TAXI DANS LA NEIGE (2018)Dipinto di Raymond Agostini
Coperte in pile e Netflix
Siamo ormai prossimi all’arrivo dell’inverno e sentivo di non potere trascurare l’evento in questione, festeggiando con larghi pigiami, piumoni, bibite calde, zuppe, Netflix, copertina di pile e animale da compagnia sulle ginocchia. Ma da un punto di vista storico-artistico come potrei celebrare questo speciale momento dell’anno, che giunge, tra l’altro, in prossimità del Natale? Ho deciso di lasciarmi la scrittura della top 10 dei dipinti sotto la neve probabilmente al 2024, in quanto adesso vorrei parlare dell’argomento, analizzandolo all’interno di un preciso contesto figurativo: quello dell’arte fiamminga e del Secolo d’oro, risaputamene ricche di pattinatori sul ghiaccio, volti ad animare candidi, ma gelidi, paesaggi. Tale narrazione varrà così strutturata: esordirò spiegando cosa si intende per arte fiamminga, mostrerò i maestri sotto la neve del periodo, procederò con il Secolo d’oro, illustrando altri grandi artisti a basse temperature. Siete pronti? Vi invito a indossare la vostra migliore coperta, il pigiama più soffice del mondo e sorseggiare una tisana quasi a bollore, posando le vostre natiche su di un comodo divano, per cadere nella “finzione” della narrazione!
LIONE, SAINT-PAUL SOUS LA NEIGE (2006)Dipinto di Sannier Alain
Arte fiamminga
Ancora una volta il mio intento è quello di spiegare senza spiegare, di imbottirvi di nozioni senza farlo, illustrandovi pochi ma decisivi concetti chiave, che vi faranno mettere al giusto posto, sia cronologico, che di comprensione, i principi alla base dell’arte fiamminga, cosa che farò dopo anche per il Secolo d’oro. Luogo: l’appellativo di arte fiamminga si lega al contesto di origine di quest’ultima, le Fiandre, nonostante la sua diffusione coinvolse tutti i Paesi Bassi, colpendo particolarmente però le città di Bruges, Gand e Anversa. Anno: pensatevi nel Quattrocento! In questo periodo, di fatto, i Paesi Bassi riscontrarono un forte sviluppo economico- culturale, al quale si legò la necessità di un racconto veritiero di ciò che stava accadendo, magistralmente svolto dal realismo. Dettagli del realismo dell’epoca: l’arte pittorica presenta una grande attenzione per i dettagli, intesi per raccontare principalmente il quotidiano, l’intimo e la bellezza della natura. Adesso passo la palla ai maestri fiamminghi, che hanno unito realismo e paesaggi sotto il candore della neve!
LEGNO FIOCCO DI NEVE (2021)Dipinto di Amanda Horvath
Maestri sulla neve
Il Quattrocento è il secolo in cui troviamo i maestri che prendono il nome di Primitivi fiamminghi, mentre nella seconda parte del periodo in questione, oltre che nel Cinquecento, si può parlare di Rinascimento fiammingo. Maestro appartenente a quest’ultimo momento dell’arte fiamminga è Jacob Grimmer, autore di A Winter Landscape with a Village and Skaters on a Frozen River, Hunters in the Foreground, dipinto in cui, come preannunciato, all’interno di un paesaggio invernale, scorgiamo dei pattinatori. In questa narrazione pittorica emerge l’ammirazione che l’artista nutrì per la semplice vita quotidiana degli abitanti di un villaggio, punto di vista dove probabilmente si è fatta sentire l’influenza di Bruegel il Vecchio, anche se, come vedremo, nell’opera di Grimmer manca tutta quella dimensione morale e filosofica che ha contraddistinto il più anziano maestro. In parole povere, semplici e sbrigative: da cosa si vede l’influenza di Bruegel sull’autore di A Winter Landscape with a Village and Skaters on a Frozen River, Hunters in the Foreground? Se osservate insieme il capolavoro appena citato e Cacciatori nella neve (1565) di Bruegel, entrambi i supporti accolgono la presenza, sia di pattinatori, che di cacciatori, quest’ultimi sempre disposti in primo piano. Lo stesso schema si ripete in Paesaggio invernale con pattinatori e trappola per uccelli (1565), che, realizzato da Bruegel il Vecchio, si distingue però per la presenza, già esplicitata dal titolo, di una trappola per uccelli, pronta a catturare tutta l’attenzione dello spettatore. Di fatto, tale soggetto è stato concepito dall’artista per mandare al fruitore un chiaro messaggio moralizzante, volto a mettere in risalto come la breve vita dell’uomo sia trascorsa, alla stregua di quella di un uccello, nella spensieratezza dell’ignoranza...Passiamo adesso al Secolo d’oro!
