Arti grafiche: xilografia, litografia e serigrafia

Arti grafiche: xilografia, litografia e serigrafia

Olimpia Gaia Martinelli | 12 gen 2022 6 minuti di lettura 0 commenti
 

Con il termine arte grafica si indicano le opere che gli artisti creano attraverso l'uso di tecniche di stampa, come la xilografia, la litografia e la serigrafia. Molti dei grandi maestri del passato hanno sperimentato questi procedimenti, come, per esempio, Andrea Mantegna, Albrecht Dürer, Henri de Toulouse-Lautrec e Keith Haring...

La grafica d’arte

Con il termine grafica d’arte si indicano le opere, che gli artisti realizzano attraverso l’utilizzo delle tecniche di stampa. Tale procedimento, che da vita a diversi esemplari di una stessa opera, è comunque da considerarsi unico ed originale nei suoi risultati, poiché i multipli delle tirature sono limitati e, generalmente, firmati dall’artista. Ciò che resta irriproducibile è invece la matrice, ovvero il supporto sul quale viene realizzato il disegno, che poi viene inchiostrato e stampato. Esistono diverse tipologie di matrici, infatti, le placche di metallo sono usate nell’incisione e nell’acquaforte, la pietra nella litografia, i blocchi di legno nella xilografia, il linoleum per la linoleografia e vari tessuti per la serigrafia. Molti capolavori della storia dell’arte sono stati realizzati attraverso l’uso dei suddetti supporti, come, ad esempio, l’incisione a bulino e puntasecca della Madonna con il Bambino di Andrea Mantegna, le xilografie dell’Apocalisse di Albrecht Dürer, la litografia Moulin Rouge. La Goulue di Henri de Toulouse-Lautrec e la serie di serigrafie intitolate Pop Shop III di Keith Haring.

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Albrecht Dürer, San Giovanni divora il Libro, 1496-1498. Xilografia. Karlsruhe: Staatliche Kunsthalle.

Keith Haring, Pop Shop III (serie), 1989. Serigrafia. The Keith haring foundation. @paceprints

La xilografia

La xilografia fa parte delle tecniche di stampa artistica a rilievo, poiché il legno della sua matrice  viene inciso ed asportato dall’artista, che, successivamente, procede ad inchiostrarne le parti sporgenti, ovvero quelle non scavate. In seguito, la stampa d’arte viene generata dalla pressione, manuale o meccanica, che la matrice colorata esercita una volta appoggiata sul supporto cartaceo. Per quanto riguarda invece la storia della xilografia, essa vanta origini antichissime, perché è stata documentata per la prima volta in Cina nel 868, anno di esecuzione de Il Sutra del Diamante. In Europa, invece, tale tecnica attecchì solamente all’inizio del XV secolo in Germania, nei Paesi Bassi e in Francia, dove venne utilizzata per la produzione dei libri illustrati. Soltanto a partire dall’inizio del XVI secolo, grazie all’opera di grandi maestri come Albrecht Durer, Lucas Cranach e Hans Holbein, la xilografia si trasformò nel mezzo di esecuzione di raffinati capolavori. Purtroppo, tra il XVII e il XVIII secolo, la suddetta tecnica fu per lo più abbandonata in favore dell’incisione calcografica, ma, nel corso del XIX secolo, essa tornò in vigore grazie alle innovazioni apportate da Thomas Bewick. Infine, la xilografia riscosse successo anche nel XX secolo, grazie alla ricerca artistica portata avanti dagli Espressionisti e dal gruppo Die Brücke.

Karl Schmidt-Rottluff, Girl from Kowno, 1918. Xilografia. Los Angeles: Los Angeles County Museum of Art (LACMA).

La litografia

La litografia è una tecnica di riproduzione in piano, che si basa sul principio di repulsione  esistente tra l’acqua e qualsiasi tipo di sostanza oleosa e grassa. Infatti, il procedimento litografico consiste nel tracciare un disegno, eseguito con matita grassa, sulla superficie di una matrice in pietra calcarea, che verrà successivamente inumidita. Dopodiché, il supporto sarà inchiostrato, anche se quest’ultima sostanza aderirà soltanto alle oleose parti disegnate. Infine,  il procedimento termina pressando un foglio contro la superficie della matrice. Per quanto riguarda la storia della litografia, questa tecnica fu inventata dal boemo Aloys Senefelder nel 1798 circa. I primi tentativi artistici della suddetta risalgono al XIX secolo, ma essa divenne popolare soltanto attorno al 1820, quando alcuni dei suoi procedimenti vennero ulteriormente affinati. Infatti, da questo momento in poi, molti grandi maestri si avvicinarono alla litografia, tra questi, Goya, Delacroix e Daumier. Successivamente, questa tecnica, che fu messa da parte verso la metà del  XIX secolo, tornò in auge nell’ultimo decennio del XIX secolo, grazie allo sfruttamento della stampa a colori. La cromolitografia ebbe tra i suoi massimi esponenti Henri de Toulouse-Lautrec, Pierre Bonnard e Ker-Xavier Roussel. Infine, la litografia, che fu molto popolare anche durante il XX secolo, venne adoperata da grandi maestri come Paul Klee, Joan Miró, Salvador Dalí e Maurits Cornelis Escher.

