Cfey, Blue day, 2021. Acrilico su tela, 72 x 60 cm.
Il significato del colore blu
Ogni giorno sperimentiamo un sovraccarico sensoriale di colori, tra i quali, il blu rappresenta sicuramente una delle più popolari e ricercate cromie. Ma vi siete mai soffermati sul significato più profondo di questa nuance? In tale contesto, il blu risulta essere, senza alcuna ombra di dubbio, un colore associato al cielo e al mare, ma anche a sentimenti e ideali più profondi, come la libertà, l’intuizione, l’immaginazione, l’ispirazione, la sensibilità, la profondità, la saggezza e la stabilità emotiva. Proprio a proposito di quest’ultimo punto, è stato scientificamente provato l’influsso benefico che il blu esercita sulla mente, inducendo il corpo umano a produrre sostanze chimiche calmanti e rilassanti. Infatti, il blu favorisce, oltre all’equilibrio psichico, anche l’espressione del proprio io, poiché trasmette significato, importanza e fiducia, evitando di istillare sentimenti cupi e sinistri. In particolare, il blu chiaro è associato alla salute, alla guarigione, alla tranquillità, alla comprensione e alla morbidezza, mentre il blu scuro rappresenta la conoscenza, il potere, l’integrità e la serenità. Ma come si è sviluppato l’uso di questa cromia, nelle sue diverse tonalità, all’interno del mondo dell’arte?
Stuart Dalby, From a high place, 2022. Acrilico su tela, 76.5 x 61.5 cm.
Weilong Chen, Blue perception 2, 2022. Acrilico su tela, 160 x 160 cm.
Il colore blu nella storia dell’arte
Il colore blu, nelle sue diverse e più popolari tonalità, quali il blu egiziano, il blu oltremare, il blu cobalto, il blu ceruleo, il blu di Prussia e l'International Klein Blue, è stato protagonista di epoche differenti, in cui sono stati generati capolavori senza tempo, che si estendono dal mondo egizio sino all’arte contemporanea.
Adalberto Miguez, Disjonction II, 2022. Olio su tela di lino, 100 x 80 cm.
Il blu egiziano
Il blu egiziano, creato intorno al 2.200 a.C. nell’antico Egitto, è stato il primo pigmento di colore ad essere prodotto sinteticamente, poiché è il risultato della miscela di un calcare macinato con sabbia e di un minerale contente rame, successivamente riscaldata tra i 1470 e i 1650 °F. Risultato di tale processo è un vetro blu opaco, che, schiacciato e combinato con agenti addensanti, origina una vernice, o uno smalto, di lunga durata. Nel mondo egizio questa tinta, tenuta in grande considerazione, veniva usata per dipingere ceramiche, statue e decorare le tombe dei faraoni. In seguito, la suddetta cromia, popolare durante tutto l'impero romano, cadde in disuso alla fine del periodo greco-romano (332 a.C.-395 d.C.), momento in cui iniziarono ad evolversi nuovi metodi di produzione del colore. Esempio invece dell’attuale successo, e ricorrenza, del blu egiziano all’interno del mondo dell’arte contemporanea, ce lo fornisce il dipinto Disjonction II dell’artista di Artmajeur, Adalberto Miguez, in cui gli espressivi e realistici corpi umani sono stati dipinti facendo riferimento a questa iconica tonalità.
Yaroslav Kurbanov, Eine neue andere welt, 2022. Olio / acrilico su tela di lino, 77 x 55 cm.
Blu oltremare
A volte chiamato anche il "vero blu", l'oltremare è un pigmento, che, ricavato dalla gemma semipreziosa dei lapislazzuli, è apparso per la prima volta nel VI secolo, quando venne utilizzato per la realizzazione dei preziosi affreschi buddisti di Bamiyan (Afghanistan). Successivamente, il “vero blu” fu importato in Europa dai commercianti italiani, quando, durante i secoli XIV e XV, divenne il colore più prezioso, ricercato e caro dell’epoca medievale. Infatti, per lungo tempo il costo del lapis rivaleggiò con il prezzo dell'oro, tanto che l’uso di tale colore nell’arte venne spesso riservato esclusivamente alla realizzazione delle figure più importanti o alle commissioni più lucrative. Questo modus operandi rimase invariato fino a quando, nel 1826, un chimico francese inventò un oltremare sintetico, che, di gran lunga più economico, prese il nome di "oltremare francese". Infine, è importante mettere in luce come le tonalità del blu oltremare, che hanno contraddistinto capolavori senza tempo, quali la Ragazza con l’orecchino di perla di Johannes Vermeer, continuano ad avere largo successo nel mondo dell’arte contemporanea, come dimostra il dipinto Eine neue andere welt dell’artista di Artmajeur, Yaroclav Kurbanov, in cui questa cromia emerge con forza, ed eleganza, nell’abito dell’emotiva effigiata.