NEIGE SUR GLACEDipinto di Darnal
L'epoca d'oro
Da un punto di vista storico, per Secolo d’oro si intende quel glorioso periodo, che, estendendosi dalla fine del Cinquecento, trionfando nell’inizio del Seicento e culminando nel 1672, vide l’Olanda e le altre sei province dei Paesi Bassi settentrionali, finalmente libere dalla dominazione spagnola e quindi la conseguente nascita della Repubblica delle Province Unite. Tale contesto politico d’indipendenza, comprese l’esplicitarsi di una grande fioritura artistica, principalmente intenta a immortalare scene di genere, spaccati di vita lavorativa o ludica, pronti a rivelare l’identità di una nuova committenza, perlopiù appartenente alla classe media o mercantile, alle corporazioni, alle confraternite e ai privati cittadini, i quali richiedevano opere che parlassero di quotidianità, senza esulare dagli aspetti moraleggianti della vita privata.
PETITE REINE DES NEIGES (2023)Dipinto di Marie A Dubois
Maestri sulla neve
Nel contesto sopra esplicato nasce Scena invernale con pattinatori vicino a un castello (1615) di Hendrick Avercamp, ma anche Scena sul ghiaccio vicino a un villaggio (1615) dello stesso artista, oltre che Scena olandese con pattinatori di Jan Griffier I. Nel primo caso parliamo di un tondo raffigurante uno scorcio urbano di fantasia, pronto ad ospitare, ancora una volta, personaggi intenti a pattinare sulle strade ghiacciate, le cui figure variegate creano un'atmosfera alquanto vivace e diversificata. A proposito di dettagli storici? È importante notare come una delle slitte sia decorata con un leone rampante, probabile riferimento allo stemma della Repubblica delle Sette Province Unite! Concludiamo con il secondo e successivo capolavoro di Hendrick Avercamp, allo stesso modo contraddistinto da una moltitudine di soggetti, sempre esponenti di diversi ceti sociali presi in diverse attività, tra le quali, questa volta, anche quella del kolf. Curiosità in arrivo: il kolf è un'attività ludica olandese precorritrice del moderno golf! Infine, i divertimenti invernali sono stati dipinti anche da Jan Griffier I, pittore e incisore olandese del secolod'oro, specializzato, appunto, nella pittura di paesaggi. Il racconto prosegue con tre opere degli artisti d’Artmajeur...
