lione, Londra, Parigi, Bruxelles, Strasburgo, Berlino e Marsiglia. Il 12 ottobre 1975 inaugura "Il Santuario della Pazienza" Museo Leandro San Cesario di Lecce. Recensito da importanti testate giornalistiche e cataloghi d'arte riceve il titolo di Accademico dell'Accademia Tiberina di Roma,vince numerosi premi e nel '77 pubblica il suo primo libro "La creazione degli angeli e il peccato di Adamo ed Eva"e nell'80 per il libro "Sentite questo" viene nominato dall'Accademia Internazionale di lettere Arti e Scienze di Bologna "Accademico d'onore a vita".Prepara con la collaborazione del Comune di San Cesario e il Quotidiano di Lecce la grande mostra fissata per il febbraio del nuovo anno presso il Museo d'Arte Contemporanea di San Cesario,ma muore il 17 febbraio 1981.
RIFERIMENTI CRONOLOGICI
1905 Ezechiele Leandro nasce a Lequile il 10 aprile. Nelle ultime pagine del registro dell’Anagrafe, comune di Lequile, dove sono trascritti gli atti di nascita anomali, si legge: ”Detta Adamo Crocefissa si presenta all’Anagrafe in veste di Pia Ricevitrice denunciando il ritrovamento di un neonato coperto da sole poche fasce che gli legavano anche le braccia, in un cestino con qualche panno“. Al piccolo è imposto il nome di Ezechiele Leandro, subito affidato a baliatico presso una famiglia di contadini.
1905-1916 Frequenta alcune classi delle scuole elementari e lavora come pastore. “Il l4 novembre 1916 certa Ciurlia Giovanna riconosce come proprio figlio Leandro senza però potergli dare il cognome”; difatti presso l’Ufficio Anagrafe appare chiara la posizione di figlio di nessuno di Leandro. Viene chiuso in convento presso i frati. Leandro, nella sua autobiografia inedita, scrive che i suoi genitori non potettero “regolarizzare” la loro posizione per il precedente matrimonio del padre Pietro, che descrive come un esperto commerciante, bravo armaiolo, suonatore d’armonica dai lunghissimi capelli. Della madre ci dice solo che era una casalinga. Nulla ci riferisce dei fratelli e dei parenti con cui ha mantenuto sporadici rapporti.
1921 Parte per il servizio militare.
1930 Muore il genitore naturale e la madre si sposa.Esercita diversi mestieri tra i quali il cementista
1931 Mentre lavora come cementista in una villa fa conoscenza con gli operai che stanno costruendo il pavimento a mosaico ed il capo mastro, maestro Michele, gli propone di lavorare con loro. Leandro ci pensa quindi rifiuta l’offerta spiegando la sua idea: ”Per fare il mosaico metti pietra avanti pietra invece io o pensato di mettere pietra su pietra” (dall’Autobiografia inedita di Leandro).Inizia, così, il primo lavoro che chiama: ”LA MONTAGNA FORATA”. Per completarlo impiegherà due anni e due mesi.
1932-1933 Sposa Francesca Martina di San Cesario dove si trasferisce nella casa di proprietà della moglie in Via Insao.Inizia le prime opere in cemento, in breve tempo riempie la casa di sculture.
1933 Completa la scultura “La Montagna forata” del peso di 153 Kg.” Me la fecero mandare a mussolini con un carro merci e si ruppe quando mussolini vite quel lavoro mi mando 4 fonogrammi voleva sapere le mie inspirazioni mi mando 80 lire col prefetto Formica” (dall’Autobiografia inedita di Leandro).Il 12 Ottobre nasce la prima figlia: Maria Pia. Si trova in difficoltà economiche e trova lavoro come minatore in Africa dove rimane per venti mesi. Entra in contatto con gli indigeni e apprende la tecnica di produrre colore con terre e materie naturali.