Jo Tuck, Blue still life with fish, flowers and lemons, 2022. Olio su tela, 61 x 76.2 cm.
Blu cobalto
Il blu cobalto, risalente all'VIII secolo, venne inizialmente usato per colorare ceramiche e gioielli, proprio come nel caso delle famosissime porcellane cinese, decorate con gli iconici motivi blu e bianchi. Successivamente, in seguito alla scoperta del chimico francese Louis Jacques Thénard (1802), entrò in voga una versione più pura del suddetto pigmento, che, a base di allumina, venne utilizzato da grandi artisti quali, J. M. W. Turner, Pierre-Auguste Renoir e Vincent Van Gogh, che preferirono questa innovazione al più costoso oltremare. Per quanto riguarda invece il mondo dell’arte contemporanea, esso continua a fare largo riferimento alle cromie usate dai suddetti maestri, come dimostra la natura morta dell’artista di Artmajeur, Jo Tuck, dedicata interamente alle sfumature di questa tonalità di blu.
Christian Lucas, Pandemik, 2022. Acrilico su tela, 100 x 100 cm.
Blu ceruleo
Il blu ceruleo, pigmento originariamente composto da stannato di cobalto e magnesio, fu perfezionato dalla ricerca di Andreas Höpfner che, nel 1805, tostò ossidi di cobalto e stagno. Ciò nonostante, il colore non fu disponibile come pigmento artistico fino al 1860, quando iniziò ad essere venduto da Rowney and Company con il nome di coeruleum. Tale cromia fu molto popolare tra i grandi artisti, quali, ad esempio, Berthe Morisot, che usò questo pigmento, insieme all’oltremarino e al cobalto per realizzare il cappotto della donna del celebre dipinto Summer's Day (1887). Seguendo l’esempio di questa grande esponente dell’Impressionismo, anche l’arte contemporanea utilizza largamente questa tonalità, proprio come uno degli abiti dipinti in Pandemik, tela ad opere dell’artista di Artmajeur, Christian Lucas, che ha avuto la capacità di immergere una sfumatura di blu ceruleo all’interno di un contesto di attualità.
Ken Lerner, Freedom tower 800F, 2021. Fotografia su carta, 101.6 x 74.2 cm.
Blu di prussia
Conosciuto anche come Berliner Blau, il blu di Prussia fu scoperto accidentalmente dal tintore tedesco Johann Jacob Diesbach, che, in realtà, stava lavorando alla creazione di un nuovo tipo di rosso. Purtroppo, o per fortuna, uno dei suoi materiali, nello specifico la potassa, entrò in contatto con il sangue di animale, il quale innescò una sorprendente reazione chimica da cui si generò un inedito e vibrante blu. La grande fama di questo pigmento è però dovuta al fatto che esso divenne il colore prediletto da grandi maestri, quali Pablo Picasso e Katsushika Hokusai. Infatti, il primo lo utilizzò durante il suo periodo blu, mentre il secondo vi creò il suo lavoro più noto, ovvero La grande onda al largo di Kanagawa. A proposito del contesto contemporaneo sono molti i dipinti e le sculture, ma anche le fotografie, che si sono lasciate conquistare da questa nuance, proprio come Freedom tower 800F dell’artista di Artmajeur Ken Lerner.
Vanessa Renoux, Muse bleue, 2022. Scultura in Carta / Legno / Metalli, 103 x 9 x 9 cm / 0,60 kg.
International Klein Blue
L’iconico artista francese, Yves Klein, mentre era alla ricerca della perfetta tonalità per rendere il cielo, sviluppò una versione opaca del blu oltremarino. Tale cromia, registrata col nome di International Klein Blue (IKB), divenne un vero e proprio marchio di fabbrica all’interno dell’indagine artistica del maestro, in special modo, durante il periodo che va dal 1947 e al 1957. Infatti, in questo arco di tempo, Yves Klein dipinse più di duecento opere IKB monocrome, comprensive di tele, sculture e modelli umani. Infine, è importante mettere in evidenza come il suddetto esempio continui a ispirare il mondo dell’arte contemporanea che, in alcune occasioni, è arrivato anche a fare esplicito riferimento all’operato del grande maestro, proprio come la scultura realizzata da Vanessa Renoux, la cui descrizione allude alla ricerca artistica di Klein.