Inês Dourado, Calçada da Bica, 2018. Acquerello su carta, 50 x 39 cm.
Breve storia della città di Lisbona
Lisbona, città più importante ed estesa del Portogallo, situata su sette colline alla foce del fiume Tago e di fronte all’Oceano Atlantino, conta più di 500.000 abitanti, oltre a una storia riconducibile, approssimativamente, addirittura fino a 300.000 anni fa. Infatti, la capitale più occidentale dell’Europa continentale risulta essere una delle più antiche città al mondo, tanto che il suo nome si crede derivato da una popolare leggenda, secondo la quale l’urbe sarebbe stata fondata addirittura da Ulisse, prendendo il nome di Ulissipo o Olissopo. Proprio nel famoso poema epico dell’Odissea, Omero racconta di come Odisseo, prima di tornare nella sua Itaca, arrivò probabilmente nel luogo in cui sorge adesso Lisbona, dove, enormemente entusiasmato dalle bellezze naturali, decise di costruirvi quella che secondo i suoi intenti sarebbe dovuta diventare la città più bella dell’Universo. Purtroppo però, l’eroe non sapeva di essere giunto nel regno di Ofiusa, “Terra dei serpenti” governata da una dispotica regina dotata di un bellissimo corpo di donna, munito di una coda di rettile. Nonostante ciò, la suddetta situazione non riuscì ad intimorire il condottiero, che, noto per la sua astuzia, riuscì a far innamorare perdutamente la sovrana e a farsi regalare il suo regno. A discapito di questo successo però, Ulisse pensò bene di riprendere il suo viaggio di ritorno verso casa, cosicché decise di fuggire abbandonando la donna. Quest’ultima, fortemente attanagliata dal dolore, strisciò così furiosamente in direzione del fiume, che la sua coda modellò ad arte le odierne sette colline della città di Lisbona. Infatti, a tutt’oggi, i sette colli della capitale portoghese protendono verso il Tago, proprio come se fossero alla ricerca di un lontano amore perduto.
Evelyne Deuil, Tramway de Lisbonne. Dipinto ad olio, 100 x 80 cm.
Corina Schröder, Lisabon, 2020. Olio su tela, 120 x 100 cm.
Continuando ad approfondire il racconto sulle origini della città, nei secoli più antichi essa fu popolata dai Fenici, dei Greci, dai Cartaginesi e infine dai Romani, che diedero vita ad una lunga egemonia di oltre due secoli. Proprio durante quest’ultimo periodo, il nome greco di Lisbona venne sostituito da quello latino Olissipona, volto ad indicare una città completamente romanizzata, sia nell’architettura, che nei costumi. Succedettero a tale sovranità le conquiste ad opera dei popoli migratori Alani, che, successivamente, furono scacciati dai Suebi, a loro volta conquistati dai Visigoti. Dopo questi svariati governi, i musulmani del Nord Africa, detti anche Mori, si impadronirono nel VIII secolo della penisola iberica, e di conseguenza anche della città di Lisbona, dove rimasero per circa 400 anni. Tale dominazione si concluse nel XII secolo, ovvero durante il periodo della Reconquista, fase in cui gli eserciti cristiani si prodigarono per riacquisire i regni moreschi musulmani in Spagna e in Portogallo. Proprio in questo contesto, nel 1147, il primo re del Portogallo Afonso Henriques riuscì, con l’aiuto dei crociati e dopo un assedio durato diversi mesi, a riconquistare Lisbona.
Patricia Lejeune, Lisboa, 2021. Olio su tela di lino, 100 x 100 cm.
Maria Godinho, Lisbon of my charms, 2018. Olio su tela di lino, 100 x 70 cm.
Nel 1508, invece, il paese passò sotto la dominazione spagnola, che durò fino a quando, nel 1640, gli invasori vennero estromessi per mano del duca di Braganza, uccessivamente incoronato re del Portogallo con il nome di Joao IV. Questo periodo, segnato da una grande prosperità, giunse tragicamente al termine il primo novembre del 1755, quando la città fu devastata da uno dei più grandi terremoti mai registrati nel paese. Nonostante le molteplici difficoltà legate al tragico evento, grazie ai progetti del noto Marchese di Pombal, Lisbona fu ricostruita rapidamente, arricchendosi di elementi caratteristici che contraddistinguono la città anche oggi, proprio come l’iconica Baixa Pombalina, cuore storico e centro commerciale della capitale, gli edifici in stile pombalino e le numerose Avenidas Novas. Successivamente, e più precisamente durante gli anni della dittatura novecentesca di Salazar, la capitale del Portogallo venne notevolmente modernizzata. Dopo il pacifico colpo di stato del 1974, che decretò la fine del governo autoritario, pervase un periodo di forte crisi economica e instabilità politica, durante il quale il comune di Lisbona si operò per contrastare il via libera a progetti edilizi speculativi, ritenuti estremamente pericolosi per l'ambiente delle zone storiche della città. Infine, l'integrazione del Portogallo nella Comunità Economica Europea, avuto luogo nel 1986, ha stimolato largamente l’ulteriore modernizzazione della suddetta capitale, che ha iniziato a godere di molteplici vantaggi tratti dagli investimenti dei privati, volti alla contribuzione della costruzione di nuovi edifici.
Ivo Antunes, Basilica da Estrela, 2019. Acrilico / matita su tela, 80 x 120 cm.
Jacques Villares, Lisboa II. Acquerello su carta, 26 x 36 cm.