1936 Il 21 Luglio nasce la seconda figlia Ines.Ancora una volta si vede costretto a partire.Trova lavoro in Germania, in miniera
1939 Viene richiamato alle armi
1940 Nasce il 2 Febbraio la terzogenita Anna
1941 Richiamato ancora una volta alle armi è assegnato alla Caserma della GUARDIA DI FINANZA DI MARE a Scansano (Matera).Si trasferisce con tutta la famiglia
1945 Destinato in forze a Galatina rientra a San Cesario con tutta la famiglia.
1946 Il 3 Gennaio nasce il figlio Angelo affetto da sindrome di Down.Apre un’officina di: affitto, riparazione e vendita di biciclette che assembla facendosi arrivare direttamente i pezzi dalla fabbrica di Milano. Lavora anche come cementista e incrementa l’attività di rottamaio iniziata anni prima.
1953 Usa il cortile della sua abitazione come deposito per la raccolta, la selezione e la spedizione di materiale ferroso e non. Chiude l’officina di biciclette e diviene presto conosciuto come “Zzachieli”.Lo aiuta nell’attività la figlia Ines
1955 Acquista a San Cesario il terreno in Via Cerundolo. Inizia a costruire la casa e trasporta le sculture in cemento da Via Insao in Via Cerundolo.Trasferisce l’attività di rottamaio a Lecce nei pressi di porta San Biagio. La domenica dopo Pasqua, in ricorrenza della festività religiosa “SAN GIUSEPPE DELLA STELLA” espone nella piazza di San Cesario il gruppo scultoreo: ”LA BANDA DI PINOCCHIO”.
1956 Essendo cresciuta l’attività di rottamaio è costretto a trovare un posto più grande. Si trasferisce, sempre a Lecce in Via Camillo Palma dove dispone di due ampi locali e cinque grandi capannoni che adibisce a depositi per il ferro, la ghisa, l’antimonio, la lana e altro. Il materiale viene selezionato e spedito con vagoni merci verso le ferriere del nord Italia. Affida l’organizzazione e l’amministrazione dell’impresa alla figlia Ines, impegna la moglie alla ricezione, lui cura i rapporti con l’esterno continuando così anche l’attività di compra-vendita di oggetti d’antiquariato. E’ in questo periodo che viene in possesso della carrozza reale e di un busto di Re Vittorio Emanuele che rivenderà qualche anno dopo.
1957 Dopo aver sperimentato la scultura decide di cimentarsi nella pittura.La prima opera pittorica raffigura un uomo che uccide, cavalcandolo, un grande drago; è dipinta su una tela dell’ottocento riciclata, che è custodita nel museo Leandro in San Cesario
1960 Completa la casa museo. In luglio fa richiesta al Questore di Lecce, del permesso per l’apertura del museo a biglietto non gratuito.Partecipa all’Internacional Galà a Milano
1961 Gli viene assegnato il “Diploma per il Presepe cristiano” nel concorso Provinciale ENAL
1962 La figlia Ines lascia la conduzione dell’attività familiare per il trasferimento del marito. Non riuscendo a gestire da solo quella che ormai è diventata un’impresa, Leandro si vede costretto a chiudere.Sopravvive grazie a lavori saltuari e alla vendita delle sue opere. Inizia la costruzione del “Santuario Della Pazienza”.Prima apparizione sulla TV Italiana in un documentario nella rubrica ”Cronache Italiane”.
1963 Datato 13 luglio è il primo articolo, di una testata locale, di cui abbiamo completa documentazione: “Cooperazione Sud “- Un’ARTISTA PLASTICO- di Mario Moscardino
1965 Leandro stanco dei disagi, dei sacrifici e delle difficoltà economiche che la famiglia deve sopportare scrive al Parlamento Italiano e alle alte cariche della Repubblica chiedendo sostegno economico per poter serenamente continuare a costruire la sua opera dando, così, ”Lustro alla patria”.
1966 28 Febbraio: la SIAE rilascia a Leandro Ezechiele il certificato per il pagamento dei diritti erariali per l’apertura del museo.Scrive e chiede all’Ente Soggiorno e Turismo di Lecce l’inserimento della casa-museo Leandro nelle guide turistiche. Riceve la benedizione di papa Paolo VI che vede nel suo lavoro: ”L’affermazione della fede”. Conferma la mostra a Praga, propostagli dall’Istituto di Cultura Italiano e concede l’intervista a radio Praga.
1969 Partecipa a Novoli al premio San Gabriele. La TV Italiana si occupa nuovamente di lui in un servizio su “Cronache Italiane”.
