Rosalba Carriera, Aria, 1741-43. Galleria Corsini, Roma.
L'allegoria dei quattro elementi di Rosalba Carriera
Nel cuore pulsante del Settecento, un’epoca in cui la grazia e il simbolismo si intrecciano nell’arte, Rosalba Carriera emerge come una delle pittrici più celebrate e richieste d’Europa. Veneziana di nascita e talento, conquista le corti e i salotti aristocratici con la sua straordinaria abilità nell’uso del pastello, una tecnica che, sotto le sue mani, acquista una morbidezza e una luminosità quasi eteree. Con tocchi delicati e precisi, la Carriera riesce a infondere nei volti dei suoi soggetti un’immediatezza espressiva e un’introspezione psicologica rare per il tempo.
Tra il 1741 e il 1743, realizza per Giovan Francesco Stoppani, nunzio apostolico presso il Senato di Venezia, una delle sue opere più affascinanti: la serie allegorica dedicata ai quattro elementi. In un periodo in cui le personificazioni simboliche – dai continenti alle stagioni – sono un linguaggio artistico diffuso, la pittrice veneziana dà vita a una rappresentazione intensa e raffinata di Aria, Acqua, Terra e Fuoco, conferendo a ciascuna figura un carattere distintivo e una vibrante identità.
I quattro elementi emergono in primissimo piano, con uno stile ritrattistico che li rende quasi vivi, mentre gli attributi iconografici che li identificano si collocano con eleganza ai margini della composizione. L’Aria avvolge le sue forme in un mantello blu profondo e lascia trapelare un lembo di tessuto, mentre un uccellino legato a un filo completa il suo legame con l’invisibile e l’effimero. L’Acqua, assorta e pensierosa, fissa alcuni pesci appesi a una lenza, in una scena che richiama il fluire incessante e la mutevolezza di questo elemento vitale. La Terra appare solida e rigogliosa, con una ghirlanda di fiori tra i capelli e un grappolo d’uva tra le mani, richiamando l’abbondanza e la ciclicità delle stagioni. Il Fuoco, infine, si distingue per la sua energia vibrante: la chioma fiammeggiante, la veste di un rosa acceso e il piccolo braciere che tiene con fierezza nella mano evocano il potere trasformativo delle fiamme, simbolo di passione e distruzione.
È adesso giunto il momento di approfondire come l'arte abbia trovato nella natura ulteriori fonti di ispirazione tratte dai quattro elementi – Terra, Aria, Fuoco e Acqua – che sono stati rappresentati nel corso dei secoli con profondi, molteplici, significati, simbolici ed espressive modalità...
Leonardo da Vinci, Vergine delle Rocce, 1483-86. Olio su tavola trasportato su tela. Louvre, Parigi.
Altri esempi tratti dalla storia dell'arte
Terra: Stabilità, Natura e Connessione con il Mondo
La terra è stata tradizionalmente associata alla stabilità e alla connessione con il mondo fisico. Nell'arte figurativa essa si manifesta attraverso la rappresentazione di paesaggi, campi coltivati, montagne imponenti o fertili vallate, simbolo di crescita e continuità. La terra richiama inoltre il senso di radicamento e appartenenza, nonché il rapporto tra l’uomo e il suo ambiente
Molti sono stati gli artisti che hanno esplorato il suddetto elemento, rendendolo talvolta anche il fulcro simbolico delle loro narrazioni. Leonardo da Vinci, nella Vergine delle Rocce (1483), inserisce uno sfondo roccioso per sottolineare il rapporto tra la natura e la sacralità della scena. Prima di quest'ultino maestro, Giotto aveva già sperimentato l'integrazione del medesimo paesaggio nei suoi dipinti, per conferire maggiore realismo e profondità alle scene sacre. Parlando di Jacob van Ruisdael (XVII secolo), invece, l'opera paesaggistica del pittore olandese riflette spesso la grandiosità della natura e il rapporto tra l’uomo e il territorio. Un esempio significativo di questa visione è, appunto, Dune Landscape near Haarlem, un dipinto a olio su tela conservato al Louvre di Parigi. Infine, in epoca contemporanea, artisti come Andy Goldsworthy sono noti per aver utilizzato la terra stessa come materiale per le loro opere, realizzando installazioni effimere che si fondono armoniosamente con il paesaggio naturale.
Giuseppe Arcimboldo, Aria, 1566. Collezione privata.
Aria: Movimento, Luce e Spiritualità
L’aria, invece, rappresenta la leggerezza, il pensiero e la dimensione spirituale. Invisibile ma percepibile nei suoi effetti, questo elemento si esprime nell’arte attraverso la raffigurazione del cielo, delle nuvole in movimento, del vento che scuote alberi e tessuti, o attraverso la sensazione di sospensione e dinamismo nelle figure rappresentate.
