Zhao Yongchang, Moon in heart , 2022. Scultura, bronzo su altro supporto, 33 x 11 x 16 / 5,00 kg.
Come da più classica citazione Disney, faccio riferimento all’immagine di Alice, che, comodamente distesa su di in un prato in compagnia del suo gatto, lascia scorrere il tempo persa nei suoi pensieri. Ad un certo punto, come tutti noi sappiamo, l’attenzione della fanciulla viene catturata da uno stranamente elegante e frettoloso coniglio, il quale, eretto sulle due sue zampette bianche si strugge al fine di non fare tardi a chissà quale mai appuntamento. Allora noi, come Alice, proviamo a corrergli dietro, in quanto, secondo il calendario cinese, l’appena nato 2023 è proprio l’anno del coniglio! Ci diamo dentro all’inseguimento di questo distinto animale, al fine di capire, in modo analogo ad Alice, dove ci condurrà il 2023, sperando di sfuggire alla regina di cuori e divertirci con il cappellaio matto. Giungiamo al punto: quali sono le previsioni per questo nuovo corso? Per iniziare partiamo dalle caratteristiche del segno del coniglio, animale, che, ormai immaginato nella versione di Lewis Carroll, corrisponde, secondo il calendario cinese, al segno zodiacale rappresentativo del 2023. Al coniglio d’acqua si associano generalmente personaggi belli, fragili e mansueti, la cui gentilezza, comprensione e generosità mira ad evitare ogni sorta di scontro ed aggressività. Infatti, pur essendo degli aspiranti duri, essi sono estremamente sensibili, tanto che ricercano costanti rassicurazioni. Proprio questa sensibilità conferisce loro il dono di una ricca creatività, che si manifesta in special modo nella musica e nelle arti. Di conseguenza, fingendomi un abile astrologo, ritengo possibile credere che il giovane anno si rivelerà perfetto per cimentarci in nuove sfide, in quanto facendo tesoro della gentilezza e della pacatezza del sovra menzionato animale, sarà possibile per noi approcciare al divenire con calma e razionalità. In aggiunta, l’elemento d’acqua associato al coniglio del 2023 favorisce l’acutizzazione dell’intuizione e il raggiungimento di una più prolifica ed appagante pace interiore, volta a renderci sicuri del nostro istinto e capaci di “accarezzare” le nostre emozioni. Pertanto, possiamo aspettarci un anno calmo, pieno di paziente energia, tendente alla razionalità e al riposo. Parlando d’arte, come potremmo illustrare questi ultimi concetti attraverso alcuni dei maggiori capolavori di tutti i tempi? Al fine di rappresentare la calma e la paziente energia ho scelto il primitivismo di Gauguin, per dar voce alla razionalità la “matematica” di Escher e il riposo viene invece ben colto dai celebri contadini di Van Gogh. Partendo da Gauguin, è noto come l’artista, celebre per il suo genio sognatore, arrogante e insoddisfatto, si trovò d’accordo con l’ideale del settecentesco primitivismo, volto a demonizzare l’ipocrisia, i costumi e la morale dei suoi tempi, al fine di celebrare il mito del buon selvaggio, perseguendo la convinzione che l’uomo fosse, inizialmente, un animale buono e pacifico. L’evasione dalla corruzione Ottocentesca lo portò a cercare una più autentica calma nei suoi due viaggi a Tahiti e nel luogo in cui, successivamente, scelse di morire lontano da tutti, ovvero un’isola delle Marchesi. Un’capolavoro del maestro francese, volto a catturare la calma e la serenità “primitiva” del popolo taitiano è Donne di Tahiti sulla spiaggia (1891), doppio ritratto conservato al Musée d’Orsay di Parigi, in cui due donne siedono, senza alcuna fretta e godendosi a pieno il momento, sulla sabbia di una spiaggia. L’effigiate, molto semplici nelle loro pettinature e nei loro abiti, sono modellate solo sul viso e sulle braccia, anche se, l’artista non arrivò mai a svilupparle in un forte chiaroscuro, ricorrendo a campiture omogenee leggermente lumeggiate, volte a suggerire le fisionomie e i volumi. Infine, le forme di tali figure vengono chiaramente definite da una spessa linea di contorno, che, decorativa ed elegante, rende le donne alquanto statiche. A proposito della razionalità invece, essa è sicuramente riscontrabile, nella sua forma più pura, all’interno della scienza esatta della matematica, capace di emettere con precisione assoluta ben definiti risultati. Per quanto riguarda la storia dell’arte Maurits Cornelis Escher, incisore e grafico olandese, perseguì l’intento, nella sua espressione creativa, di raggiungere la suddetta accuratezza, dedicandosi all’effettiva comprensione delle più disparate idee matematiche, per renderle concrete nel suo operato. Al fine di raggiungere tale obiettivo, egli interagì con i matematici e usò la matematica per creare molte delle sue stampe e disegni, giungendo alla più pura celebrazione delle forme “razionali”, che vennero trasformate in metafore visive dei concetti scientifici astratti, culminanti nella tematica dell’infinito.
