La Natività nella storia dell’arte

La Natività nella storia dell’arte

Olimpia Gaia Martinelli | 20 dic 2021 7 minuti di lettura 0 commenti
 

Il Natale, ovvero il giorno celebrativo della nascita di Gesù, è stato immortalato da molteplici e famosissime opere d’arte raffiguranti Natività, tra le quali sono degne di nota quelle realizzate da Duccio di Buoninsegna, Giotto, Botticelli, Ghirlandaio, El Greco e Caravaggio. È importante sottolineare però, che tale tematica sia stata affrontata anche in ambito profano, come nelle nascite dipinte da Chagall e Dalì...

Il topico della Natività

Il Natale, giorno celebrativo della nascita di Gesù Cristo, è stato immortalato da molteplici e famosissime opere d’arte raffiguranti Natività, tra le quali, la più antica è molto probabilmente lo stucco conservato nelle catacombe di Priscilla, a Roma, risalente al III secolo. Quest’opera paleocristiana si distingue per essere particolare e non canonica, poiché raffigura Maria e Gesù, in compagnia di un profeta, che indica una stella, simbolo della venuta di Cristo in terra. Infatti, tale modalità di rappresentazione si distacca nettamente da quella tradizionale, che, circa due secoli dopo, immortalò la Vergine e il bambino, in compagnia dell’angelo, dei pastori e di Giuseppe. Esempi rappresentativi di quanto detto sono la Natività tra i profeti Isaia ed Ezechiele di Duccio di Buoninsegna, la Natività di Gesù di Giotto e L’adorazione dei pastori di Rubens. Successivamente però, i vari artisti che affrontarono questo soggetto, arricchirono la suddetta composizione di ulteriori particolari e personali rivisitazioni, come dimostrano la Natività Mistica di Botticelli, l’Adorazione del Bambino di Perugino, la Natività e adorazione dei pastori di Ghirlandaio, la Natività di El Greco e la Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi di Caravaggio.

797px-primi-presepi.jpgNatività, III secolo. Stucco, Roma: catacombe di Priscilla.

1024px-duccio-nativita-tra-i-profeti-isaia-e-giobbe.jpgDuccio di Buoninsegna, Natività tra i profeti Isaia ed Ezechiele, 1308-13011. Tempera su tavola, 43.8 × 111 cm. Washington: National Gallery of Art.

la-adorazione-dei-pastori-rubens-fermo.jpgPieter Paul Rubens, L’adorazione dei pastori, 1608. Olio su tela, 300×192 cm. Fermo: Pinacoteca Civica.

800px-the-mystical-nativity.jpgSandro Botticelli, Natività Mistica, 1501. Tempera su tela, 108.5 × 75 cm. Londra: National Gallery.

800px-cappella-sassetti-adoration-of-the-shepherds.jpgDomenico Ghirlandaio, Natività e adorazione dei pastori, 1485. Tempera su tavola, 167 x 167. Firenze: Basilica di Santa Trinita. 

61bc61450f9009.93659761_800px-giotto-di-bondone-no-17-scenes-from-the-life-of-christ-1-nativity-birth-of-jesus-wga09193.jpgGiotto di Bodone, Natività di Gesù, 1303-1305. Affresco, 200 x 185 cm. Padova: Cappella degli Scrovegni.