Si hanno testimonianze attendibili su rapporti epistolari tra Leandro e importanti nomi dell’ambiente artistico e culturale Italiano.Le lettere di: Picasso, Giovanni XXIII, Paolo VI e Renato Guttuso furono trafugate dal museo quando l’Artista era ancora in vita. Poche e non databili sono le testimonianze scritte pervenuteci. 19 Gennaio 1969 è datata la busta di una lettera di Renato Guttuso.
1970 11 Ottobre, muore di ictus cerebrale la moglie. Leandro cade in un profondo e insanabile dolore. Fermerà il suo ricordo in una delicatissima poesia: ”L’Aquila d’oro”.La morte della moglie gli lascia una pesante eredità: il figlio Angelo.
1971 Collabora con Ruth Carter che si occupa della mostra a Londra e prende contatti con la California. Espone, in Luglio e in Ottobre alla “Galleria “70” di Lecce. Vittorio Balsabre recensisce Leandro sulla testata “L’ora del Salento”. Partecipa a personali e collettive in tutta Italia ed è tra i: ”90 Artisti in Via Frattina”. Incontra Antonio Verri per un’intervista su “La Gazzetta Del Mezzogiorno”, sarà l’inizio di una lunga amicizia
1972 Espone, presso il convento di San Francesco in Lequile per la prima volta, le: ”Scolture di fil di ferro e pedane di carrozze”.Leandro è un assiduo frequentatore di questo convento perché legato da amicizia con alcuni frati. In Giugno apre a Lecce la Galleria Leandro ed in occasione della personale scrive di suo pugno la presentazione sul catalogo. Questa stessa presentazione la userà, senza apporre correzioni, nella mostra alla galleria comunale “Il Sedile”di Lecce poco tempo dopo.E’ invitato alla “XXII Rassegna GB Salvi Piccola Europa” è presente sul catalogo del centro nazionale d’arte e cultura “Il Centauro”.Divengono più assidui gli incontri con Toti Carpentieri e Renzo Margonari. La RAI TV trasmette un altro servizio su Leandro.
1973 In aprile è costretto a sopraelevare il muro di cinta del giardino per difendersi e difendere le sue opere dalle continue aggressioni dei concittadini che oltre ad avergli affibbiato l’appellativo di “Pazzo”poco gradiscono quei”Mostri, Pupi”che fanno scempio del paesaggio urbano, tanto da chiedere, in una petizione di firme (anno 1974), alle autorità di liberarli da quell’orrore passandoci sopra le ruspe. Leandro ha già ricevuto riconoscimenti in campo internazionale e lo amareggia sentirsi incompreso proprio nel paese dove vive. Reagisce stilando un Manifesto alla Cittadinanza che affigge nel paese quindi scrive lettere-denuncia ai giornali e alle autorità locali e nazionali. Nel frattempo vince il “II Premio Ducato di Parma”.Espone a Milano, Bologna, Tricase, Lequile, Galatina; Viene invitato alla “VII Rassegna d’Arte Naif” a Luzzara, il suo nome è inserito nel bollettino ufficiale “Artemercato”
1974 In Gennaio espone, a Lugano, nella rassegna”90 artisti, 240 Opere”recensita da “La Gazzetta Delle Arti”. Il sindaco di San Cesario, Federico Romano, chiede ad Angelo Ubiali un parere sull’arte di Leandro, questi risponde con un entusiastico articolo a tutta pagina su”L’Eco di Bergamo”. In Maggio la Regione Puglia acquista, tra gli altri, il dipinto “Scontro Tra Due Mondi”. E’ invitato alla “II Rassegna Di Grafica e Bianco e Nero, omaggio a Pablo Picasso” a Roma; alla “77°Mostra Galleria Sagittaria”, Pordenone.Espone a: Forte Dei Marmi, Riccione, Lecce e Manduria.In Dicembre esce il ”Il volume Naifs Italiani” curato da Renzo Margonari che sceglie il disegno e lo scritto “La Volontà”di Leandro per aprire e chiudere il volume.Nelle pagine 206 - 211 del volume si legge la presentazione dello stesso Leandro e l’intervento critico di Ennio Bonea.