Lisbona nelle opere degli artisti di Artmajeur
La veduta più caratteristica della capitale portoghese è sicuramente quella che immortala i suoi numerosi vicoli attraversati dal tipico tram giallo, iconico mezzo di trasporto divenuto in maniera indiscutibile uno dei simboli principali della città. All’interno di questo popolare scorcio di paesaggio urbano, si può mettere in risalto anche la ricca successione delle lisbonesi case arroccate, che, rinfrescate dalla brezza dell’Oceano, sono capaci di portare con sé le antiche storie dei pescatori e dei marinai. In aggiunta, è impossibile non pensare ai luoghi più celebri di Lisbona, quali il quartiere dell’Alfama, il rione Baixa, il Castello di São Jorge, l’iconica Praça do Comércio, il Miradouro de Santa Luzia, la Cattedrale, il Convento do Carmo, la Torre de Belém e a molte altre attrazioni, il cui fascino è stato immortalato anche dai personali e innovativi punti di vista degli artisti di Artmajeur, che, proprio come ben rappresentano le opere di Inês Dourado, di Thierry Van Quickenborne e di Maria Godinho, sono capaci di farci da “guida” alle bellezze della città.
Inês Dourado, Panteão Nacional, Lisboa, 2013. Acquerello su carta, 27 x 18 cm.
Inês Dourado: Panteão Nacional, Lisboa
Panteão Nacional, Lisboa di Inês Dourado, pittrice portoghese classe 1958, descrive con tutta la delicatezza e la raffinatezza dell’acquerello una delle attrazioni più celebri della capitale del portogallo, ovvero la chiesa di Santa Engracia, la cui cupola caratterizza con forza lo skyline della città. Dell’edificio inizialmente fondato nel 1568, per ordine della figlia de re Manuel I, la Principessa Maria, non rimane nulla, in quanto l’antica chiesa venne distrutta nel 1681. Fortunatamente però, l’anno seguente al funesto evento vennero iniziati, dall’architetto e maestro muratore João Antunes, i lavori di costruzione del nuovo edificio in stile barocco su basamento a croce greca. Questa chiesa, completata nel 1966, è contraddistinta per un interno solenne e sontuoso, volto a ricordare la magnificenza degli edifici romani di medesimo stile. Infine, oltre alla poderosa cupola dell’edificio, degni di nota sono anche il pavimento in marmo colorato e i cenotafi degli eroi della storia portoghese quali, ad esempio, Vasco da Gama, Afonso de Albuquerque ed Enrico il Navigatore. Pertanto, l’acquerello di Inês Dourado risulta essere una veduta di città arricchita di un notevole significato storico-artistico, capace di farci conoscere, visitare, ammirare e apprezzare costantemente, uno dei simboli più iconici della capitale portoghese.
Maria Godinho, Black and white lisbon, 2022. Acrilico su tela, 120 x 100 cm.
Maria Godinho: Black and white lisbon
Il tour figurativo delle bellezze della città di Lisbona prosegue attraverso la fruizione del dipinto in bianco e nero dell’artista portoghese Maria Godinho, che, proprio per le sue peculiarità cromatiche e prospettiche, permette di isolare nello spazio, e nel tempo, l’Arco di Rua Agusta, consentendone una più accurata contemplazione. A proposito di quest’ultima architettura trionfale, essa, collocato all’inizio della Rua Augusta, rappresenta l’ingresso monumentale alla città, volto a collegare l’ampia Piazza del Commercio al centro storico. Per quanto riguarda la storia dell’Arco, il suo progetto risale al Settecento, periodo in cui il Marchese di Pombal si prodigò per dar vita alla rinascita della città dopo il violento terremoto del 1755. Nonostante questo incombente desiderio di rinnovamento, la costruzione dell’Arco si dimostrò essere molto lunga e travagliata. Infatti, Il progetto originario dell’architetto Eugénio dos Santos non venne mai completato a causa della sua morte, avvenuta nel 1760. Pertanto, soltanto dopo svariate vicissitudini, l’architetto Veríssimo José da Costa completò i lavori nel 1873, presentando un ritardo di ben 113 anni rispetto alla loro originaria programmazione.
Thierry Van Quickenborne, Lisboa tout couleur, 2021. Stampa digitale su alluminio, 50 x 100 cm.
Thierry Van Quickenborne: Lisboa tout couleur
Altamente rappresentativa dell’essenza della realtà lisbonese è la surreale e fantasiosa opera di Thierry Van Quickenborne, che, oltre ad immortalare l’iconico tram giallo, giustappone altri immancabili simboli della città in un'unica composizione, quali: il Ponte 25 aprile, la Torre de Belém e, in lontananza, la statua del Cristo-Rei. Nonostante tale ricchezza figurativa, il soggetto che cattura l’attenzione dello spettatore per primo, sia per colore, sia per collocazione all’interno dello spazio prospettico, è il tram giallo numero 28. Quest’ultimo mezzo di trasporto, entrato in funzione per la prima volta intorno al 1914, al fine di andare a sostituire i carri a cavallo, è estremamente noto poiché attraversa i quartieri più popolari della città, ovvero: il Graca, l’Alfama, la Baixa, il Chiado e la Santa Catarina di Estrela. In aggiunta, come anticipato, la stampa immortala anche: il Ponte 25 aprile, che, inizialmente denominato ponte Salazar, cambiò nome in seguito alla restaurazione della democrazia in Portogallo; La torre de Belém, che, costruita nei primi anni del XVI secolo in stile manuelino, fu commissionata dal re Giovanni II come parte di un sistema di difesa alla foce del fiume Tago; il Cristo-Rei, grande statua di Gesù, che si trova nella freguesia di Pragal nella città di Almada, nell'area metropolitana di Lisbona.