Tra i molteplici esempi tratti dal vasto racconto della storia dell'arte, Giuseppe Arcimboldo, nel suo dipinto L'Aria, ha raffigurato una testa composta interamente da volatili, creando un'immagine che simboleggia la leggerezza e l’essenza eterea di questo elemento. J. M. W. Turner, in opere come Caernarvon Castle (1799), ha esplorato invece l’aria nella sua dimensione atmosferica, trasformando il cielo e la luce nei veri protagonisti della scena e trasmettendo il senso di vastità e movimento. Infine Jean Béraud, in A Windy Day on the Pont des Arts, cattura con grande realismo l’effetto del vento attraverso i movimenti degli abiti e degli accessori dei passanti, rendendo tangibile ciò che normalmente è impalpabile e trasformando l’aria in una presenza viva all’interno della composizione.
William Turner, L’incendio delle Camere dei Lord e dei Comuni, 1835. Olio su tela. Cleveland Museum of Art, Cleveland.
Fuoco: Passione, Distruzione e Rinascita
Il fuoco, con la sua duplice natura distruttiva e creatrice, incarna la passione, la trasformazione e il rinnovamento. Le sue fiamme ardenti, spesso dipinte con colori vivaci e intensi, sono simbolo di energia vitale, ma anche di caos e distruzione. Nell’arte, il suddetto elemento può essere interpretato come un’esplosione emotiva, come nelle scene apocalittiche e nei dipinti romantici di tempeste e incendi, oppure come un’energia purificatrice che segna un nuovo inizio. Il fuoco rappresenta anche la forza interiore, la volontà e la lotta, espressa attraverso forme dinamiche e luminose.
Nella storia dell’arte, il fuoco è stato similmente utilizzato per rappresentare la distruzione e la rinascita, ma anche la passione e il fervore. William Turner, nel dipinto L’incendio delle Camere dei Lord e dei Comuni (1835), cattura la devastante forza del fuoco attraverso pennellate vibranti, trasformando l’elemento in un’espressione del sublime. Yves Klein, nell’arte contemporanea, sfrutta il fuoco come mezzo creativo, bruciando superfici e tele per generare opere che parlano di trasformazione e rinnovamento. Anche Bill Viola, nella sua installazione video Martyrs (Earth, Air, Fire, Water) (2014), esplora la resistenza dell’uomo di fronte agli elementi, rappresentando figure umane sopraffatte dalle forze naturali.
Pierre-Auguste Renoir, La Grenouillère, 1869. Olio su tela. Nationalmuseum, Stoccolma.
Acqua: Vita, Emozione e Profondità
L’acqua, infine, è sinonimo di vita, emozione e trasformazione. La sua fluidità la rende il simbolo del cambiamento costante, della riflessione e dell’inconscio. L’arte ha spesso rappresentato l’acqua in diverse forme: dai mari agitati che esprimono tumulto interiore e passioni profonde, ai fiumi che simboleggiano il flusso del tempo, fino agli specchi d’acqua che evocano il mistero e l’introspezione.
Pierre-Auguste Renoir, in La Grenouillère (1869), rappresenta l'acqua con pennellate leggere e vibranti, riuscendo a trasmetterne sia il movimento che i riflessi luminosi sulla superficie. Un altro esempio significativo è Il Battesimo di Cristo di Piero della Francesca, dipinto del XV secolo che raffigura Gesù mentre riceve il battesimo da Giovanni Battista nel fiume Giordano. In questo contesto proprio l'acqua assume un ruolo fondamentale, diventando simbolo di purificazione e di rinascita spirituale. Infine, La Grande Onda di Kanagawa di Katsushika Hokusai, celebre stampa giapponese del XIX secolo, è nota per raffigurare una gigantesca onda che minaccia le imbarcazioni, esprimendo tutta la potenza e il dinamismo dell'acqua.
Calligraphing en l' air #6 (2016) Fotografia di Cody Choi.
Fire Dipinto di Laura Casini.
Quattro esempi contemporanei da ArtMajeur by YourArt
Aria & Fuoco
L'accostamento tra aria e fuoco nell’arte è particolarmente evocativo, poiché questi due elementi non solo interagiscono in natura, ma si potenziano a vicenda. L’aria alimenta il fuoco, lo fa divampare e lo diffonde, mentre il fuoco trasforma l’aria, rendendola densa e carica di energia. Questo legame dinamico si riflette nelle due opere d’arte contemporanea qui analizzate: Calligraphing en l'air #6 di Cody Choi e Fire di Laura Casini. Entrambe esplorano il movimento, la trasformazione e l’intensità espressiva, ma lo fanno attraverso due linguaggi artistici differenti: la fotografia e la pittura materica.