1975 Inizia il”Tour Europeo”Giro d’Europa d’Arte Naive Italiana” che si concluderà nel 1976 toccando diverse città Europee tra cui Lione, Londra, Parigi, Bruxelles, Strasburgo, Berlino e Marsiglia. Il 12 Ottobre inaugura il “Santuario Della Pazienza”.Museo Leandro in San Cesario di Lecce.La TV locale “Telesalento” gli dedica un documentario
Sono presenti nella documentazione da noi visionata altri filmati non datati, quindi non riportati, di TV italiane, tedesche e francesi.
1976 E’ recensito da: ”Arte Rivista”di Padova, ”Catalogo d’Arte Contemporanea Alba”.La”Domenica Del Corriere”gli dedica un lungo servizio a firma di Marco Sorteni.E’ nell’annuario “VER-ARS“.L’Accademia Tiberina gli conferisce il titolo di Accademico; Vince il “Premio Stampa”e il “Premio Fernet-Branca”a Concordia.Oltre a partecipare alla “II Triennale D’Arte Naives Italiana” espone, in mostre personali, a: Lugano, Bruxelles, Zurigo.E’ tra gli artisti salentini in mostra a Roma nella rassegna”Verifica “76”; sempre a Roma partecipa, su invito di Tina Anselmi, alla”II Mostra Internazionale per i diritti degli Handicappati Mille Bambini in Via Margutta”dell’Unicef.Espone al “Centro T. Fiore”di Parabita in una mostra curata da Rocco Coronese; nel catalogo sono presenti le critiche di: Ennio Bonea, Toti Carpentieri, Vittore Querel.
1977 E’ inserito: nella “Guida Nazionale all’Arte Italiana”, Bugatti ed.; nel “Dizionario Enciclopedico Bolaffi degli Artisti Italiani del XX sec.”; Nel”Catalogo Nazionale Bolaffi”. Riceve il”Diploma d’Onore Omaggio a Ligabue. E’ invitato dall’Istituto di Cultura Italiano ad esporre in una mostra al Museo Etnografico di Varsavia, insieme ai 34 artisti Naifs Italiani più rappresentativi. Espone ad Alberobello e la cura del catalogo è affidata a Renzo Margonari. Pubblica il suo primo libro: ”La creazione degli Angeli e il peccato di Adamo ed Eva”-Scorrano Offset- Lecce. Nella prima pagina si legge: ”Nota al lettore: per espresso desiderio dell’Autore non sono state apportate le dovute correzioni”.
1978 Vince:il “Premio internazionale Giannino Grossi”, il “Premio F.De Pisis”; è nominato socio benemerito dall’Associazione “Amici Del Salento”; gli viene conferito il titolo di Accademico Dall’ “Accademia Italia Delle Arti Delle Scienze Delle Lettere”; pubblica il suo secondo libro “Penzieri e Cunti”con Tipolito Greco – Copertino.
1979 E’ invitato da Cesare Zavattini alla rassegna “Naifs” da lui curata. Gli viene assegnato il “Premio Toscanarte” e vince il primo premio a “Il Pittore “79”.Partecipa alla fiera di Genova. E’ presente nel catalogo “Orizzonti “79” e sull’Annuario “ASPI”. Pubblica con la Seledizioni di Bologna il suo III libro “Sentite questo”.
1980 L’Accademia Internazionale di Lettere Arti e Scienze di Bologna nomina Leandro “Accademico D’onore a vita per “Sentite Questo” a Firenze riceve i premi: ”Il Porcellino”e il “Premio Coppa del Mondo”.E’ invitato a partecipare alla prima mostra permanente della “Pinacoteca Internazionale D’Arte Moderna e Contemporanea 2000” a Salsomaggiore. Organizza e coordina, con il Comune di San Cesario ed il Quotidiano di Lecce, la grande mostra, fissata per il Febbraio 1981 presso il Museo d’Arte Contemporanea di San Cesario. Colpito da ictus cerebrale è costretto ad un periodo di rieducazione a Putignano.
1981 Muore il 17 Febbraio alla vigilia della tanto attesa mostra a San Cesario.Poco tempo dopo la sua morte gli viene assegnata la targa d’oro per la sezione arte nel “Premio Internazionale Del Cinema Rodolfo Valentino”.