Junming Li (俊明 李), Retro-Mao Rabbit , 2022. Olio su tela di lino, 120 x 90 cm.
Natalie Levkovska, Coniglio innamorato , 2020. Olio su tela, 90x110 cm.
Nonostante tutto questo, l’artista negò sempre con fermezza di fare o di capire la matematica, anche se, molte delle sue visioni, hanno anticipato scoperte scientifiche a lui successive. Parlando del suo operato, quanto detto è riscontrabile in uno dei suoi più noti capolavori, ovvero Relatività, litografia del 1953 conservata alla National Gallery di Washington, volta a descrivere una “surreale” quotidianità, dominata da una struttura architettonica complessa, all’interno della quale gli uomini, che percorrono le scale nei due sensi, stanno ad indicare la presenza di diversi orientamenti gravitazionali. Questi personaggi, intenti a compiere azioni del quotidiano, appaiono al fruitore in contemporanea, nonostante il loro movimento si compia all’unisono su piani diversi. Di conseguenza, il titolo dell’opera fa chiaro riferimento alla potenziale esistenza di una diversa realtà rispetto alla nostra, in cui, a causa di una particolare gravitazione, le simili forme di vita vivono orientate rispettivamente in modo opposto o ortogonale. Infine, giungendo alla previsione di un anno più calmo, rispetto ai nefasti precedenti, concludiamo portando l’attenzione su uno dei più quieti lavori del tormentato Van Gogh, quale Mezzogiorno – riposo dal lavoro, opera volta a reinterpretare un noto capolavoro di Jean-François Millet, indagato a fondo dal maestro olandese durante il suo ricovero presso l’ospedale psichiatrico di Saint-Rémy di Provence. All’interno di quest’ultimo istituto, lo stesso Vincent scrisse una lettera rivelatrice al fratello Theo, confidandogli come il suo dipinto dovesse prendere la forma di una personale interpretazione del quadro di Millet, mediante l’uso di un’attenta selezione dei colori, di un’accurata valorizzazione dei particolari e di una gran voglia di rendere quei contadini come dei veri eroi degni di riposo. A proposito invece delle interpretazioni del coniglio nella storia dell’arte, è possibile fare riferimento alla ricca collezione di opere di Artmajeur, all’interno della quale spicca il punto di vista di: Olga Petrova, Maria Tuzhilkina e Julia Elkina.
Volodymyr Mykytenko, Butterfly catcher, 2011. Scultura, bronzo / pietra su metallo, 31 x 12 x 10 cm / 3,00 kg.
Olga Petrova , Aliciraptor che corre dietro al coniglio bianco , 2023. Acquerello su carta, 30,5 x 22,9 cm.
Olga Petrova: Aliciraptor che corre dietro al coniglio bianco
La contemplazione dell’opera della Petrova ci consente di tornare per un istante nel mondo di Alice nel paese delle meraviglie, location all’interno della quale si fa palese una drastica rivisitazione della versione di Carrol: Alice, nonostante resti presa dalla corsa dietro al frettoloso coniglio, ha assunto sembianze mostruosamente degne di Jurassic Park, in quanto, il suo vestito fanciullesco, è adesso riempito del rigido corpo di un famelico velociraptor. La Petrova giustifica tale cambio di specie con chiare rivelazioni: “In un universo alternativo, la terra non è stata colpita da un gigantesco meteorite e, di conseguenza, i dinosauri non si sono mai estinti. Al contrario, essi si sono evoluti in Dino Sapient, la cui cultura artistica procede parallelamente alla nostra”. Pertanto, nel romanzo rivisitato, l’essere umano è stato soppiantato da una razza più appropriata, personificata dalla robusta fisicità di una nuova Dino-Alice. A proposito invece della più classica delle interpretazioni figurative del celebre libro, è bene mettere in luce come la primissima versione dello stesso fu illustrata dall’autore in persona, mentre per la prima pubblicazioni Carroll si affidò a John Tenniel, pittore e illustratore britannico, che approcciò alla “materia” proprio disegnando il coniglio bianco. Quest’ultimo animale, rappresentato all’interno dell’illustrazione senza bordi, che lo introduce per la prima volta al lettore, appare come una deliziosa figura antropomorfa dotata di gilet, cappotto e bastone, tutta presa ad osservare ansiosamente il suo orologio.
