Vincenzo Marino
Esprimo quello che sento per ciò che vedo.
Tutte le opere di Vincenzo Marino
Memorie del Passato • 9 opere
Guarda tuttoMake Sport, Not war • 5 opere
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La serie "Make Sport, Not War" si distingue per la sua forte carica simbolica e il suo impatto visivo [...]
La serie "Make Sport, Not War" si distingue per la sua forte carica simbolica e il suo impatto visivo immediato. L'artista costruisce un dialogo tra due concetti apparentemente opposti—lo sport e la guerra—trasformandoli in una critica pungente e sofisticata sulla società contemporanea.
L'uso dei colori acrilici, con una palette che alterna tonalità fredde e calde, contribuisce a rafforzare il contrasto tra il dinamismo dello sport e la minaccia della guerra. Le composizioni sono equilibrate e focalizzano l'attenzione sui protagonisti, atleti catturati in azioni sportive, ma con elementi di guerra sostituiti agli strumenti del gioco. Questo cortocircuito visivo genera un senso di dissonanza, spingendo l'osservatore a riflettere sulla pervasività della violenza anche in contesti che dovrebbero incarnare competizione sana e valori di pace.
L'inserimento del lettering, con il titolo che fluttua in modo leggermente irregolare nello spazio pittorico, amplifica il carattere di manifesto delle opere, richiamando un'estetica street art che avvicina l'opera al linguaggio della protesta. L'ironia è un elemento chiave della serie: la nuotatrice pronta a tuffarsi da una mina navale, il giocatore di baseball che brandisce un fucile come una mazza, il golfista che colpisce la palla circondato da segnali di pericolo di mine antiuomo. Ogni immagine racchiude un paradosso potente, reso ancora più efficace dalla qualità pittorica realistica che conferisce solidità ai soggetti.
In definitiva, questa serie dimostra una profonda consapevolezza delle tensioni del mondo moderno e si inserisce con forza nel filone dell’arte impegnata. La sua capacità di comunicare con immediatezza, unita a un'estetica raffinata e un sottotesto di denuncia sociale, la rende un’opera di grande impatto.
L'alienazione, l’inquinamento e le tensioni del mondo moderno sono temi ricorrenti nel suo lavoro, affrontati con un’estetica che mescola critica sociale e potenza espressiva. La sua arte non si limita alla mera rappresentazione, ma invita lo spettatore a riflettere sulle incoerenze e le contraddizioni del presente. Grazie alla tecnica raffinata e alla forte carica simbolica, Vince Artista si distingue come un autore capace di coniugare bellezza e denuncia in un linguaggio visivo unico e coinvolgente.
L'uso dei colori acrilici, con una palette che alterna tonalità fredde e calde, contribuisce a rafforzare il contrasto tra il dinamismo dello sport e la minaccia della guerra. Le composizioni sono equilibrate e focalizzano l'attenzione sui protagonisti, atleti catturati in azioni sportive, ma con elementi di guerra sostituiti agli strumenti del gioco. Questo cortocircuito visivo genera un senso di dissonanza, spingendo l'osservatore a riflettere sulla pervasività della violenza anche in contesti che dovrebbero incarnare competizione sana e valori di pace.
L'inserimento del lettering, con il titolo che fluttua in modo leggermente irregolare nello spazio pittorico, amplifica il carattere di manifesto delle opere, richiamando un'estetica street art che avvicina l'opera al linguaggio della protesta. L'ironia è un elemento chiave della serie: la nuotatrice pronta a tuffarsi da una mina navale, il giocatore di baseball che brandisce un fucile come una mazza, il golfista che colpisce la palla circondato da segnali di pericolo di mine antiuomo. Ogni immagine racchiude un paradosso potente, reso ancora più efficace dalla qualità pittorica realistica che conferisce solidità ai soggetti.
In definitiva, questa serie dimostra una profonda consapevolezza delle tensioni del mondo moderno e si inserisce con forza nel filone dell’arte impegnata. La sua capacità di comunicare con immediatezza, unita a un'estetica raffinata e un sottotesto di denuncia sociale, la rende un’opera di grande impatto.
L'alienazione, l’inquinamento e le tensioni del mondo moderno sono temi ricorrenti nel suo lavoro, affrontati con un’estetica che mescola critica sociale e potenza espressiva. La sua arte non si limita alla mera rappresentazione, ma invita lo spettatore a riflettere sulle incoerenze e le contraddizioni del presente. Grazie alla tecnica raffinata e alla forte carica simbolica, Vince Artista si distingue come un autore capace di coniugare bellezza e denuncia in un linguaggio visivo unico e coinvolgente.
