Svetlana Melik-Nubarova, Birds, 2019. Fotografia digitale / Fotografia manipolata su carta, 62 x 48,7 cm.
Gli esseri umani, creature indelebilmente legate al regno terrestre, sono stati a lungo incuriositi e ispirati dalla capacità di volare degli uccelli, abilità che ha permesso a quest’ultimo animale di godere, sia della piena libertà di azione e di movimento, che dell’osservazione di inedite prospettive sul mondo. Tale peculiarità ha reso gli uccelli un soggetto estremamente interessante anche in ambito storico artistico, infatti, questi ultimi sono stati i protagonisti di molteplici capolavori, dove, in alcune occasioni, hanno anche ispirato le fattezze delle divinità.
Oleh Lavrii, Birds in the city, 2021. Olio su tela, 70 x 70 cm.
Miloš Hronec, Desire, 2021. Olio / acrilico / vernice spray su tela, 150 x 200 cm.
Gli uccelli nella storia dell’arte
La storia dell’arte è ricca di opere che, sin dall’antichità, hanno immortalato gli uccelli, come dimostrano, ad esempio, le pitture rupestri di Lascaux, realizzate più di 17.000 anni fa, e l’affresco della Casa del Bracciale d’Oro di Pompei, datato tra il 30 e il 35 d.C. Anche durante il Rinascimento, questi animali hanno goduto di un grande successo, comparendo in molteplici stampe, disegni, acquerelli e dipinti, tra i quali, emerge con forza il realismo de Il piccolo gufo, realizzato da Albrecht Dürer nel 1506 circa. L’acquerello del maestro tedesco raffigura una piccola creatura piena di carattere ed espressione, che, valorizzata nella bellezza della sua specie, ben si distingue dalle precedenti raffigurazioni del volatile, volte soprattutto a metterne in luce il carattere di predatore della notte messaggero di sventura.
Albrecht Dürer , Il piccolo gufo, 1506 circa. Acquerello. Vienna: Museo Albertina
Per quanto riguarda il Seicento, invece, anche questo secolo fu ricco di opere d’arte raffiguranti uccelli, come dimostrano il Concerto di uccelli di Frans Snyders (1601), Il cigno minacciato di Jan Asselijn (1650) e La piuma galleggiante di Melchior de Hondecoeter (1680). Iconico capolavoro seicentesco è però Il cardellino di Carel Fabritius (1654), dipinto spesso additato come l’opera d’arte più famosa, avente per soggetto un uccello. Tale tavola rappresenta un cardellino incatenato al suo trespolo, animale che all’epoca era simbolo di buona salute e fortuna. In aggiunta, la popolarità di questa specie di uccello, addomesticato fin dall’era degli antichi romani, si riscontra anche in altri grandi capolavori precedenti, quali il Ritratto di Giovanni I de’ Medici con un cardellino (1544-1545) del Bronzino e il Ritratto di bambino (1494) di Giovanni Antonio Boltraffio, aventi per soggetto cardellini da compagnia.
Carel Fabritius, Il cardellino , 1654. Olio su pannello, 33.5 cm × 22.8 cm. The Hague:
Mauritshuis.
Per quanto riguarda l’Ottocento, a rappresentare questo secolo ci sono: il libro del naturalista e pittore John James Audubon, The Birds of America, contenente illustrazioni di una grande varietà di uccelli degli Stati Uniti, La gazza di Claude Monet (1869) e i Rondoni di Bruno Liljefors (1886). Il dipinto di Monet, realizzato en plein air, rappresenta una gazza appollaiata su uno steccato, circondata da un paesaggio immerso nel bianco candore della neve. Purtroppo, lo stile, prettamente impressionista, e i colori dell’opera non furono apprezzati dai contemporanei di Monet, che, abituati alle scure tonalità accademiche, denigrarono il capolavoro. Infine, alcune opere rappresentative del Novecento e della contemporaneità, aventi per soggetto gli uccelli, sono: Pavone e farfalla pavone di Archibald Thorburn (1917), Paesaggio con uccelli gialli di Paul Klee (1923), e Bluebird planter di Jeff Koons (2010-2016).
Claude Monet, La gazza, 1868–1869. Olio su tela, 89×130 cm. Parigi: Musée d'Orsay.
Archibald Thorburn, Pavone e farfalla pavone, 1917. Dipinto. Collezione privata.
Archibald Thorburn, uno dei più rinomati pittori di fauna selvatica della Scozia, si distinse per la forte attenzione rivolta alla raffigurazione di uccelli allo stato selvatico. Infatti, egli, che è stato anche vicepresidente della Royal Society for the Protection of Birds, soleva dirigersi spesso nella foresta, al fine di ricercare volatili da catturare con la sua arte. Proprio il dipinto Pavone e farfalla pavone rappresenta una delle sue opere più celebri, in cui, un maestoso pavone con la coda allungata trova collocazione su di uno sfondo costituito da una rigogliosa flora di alberi, fiori e arbusti. A proposito del volatile, il pavone, nel corso della storia, ha simboleggiato molteplici concetti, che, spesso contraddittori, possono essere così riassunti: resurrezione, vanità, buona fortuna, destino imminente, immortalità, male e bene. Pertanto, è difficile sapere a quale significato potesse alludere Thorburn nel suo dipinto. Per quanto riguarda il contesto contemporaneo, di notevole impatto è la scultura di Jeff Koons, intitolata Bluebird planter, che, realizzata in metallo riflettente, raffigura un passerotto. Proprio attraverso l’uso di questo materiale, l’artista americano ha perseguito l’intento di realizzare opere capaci di catturare, ovvero di riflettere, anche ciò che si manifesta nell'ambiente circostante, compreso lo stesso spettatore.
