Tutte le opere di Silvia Beccaria
Aracne tra mito e contemporaneità - Ex Fadda • 1 opera
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Venerdì 23 luglio ore 18.30 inaugurazione l’ExFadda “L’Officina del Sapere” via Brindisi San Vito dei [...]
Venerdì 23 luglio ore 18.30
inaugurazione
l’ExFadda “L’Officina del Sapere”
via Brindisi
San Vito dei Normanni (Br)
Ore 20:00
“Aracne” performance con lavagna luminosa di Daniela Cecere su musica di Mimmo Epifani, a cura di “Le ali di Pandora”
Ore 20:30
“Aracne: tra mito e contemporaneità” mostra con esposizione opere di Maria Grazia Anglano, Silvia Beccaria Paola Orlandini- a cura di “Le Ali di Pandora” - allestimento Andrea Scolavino
Venerdì 23 luglio si inaugura alle ore 18.30 presso l’ExFadda di San Vito dei Normanni (Br) “L’Officina del Sapere” Laboratorio Urbano e Città dei Ragazzi.
L’associazione Culturale “Le Ali di Pandora” interviene presentando la mostra in itinere “Aracne: tra mito e contemporaneità”. In esposizione ci saranno arazzi contemporanei, quilt, sculture tessili, art wear di Maria Grazia Anglano, Silvia Beccaria e Paola Orlandini. L’allestimento è curato da Andrea Scolavino.
A introdurre la mostra “Aracne” performance con lavagna luminosa di Daniela Cecere che si avvale della musica del Maestro Mimmo Epifani.
Scrive Ambra Biscuso: “Se il mito di Aracne lega la dea Atena al ragno, in molte mitologie è legato ai miti della creazione. Il ragno tesse la tela creando il proprio mondo e attende al suo centro lo svolgersi degli eventi. Il ragno tira, dunque, le fila della creazione. Maria Grazia Anglano, salentina, Silvia Beccarla, piemontese, Paola Orlandini toscana, tre artiste tre modi diversi di “fare” fiber art. Tessere significa anche annodare, vincolare, in una condizione senza fine né principio. Scrive Cristina Calicelli al riguardo “…I fili, e soprattutto il loro intreccio, rappresentano spesso una metafora della memoria”. La Beccaria ha urgenza a fermare, trattenere, catturare, intrappolare la realtà, memoria, il tessuto è fitto e consistente ed il vuoto viene riempito dilatandone i confini con l’inserimento di elementi cromatici diversi così che la tela diventa mezzo di ricerca dell’”Ulteriore”. Nella Anglano il filo è il luogo della metamorfosi, vola annodando lo spazio ed il tempo diventando corda vibrante dell’universo, quasi in un procedere mistico, quasi una preghiera; gli elementi annodati, intrecciati, si stringono a sé stessi in un gioco di equilibrio che collega alla vita. Nelle opere della Orlandini sembra che i fili siano stati lanciati e posandosi sulla tela morbidi, abbandonati, sensuali fanno sì che la totalità sia una creatura a sé stante quasi un macrocosmo nel microcosmo”.
inaugurazione
l’ExFadda “L’Officina del Sapere”
via Brindisi
San Vito dei Normanni (Br)
Ore 20:00
“Aracne” performance con lavagna luminosa di Daniela Cecere su musica di Mimmo Epifani, a cura di “Le ali di Pandora”
Ore 20:30
“Aracne: tra mito e contemporaneità” mostra con esposizione opere di Maria Grazia Anglano, Silvia Beccaria Paola Orlandini- a cura di “Le Ali di Pandora” - allestimento Andrea Scolavino
Venerdì 23 luglio si inaugura alle ore 18.30 presso l’ExFadda di San Vito dei Normanni (Br) “L’Officina del Sapere” Laboratorio Urbano e Città dei Ragazzi.
L’associazione Culturale “Le Ali di Pandora” interviene presentando la mostra in itinere “Aracne: tra mito e contemporaneità”. In esposizione ci saranno arazzi contemporanei, quilt, sculture tessili, art wear di Maria Grazia Anglano, Silvia Beccaria e Paola Orlandini. L’allestimento è curato da Andrea Scolavino.
A introdurre la mostra “Aracne” performance con lavagna luminosa di Daniela Cecere che si avvale della musica del Maestro Mimmo Epifani.
