Ok Belkina, Toes heels, 2022. Olio su tela, 30 x 40 cm.
Il Surrealismo: divertente introduzione
Salvador Dalí cambiò per sempre l’approccio al mondo dell’arte, quando, circa Ottant'anni fa, si procurò uno scafandro, perseguendo l’intento di indossarlo ad un’importante conferenza, al fine di “addentrarsi nelle profondità del subconscio umano”. La speciale attrezzatura venne reperita dall’artista nella primavera del 1936, in negozio di immersioni nel sud-est dell’Inghilterra, dove il maestro spagnolo rese note le sue intenzioni anche al commesso dell’attività. Proprio questo scafandro, trasformato dall’eccentrico Dalì in un mezzo d’indagine delle psiche umana, rappresentò il pezzo forte dell’Esposizione Internazionale del Surrealismo, che, tenutasi a Londra nello stesso anno, riunì i più grandi maestri del Novecento, tra i quali, Pablo Picasso, René Magritte, Max Ernst, Alexander Calder, Giorgio de Chirico, Marcel Duchamp, Alberto Giacometti, Paul Klee, Joan Miró, e, naturalmente, Salvador Dalì. Durante questo importante evento, ebbe luogo la suddetta conferenza, dove Dalì, vestito da palombaro, fece un “pesante” ingresso in scena: il costume di ferro era così ingombrante che alcuni amici dovettero aiutarlo a salire sul palco. Soltanto una volta raggiunta la destinazione, il maestro si rese conto che le sue parole, celate dalla pesante “armatura”, non poteva essere ascoltate dal pubblico, ciononostante, egli proseguì con il suo discorso. Ad un certo punto però all’interno dello scafandro iniziò a mancare l’aria e Dalì cominciò ad agitarsi nervosamente, al fine di avvisare il pubblico dell’imminente pericolo di soffocamento. I partecipanti, però, non capirono immediatamente le richieste di aiuto dell’artista e continuarono ad applaudire e a ridere per l’apparente performance. Senza dubbio, questa sarebbe stata una delle morti più assurde, e stupide, della storia dell’arte, se, ad un certo punto, la moglie dell’artista non si fosse accorta della gravità della situazione, esortando gli organizzatori dell’evento a liberare l’amato. Perché narrare questo episodio per introdurre al Surrealismo? In effetti, questo fatto riassume con forza, ironia ed impeto l’ideologia del suddetto movimento, che, spesso proprio attraverso l’eccentricità, ha messo al centro della sua poetica la dimensione inconscia e onirica dell’essere umano, considerate come le uniche entità in grado di raccontare la realtà senza i filtri della ragione.
Dominic Virtosu, Pink king, 2021. Olio su tela, 130 x 100 cm.
Taco Eisma, TV, 2022. Olio su tela, 80 x 80 cm.
Breve storia del Surrealismo
Con il termine Surrealismo, inventato dal poeta Guillaume Apollinaire nel 1917, si intende tutto ciò che rappresenta quei i moti e quelle associazioni derivate dall’inconscio umano, rese in parte “tangibili” dalla loro collocazione all’interno di una dimensione di “super-realtà”. Il movimento surrealista nacque dopo la Prima Guerra Mondiale e, più precisamente, due anni dopo la fine del Dadaismo, tendenza artistica dalla quale ereditò alcuni aspetti, quali: la reazione al formalismo cubista, la vicinanza con la rivolta nichilista, l’esaltazione del non-senso e dell'irrazionale e l’utilizzazione di elementi di automatismo psichico e di casualità. Nonostante il grande peso che il Surrealismo esercitò nel mondo dell’arte figurativa, esso nacque principalmente come movimento letterario, volto ad esplorare l’inconscio, senza l’ausilio della razionalità e del pensiero logico. Infatti, il Manifesto Surrealista, pubblicato nel 1924, venne scritto dai letterati Louis Aragon, Philippe Soupault e André Breton, che furono incuriositi dall’espressione dei pensieri umani più profondi, e l’indagine di questi ultimi, ad opera del noto psicoanalista Sigmund Freud. Fu proprio quest’ultimo ad essere riconosciuto come il primo ispiratore del movimento e, in modo particolare, il suo libro del 1899, intitolato L’interpretazione dei sogni, spinse i surrealisti a comprendere i meccanismi dell’inconscio attraverso lo studio e l’analisi del mondo onirico. In aggiunta, anche le teorie delle libere associazioni freudiane, influenzarono massivamente il movimento, che, attraverso quest’ultime, riuscì a dar voce alle intuizioni più profonde dell’essere umano. In poche parole, la ricerca artistica surrealista veniva applicata lasciando che le idee fluissero liberamente, senza filtri razionali alcuni, dando vita a forme, parole, gesti, azioni, linee, disegni e colori, che venivano espressi attraverso un naturale automatismo. A riguardo delle tecniche artistiche, e degli stilemi, impiegati dai surrealisti, al fine di realizzare i suddetti propositi, vennero sviluppate tre aree metodologiche ben distinte: la prima fu quella del frottage, del grattage e del collage, che aveva lo scopo di creare un linguaggio figurativo nuovo, attraverso l’unione della pittura ad olio con materiali che formavano figure in rilievo; il secondo fu il “metodo” onirico, ovvero dedicato all’indagine del mondo dei sogni, dove si distinsero, senza alcuna ombra di dubbio, Salvador Dalì e René Magritte; il terzo fu l’astrattismo, dove le opere venivano realizzate grazie all’automatismo del pensiero, proprio come i dipinti di Joan Mirò. In sintesi, lo scopo principale del Surrealismo è quello di indagare sé stessi, infatti, proprio attraverso la visione delle opere di tale movimento, gli osservatori possono essere stimolati a ragionare sul proprio inconscio, al fine di comprendere la propria mente. Questa ricerca della consapevolezza di sé, che comporta una diversa osservazione dell’io, ha reso le teorie dei surrealisti fra le più interessanti del ‘900.