Tony Rubino, White peacock, 2022. Acrilico / litografia su tela, 61 x 61 cm.
Ara Gasparyan, Still life with birds and kettle, 2021. Pittura, olio su tela, 35 x 24 cm.
Gli uccelli nelle opere d’arte di Artmajeur
La popolarità storico artistica degli uccelli ha esercitato un forte impatto anche nella ricerca figurativa contemporanea, come dimostrano le molteplici opere realizzate degli artisti di Artmajeur aventi per soggetto questa tematica. Ad esemplificare tale interesse troviamo il dipinto di Lukas Pavlisin, che immortala un cigno, la tecnica mista di Wilhem Von Kalisz, avente per soggetto svariati esemplari di uccelli e la scultura di Gonul Nuhoglu, raffigurante un corvo.
Lukas Pavlisin, Nylon, 2017. Olio su tela, 90 x 90 cm.
Lukas Pavlisin: Nylon
Il dipinto di Pavlisin riduce, in maniera totalmente innovativa, la figura di un cigno alla mera raffigurazione del suo collo e del suo muso. Questo focus viene replicato in forme geometriche che, accostate all’animale, ne sintetizzano al massimo le forme. L’attenzione che l’artista rivolge a questo volatile non è affatto priva di significato, in quanto il cigno è stato di sovente raffigurato nella storia dell’arte, in particolare, venendo associato al mito di Leda e il cigno. Legati a questa leggenda sono stati realizzati svariati capolavori, volti ad illustrare l’intraprendenza sessuale maschile, che rende lecito anche l’inganno, al fine di raggiungere l’unione sessuale. Esempio di quanto detto sono: la Leda col cigno di Jacopo Tintoretto (1570-1575), la Leda col cigno di Leonardo da Vinci (1505-1510) e la più spinta Leda col cigno di François Boucher (1742). Per quanto riguarda invece i capolavori che si sono concentrati esclusivamente sull’animale è importante menzionare ancora una volta l’iconico Cigno minacciato di Jan Asselijn (1650), dove il volatile rappresenta Johan de Witt, all’epoca leader politico dell’Olanda, intento a difendere il paese dai suoi vari nemici. Pertanto, l’opera dell’artista di Artmajeur rappresenta la continuazione di una grande tradizione, che si arricchisce di punti di vista inediti, originali e più contemporanei.
Wilhem Von Kalisz,The bird who dares to falli s the bird who learns to fly, 2017. Pittura, acrilico / olio / stampa digitale su tela, 110 x 100 cm.
Wilhem Von Kalisz: The bird who dares to falli s the bird who learns to fly
Il dipinto a tecnica mista di Von Kalisz reinterpreta, in un contesto contemporaneo, volto a rendere l’opera estremamente attuale, il capolavoro di Melchior de Hondecoeter, intitolato La piuma galleggiante (1680). Questo celebre dipinto prende il suo nome da un dettaglio, ovvero la piccola piuma lanuginosa, che galleggia sulla superficie dell’acqua in primo piano. È importante rendere noto come, Il maestro olandese dell’età dell’oro si sia spesso dilettato a dipingere gli uccelli, interessandosi in particolar modo alle specie esotiche, che raffigurò con dettagli molto realistici. Infine, l’operato dell’artista di Artmajeur risulta essere estremamente importante, poiché attraverso l’attualizzazione dei capolavori del passato è spesso possibile avvicinare il pubblico contemporaneo alla più alta tradizione.
Gonul Nuhoglu, Armageddon, crow 5, 2019. Scultura, bronzo / fusione su altro substrato, 14 x 35 x 14 cm / 4,00 kg.
Gonul Nuhoglu: Armageddon, crow 5
Il soggetto della realistica scultura in bronzo di Nuhoglu è un corvo, animale iconico della storia dell’arte, che è stato spesso, e ingiustamente, demonizzato. Infatti, questo volatile, incompreso e misterioso, appare in capolavori del calibro di: Studio di corvi di Andrew Wyeth (1944), Campo di grano con corvi di Vincent van Gogh (1890), Donna con corvo di Pablo Picasso (1904) e L'albero dei corvi di Caspar David Friedrich (1822). Tornando alla scultura di Nuhoglu, a cosa potrebbe aver voluto alludere l’artista raffigurando un corvo? Nonostante questo animale racchiuda in sé infiniti significati opposti, c’è un aspetto che ritroviamo in tutte le sue interpretazioni, indipendentemente dalla cultura e dal tempo, ovvero il passaggio. Infatti, il corvo è sempre stato associato a un passaggio da uno stato all’altro: dall’ignoranza alla conoscenza, dalla vita alla morte, dal bene al male o dalla notte al giorno. Pertanto, la scultura dell’artista di Artmajeur ci invita probabilmente al cambiamento, ad una personale trasformazione che non è sempre negativa, ma spesso necessaria ad una proficua evoluzione del nostro essere.