Scrive Ambra Biscuso: “Se il mito di Aracne lega la dea Atena al ragno, in molte mitologie è legato ai miti della creazione. Il ragno tesse la tela creando il proprio mondo e attende al suo centro lo svolgersi degli eventi. Il ragno tira, dunque, le fila della creazione. Maria Grazia Anglano, salentina, Silvia Beccarla, piemontese, Paola Orlandini toscana, tre artiste tre modi diversi di “fare” fiber art. Tessere significa anche annodare, vincolare, in una condizione senza fine né principio. Scrive Cristina Calicelli al riguardo “…I fili, e soprattutto il loro intreccio, rappresentano spesso una metafora della memoria”. La Beccaria ha urgenza a fermare, trattenere, catturare, intrappolare la realtà, memoria, il tessuto è fitto e consistente ed il vuoto viene riempito dilatandone i confini con l’inserimento di elementi cromatici diversi così che la tela diventa mezzo di ricerca dell’”Ulteriore”. Nella Anglano il filo è il luogo della metamorfosi, vola annodando lo spazio ed il tempo diventando corda vibrante dell’universo, quasi in un procedere mistico, quasi una preghiera; gli elementi annodati, intrecciati, si stringono a sé stessi in un gioco di equilibrio che collega alla vita. Nelle opere della Orlandini sembra che i fili siano stati lanciati e posandosi sulla tela morbidi, abbandonati, sensuali fanno sì che la totalità sia una creatura a sé stante quasi un macrocosmo nel microcosmo”.
Luigi Priore • 1 opera
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Il Maestro Luigi Priore, piemontese di nascita, romano di adozione ed ora residente a Gorizia, fu Direttore [...]
Il Maestro Luigi Priore, piemontese di nascita, romano di adozione ed ora residente a Gorizia, fu Direttore artistico prima nella Capitale poi ad Otranto; vezzeggiato dalla critica, nel corso degli anni le sue mostre sono state sponsorizzate da Istituzioni, italiane ed estere, e da grandi marchi come Martini, Algida, Perugina etc. Sue opere sono presenti in importanti collezioni e tra le altre ricordiamo: la Pinacoteca del Comune di Campione, del Ministero della Pubblica Istruzione a Roma, del Comune di Roma, della Pinacoteca del Principato di Monaco, della Pinacoteca dell’Abazia di Casamari, presso le Ambasciate Americana, Inglese e del Ghana a Roma. Ed ancora nelle collezioni private di politici tra le quali le collezioni Gronchi, Cossiga, Abbate, Darida; di attori e artisti solo a citarne alcuni: Tognazzi, Gregoretti, Martelli, Simonetti, Vianello, Fontana, Di Lella, Taioli, Francioli, Scola, Visconti. Le sue opere sono inoltre presenti nelle collezioni di importanti uomini della finanza come Bairati, Pesenti, Helkann, Malcangio, Naldi, Borromeo.
Le sue mostre personali tematiche: ‘I mondi di ferro’, ‘Città Spore’, ‘I mondi di Pietra’, ‘Ipnociviltà’, hanno tracciato un percorso significativo nel panorama artistico. Priore ha usato la sua arte quale mezzo di denuncia Civile a salvaguardia dell’ambiente e a tutela del patrimonio artistico italiano, esempio è la manifestazione del 1968 dei Nuovi Maestri Contemporanei che con la loro ‘azione artistica’ riuscirono a sensibilizzare la gente e le Istituzioni tanto da far chiudere al traffico via Frattini e P.zza di Spagna. Oggi la sapienza tecnica di Priore, anche nella preparazione delle miscellanee, e la capacità di esprimerne emozioni e sentimenti traduce in fatti il concetto di Klee : ‘compito dell’arte non è d’imitare il visibile ma rendere visibile’ .
Le sue mostre personali tematiche: ‘I mondi di ferro’, ‘Città Spore’, ‘I mondi di Pietra’, ‘Ipnociviltà’, hanno tracciato un percorso significativo nel panorama artistico. Priore ha usato la sua arte quale mezzo di denuncia Civile a salvaguardia dell’ambiente e a tutela del patrimonio artistico italiano, esempio è la manifestazione del 1968 dei Nuovi Maestri Contemporanei che con la loro ‘azione artistica’ riuscirono a sensibilizzare la gente e le Istituzioni tanto da far chiudere al traffico via Frattini e P.zza di Spagna. Oggi la sapienza tecnica di Priore, anche nella preparazione delle miscellanee, e la capacità di esprimerne emozioni e sentimenti traduce in fatti il concetto di Klee : ‘compito dell’arte non è d’imitare il visibile ma rendere visibile’ .
Silvia Beccaria Aracne tra mito e contemporaneità • 1 opera
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Quadri La maggior parte delle mie opere è ispirata dal tema delle mostre che negli anni si sono susseguite. [...]
Quadri
La maggior parte delle mie opere è ispirata dal tema delle mostre che negli anni si sono susseguite.
