Dove atterrano le farfalle?

Dove atterrano le farfalle?

Olimpia Gaia Martinelli | 14 nov 2023 8 minuti di lettura 0 commenti
 

Le farfalle volano, lo sanno tutti. Sono inoltre volati in alcuni dei capolavori più famosi della storia dell'arte, rientrando nei generi del paesaggio, della natura morta e del ritratto...

"AVOIR DES PAPILLONS DANS LE VENTRE 02/20" (2021)Fotografia di Bettina Dupont

Dove volano le farfalle?

Le farfalle volano, tutti lo sanno. Esse hanno volato anche in alcuni dei più noti capolavori della storia dell’arte, rientrando nel genere del paesaggio, della natura morta e del ritratto. Partendo dal contesto più familiare a questo insetto, ovvero la natura, è impossibile non menzionare il Paesaggio con farfalle, datato 1956, di Salvador Dalì. L’opera, una tra le più note del maestro spagnolo, include, come altre del suo repertorio, l’immagine dell’animale in questione, che, in questo contesto specifico, vola, nonostante una irrealizzata simulazione del senso di movimento. Di fatto, le due farfalle appaiono alquanto statiche, come se fossero state catturate per l’osservazione, pur trovando spazio all’interno dell’atmosfera di un paesaggio roccioso. Tale incongruenza, tipicamente surrealista, attribuisce all’insetto connotazioni oniriche, proprio come se il fruitore, piuttosto che essere sveglio ad osservare il quadro, si trovasse a percepire le ombre e le figure degli animali dal suo letto. Infatti, come in un sogno, ci risulta anche alquanto difficile comprendere le reali dimensioni delle farfalle, le quali si stagliano su di uno sfondo, che, privo di rocce o altri elementi, non fornisce un termine di paragone in termini di grandezza. Quanto descritto lascia allo spettatore la sperimentazione di un forte senso di ambiguità, che lo può condurre ad interrogarsi sul significato simbolico dei suddetti animali, spesso allusivi di un’inconscia necessità di metamorfosi, cambiamento o di libertà. Tralasciando per il momento l’analisi dei molteplici significati delle farfalle, siamo giunti a parlare della natura morta, cosa che avverrà mediante la breve contemplazione di Tre Nespoli con una Farfalla (1705) di Adriaen Coorte, pittore dell’età dell’oro olandese, che affrontò il suddetto genere con un punto di vista alquanto intimo. Quanto detto è riscontrabile nell’opera di nostro interesse, dove la farfalla e la frutta, accompagnate da una luce sapientemente studiata, costruiscono un’atmosfera misteriosa, capace di fissare per sempre l’attimo in cui l’animale si sta per posare sui nespoli, forse per succhiarne il nettare. A proposito del ritratto, invece, interviene il noto punto di vista di Pisanello, autore de la Principessa di casa d’Este, effige dipinta contro uno sfondo di fiori e farfalle, volti a generare un contorno sintetico. Analizzando l’opera nel dettaglio: essa presenta al suo interno un vaso, simbolo della casata d’Este, e l’aquilegia, pianta pricipalmente associata all’umana dipartita, cosa che fa  intepretare il capolavoro come la raffigurazione di una persona deceduta nell’età ritratta. Tale identikit ci porterebbe alla figura di Ginevra d’Este, sposa di Sigismondo Malatesta, che morì a ventun anni, a causa di una forma depressiva, che la colpì dopo la morte del figlioletto Roberto Novello. Di conseguenza, il capolavoro è da intendersi come un’opera, che, realizzata dopo la fine della vita di Ginevra, vuole sintetizzarne i presagi di morte, ritrovabili anche nella presenza di una farfalla, inequivocabile simbolo della volatilità dell’anima.  

" LE PAPILLON" (2020)Dipinto di Frédéric Martin

Atterrare o non atterrare?