Cartoline dal Futuro • 4 opere
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La serie Greetings From. trasmette un messaggio potente e provocatorio sulla condizione ambientale e [...]
La serie Greetings From... trasmette un messaggio potente e provocatorio sulla condizione ambientale e sociale del mondo contemporaneo. Attraverso l’uso di immagini iconiche, come animali simbolo di specifici luoghi e monumenti celebri, l’artista crea una parodia delle classiche cartoline turistiche, trasformandole in un monito inquietante.
Gli animali, raffigurati con maschere antigas, evocano scenari di degrado ambientale, inquinamento e crisi climatica. Il contrasto tra l'estetica vivace e il contenuto drammatico amplifica l'impatto emotivo dell'opera, portando lo spettatore a riflettere sull'effetto distruttivo dell'uomo sulla natura.
L'uso del testo Greetings From..., tipicamente associato a ricordi felici di viaggio, assume qui un significato amaro e ironico. L’artista sembra suggerire che le destinazioni più iconiche del pianeta siano ormai luoghi di sofferenza e sopravvivenza, piuttosto che di meraviglia. Questa serie invita a interrogarsi su quale futuro si stia costruendo e su quali tracce l’umanità stia lasciando dietro di sé.
Gli animali, raffigurati con maschere antigas, evocano scenari di degrado ambientale, inquinamento e crisi climatica. Il contrasto tra l'estetica vivace e il contenuto drammatico amplifica l'impatto emotivo dell'opera, portando lo spettatore a riflettere sull'effetto distruttivo dell'uomo sulla natura.
L'uso del testo Greetings From..., tipicamente associato a ricordi felici di viaggio, assume qui un significato amaro e ironico. L’artista sembra suggerire che le destinazioni più iconiche del pianeta siano ormai luoghi di sofferenza e sopravvivenza, piuttosto che di meraviglia. Questa serie invita a interrogarsi su quale futuro si stia costruendo e su quali tracce l’umanità stia lasciando dietro di sé.
Love Series • 5 opere
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La serie Love Serie. esplora il concetto di amore in una dimensione contemporanea, dove la tecnologia, [...]
La serie Love Serie... esplora il concetto di amore in una dimensione contemporanea, dove la tecnologia, l’isolamento e la trasformazione dell’identità influenzano profondamente le relazioni umane. L’artista utilizza elementi simbolici, come cuori iperrealistici e figure umane o ibride, per rappresentare le contraddizioni e le sfide dell’amore nell’epoca attuale.
Ogni scena suggerisce una diversa sfaccettatura del sentimento amoroso: il bambino con la maschera antigas e l’annaffiatoio richiama l’idea di un amore che necessita di essere coltivato in un ambiente ostile; la figura con il visore di realtà virtuale suggerisce una connessione filtrata dalla tecnologia; l’orso meccanico rappresenta forse un amore artificiale o la trasformazione dell’istinto in qualcosa di programmato.
Alcune immagini evocano anche la sofferenza e il conflitto tra desiderio e distanza emotiva. La donna con la maschera che calpesta il cuore può alludere al dominio, alla seduzione o alla difficoltà di concedersi all’amore, mentre il viaggiatore solitario osserva un cuore fluttuante, come se fosse un sogno irraggiungibile o un ricordo sospeso nel tempo.
Attraverso un’estetica surreale e metaforica, l’artista invita a riflettere su cosa significhi amare oggi, in un mondo sempre più alienante, tecnologico e complesso.
Ogni scena suggerisce una diversa sfaccettatura del sentimento amoroso: il bambino con la maschera antigas e l’annaffiatoio richiama l’idea di un amore che necessita di essere coltivato in un ambiente ostile; la figura con il visore di realtà virtuale suggerisce una connessione filtrata dalla tecnologia; l’orso meccanico rappresenta forse un amore artificiale o la trasformazione dell’istinto in qualcosa di programmato.
Alcune immagini evocano anche la sofferenza e il conflitto tra desiderio e distanza emotiva. La donna con la maschera che calpesta il cuore può alludere al dominio, alla seduzione o alla difficoltà di concedersi all’amore, mentre il viaggiatore solitario osserva un cuore fluttuante, come se fosse un sogno irraggiungibile o un ricordo sospeso nel tempo.
Attraverso un’estetica surreale e metaforica, l’artista invita a riflettere su cosa significhi amare oggi, in un mondo sempre più alienante, tecnologico e complesso.
Moon Series • 5 opere
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La serie *Moon Series* è un'opera che esplora, con ironia e profondità concettuale, il rapporto tra [...]