Giotto: la Natività di Gesù

Tra le più popolari Natività della storia dell’arte c’è sicuramente quella di Giotto, facente parte del ciclo degli affreschi che, compreso nelle Storie di Gesù, decorano la Cappella degli Scrovegni, di Padova (Italia). Infatti, tale opera, che è diventata il punto di riferimento degli artisti delle generazioni successive, è riuscita a rinnovare una delle più tradizionali iconografie dell’arte cristiana, tramite un’inedita semplicità e umanità. Per quanto riguarda l’umanità, essa emerge, sia dal volto di Maria, amorevolmente presa a guardare il figlio, sia dall'atteggiamento di adorazione, che gli animali rivolgono al nuovo nato. A questi sentimenti si unisce lo stupore dei pastori, la gioia degli angeli e la meditativa serenità di Giuseppe. Tutte queste figure sono contraddistinte da una bellezza ricercata, misurata e da lineamenti regolari, che rimandano al mondo classico. Il capolavoro di Giotto però, non è innovativo soltanto per il recupero dell’arte antica e la volontà di umanizzare l’evento sacro, ma anche per la sua ricerca spaziale, prospettica e il plasticismo dei suoi personaggi. Per quanto riguarda la descrizione dell’opera, la Natività  è ambientata in un luogo roccioso, dove emerge con forza la capanna in cui si trovano Maria, Gesù e una donna, nuovo personaggio incluso nel racconto, che si presta ad aiutare la Vergine con il figlio appena nato. A proposito degli altri personaggi, Giuseppe è dipinto distante dalla sua famiglia, ovvero nella parte bassa dell’affresco, al fine di mettere in luce la sua subordinazione rispetto al Padre Divino di Cristo. Il bue e l’asino, invece, si trovano sul lato sinistro dell’opera, mentre, sulla destra, vengono raffigurati i due pastori, intenti a dialogare con un angelo, che li mette al corrente del lieto evento. Infine, troviamo, fluttuanti sopra la capanna, quattro angeli intenti a pregare.

Marc Chagall, La nascita, 19011. Olio su tela, 46×36 cm. Collezione privata.


Marc Chagall: La nascita

Il topico della Natività è stato indagato anche nella sua versione profana, come si evince, ad esempio, dall'opera di Marc Chagall, La nascita, e quella di Salvador Dalì, Bambino geopolitico guarda la nascita dell'uomo nuovo. A proposito del dipinto di Chagall, questo tela, altamente narrativa e ricca di dettagli, rappresenta un esplicito manifesto della poetica dell’artista, spesso contraddistinta dall'uso di dettagli di vita quotidiana, che, tradotti in immagini simboliche, vengono divulgati in tutta la loro specificità. Infatti, il baldacchino, dipinto appositamente in rosso dall'artista, sta a simboleggiare l’utero materno, che è principio femminile e simbolo di vita. Per quanto riguarda i personaggi raffigurati, la parte sinistra dell’opera è costruita su di una composizione piramidale, che vede come protagonisti la figura della madre, dell’ostetrica, che tiene in braccio il nuovo nato, e di un uomo, comicamente seduto sul pavimento mentre assiste alla scena. Nella parte destra dell’opera, invece, sono ritratti un vecchio ed un bambino intenti a sbirciare dalla finestra e alcuni uomini che, all'interno di un cerchio luminoso tracciato in terra,  sono intenti a discutere. Infine, tra quest’ultimi personaggi si staglia anche la figura di una mucca, che, innovativamente, entra nello spazio dell’immagine a parità di condizioni con gli esseri umani.

800px-gherardo-delle-notti-o-gheritt-van-hontorst-adorazione-del-bambino-google-art-project.jpgGerrit Van Honthorst, L'Adorazione del Bambino, 1619-1620. Olio su tela, 95.5 × 131 cm.

nativite3.pngCatherine Digue - Turpin, Nativite3.Png., data sconosciuta. Guazzo, 22 x 30 cm..

Catherine Digue - Turpin: Nativite3

Anche gli artisti di Artmajeur si sono cimentati nella raffigurazione di Natività, sia sacre, che profane, come, ad esempio, il tradizionalissimo guazzo di Catherine Digue – Turpin, che è affine alla classica e religiosa interpretazione del medesimo topico ad opera di Gerrit Van Honthorst, conservata presso la Galleria degli Uffizi di Firenze. Infatti, come il capolavoro fiorentino, l’opera di Digue – Turpin, seppur meno realistica e dettagliata, ha il suo focus nella figura del bambino, che viene contemplato dalle altre figure a lui sovrastanti. Inoltre, in entrambi i dipinti, la disposizione e la modalità di esecuzione della luce generano un’atmosfera “ovattata”, armoniosa e pacata, che è perfettamente capace di trasmettere la magia del Natale. Pertanto, il guazzo di Digue – Turpin rientra perfettamente nella tradizione figurativa del sacro evento, tanto che, oltre che all’opera di  Gerrit Van Honthorst, potrebbe essere paragonato anche all’Adorazione dei Pastori di Correggio e la Natività di Carlo Maratta.