Maurits Cornelis Escher, Mano con sfera riflettente, 1935. Litografia,  31 × 21.3 cm. M.C. Escher Foundation. @historiadaarte.e.mais

La serigrafia

La serigrafia è una tecnica di stampa artistica, che consiste nel far depositare l'inchiostro del soggetto da riprodurre su di un supporto, facendolo penetrare attraverso le aree libere di una matrice in tessuto, proprio come se fosse uno stencil. Infatti, una volta trasferita la matrice sul telaio e disposta sulla superficie scelta, lo stencil viene spalmato d’inchiostro, che va a finire nelle aree aperte al substrato. A proposito della storia di questa tecnica di riproduzione, la serigrafia risale probabilmente all’epoca dei Fenici, ma divenne molto popolare in Cina a partire dalla dinastia Song (960-1279) e, successivamente, venne largamente indagata dai giapponesi. Per quanto riguarda l’Europa, la suddetta tecnica vi giunse nel XVIII secolo, anche se iniziò ad essere usata in Francia nel XVII, per divenire popolare soltanto nel XIX secolo. Il vero “boom” della serigrafia artistica si è concretizzato negli anni 60’ del XX secolo, quando maestri pop come Peter Blake, Andy Warhol e Robert Rauschenberg la usarono come un’elemento imprescindibile della loro arte. Da quell’epoca in poi questa tecnica di stampa è divenuta un popolare mezzo di creazione di opere contemporanee. 


 

Andy Warhol, Scatole di Campbell’s soup, 1962. Litografia. New York: Museum of Modern Art.

5-frauenportrait.jpgPeter Royen, Profile of a woman, 1950. Xilografia, 39 x 27 cm.

Peter Royen: Profile of a woman

Come i grandi maestri del passato, anche gli artisti di Artmajeur hanno realizzato opere attraverso l’utilizzo delle suddette tecniche di stampa, come, ad esempio, la xilografia di Peter Royen, che reinterpreta in modo personale gli stilemi tipici delle incisioni realizzate dai membri dal movimento Die Brücke. Questo gruppo, appartenente alla corrente dell’ espressionismo, nacque a Dresda (Germania) nel 1905, con la finalità di rompere con le aride convenzioni della borghesia, generando un’arte che, dedicandosi allo studio del paesaggio, della figura umana e delle tematiche sociali, immortalasse la realtà attraverso colori forti e poco naturalistici, forme semplificate, energiche e spigolose. Infatti, fu proprio in questo contesto che la xilografia, particolarmente adatta alla resa dei contrasti cromatici e dei tratti deformati, si impose come un’importante mezzo d’espressione artistica. L’incisione di Peter Royen ricorda, con i suoi forti contorni neri, i più famosi ritratti realizzati dal Die Brücke, ma, allo stesso tempo, se ne distacca, grazie al suo nuovo “realismo”. Infatti, venendo meno la durezza dei tratti somatici, che avevano avvicinato le opere del gruppo tedesco ai volti delle maschere dei popoli primitivi, l’incisione dell’artista di Artmajuer si trasforma in un’innovativa interpretazione della tradizione. 

romeo-juliet-jbp.jpgJon Bøe Paulsen, Romeo & Juliet, 2002. Litografia, 50 x 84.1 cm.

Jon Bøe Paulsen: Romeo & Juliet

La litografia dell’artista di Artmajeur, Jon Bøe Paulsen, indaga un soggetto “cult” della tradizione artistica, ovvero la storia d’amore tra Romeo e Giulietta, che viene innovativamente immortalata in un contesto contemporaneo e da una prospettiva totalmente originale. Inoltre, l’opera, per raffinatezza e precisione d’esecuzione, è a metà strada tra realismo e iperrealismo. Proprio quest’ultimo genere pittorico, che nacque intorno agli anni sessanta negli Stati Uniti, si è spesso servito delle tecniche fotografiche o della meccanica riproduzione della realtà, al fine di poter riprodurre la varietà del mondo in maniera rigorosa e fedele. Pertanto, la litografia, che fu spesso usata dagli iperrealisti, trasforma l’opera di Jon Bøe Paulsen in un’originale ed unica continuazione della ricerca artistica della seconda metà del Novecento. 

ae060bb9-adfc-437c-a0f1-997792b1f162-1-201-a.jpegPoptonicart, Snap, 2020. Serigrafia, 40 x40 cm.

Poptonicart: Snap

La serigrafia acrilica dell’artista di Artmajeur, Poptonicart, contraddistinta dalla raffigurazione di 12 macchine fotografiche, ci rimanda immediatamente alla serialità con cui sono state immortalate, nel 1962 da Andy Warhol, 32 scatole di zuppa Campbell. L’intento del maestro americano fu quello di palesare gli usi e i costumi della società dei consumi americana, attraverso la trasformazione in icone di immagini di oggetti di uso comune. Probabilmente anche Poptonicart, come a suo tempo fece Andy Warhol, ha voluto mostrare l’essenza del mondo contemporaneo, raffigurando però delle macchine fotografiche. Infatti, la grande importanza che oggi viene data alla condivisione delle immagini su internet e sui social media, ha determinato un grande cambiamento delle relazioni sociali all’interno della nostra società, a cui è possibile che la serigrafia dell’artista di Artmajeur abbia voluto, velatamente, alludere.


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