Il cibo nell'arte

Il cibo nell'arte

Olimpia Gaia Martinelli | 2 dic 2021 6 minuti di lettura 0 commenti
 

Il Natale è sempre più prossimo, e con esso, anche le grandi abbuffate! Nelle arti figurative, il sodalizio tra cibo ed arte dura ormai da secoli, tanto che gli artisti più famosi di sempre, tra i quali Raffaello, Caravaggio, Rembrandt, Giorgio Morandi e Renato Guttuso, non si sono risparmiati di affrontare questo topico...

La natura morta

Il conto alla rovescia verso il Natale è iniziato, cosicché non possiamo fare a meno di pensare: alle luci colorate, all'albero, al presepe, ai colori rosso ed oro, a Babbo Natale, ai regali e alle tavole imbandite. Infatti il 25 di dicembre, non è soltanto la giornata in cui, oltre a ripromettersi di essere più buoni, si scambiano i regali tra amici e parenti, ma è anche l’occasione per imbastire ricche tavolate, attorno alle quali si riunisce tutta la famiglia. Di conseguenza, nei giorni che precedono il Natale, i mercati alimentari si affollano di gente, che si prepara ad organizzare abbuffate memorabili. Nel mondo dell’arte, i banchetti ed i mercati sono stati oggetti pittorici largamente indagati, e tra i tanti spiccano: il Banchetto nuziale di Amore e Psiche di Raffaello e il Mercato di Vucciria di Renato Guttuso. Nonostante questi esempi però, il più celebre sodalizio tra arte e cibo si è concretizzato nella nature morte, raffigurazioni pittoriche di oggetti inanimati, la cui popolarità si diffuse soprattutto tra la fine del Cinquecento e i primi del Seicento, epoche in cui si impose anche il gusto per soggetti meno impegnativi rispetto a quelli tradizionale, quali: la pittura di storia, i ritratti e della pittura di paesaggio. Il maggiore sviluppo della raffigurazione pittorica di oggetti inanimati si ebbe nell'Europa del Nord, poiché la religione protestante aveva vietato di ritrarre soggetti religiosi. In italia, invece, il primo a rendere celebre il genere della natura morta fu Michelangelo Merisi, detto Caravaggio.

61a891f41c4974.19173461_800px-raffaello-banchetto-nuziale-02.jpgRaffaello, Banchetto nuziale di Amore e Psiche, 1517 circa. Affresco, Roma: Villa Farnesina.

Renato Guttuso, Vucciria, 1974. Olio su tela, 300 × 300 cm. Palermo: Palazzo Steri.

canestra-di-frutta-caravaggio.jpgCaravaggio, Canestra di frutta, 1597-1600. Olio su tela, 46 × 64 cm. Milano: Pinacoteca Ambrosiana. 

Caravaggio: Canestra di frutta

La Canestra di Frutta di Caravaggio è considerata l’incunabolo del genere della natura morta nell'arte italiana, perché, prima di questo capolavoro, gli oggetti inanimati venivano perlopiù  raffigurati soltanto come semplici ornamenti e decorazioni. Di conseguenza, l’opera del Merisi, in cui la frutta la fa da protagonista, conferisce una nuova dignità a questo genere, innalzandolo al pari della pittura figurativa. Quanto detto è sicuramente dovuto anche al talento pittorico dell’artista, che è stato in grado di effettuare una vera e propria indagine realistica dell’soggetto raffigurato, tanto da riportarne persino le imperfezioni. Per quanto riguarda la descrizione del dipinto, al centro dell’opera è collocata una canestra di vimini intrecciato, dove, al suo interno, è collocata frutta di vario genere. Tale soggetto, all'interno di uno spoglio sfondo neutro, poggia su di un piano di legno visibile solo nella sue estremità, che corre parallelo allo sguardo dell’osservatore. A differenza della semplicità dell’ambiente, la frutta è stata dipinta con una precisione magistrale, tanto che ne sono visibili i minimi dettagli ed i difetti, quali i buchi e la polvere. Infine, rappresentando le cose semplicemente per come ci appaiono e senza filtro alcuno, Caravaggio ha rivoluzionato le modalità di raffigurazione della natura morta.

Giorgio Morandi, Natura morta, 1920. Olio su tela, cm 60,5 × 66,5. Milano: Pinacoteca di Brera