BIBLIOGRAFIA
1963 14 Luglio-Cooperazione Sud – Un’artista Plastico, di Mario Moscardino
1971 28 Luglio-L’Ora Del Salento – Ezechiele Leandro Alla Galleria “70, di Vittorio Balsebre
23 Ottobre-Catalogo Mostra Galleria “70, presentazione di Antonio Luceri
27 Ottobre-L’Ora Del Salento – In Galleria: Ezechiele Leandro, di Vittorio Balsebre
1972 19 Febbraio-Catalogo mostra Associazione P. Ferraro- presentazione di Antonio Luceri
8 Giugno-Catalogo Mostra Galleria Leandro, presentazione di Leandro
6 Ottobre-Tribuna del Salento – Un Personaggio Vivo Tra Statue di Cemento.Ezechiele Leandro Un Selvaggio Dell’Arte di Toti Carpentieri
15 Ottobre-Catalogo Mostra Galleria “70, presentazione di Ezechiele Leandro
Ottobre-Catalogo Mostra Galleria Il Sedile, presentazione di Leandro
Novembre XXII Rassegna GB Salvi Piccola Europa pag.102
1973 19 Aprile-Il Galatino-
Ottobre Artemercato Internazionale
1974 Gennaio-L’Eco di Bergamo;Noi Comunità-Un Presepio Nella Foresta Pietrificata, di Angelo Ubiali
Gennaio-I Naifs Italiani a cura di Renzo Margonari prefazione di Anatole Jakovsky pag. 206-211 interventi di Ennio Bonea e di Ezechiele Leandro
Catalogo-presentazione di Pino Valletta e Lino Fortunato
Dicembre-Arteinformazione, quindicinale
21 Dicembre-Catlogo Rassegna Di Grafica Bianco e Nero Omaggio a
Articolo
L’opera di Leandro
Il lavoro di Leandro consta di una simultanea produzione “speculativa”e narrativa in forma di scrittura, una produzione plastica, una produzione pittorica e una produzione grafica.
Natura e Religiosità entrambe nella loro commistione sono ciò che noi percepiamo nella sua opera.
La Natura nell’opera è presente non più come “rappresentazione” ma come ciclo, come ritmo, come tempo. La Natura non è il luogo della “fuga” entro cui rifugiarsi come nella concezione del “buon selvaggio”, non è il luogo dell’esaltazione, ma il luogo dal quale trarre insegnamento. Leandro la osserva ne individua i mutamenti che la compongono. L’osservazione non avviene dall’esterno poiché egli la porta con sé, ne è parte.
Portare con sé quella piccola distinzione che fa la differenza – prospettica- tra l’essere parte di, guardare dal di dentro e il non essere parte di, guardare dal di fuori. L’opera è al di dentro, come tale segue le regole e le misure conseguenti che ben sappiamo non sono ERRORI ma PERCEZIONI.
Nella visione dall’interno il ritmo e necessariamente composito, attraversando(essendo attraversato), occupando tutto lo spazio gli elementi della composizione in simultanea.
Il movimento è circolare. La legge che regola lo spazio così occupato e così abitato è quella della composizione moltiplicativa.
Aderendo a tale legge, l’opera di Leandro è in corrispondenza formale a tutto il processo di riformulazione del linguaggio dell’arte del ‘900 che ha spostato i termini della figurazione dalla rappresentazione all’enunciazione del moto in cui gli elementi figurali compongono l’opera.
E in questo spazio, così concepito, c’è lo spazio per ogni forma e fenomeno dell’universo.
Disegni
Nei disegni di Leandro, che hanno piena conoscenza della trasmutabilità degli elementi figurali, quali i punti e le linee, così come dell’incedere del pennello e dell’esperienza del colore, si ha il piacere di incontrare il moto dell’universo.
Promettendo quell’incontro tra grande e piccolo in un semplice foglio di carta.