L’opera fotografica di Cody Choi cattura un momento di pura sospensione, in cui il corpo della danzatrice sfida la gravità e sembra dissolversi nello spazio. Il concetto di "scrivere nell’aria" diventa qui una metafora della danza stessa, un’arte effimera che lascia tracce invisibili ma cariche di significato. Inoltre, il bianco dello sfondo accentua la sensazione di leggerezza e assenza di peso, mentre il contrasto con la figura scura della danzatrice – i suoi capelli scompigliati dal movimento e il tessuto fluttuante – evocano il vento e la libertà. L’aria non è quindi solo il mezzo in cui il corpo si libra, ma è anche una forza visibile attraverso i movimenti della stoffa e dei capelli, quasi fosse essa stessa un soggetto attivo.
Dall’evanescenza dell’aria passiamo all’ardente presenza del fuoco nell’opera pittorica di Laura Casini. Qui l’energia si manifesta in forma primordiale, attraverso una materia densa, ruvida e incandescente. Il rosso, l’arancione e il giallo si mescolano in una superficie vibrante, dove la pittura sembra quasi prendere vita, ribollendo e trasformandosi davanti agli occhi dello spettatore. L’uso della texture, con strati di colore spessi e irregolari, richiama il magma, il fuoco vivo, la combustione. L’opera non è solo da guardare, ma quasi da toccare: la tridimensionalità del colore e l’effetto della luce che cambia sulla superficie creano un’esperienza sensoriale che va oltre il visivo.
L’accostamento tra queste due opere non è casuale. Entrambe parlano di energia, ma lo fanno in modi opposti e complementari. L’aria nella fotografia di Cody Choi è sottile, impalpabile, inafferrabile; è il respiro della danza, il vento che solleva il corpo, il vuoto che permette di volare. Il fuoco nella pittura di Laura Casini, al contrario, è denso, ardente, tangibile; è una forza che brucia, che trasforma, che lascia tracce indelebili.
Eau et fusain 7 (2023) Dipinto di Ln Le Cheviller
Nous retournerons à la terre (2025) Dipinto di Emily Starck
Acqua & Terra
L’accostamento tra acqua e terra nell’arte non è solo un richiamo alla natura, ma anche un’esplorazione della loro relazione primordiale. L’acqua modella la terra, la scava, la trasforma, la rende fertile o la erode, mentre la terra accoglie l’acqua, ne trattiene l’energia e ne guida il flusso. Questa interazione continua tra stabilità e fluidità, tra materia e movimento, trova espressione in due opere contemporanee che catturano l’essenza visiva e concettuale di questi elementi: Eau et fusain 7 di Ln Le Cheviller e Nous retournerons à la terre di Emily Starck.
L’opera di Ln Le Cheviller si muove in uno spazio intermedio tra astrazione e evocazione del paesaggio, utilizzando l’acqua non solo come soggetto ma anche come tecnica. Le colature, le sfumature e le tracce calligrafiche sembrano evocare l’espansione di superfici liquide, come se la pittura stessa fosse in movimento. Il carbone diluito si mescola con l’acrilico, creando un effetto quasi evanescente, una stratificazione di trasparenze che richiama il flusso dell’acqua e la sua capacità di modellare lo spazio. Le tonalità dominanti del blu, del nero e del grigio suggeriscono profondità e movimento, con pennellate che ricordano onde, correnti e vortici. L’acqua, qui, non è rappresentata in modo tradizionale ma è suggerita, lasciando allo spettatore il compito di percepirne il ritmo e la fluidità.
Se l’acqua è movimento e impermanenza, la terra è radicamento, materia e memoria. L’opera di Emily Starck, dal titolo evocativo Nous retournerons à la terre, si inserisce nella tradizione dell’espressionismo astratto con una tavolozza densa e materica, dominata da toni terrosi come il marrone, il giallo e il rosso. L’artista affronta un tema universale e senza tempo: il legame tra la terra e la morte, il ritorno alla materia primordiale, il ciclo della vita che si rinnova attraverso la decomposizione e la rinascita. Le pennellate gestuali e stratificate conferiscono all’opera una forza primordiale, quasi viscerale, come se la pittura stessa fosse un organismo vivente che respira e si trasforma. La superficie della tela appare caotica e vibrante, con segni che sembrano emergere dal fondo come radici, sedimentazioni o tracce di una storia antica. Qui, la terra non è solo rappresentata, ma evocata nella sua essenza più profonda: un elemento che accoglie, custodisce e trasforma.
Allora, queste due opere, pur appartenendo a registri espressivi differenti, instaurano un dialogo potente tra l’effimero e il durevole, tra il fluire dell’acqua e la solidità della terra.