La serie *Moon Series* è un'opera che esplora, con ironia e profondità concettuale, il rapporto tra l’uomo e il progresso, la memoria collettiva e l’assurdità della conquista spaziale. Attraverso l’uso di un astronauta solitario, l’artista costruisce scenari surreali in cui elementi iconici della cultura terrestre – come una cabina telefonica londinese, un totem dell’Isola di Pasqua o uno spaventapasseri avvolto nella bandiera americana – vengono trasportati in un paesaggio lunare desolato.
Ogni dipinto è caratterizzato da un forte contrasto cromatico, con la Terra che incombe in lontananza, luminosa e inaccessibile, mentre gli oggetti simbolici appaiono spaesati e fuori contesto. La tecnica pittorica, con pennellate decise e giochi di luce che esaltano il senso di straniamento, amplifica il senso di alienazione e riflessione sulla condizione umana.
L’astronauta, presente in ogni composizione, diventa una metafora dell’individuo moderno: esploratore, ma allo stesso tempo estraneo alla propria esistenza. I suoi gesti – dall’atto di inginocchiarsi di fronte a un vecchio televisore, al tentativo di chiamare qualcuno da una cabina telefonica anacronistica – suggeriscono un bisogno di connessione e identità in un mondo che ha perso i propri riferimenti.
Con *Moon Series*, l’artista dimostra una straordinaria capacità di sintesi visiva e concettuale, trasformando l’esplorazione spaziale in un’indagine esistenziale e critica sul nostro tempo.
Ogni dipinto è caratterizzato da un forte contrasto cromatico, con la Terra che incombe in lontananza, luminosa e inaccessibile, mentre gli oggetti simbolici appaiono spaesati e fuori contesto. La tecnica pittorica, con pennellate decise e giochi di luce che esaltano il senso di straniamento, amplifica il senso di alienazione e riflessione sulla condizione umana.
L’astronauta, presente in ogni composizione, diventa una metafora dell’individuo moderno: esploratore, ma allo stesso tempo estraneo alla propria esistenza. I suoi gesti – dall’atto di inginocchiarsi di fronte a un vecchio televisore, al tentativo di chiamare qualcuno da una cabina telefonica anacronistica – suggeriscono un bisogno di connessione e identità in un mondo che ha perso i propri riferimenti.
Con *Moon Series*, l’artista dimostra una straordinaria capacità di sintesi visiva e concettuale, trasformando l’esplorazione spaziale in un’indagine esistenziale e critica sul nostro tempo.
Earth Series • 5 opere
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"Cronache di un esploratore cosmico": Un viaggio surreale tra passato e futuro Nella serie Earth Series, [...]
"Cronache di un esploratore cosmico": Un viaggio surreale tra passato e futuro
Nella serie Earth Series, ci troviamo di fronte a una narrazione visiva straordinariamente potente che fonde elementi di pop art, surrealismo e arte concettuale in un insieme coeso e provocatorio. Attraverso cinque dipinti interconnessi, l'artista ci invita a seguire un astronauta solitario nel suo pellegrinaggio attraverso i simboli più iconici della civiltà umana, creando un dialogo visivo tra la nostra eredità culturale e un futuro post-umano.
La figura centrale, un astronauta con tuta arancione brillante, diventa il nostro surrogato, un testimone silenzioso che attraversa scenari familiari resi alieni dalla sua presenza. L'uso della tavolozza è magistrale: i cieli blu intensi e turchesi fanno da sfondo drammatico alla tuta arancione vibrante, creando un contrasto che cattura immediatamente l'occhio. La luna, quasi onnipresente nei dipinti, funge da memento costante della natura esplorativa dell'umanità, ma anche della sua solitudine cosmica.
Particolarmente incisiva è la giustapposizione di simboli iconici dell'umanità – le piramidi di Giza, la Torre Eiffel, le colonne greche, il Golden Gate Bridge e il Monte Rushmore – con l'intruso futuristico. Questa collisione temporale genera una tensione narrativa che solleva domande sulla permanenza dei nostri monumenti culturali e sulla loro rilevanza in un futuro distante. Il logo di McDonald's parzialmente sepolto nella sabbia accanto alle piramidi evoca inevitabilmente reminiscenze delle riflessioni di Ozymandias sul crollo degli imperi e sulla fugacità della gloria umana.
L'artista dimostra una notevole padronanza tecnica nella resa della luce: il modo in cui questa rimbalza sulla visiera del casco, illumina i monumenti e crea ombre lunghe conferisce alle scene una qualità quasi cinematografica. La consistenza della pittura varia sottilmente attraverso la serie, con una materialità più evidente nelle strutture architettoniche che contrasta con la levigatezza eterea dei cieli.