phppxhi5w.jpgPaul Rossi, The family of Harlequin IV, data sconosciuta. Olio su carta, 57 x 76,5 cm.. 

Paul Rossi: The family of Harlequin IV

L’opera dell’artista di Armajeur, Paul Rossi, rappresenta, come dichiarato da lui stesso, una Natività profana ed ironica, in cui vengono raffigurati i membri della famiglia di Arlecchino, personaggio che ci rimanda immediatamente al dipinto, di medesimo soggetto, eseguito da Pablo Picasso. Infatti, anche la Famiglia di Arlecchino con scimmia dell’artista spagnolo, immortala, seppur con un numero di protagonisti inferiore rispetto all’opera di Rossi, una dolcissima scena di vita familiare, allietata dalla presenza di un nuovo arrivato. Inoltre, anche la presenza della scimmia accomuna i due dipinti, nonostante che, nell’opera di Picasso, quest’ultima abbia un ruolo emotivamente più attivo all’interno del quadretto familiare. I due quadri, nonostante i suddetti elementi in comune, sono però il risultato di due stili di realizzazione personalissimi e differenti, che si distanziano soprattutto nella modalità di esecuzione del chiaro scuro e, di conseguenza, nella resa dei lineamenti dei personaggi. A tal riguardo, i protagonisti dell’opera dell’artista di Artmajeur, realizzati con un chiaro scuro più intenso e meno sfumato,  hanno fattezze più dure e spigolose, rispetto a  quelli realizzati da Picasso. Inoltre, il bianco e nero del dipinto di Rossi è molto lontano dai colori tenui usati dall’artista spagnolo, che ha realizzato questo famoso quadro durante il suo periodo rosa. In conclusione, Rossi ha voluto realizzare un topico classico della storia dell’arte in modo divertente e personalissimo, facendo riferimento, molto probabilmente, all’operato del grande maestro spagnolo.

madonna-del-cardellino-dopo-il-restauro.jpgRaffaello Sanzio, Madonna del Cardellino, 1506. Olio su tavola, 113 x 88 cm. Vienna: Kunsthistorisches Museum..

f-martin-nativite.jpgFrédéric Martin, F-Martin-Nativite.JPG, data sconosciuta. Olio su tela, 55 x 33 cm..

Frédéric Martin: F-Martin-Nativite

La realistica ed innovativa Natività di Frédéric Martin, raffigura semplicemente un bambino in fasce, che, privato del contesto della capanna, della presenza della Vergine, di Giuseppe, degli angeli e dei pastori, possiamo credere essere Cristo soltanto per il titolo attribuito alla tela. Nella storia dell’arte, lo studio più accurato del personaggio di Gesù bambino si è realizzato nelle opere raffiguranti la Vergine con il Figlio, che sono state realizzate dai maestri più importanti di tutti i tempi, tra i quali Duccio di Buoninsegna, Beato Angelico, Filippo Lippi e Raffaello. In questi capolavori però, a differenza della tela di Martin, il Bambino veniva raffigurato nudo o semi vestito, come, ad esempio, nella Madonna del Cardellino di Raffaello, dove Gesù  è immortalato in tutte le sue rotondità e morbidezze. Pertanto, nell’opera dell’artista di Artmajeur, l’innovativa modalità di rappresentazione della tematica della Natività si somma alla personalissima scelta di celare il corpo di Cristo con delle fasce.


Visualizza più articoli

ArtMajeur

Ricevi la nostra newsletter per appassionati d'arte e collezionisti