Mosaico: storia, tecniche ed esempi contemporanei

Mosaico: storia, tecniche ed esempi contemporanei

Olimpia Gaia Martinelli | 6 gen 2024 7 minuti di lettura 1 commento
 

La storia dell'arte del mosaico inizia con le prime civiltà, come i Sumeri, gli Egizi e le popolazioni della regione minoico-micenea, che usarono questa tecnica per adornare i loro edifici, sarcofagi, pavimenti...

GRANDE PITTURA A MOSAICO ASTRATTO PESCA (2023)Dipinto di Julia Brinkfrau

La storia del Mosaico 

I primi mosaici (dai Sumeri ai Romani): la storia del mosaico inizia con le prime civiltà, quali i Sumeri, gli egiziani e le popolazioni dell’area minoico-micenea, che solevano utilizzare questa tecnica per abbellire le costruzioni, i sarcofagi e i pavimenti. Tale abitudine preseguì presso i greci e i romani, dove trionfò il mosaico pavimentale. Aprendo una piccola parentesi sul mondo romano, il mosaico, progressivamente divenuto indipendente dai modelli greci, fu considerato inizialmente un bene di lusso, tanto che la sua lenta diffusione coinvolse principalmente i contesti termali e gli ambienti di uso pubblico. Nell’ambito più popolare, invece, si optò per soluzioni più economiche, di gran lunga lontane dai più dispendiosi mosaici policromi, generalmente raffiguranti scene di vita e di caccia di vario genere. Ad ogni modo, i soggetti rappresentati solevano riflettere l’ambiente in cui si trovava il mosaico, tanto che le scene mitologiche andavano generalmente a decorare i templi, mentre i motivi marini si trovavano alle terme, gli atleti nelle paleste e così via...A proposito invece del mosaico parietale, esso nacque alla fine della Repubblica e i suoi più celebri esempi si trovano nelle Grotte delle Muse, oltre che presso Pompei ed Ercolano. La popolarità, la diffusione, lo stile e le tecniche del mosaico variarono durante tutta l’epoca romana, presentando tendenze, sia verso il figurativismo, che l’astrazione.

Il mondo islamico: l’arte islamica nasce intorno alla seconda metà del VII secolo, giungendo successivamente a influenzare anche il mondo cristiano, come, ad esempio, la Sicilia e la Spagna. In tutti questi luoghi si diffusero mosaici sin dal VIII secolo, i quali devono essere compresi nei loro motivi geometrici e floreali, concepiti per essere in linea ad un imperante rifiuto della forma realistica, decretato al fine di sfavorire il dilagare dell’idolatria. Esempi musivi del genere si trovano nella Cupola della Roccia a Gerusalemme, nella grande Moschea degli Omayyadi di Damasco, oltre che nelle rovine del Palazzo di Hisham di Gerico. 

MOSAICO (2023)Arti digitali di Thomas Thomopoulos

L’epoca bizantina: possiamo sintetizzare questo periodo facendo riferimento all’arte musiva di alcuni luoghi e città, principalmente da individuarsi in Ravenna (Italia), il Veneto (regione del nord Italia), Costantinopoli (odierna Istanbul), Roma e Milano. 

Ravenna: gli edifici di culto di Ravenna iniziarono ad essere rivestiti di mosaici a partire del V secolo, ovvero quando la città italiana divenne la nuova capitale dell’Impero romano d’Occidente. I più importanti esempi di decorazioni musive si possono ammirare presso il Mausoleo di Galla Placida, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, San Vitale e Sant’Apollinare in classe. Ad ogni modo, è importante mettere in luce come gli esempi di Ravenna, alla stregua di quelli di Costantinopoli, anch’essa città imperiale, erano generalmente costituiti da tessere vitree e d’oro zecchino, in cui si stagliavano figure immobili, che paiono galleggiare sullo sfondo. 

Area veneta: un’esempio musivo d’area veneta è riscontabile nella basilica patriarcale di Santa Maria Assunta, il cui pavimento paleocristiano del IV secolo, raffigurante scene dell’antico testamento, ci illustra uno stile naturalistico ancora di matrice ellenistica, ormai già superato a Roma. 

Roma e Milano: quanto appena affermato lo si può constatare ammirando le decorazioni musive tardo antiche e bizantine del Mausoleo di Santa Costanza, della Basilica di Santa Pudenziana e della Basilica dei Santi Cosma e Damiano a Roma, mentre a Milano eccellono i preziosi mosaici del secello di San Vittore in ciel d’oro, della Basilica di Sant’Ambrogio e di quella di San Lorenzo.  

MOSAICO ASTRATTO (2020)Dipinto di Petr Johan Marek

Il periodo medievale, rinascimentale e il Barocco: se nell’arte romanica il mosaico venne prevalentemente messo da parte per motivi econimoci, che facevano di gran lunga prediligere l’affresco o l’uso di economiche mattonelle di cera smaltata, durante il Rinascimento, invece, esso tornò in voga, anche se come virtuisismo, piuttosto che come mezzo creativo autonomo. A proposito del Barocco, il dilagare del manierismo favorì la diffusione di una tecnica musiva ripresa dalla Roma imperiale, volta a svilupparsi mediante l’uso di ciottoli ed elementi naturali, che venivano talvolta integrati da pitture e sculture. Infatti, il mosaico divenne un’arte subordinata all’architettura e alla pittura. 