C'è una sottile evoluzione emotiva attraverso la sequenza dei dipinti. Se inizialmente l'astronauta appare come un osservatore passivo, gradualmente si trasforma in un partecipante più attivo, fino a condividere il momento con un compagno nell'immagine del Golden Gate. Questa progressione suggerisce forse un commentario sulla natura sociale dell'esperienza umana, anche nelle circostanze più aliene.
Lo stile dell'artista richiama maestri del surrealismo come Magritte nella sua capacità di creare scenari visivamente plausibili ma concettualmente impossibili, mentre l'uso di simboli culturali pop evoca il lavoro di Warhol e Banksy. Tuttavia, l'opera trascende queste influenze, creando una voce distintiva che parla direttamente alle ansie contemporanee sul futuro dell'umanità, sul colonialismo culturale e sulla sostenibilità della nostra civiltà.
In definitiva, questa serie rappresenta un'esplorazione visiva sofisticata del tempo, della memoria collettiva e dell'eredità umana. L'artista ci invita a considerare come saremo ricordati e quali tracce lasceremo quando, come l'astronauta solitario, anche noi diventeremo visitatori di un passato dimenticato. È un'opera che riesce a essere simultaneamente accessibile e profonda, radicata nel linguaggio visivo della cultura pop ma elevata dalla sua esecuzione meticolosa e dalla sua risonanza filosofica.
Nella serie Earth Series, ci troviamo di fronte a una narrazione visiva straordinariamente potente che fonde elementi di pop art, surrealismo e arte concettuale in un insieme coeso e provocatorio. Attraverso cinque dipinti interconnessi, l'artista ci invita a seguire un astronauta solitario nel suo pellegrinaggio attraverso i simboli più iconici della civiltà umana, creando un dialogo visivo tra la nostra eredità culturale e un futuro post-umano.
La figura centrale, un astronauta con tuta arancione brillante, diventa il nostro surrogato, un testimone silenzioso che attraversa scenari familiari resi alieni dalla sua presenza. L'uso della tavolozza è magistrale: i cieli blu intensi e turchesi fanno da sfondo drammatico alla tuta arancione vibrante, creando un contrasto che cattura immediatamente l'occhio. La luna, quasi onnipresente nei dipinti, funge da memento costante della natura esplorativa dell'umanità, ma anche della sua solitudine cosmica.
Particolarmente incisiva è la giustapposizione di simboli iconici dell'umanità – le piramidi di Giza, la Torre Eiffel, le colonne greche, il Golden Gate Bridge e il Monte Rushmore – con l'intruso futuristico. Questa collisione temporale genera una tensione narrativa che solleva domande sulla permanenza dei nostri monumenti culturali e sulla loro rilevanza in un futuro distante. Il logo di McDonald's parzialmente sepolto nella sabbia accanto alle piramidi evoca inevitabilmente reminiscenze delle riflessioni di Ozymandias sul crollo degli imperi e sulla fugacità della gloria umana.
L'artista dimostra una notevole padronanza tecnica nella resa della luce: il modo in cui questa rimbalza sulla visiera del casco, illumina i monumenti e crea ombre lunghe conferisce alle scene una qualità quasi cinematografica. La consistenza della pittura varia sottilmente attraverso la serie, con una materialità più evidente nelle strutture architettoniche che contrasta con la levigatezza eterea dei cieli.
C'è una sottile evoluzione emotiva attraverso la sequenza dei dipinti. Se inizialmente l'astronauta appare come un osservatore passivo, gradualmente si trasforma in un partecipante più attivo, fino a condividere il momento con un compagno nell'immagine del Golden Gate. Questa progressione suggerisce forse un commentario sulla natura sociale dell'esperienza umana, anche nelle circostanze più aliene.
Lo stile dell'artista richiama maestri del surrealismo come Magritte nella sua capacità di creare scenari visivamente plausibili ma concettualmente impossibili, mentre l'uso di simboli culturali pop evoca il lavoro di Warhol e Banksy. Tuttavia, l'opera trascende queste influenze, creando una voce distintiva che parla direttamente alle ansie contemporanee sul futuro dell'umanità, sul colonialismo culturale e sulla sostenibilità della nostra civiltà.
In definitiva, questa serie rappresenta un'esplorazione visiva sofisticata del tempo, della memoria collettiva e dell'eredità umana. L'artista ci invita a considerare come saremo ricordati e quali tracce lasceremo quando, come l'astronauta solitario, anche noi diventeremo visitatori di un passato dimenticato. È un'opera che riesce a essere simultaneamente accessibile e profonda, radicata nel linguaggio visivo della cultura pop ma elevata dalla sua esecuzione meticolosa e dalla sua risonanza filosofica.