CENTRAL PARK neve 8 (2017)fotografia di Ken Lerner
Ken Lerner: Central Park neve 8
Eravamo stati fin ora abituati a vedere la ripetizione dell’associazione neve-pattini, che, nel contesto dell’arte contemporanea da me scelto, verrà messa da parte, al fine di mostrare delle varianti, mediante le quali il figurativismo è stato raccontato nel momento più bianco dell’anno. La fotografia di Ken Lerner ci propone uno scorcio di Central Park (New York) principalmente popolato dalla neve, manto sul quale si dispongono alcuni personaggi con pesanti abiti, in parte statici e in parte dediti a camminare, probabilmente al fine di raggiungere la cima del supporto fotografico. Per collegare la tematica fiammiga a quella dell’artista d’Artmajeur, ho pensato di citare alcuni dei più noti posti in cui è possibile praticare il pattinaggio nella metropoli americana, primi tra i quali: La pista di pattinaggio del Rockefeller Center, il Bank of America Winter Village at Bryant Park Rink e, appunto, la Wollman Rink di Central Park! A questo punto possiamo immaginare un’altra versione dello scatto in questione, ovvero più simile a quella dei maestri sopra citati, nonostante essi furono allo stesso modo noti per indagare il paesaggio invernale anche senza pattinatori, cosa che emerge, appunto, facendo riferimento al più noto Bruegel, allo stesso modo autore di The massacre of the innocents, The adoration of the Magi in winter landscape e The census at Bethlehem.
ACCETTAZIONE LENTA (2022)DIPINTO DI Coralie Huon
Coralie Huon: Accettazione lenta
Fino ad adesso ci eravamo scordati della cosa più semplice: fermarci ad osservare il paesaggio, immobili, muti e silenziosi, cosa che si può effettivamente realizzare se contempliamo il dipinto dell’artista di Artmajeur, privo della confusione e distrazione generata dall’umana attività. Questa quiete assume però un più profondo significato, che gli viene conferito dallo stesso titolo dell’opera, che l’artista ha voluto chiarificare nel significato, mediante alcuni versi di accompagnamento:
Dopo la lunga e faticosa salita,
La calma e l'immobilità
Un istante di pace
Sospeso nel cuore
Insieme a calma e a immobilità, altre parole chiave della poesia sono lunga e faticosa salita, concepite per farci ricordare di come la vita sia simile ad una montagna, in quanto c’è sempre da scalare, ma, allo stesso tempo, da fermarsi, per godere del paesaggio, essendo felici di quanto abbiamo percorso fino ad ora. Parlando invece un po' dell’artista, la pittrice francese Coralie Huon ha esplorato, mediante il suo approccio principalmente figurativo, differenti tecniche, unitamente intese per dar voce al suo desiderio di trasformare le narrazioni visive in esperienze tangibili e accattivanti. Quanto detto si manifesta pricipalmente all’interno del genere paesaggistico, in particolar modo nell’ambiente montano, al quale ella attribuisce un potere trasformativo, incredibilmente adatto a combinarsi con l’ispirazione creativa.
OLTRE IL FIUME E ATTRAVERSO I BOSCHI (2022)DIPINTO DI Tammy Gauthreaux
Tammy Gauthreaux: Oltre il fiume e attraverso i boschi
Cosa succederebbe se dipingessimo un paesaggio invernale pieno di neve, che si interrompe solo per far passare un piccolo fiume, ormai congelato, ma interdetto al pattinaggio degli umani? Chi potrebbe colmare quest’ultima assenza, sentita dal supporto nella mancanza di un maggiore dinamismo, oltre che nella perdita di una ricca varietà di forme e di cromie? L’artista di Artmajeur Tammy Gauthreaux, che risponde ai nostri quesiti, ha voluto “ rimediare” alla carenza in questione, sostituendo ai pattinatori il dinamismo di alcune palle colorate, tutte prese dal percorrere il supporto pittorico dall’alto verso il basso, riproducendo una specie di caduta dalle cime delle montange verso valle. L’artista tiene comunque a chiarire a riguardo dell’intenzione di queste sfere ghiacciate, rivelandoci che esse stanno effettivamente scendendo dal pendio ghiacciato, per attraversare un sentiero di una foresta fredda battuta dal vento. A queste precisazioni il pittore segue aggiungendo una domanda, ovvero interrogandosi da solo sul dove le palle potrebbero essere finalmente dirette. Egli, non sapendo rispondere a quanto si chiede, ipotizza, che, come Cappuccetto Rosso, le sfere potrebbero addirittura recarsi a casa della nonna...