Prima di giungere a quei capolavori che, nei suddetti generi del paesaggio, della natura morta e del ritratto, mostrano farfalle finalmente a riposo, e quindi con le loro zampette poggiate su fiori e quant’altro, è d’obbligo presentare rapidamente due capolavori che ci mostrano una situazione a metà tra il volo e il posarsi. Sto parlando di Giove pittore di farfalle, Mercurio (1523-24) e la Virtù di Dosso Dossi, dove le farfalle volano, poggiandosi in realtà sul supporto pittorico, e di Farfalle di Winslow Homer, in cui un esemplare catturato poggia le sue gambe sui guanti della ragazza immortalata, mentre l’altro volta libero, forse ancora per poco. A questo punto se posarsi o non posarsi, questo è il dilemma, giungiamo a Van Gogh, Ambrosius Bosschaert il Vecchio, Damien Hirst e Canova, che hanno sicuramente optato per la seconda di quest’ultime opzioni.   

BUTTERFLY 2 (2023)Arti digitali di Poptonicart

"L'EFFET PAPILLON" (2022)Dipinto di Flore Betty

Dove atterrano le farfalle?

Nella serie di paesaggi titolata Farfalle (1889-90) di Van Gogh, dove quest’ultimo animale si posa generalmente sui fiori, esso diviene il simbolo della speranza, in quanto da sempre ricollegabile ai sentimenti di libertà, vita e trasformazione. Di fatto, proprio a proposito di quest’ultimo punto, è noto come il pittore, in una lettera al suo amico Émile Bernard, si espresse in merito al miracolo della metamorfosi da bruco a farfalla, associandolo alle molteplici possibilità disponibili nell’universo. Infine, molti sanno che l’artista, quando aveva bisogno di conforto, andave sempre a cercare la suddetta speranza proprio nelle molteplici manifestazioni della natura. Adesso, per quanto riguarda la natura morta, passiamo a  Ambrosius Bosschaert il Vecchio e alla sua natura morta di fiori in un flacone di vetro su un piano di marmo, affiancata da una farfalla ammiraglia rossa e una lucertola, dove, come anticipato dallo stesso titolo, l’animale oggetto di nostro interesse appare quieto, poiché posatosi sul tavolo, che ospita il soggetto principale del genere in questione. Se pensassimo adesso a moltiplicare la figura della farfalla quasi all’infinito, disponendola su tutta la superficie del supporto pittorico ci verrebbe in mente il Cerchio con farfalle (1950) di Escher, opera che credo sia stata una probabile fonte d’ispirazione per l’analogo soggetto interpretato da Damien Hirst nella serie Mandalas (2018-19), dove l’artista ha creato motivi concentrici di farfalle, riferendosi alle culture orientali. In conclusione, giungiamo all’accostamento di ritratto-farfalla posata, citando obbligatoriamente l’Amore e Pische stanti di Canova, scultura in marmo bianco volta a interpretare un soggetto caro allo scultore italiano, in questo caso catturato nel momento in cui Pshiche offre all’amato una farfalla, simbolo della sua anima e quindi della sua devozione amorosa. Infine, il racconto sugli insetti continua mediante il contemporaneo operato degli artisti di Artmajeur, quali: Wang Quan, István Ducsai e  Walter Bosque.

FARFALLA VERDE (2022)Dipinto di Kristina Maslakova

FARFALLA (2023)Dipinto di Wang Quan

FARFALLA di Wang Quan

Il dipinto raffigura un ritratto di una ragazza con una farfalla sul viso. Il viso della ragazza è il punto focale del dipinto, con pennellate delicate che catturano le sue caratteristiche in dettagli intricati. L'effetto complessivo è di una bellezza sognante ed eterea, con la farfalla a simboleggiare la natura effimera della vita e la fragilità dell'esistenza umana.” Questa è l’esaustiva descrizione di soggetto e significato fornitaci dallo stesso autore del dipinto, ovvero Wang Quan, pittore cinese residente a Parigi, che si esprime mediante uno stile realistico, pronto a catturare tematiche tratte dalla natura e dalla vita quotidiana. La storia dell’arte, invece, potrebbe offrirci molti altri racconti sull’animale immortalato da Butterfly, che, come anticipato, è stato spesso usato come simbolo di morte, resurrezione, matrimonio e natura effimera della bellezza. Di fatto, le farfalle, la cui vita dura solo poche settimane tra la primavera e l’inizio dell’estate, sono ustate usate anche nel genere della vanitas, come, ad esempio, mostra l’operato della pittrice olandese dell’età dell’oro Maria van Oosterwyck. Durante il XVII e XVIII secolo, invece, e quindi nel culmine del colonialismo europeo, artisti e naturalisti di tutto il mondo si dedicarono a dettagliare la flora e la fauna di terre finora inesplorate, generando immagini apparentemente scientifiche, volte a rappresentare anche le farfalle. Infine, la fragilità e la bellezza di questi ultimi insetti, ispirò anche ulteriori usi simbolici a partire dalla fine del XVIII secolo, mentre nei dipinti impressionisti successivi, tra cui Una domenica pomeriggio sull'isola di La Grande Jatte di Seurat, si possono vedere farfalle che fluttuano intorno a scene di svago della classe media, da collocare all’interno del contesto della Rivoluzione Industriale. Infine, le farfalle divengono simbolo di rinascita nell’ Autoritratto con Collana di Spine e Colibrì" (1940) di Frida Kahlo, concepito in risposta alla necessità di rinascita dell’artista, dopo il grave incidente in autobus che l’aveva quasi uccisa quando era giovane. 