MOSAÏQUE (2021)Dipinto di Catherine Reiner Steinfels

Il mosaico tra Ottocento e Novecento: se col neoclassicismo quasi ci si scordò del mosaico, esso tornò in auge col romanticismo, insieme alle vetrate e le tecniche dell’intaglio e della tarsia lignea. Inoltre, nell’Ottocento questo interesse evolse nell’utilizzo di tecniche più rapide e meno costose, mentre durante il secolo successivo si affermarono interpretazioni ecclettiche e personalissime del genere, come, ad esempio, quelle più note di Antoni Gaudí, Gustav Klimt, Gino Severini, Achille Funi e Massimo Campigli.

La contemporaneità: la contemporanietà del mosaico, in maniera analoga al Novecento, è fatta di approcci personali alla tecnica, che si sono affermati mediante l’operato di artisti come Oskar Kokoschka, Enzo Cucchi, Aldo Mondino, Ezio Frigerio, Niki de Saint Phalle e molti altri. Il racconto a proprosito della contemporaneità continua adesso mediante l’operato di tre artisti d’Artmajeur...

RITRATTO DI HALYNA, L'ARTISTA (2023)Scultura di Andrii Davydenko

RITRATTO DI HALYNA, L'ARTISTA di Andrii Davydenko

Le opere degli artisti d’Artmajeur da me scelte ci mostrano diversi approcci contemporanei alla tecnica del mosaico, alcuni più fedeli, altri meno, all’originale modalità d’esecuzione del genere. Partiamo col dire che il mosaico è una tecnica policroma, ottenuta mediante l’utilizzo di frammenti di materiali di diversa natura, tradizionalmente ciottoli, ceramica, marmo, quadrati d'arenaria e vetro, che sono decorati con oro e pietre preziose. A proposito dei supporti, essi sono generalmente di calcetruzzo, legno o vetro, mentre la realizzazione avviene mediante l’esecuzione di un disegno preparatorio, sul quale vengono attaccate le tessere. In alternativa le tessere possono essere attaccate alla rovescia su un supporto provvisorio, che poi verrà sostituito da quello definitivo. Venendo all’opera di Davydenko, essa pare rispettare nei materiale e nella modalità di esecusione la tecnica sopra esplicata, che, in questo specifico contesto, è stata utilizzata per rendere le fattezze di una collega dell’artista. Andrii Davydenko, pittore ucraino classe 2001, usa spesso la tecnica del mosaico, in quanto, come dichiarato da egli stesso, l’obiettivo della sua arte è quello di dedicarsi alla ricerca di diversi argomenti con mezzi diversi, in cui ricorre spesso lo studio delle architetture del suo paese.  

MECCASET (2023)Scultura di Xaro

MECCASET di Xaro

Un’opera fatta di metallo, acrilici, inchiosto e legno, che rievoca, nella suo concetto primordiale, il più tipico incastro di frammenti della tecnica del mosaico, spesso di fatto intesa come componente di pitture, architetture e, in questo caso specifico, di una scultura. Quali sono antichi esempi di quanto appena illustrato? Per vedere remote sculture musive possiamo fare riferimento alla civiltà degli Aztechi, che, tra il XIII e il XVI secolo, solevano rivestire le maschere e gli oggetti rituali con mosaici turchesi. Avvicinandoci ai nostri tempi, invece, noti esempi sono le sculture musive di Antoni Gaudì, Lucio Fontana, Mirko Basaldella, Athos Ongaro, Alessandro Mendini e molti altri ancora. Tornando all’artista di Artmajeur, XaRo, indelebilmente legato al mondo del graphic design, produce opere, sia dal sapore decorativo, che concettuale, materializzate nelle forme di giocattoli obsoleti, concepiti per rievocare i ricordi e gli oggetti dell’infanzia. Infine, possiamo interpretare anche altre opere, facenti parte della produzione di XaRo, come ulteriori modalità d’interpretazione e di aggiornamento della tecnica del mosaico, che possiamo riconoscere nel più semplice accostamento e assemblamento di parti, che, volte a dar forma ad un unica immagine, sono rese dall’arte digitale.  

MOSAIC GIRL 002 (2023)Arti digitali di Saro

MOSAICO RAGAZZA 002 di Saro

É necessario guardare a quest’opera facendo riferimento alle parole dell’artista: “per più di vent'anni, ho accumulato una quantità fenomenale di istantanee di adesivi, graffiti e blas trovati qua e là per strada. Oggi utilizzo questi lavori, raccolti soprattutto nelle città europee e americane o semplicemente nei quartieri di Losanna, per creare mosaici che raffigurano donne ammalianti. Attraverso questo lavoro, intendo celebrare la bellezza femminile, vedendola come una celebrazione di tutte le sfaccettature che rendono le donne belle e forti.” Adesso è possibile affermare che la tecnica del mosaico si è evoluta, ampliandosi attraverso l’inclusione dell’arte digitale, dove, invece che scegliere e dipingere i tasselli, si scattano accurate fotografie. Quest’ultime verranno successivamente selezionate per dar vita a un unica visione, pronta a raccontarci una premeditata storia, ormai non più frammentata. A proposito di Vincent Ackermann, artista svizzero classe 1983, egli trae ispirazione dalla cultura hip-hop e il suo universo grafico, al quale si è inizialmente avvicinato mediante la pittura. Solo successivamente egli ha compreso la sua predisposizione per la fotografia, che sperimenta unitamente all’arte digitale, generalmente intesa per dar vita a collage di eleganti donne.  


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