Maria Tuzhilkina, Coniglio di cristallo , 2022. Acrilico su tela, 30 x 30 cm.
Maria Tuzhilkina: Coniglio di cristallo
Tuzhilkina, artista figurativa con una spiccata passione per il cubismo, ha immortalato uno statico coniglio, che, presentando lo sguardo essente di un inanimato pupazzo, risveglia le tenerezze dello spettatore, il quale rimembra i tempi della perduta fanciullezza, in cui ammirava, probabilmente presso le fiere di paese, l’esposizione in gabbiette colorate di questi quieti, paffuti e mansueti animaletti. In realtà, l’artista di Artmajeur rivela che la sua opera non è il frutto della reminiscenza di un tenero ricordo del passato, ma una chiara allusione all’anno del coniglio, che, secondo le previsioni dei più celebri cartomanti, astrologi, stregoni, indovini, etc., porterà, se essi non si sbagliano, fortuna, abbondanza e felicità. Addirittura, Tuzhilkina arriva a percepire il suo ritratto come una sorta di talismano porta fortuna, capace di esaudire tutti i desideri del fortunato acquirente di un’opera letteralmente ispirata dal prospero neonato 2023. Mettendo da parte il mondo dell’occulto, è bene fare presente che il coniglio, in realtà, è stato un soggetto largamente popolare dalla storia dell’arte, disciplina all’interno della quale egli si è imposto dal 650-600 a.C. circa sino ai giorni nostri. In particolare, durante questo lungo arco di tempo, vale la pena svelare un singolare aneddoto: durante il medioevo i conigli sono stati raffigurati anche come spietati assassini! Quanto detto è riscontrabile, ad esempio, nel Smithfield Decretals (1300-1340), manoscritto illuminato da conigli “malefici”, volti a perseguire simpatiche finalità goliardiche, che, spesso ricche di molteplici e diversificati significati allusivi, aprirebbero un lungo capitolo di potenziali interpretazioni.
Julia Elkina, Har e, 2023. Olio su cartone, 35,6 x 33 cm.
Julia Elkina: Lepre
La storia dell’arte è ricca di paffuti e teneri coniglietti disposti su verdi prati, proprio come dimostrano gli esempi del Libro della Caccia (XV secolo) di Gaston Phoebus, de I Conigli (1852) di John Frederick Herring, della Tana di coniglio di (1867) Jean-François Millet, etc. Questi docili e paurosi animaletti mostrano, nel sopra menzionato contesto, tutta la loro più realistica attitudine, volta a dedicarsi alla ricerca di prelibate piante erbacee, foglie e radici, aventi la finalità di ammorbidire le loro guance, rendere il loro pelo soffice e appagare il loro sistema nervoso. La lepre di Elkina mostra, invece, tutta la sua diversità rispetto alla sopramenzionata specie, nota per essere più piccola, sociale e addomesticabile. Addirittura, l’animale dell’artista di Artmajeur pare portare al limite le tendenze “antisociali” della lepre, trasformandola in una bulla, che, all’erba, preferisce un bel pacchetto di Marlboro rosse. A questo punto molti di voi penseranno: come darle torto? Sicuramente c’è da fare attenzione, poiché alla lepre ribelle si prospettano davanti due destini: continuare nei suoi vizi e diventare una natura morta, proprio come quella di Jean-Baptiste Oudry (1742), o redimersi per trasformarsi nel mansueto animaletto del Ritratto di donna con coniglio (1508) del Ghirlandaio.