Gli elementi figurali si moltiplicano, si sdoppiano come per accrescersi non sul foglio ma nel tempo che dal foglio si muove. Questi elementi stringono un sodalizio col tempo, traslando la determinazione dell’hic et nunc. Leandro scrive”tutto ciò che l’umanità butta io raccolgo”. Egli raccoglie, anche nei disegni, tutto ciò che per l’umanità è soltanto istante, consumo, funzione, mentre per lui la durazione.
Prende con sé ciò che Valery chiama “oggetti condannati”.
La condanna è quella di essere fuori dal tempo, nell’uso loro conferito. Hanno, per così dire, vita breve, e sono oggetti che parlano un solo linguaggio. C’è, quindi, bisogno di una metamorfosi perché sia aperta loro la gioia della dimensione. Leandro parlando del suo lavoro, del processo delle sue opere, semplicemente dice:”Vado con la bicicletta e trovo le cose, le bacio e diventano opere d’arte”.
Su quest’azione del baciare quanta della nostra conoscenza si fonda! Il bacio delle favole che trasforma, il bacio che riporta in vita, dopo la lunga morte…Il portare alla bocca, che è luogo primario della conoscenza, “l’arte tocca tutto, caccia fuori il suo respiro” precisa Leandro. E molti sono i riferimenti ulteriori all’uso del corpo come sede complessa e universalmente come luogo magico, ma basterebbe pensarlo come luogo di relazione con l’universo.
Leandro, attraverso il bacio, non blocca, tiene fuori l’incontro col mondo buttato, poiché non è solo un cercatore di spazzatura, ma ri-inventa, ri-ordina, ri-equilibra quella materia deperibile e immonda in materia universale.
Scrive: “ Per l’arte bisogna inzuppare la mente nell’olio più puro”. L’inzuppare e la purezza sono ossimoriche relazioni. Dalla unione di ciò, nella durazione, egli adempie a quella funzione sovrastorica dell’arte,che sappiamo essere, appunto, incontrare il ritmo dell’universo.
Poiché Leandro affronta e attraversa uno spazio nel quale il suo ritmo perde la sua autoreferenzialità, noi percepiamo il moto dell’universo nei suoi disegni.
Il primo elemento che colpisce è la natura formale del perimetro dei cerchi, non omogenea quasi a significare che da quel contatto – vischioso- la linea di demarcazione non può restare indifferente, si combina nel movimento della rotazione facendo interagire o modificando i margini. Perché il movimento sia visualizzato, nel moto compiuto, tutti i margini devono essere investiti, venire in contatto con la stessa pulsione.
È interessante notare ancora che se le linee fossero state – lineari- la percezione della rotazione, della relazione, della vischiosità sarebbe stata meno efficace. Il movimento è costruito crescendo, adoperando la ripetizione. Il nucleo formale si dirama compatto dal centro e si sviluppa all’esterno. L’esterno però non è così nettamente distinguibile proprio per natura della forma che compie il suo moto. Questo lascia intendere che lo spazio, pur nel disegno, non è piano, non è risolto in superficie, ma, in profondità, nel di dentro, mantenendo inalterati i termini della interazione delle semplici linee.
Ciò vuol dire in termini formali, figurarsi un evento del quale si è in grado di dedurne le leggi rendendole visibili già sul foglio di carta.
I disegni di Leandro conoscono il gioco del segno. Si noti come lo stesso nucleo formale è visibile nella pittura e come la composizione si enuclei dal centro, rimandando quindi al suo moto primario.
Olii
Nell’opera pittorica il rapporto spaziale, come nei disegni, è risolto nel fondo, non solo attraverso il colore, le coloriture, ma anche dall’apporto di materiali non piani, non omogenei come la carta da parati, sughero, etc.. inoltre là dove il rapporto con il fondo appare – bidimensionale- il fondo è molto intenso e le figure appaiono stagliate per contrasto di colore e a volte dall’uso di un’ulteriore apposizione cromatica che ne marca i contorni creando, così, la profondità. La profondità sta qui non in vece della prospettiva ma dell’aderenza al movimento al moto compositivo. Non sono quasi mai gli ordini spaziali risolti in forma lineare non separando, non dividendo in orizzontale il piano di fondo. Le figure antropomorfe sono spesso date di profilo e ripetute come partecipanti di un evento che si enuclea dal centro e si moltiplica….
Angela Serafino
Recensioni e commenti

