Venditore Venderequadri
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Opera d'arte originale
Pittura,
- Dimensioni Altezza 27,6in, Larghezza 19,7in
L’opera è molto interessante, in quanto inusuale rispetto alla produzione artistica di Eliano Fantuzzi. In questo dipinto, infatti il pittore si pone di fronte alla realtà fenomenica imponendogli un notevole processo di astrazione. La realtà viene dunque ricostruita prelevando solo l’essenziale, ovvero un estratto di emozionalità pura. Tale interiorità del pittore si esprime essenzialmente tramite il colore, il quale lascia solo una sparuta traccia, un indizio del mondo sensibile, per connettersi direttamente ad una dimensione spirituale. In questo senso va intesa la stesura a tocchi, emotivamente gestuale, che caratterizza quest’opera che quasi sfocia nell’Espressionismo Astratto.
Eliano Fantuzzi è nato a Modena nel 1909 ed è scomparso nel 1989. Ha trascorso l’infanzia a Verona, dove si era trasferito con la sua famiglia e dove ha frequentato l’accademia d’arte Cignaroli. Fondamentale per la sua formazione fu l’esperienza a Parigi, dove arrivò per studiare l’Impressionismo e dove apprese, invece, l’Espressionismo. Le sue ambientazioni notturne, in cui prevalgono i toni del blu e del viola, sono state influenzate pittoricamente anche dalla “Scuola Romana”. Ha partecipato alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia.
Trasferitosi con la famiglia a Verona, scopre sin da piccolo la sua passione per la pittura. Frequenta il liceo artistico e poi l'accademia d'arte Cignaroli.[1]
Il suo primo lavoro, introvabile, rappresenta Gaio Muzio Scevola che si brucia la mano. Sognando l'impressionismo francese, si trasferisce a Parigi nel 1924, quando oramai già prendeva piede in europa l'espressionismo, che si contrapponeva, visto che quest'ultimo esprime le sensazioni dell'anima dell'artista.
In città trova piccoli lavori per vivere, riuscendo a organizzare mostre per esporre i suoi lavori, grazie alle quali attraversa periodi di discreta fortuna. Nel 1939 si arruola nell'esercito francese e nel 1943 rientra in Italia. Nel 1947 è inviato alla V Quadriennale d'Arte di Roma.[1] Nel 1948 viene chiamato dall'emiro Ibim Saud a decorare la reggia saudita di Taif. Vive presso l'emiro sino al 1952, affrescando il salone dei ricevimenti.[1][2][3] Tornato a Roma, è invitato alla VI Quadriennale di Roma e alla XXVI Biennale di Venezia. Nel 1953 vince un premio acquisto alla prima edizione del Premio Spoleto. Nell'aprile del 1963, al concorso “Pittura in Ciociaria” presso l'Abbazia di Casamari, è componente della giuria presieduta da Giorgio De Chirico insieme con Michele Rosa, Felice Ludovisi, Franco Miele, Claudia Refice, Carlo Savini, Giuseppe Selvaggi, Gisberto Ceracchini[4].
Prediligendo le ambientazioni notturne, il suo stile pittorico è influenzato nei temi e nelle scelte cromatiche della "scuola romana", con influenze venete[5]. Con Giorgio De Chirico risultava essere tra gli artisti più copiati in Italia.[2] Muore a Verona nel 1987.
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Nazionalità:
ITALIA
- Data di nascita : data sconosciuta
- Domini artistici: Rappresentata da una galleria,
- Gruppi: Artisti Italiani Contemporanei Artisti presentati da una galleria