Haydar Ekinekk, Woman & rope 2, 2020. Olio su tela, 100 x 120 cm.
Arman Ohanyan, From psychiatric hospital series, 2022. Olio su cartone, 85 x 65 cm.
Il surrealismo nell’arte contemporanea
Il grande successo riscontrato dal Surrealismo all’interno dell’arte contemporanea è manifesto della più classica concezione dell’esistenza, quella lineare, in cui il tempo, rappresentato come una ruota, ripropone avvenimenti, e di conseguenza correnti artistiche, all’interno di epoche affini, seguendo in un incessante moto perpetuo. Infatti, il Surrealismo, sorto in un clima culturale traumatico ed instabile, post Prima Guerra Mondale, ben si ripropone all’interno dei drammi della nostra modernità, indelebilmente segnata da conflitti, pandemie e crisi economiche, dove, ancora una volta, appare necessario, e consolante, rifugiarsi all’interno di una “super-realtà”. Questa voglia di evasione è riscontrabile nel lavoro dei molteplici surrealisti contemporanei, quali, ad esempio, Mary Reid Kelley, Penny Slinger, Nathaniel Mary Quinn, Jonathan Meese e Inka Essenhigh, ma anche all’interno dell’indagine artistica di alcuni degli artisti di Artmajeur, come Sailev, Robert Van Den Herik e Jean-Marie Gitard (Mr STRANGE).
Sailev, Foodchain disruption, 2019. Olio su tela, 81,6 x 66,3 cm .
Sailev: Foodchain disruption
Sailev è un pittore francese contemporaneo, la cui indagine artistica affronta, in modo prevalente, tematiche legate alla natura e la società umana, che vengono espresse tramite visioni poetiche e provocatorie, volte a riflettere un mondo percepito attraverso costruzioni oniriche, psichedeliche, simboliste e ironiche. Inoltre, nel dipinto intitolato Foodchain disruption, si aggiunge alle suddette caratteristiche un ulteriore punto di vista, che, di sovente, anima le opere dell’artista: la promozione di concetti legati all'eco-arte e all'arte socialmente impegnata. Infatti, la tela, in cui si sovrappongono, come in una specie di torre, animali intenti a “mangiarsi” l’un con l’atro, persegue l’intento di denunciare apertamente l’incombenza di una crisi ambientale, in cui spesso si interrompono le consuetudini della catena alimentare. A proposito dei grandi esempi del surrealismo, altri animali che si “mangiano” vicendevolmente li troviamo anche nell’iconico dipinto di Salvador Dalì, intitolato Sogno causato dal volo di un’ape, dove, in una medesima atmosfera onirica, si susseguono un pesce e due tigri con le fauci spalancate.
Robert Van Den Herik, Forever home, 2022. Olio su pannello in MDF, 80 x 80 cm.
Robert Van Den Herik: Forever home
A proposito del dipinto Forever home è necessario citare in primis le parole dell’artista stesso: Si tratta di una rappresentazione surreale di un pianeta deserto nel cosmo. A prima vista, ha molto in comune con le gallerie reali della località balneare di Ostenda (Belgio), che, conosciuta per il suo bellissimo pavimento a mosaico, gode di una splendida vista sul mare. A queste esaustiva descrizione di Robert Van Den Herik è bene aggiungere come, oltre alla visione di un realistico paesaggio marino, si aggiungono, in maniera totalmente surreale, onirica e fantasiosa, anche la presenza della terra e di altri pianeti statici nel cielo, volti a riproporre una poetica di quiete, immobilismo e di silenzio, che ci riporta agli stilemi metafisici di Giorgio de Chirico, quali: le atmosfere atemporali, il sole spiombante, la prospettiva falsamente coerente, ma che in realtà risponde a punti di fuga diversi, l'assenza totale della presenza umana, il fascino delle colonne e la stesura del colore a campiture piatte.
Jean-Marie Gitard (Mr STRANGE), The fall, 2022. Olio su tela, 80 x 80 cm.
Jean-Marie Gitard (Mr STRANGE): The fall
Il dipinto di Mr STRANGE, intitolato The fall, sembra la continuazione, in chiave contemporanea, della storia del protagonista dell’iconico capolavoro di Magritte Il figlio dell’uomo, poiché in entrambe le opere riscontriamo la presenza di un distinto uomo che indossa un cappello a bombetta. Ne Il figlio dell’uomo le vesti del protagonista del dipinto furono scelte accuratamente dal maestro francese, al fine di rappresentare la borghesia, classe che egli disprezzava apertamente, poiché la riteneva meschina e ipocrita. Probabilmente anche Mr STRANGE nasconde una qualche tipologia di ostilità verso questa classe sociale che, con grande ironia, ritrae nel momento della sua caduta.