BUTTERFLY (2020)Dipinto di István Ducsai

FARFALLA di István Ducsai

Una farfalla si è posata sull’abito di una giovane ragazza, che, vestita di bianco, regge in mano un ricco mazzo di fiori colorato, mentre guarda sognate lo spettatore. Questa è la descrizione del dipinto di Ducsai, che, però, potrebbe anche essere interpretato in un altro modo, interrogandoci così: chi è in realtà quella farfalla? Perchè cerca il contatto proprio con l’effigiata della tela? Le risposte a queste domande si trovano in credenze comuni a molte culture, volte ad identificare nell’insetto la personificazione delle anime dei defunti, che vogliono tornare, sotto mentite spoglie, a visitare i loro cari, per avvisarli, sia di eventi gioiosi, che di imminenti pericoli. L’idea che nelle farfalle possano temporaneamente prendere vita, oltre che i morti, anche le creature ultreterrene, viene confermata anche dalla tradizione figurativa diffusasi tra il Rinascimento e il tardo Ottocento, all’interno della quale erano comuni le immagini di angioletti-farfalla. Esempio di quanto appena reso noto sono alcuni dei cherubini della Camera degli Sposi di Mantegna, realizzati in virtù di simbolo di immortalità da legare al contesto celebrativo dell'intera famiglia di Ludovico II Gonzaga. Tornando alla suddetta associazione farfalla-defunti, essa non ci deve stupire, in quanto l’animale è stato da molte culture riconosciuto come simbolo di un’anima capace di rinnovarsi e trasformarsi, dato il suo ciclo vitale, che, da bruco, “muore” crisalide e rinasce farfalla. 

FARFALLA di Walter Bosque

Entrando” in un interno in bianco e nero possiamo osservare una scena tra il “tragico” e il miracoloso: una donna sdraiata in terra pare quasi “soffrire”, il suo corpo sta per prendere altre forme, anticipate da quelle che la sua ombra proiettano sul pavimento. Il dramma è funzionale alla rinascita, alla maturazione e alla consapevolezza del divenire, in questo caso, da essere umano a farfalla, da corpo a anima. Nell’istante in cui però Walter Bosque ha scattato la fotografia, il soggetto ha quasi già “assunto” le parvenze di una farfalla, dando vita ad un’essere ibrido come quello dipinto da  William-Adolphe Bouguereau in Il rapimento di Psiche (1895), capolavoro ad olio del 1895, volto ad immortalare l’ominomo soggetto in compagnia di cupido, che, a differenza del personaggio femminile, presenta ali d’angelo. Perchè questa distinzione? Psiche, appare con ali di farfalla in quanto ella, a differenza di Cupido, non è una divinità, ma ha raggiunto lo stato d’immortalità, poiché portata in cielo dall’amato, cosa che ha reso il suo volto ricolmo di una gioia e felicità tale da lasciare il suo corpo altamente flessibile, come “moribondo”. Quest’ultimo aspetto è da legare anche alle più naturali conseguenze dell’amore, sentimento a cui la donna si arrende totalmente, mentre diventa quasi una farfalla. Infine, a proposito dell’artista di Artmajeur, Walter Bosque, fotografo classe 1960, rivolge le sue attenzioni pricipalmente ai soggetti femminili, i quali raffigura cercando pricipalmente di catturarne la bellezza e il fascino, spesso accostandole al mondo naturale. 



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