Giorgio Morandi: Natura morta, 1920

Un altro pittore italiano che, successivamente a Caravaggio e molti altri, ha contribuito ha dare popolarità, grazie anche al suo stile personalissimo, al soggetto della natura morta è stato Giorgio Morandi. Proprio la grande sensibilità di Morandi, arricchita anche dallo studio dei grandi maestri, tra i quali sopratutto Paul Gauguin, fu in grado di trasformare la raffigurazione pittorica della natura morta in una elegia sull'esistenza. Infatti, le opere di Giorgio Morandi, introspettive e spirituali, permisero all'artista di scavare la superficie del visibile, al fine di ricercare qualcosa di superiore e supremo. I soggetti principali delle nature morte di Morandi sono le bottiglie, i vasi, le scatole, le ciotole, le caraffe e le lucerne, accanto alle quali, in alcune occasioni, vengono accostate anche la frutta o il cibo. Tutte queste componenti celano dei significati più profondi, poiché l’artista, che si batteva contro l’effimero ed il superfluo, attribuiva alle sue opere uno studio e una ritualità d’esecuzione quasi sacrale. Pertanto, le nature morte di Morandi non sono asettiche rappresentazioni del reale, ma testimonianze di una verità più profonda, che andava all'essenza delle cose. Infatti, gli oggetti, carichi di potenza evocativa, popolano le sue tele occupando sempre uno spazio ben preciso, che è frutto di un lungo ed articolato processo creativo. Nella Natura morta del 1920, gli oggetti tipici delle opere di Morandi, quali le bottiglie ed i vasi, lasciano un posto marginale alla frutta, che pare nuovamente essere trattata alla stregua di un ornamento, relegato soltanto in alcuni spazi del dipinto.

just-peaches-80x100.jpgNataliya Bagatskaya, Just tender peaches, 2021. Acrilico\lacca su tela, 80 x 100 cm.

Nataliya Bagatskaya: Just tender peaches... 

La natura morta rappresenta tutt'oggi una tematica chiave della ricerca pittorica degli artisti di tutto il mondo, tant'è che la collezione di Artmajeur è ricca di opere dedicate a questo genere. Ad esempio, il dipinto ad olio di Nataliya Bagatskaya raffigura, con un realismo impressionante, delle pesche che, ad esclusione di una, sono contenute in una busta di plastica. È proprio quest’ultimo dettaglio, che fa apparire l’opera dell’artista di Artmajeur come un contemporaneo "remake" della Natura morta con pesche e foglie di vite del lombardo Ambrogio Figino (1591-94). A tal proposito, è bene evidenziare come precisamente in Lombardia, regione del nord Italia, apparvero i primi esempi italiani di natura morta autonoma, ovvero totalmente affrancata da contesti figurativi di altro genere, che, molto probabilmente, fecero da modello alla Canestra di Caravaggio.

canal-de-vedella-retallat.jpgJosep Maria Fontanet Sureda, Mig canal de vedella, 2018. Olio su carta, 75 x 55 cm.

Josep Maria Fontanet Sureda: Mig canal de vedella 

La natura morta con carcassa di Fontanet Sureda, artista di Artmajeur, raffigura un soggetto caro alla storia dell’arte, tanto che artisti come Rembrandt, Soutine, Chagal e Bacon lo hanno immortalato, rendendolo iconico. La carcassa dell’artista di Artmajeur, per il suo iperrealismo, si accosta maggiormente a quella realizzata, nel 1655, da Rembrandt ed intitolata Bue macellato. In quest’ultimo dipinto, la collocazione spaziale del soggetto pittorico, insieme alla presenza di una donna affacciata alla porta, appaiono insignificanti rispetto all'imponenza del corpo morto, che viene illuminato da sinistra, in un’atmosfera di penombra caravaggesca. A differenza dell’opera di Rembrandt, quella di Fontanet Sureda, priva di una collocazione spaziale del soggetto pittorico e di personaggi, si concentra esclusivamente sulla valorizzazione delle fattezze della carcassa. Infine, la personalissima interpretazione dell’artista di Artmajeur, si contraddistingue dal capolavoro del maestro olandese per la disposizione della luce che, in questo caso, si distribuisce in modo uniforme sul soggetto pittorico indagato.

img-0021-copie.jpgArt'Mony, Croquez la vie, 2021. Resina\acrilico\collages, 35 x 30 x 30 cm.

Art'Mony: Croquez la vie

Nella scultura di Art’Mony, artista di Artmajeur, la mela, raffigurata nello stile caro alla pop art, viene trattata allo stregua di un’icona, ovvero come se fosse un oggetto o una personalità popolare alla società dei consumi. In aggiunta, il morso, presente sulla superficie dell’opera, potrebbe alludere al logo della Apple, catapultandoci direttamente nel mondo contemporaneo. Per quanto riguarda invece la storia dell’arte, una famosa scultura, raffigurante una mela ed intitolata La Mela Reintegrata, è stata realizzata nel 2015 da un noto esponente dell’arte povera, Michelangelo Pistoletto. Quest’opera, che ha trovato collocazione all'interno della celebre piazza della stazione di Milano, riporta una grande cicatrice sulla sua superficie, come se, dopo essere stata morsa, fosse stata riparata dall'artista. Infine, la scultura dell’artista italiano nasconde anche un significato simbolico, poiché, il morso, ormai celato, rappresenterebbe il distacco da parte dell’essere umano nei confronti della natura, che ha favorito la nascita di un mondo artificiale. 



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