Talvolta fonte di ispirazione è la natura, talvolta i materiali, frutto delle mie ricerche, talvolta la storia del costume, talvolta i contesti in cui vengono esposte le mie opere esempio ne è la mostra presso il ristorante ‘L Birichin, di un famoso cuoco dove mi sono ispirata alla cucina). Mi diverto molto giocando con i titoli e con le parole. Le parole diventano parte integrante di una trama, il tessuto di un racconto che le mie mani creano filo avanti filo.
Abiti scultura
Gli abiti scultura sono “la trama del tessuto” raccontano dei miei viaggi nella campagna italiana, dove ho raccolto fiori, pianticelle, grano. Sono un richiamo all’Africa nera, ai suoi colori, raccontano della bellezza, del paesaggio e dello spirito della donna africana, con un rimando ai costumi Masai: sono scudo, corazza che protegge non solo il corpo ma anche l’anima dalle ferite interiori.
Sono anche interpretazione contemporanea della storia dove il Faraone è di carta, la carta rimanda al papiro, quindi papiro-Egitto.
Parlano di cibo, di cucina come il lavoro ispirato allo chef Nicola Batavia che fisicamente mi ha evocato un personaggio dei fumetti. L’opera è in lino da qui il gioco di parole: Topo-lino!
Dicono che noi siamo ciò che vediamo ed ecco che ci vestiamo di cinema come una seconda pelle.
Infine raccontano di me del quartiere a cui sono molto legata, in cui ho lo studio e in cui vivo. Qui la parola crea le cose: partendo dall’etimologia il nome Vanchiglia rimanda a Vinchilia, borgo dei Vinchi, cioè dei salici (latino vinculum salice), che crescevano anticamente lungo l’argine naturale delle rive del Po e le opere sono tessute in rami di salice e rappresentano la metamorfosi donna- albero
Gorgiere
Le mie gorgiere sono tutte ispirate a quelle storiche seicentesche, storicamente in Italia erano denominate” lattughe” (come la lattuga-insalata), partendo dalla nomenclatura delle specie di lattughe-ortaggio esistenti, ho scoperto che le lattughe hanno dei nomi poeticissimi quali ad esempio Bionda delle 7 lune, Regina dei Ghiacci, Carminia, Giada; così ho attribuito a ciascuna gorgiera un nome di una lattuga-insalata, e sono nate Giada, Carminia, Futura……
La maggior parte delle mie opere è ispirata dal tema delle mostre che negli anni si sono susseguite.
Talvolta fonte di ispirazione è la natura, talvolta i materiali, frutto delle mie ricerche, talvolta la storia del costume, talvolta i contesti in cui vengono esposte le mie opere esempio ne è la mostra presso il ristorante ‘L Birichin, di un famoso cuoco dove mi sono ispirata alla cucina). Mi diverto molto giocando con i titoli e con le parole. Le parole diventano parte integrante di una trama, il tessuto di un racconto che le mie mani creano filo avanti filo.
Abiti scultura
Gli abiti scultura sono “la trama del tessuto” raccontano dei miei viaggi nella campagna italiana, dove ho raccolto fiori, pianticelle, grano. Sono un richiamo all’Africa nera, ai suoi colori, raccontano della bellezza, del paesaggio e dello spirito della donna africana, con un rimando ai costumi Masai: sono scudo, corazza che protegge non solo il corpo ma anche l’anima dalle ferite interiori.
Sono anche interpretazione contemporanea della storia dove il Faraone è di carta, la carta rimanda al papiro, quindi papiro-Egitto.
Parlano di cibo, di cucina come il lavoro ispirato allo chef Nicola Batavia che fisicamente mi ha evocato un personaggio dei fumetti. L’opera è in lino da qui il gioco di parole: Topo-lino!
Dicono che noi siamo ciò che vediamo ed ecco che ci vestiamo di cinema come una seconda pelle.
Infine raccontano di me del quartiere a cui sono molto legata, in cui ho lo studio e in cui vivo. Qui la parola crea le cose: partendo dall’etimologia il nome Vanchiglia rimanda a Vinchilia, borgo dei Vinchi, cioè dei salici (latino vinculum salice), che crescevano anticamente lungo l’argine naturale delle rive del Po e le opere sono tessute in rami di salice e rappresentano la metamorfosi donna- albero
Gorgiere
Le mie gorgiere sono tutte ispirate a quelle storiche seicentesche, storicamente in Italia erano denominate” lattughe” (come la lattuga-insalata), partendo dalla nomenclatura delle specie di lattughe-ortaggio esistenti, ho scoperto che le lattughe hanno dei nomi poeticissimi quali ad esempio Bionda delle 7 lune, Regina dei Ghiacci, Carminia, Giada; così ho attribuito a ciascuna gorgiera un nome di una lattuga-insalata, e sono nate Giada, Carminia, Futura……
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