Introduzione al confronto
I colori freddi e caldi verranno mostrati all’interno del racconto della storia dell’arte, seguendo due intenti base: il primo è quello di mettere a confronto classici capolavori con opere contemporanee di Artmajeur, mentre l’altro consiste nell'accostare due tipi di scrittura, l’una semplice e descrittiva, l’altra maggiormente lirica, creativa, immaginata ed emotiva. Per farvi capire: comincerò prendendo ad esempio il rosso, analizzando La stanza rossa di Matisse, mediante una descrizione chiara, scorrevole ed ovvia, per poi contrapporla, in un secondo momento, ad uno scritto riguardante un’opera contemporanea di soggetto affine, ma dal carattere testuale più complesso ed articolato. In questo modo, continuando poi con gli altri colori, non vi chiedo solo di scegliere tra soggetti nuovi e vecchi dell’arte, ma anche di immaginare di esprimere le vostre preferenze a proposito delle differenti modalità, mediante le quali è possibile approcciare all’interpretazione di essa. Cominciamo!
50 SHADES OF RED (2021)Dipinto di Ditim
Colori caldi
Rosso
Amornia in rosso (1908) di Matisse
"Amronia in rosso" di Henri Matisse cattura un'atmosfera emotiva e personale distintiva sfidando le rappresentazioni figurative tradizionali. All'interno del dipinto, una domestica dispone con cura della frutta su un piedistallo posizionato su un grande tavolo. Accanto a questa scena, una sedia rustica di paglia si affaccia su un'enorme tela che mostra un paesaggio semplificato. In primo piano, un cespuglio attira l'attenzione, mentre sullo sfondo si dispiega un prato adornato di fiori viola e dorati. Alberi delicati e imponenti decorati con fiori bianchi punteggiano il paesaggio. L'orizzonte, posizionato in modo significativo in alto, delinea il cielo blu, ampio ma scarsamente popolato. Vicino alla sezione più alta, quasi a toccare l'angolo sinistro, una graziosa casetta rosa completa la composizione.
50 sfumature di rosso di Ditim
Ci troviamo sempre in un interno, dove però l’azione di riporre la frutta al proprio posto si sostituisce alla quiete del riposo, anche di natura osservativa. Di fatto, non ci sono molto elementi da guardare nell’opera, capaci di far muovere lo sguardo del fruitore in qua e in là, poiché tutta l’attenzione viene catturata dalla sensualità della protagonista dalla pelle rossa. Quest’ultimo passionale colore caldo, che si dispone anche sul pavimento colto dall’alto, esula soltanto nel nero della poltrona e di alcuni altri dettagli. È proprio nell’ambiente sopra descritto, che la modella è colta nel sonno, che prende forma in una posa sensuale e studiata, probabilmente al fine di attirare l’attenzione, invitando a sé, chi varcherà la soglia della sua casa. Gli stilemi realisti rafforzano quanto appena constatato, insieme al rispetto delle leggi prospettiche, che invece venivano meno nel racconto del maestro francese, dove tutto appariva rosso e quasi sullo stesso piano. Matisse però perseguiva un chiaro intento: allontanare il fruitore dallo spazio reale, per condurlo nella sua stessa dimensione interiore ed emotiva. Gli spazi appena citati, invece, vengono strettamente legati al mondo reale dall’erotismo concreto di Ditim, che ammette: la sensualità “si diffonde come ferro fuso sul dipinto, eseguito in toni rosso fuoco. Le mani graziosamente appoggiate sul bracciolo e le eleganti gambe lunghe evocano in modo eloquente la grazia, la sensualità e la femminilità della persona. La donna è sicuramente consapevole del suo magnetismo naturale e sa come enfatizzarlo, senza oltrepassare il limite e stuzzicando abilmente. Un attributo micidiale dell'arsenale di una donna è un tubino nero che espone un collo aggraziato sotto il quale appaiono fragili clavicole. Le zone scoperte della pelle bruciano sotto gli sguardi ardenti, ma lasciano comunque spazio al volo della fantasia. Il rosso è il colore della fervente attrazione, il colore della vita vibrante e pulsante. È la personificazione della passione nuda, sinonimo di battito cardiaco accelerato e di attesa straziante. È in grado di accendere un fuoco con uno sguardo, di riscaldare il cuore. Il dipinto colpisce con la sua aura che si inserisce armoniosamente negli interni, attirando indiscretamente l'attenzione su di sé grazie al suo piccante romanticismo e alla sua nitidezza.” Infine, dopo l’associazione del rosso alla vita degli ambienti interni passiamo a quella che coinvolge l’arancione e la figura femminile osservata più da vicino.
MUSICIAN, 2020 (2020)Dipinto di Natasha Kiryushkina
Arancione
Avvampante giugno (1895) di Frederic Leighton
Nell'opera d'arte, vediamo una donna che dorme pacificamente su una panchina di marmo, con il mare sullo sfondo che riflette il sole al tramonto. Indossa un abito arancione semitrasparente, che rivela i contorni del suo corpo all'osservatore. Un leggero rossore sulle guance suggerisce una consapevolezza subconscia di essere osservata, anche nel sonno. Forse, il ramo di oleandro tossico posizionato nell'angolo in alto a destra simboleggia il delicato legame tra il sonno e la mortalità.
Musician di Natasha Kiryushkina
L’arancione varca i confini delle vesti, per esondare sullo sfondo dell’opera e in parte sulle sfumature della pelle dell’effigiata, in questo caso sveglia, ma forse inconsapevole di essere guardata, tanto il peso dei suoi pensieri conduce il suo sguardo altrove, lontano dal fruitore e forse ancora più lontano dall’essere compreso o intuito. La malinconia può ad ogni modo essere condivisa con la modella, basta ricordarci per un attimo di ciò che di solito ci spinge a provare quel sentimento, richiamandolo a cantarci nella nostra mente una ninna nanna assillante di soffocata angoscia. Al tutto è possibile accostare una melodia lenta, quella cui forse allude lo stesso titolo del dipinto realista dell’artista di Artmajeur, che può anche alternarsi al silenzio portato dal tragico arrivo dei brutti pensieri irrisolti oppure al compulsivo e martellante suono del flusso dei tormenti continui. Infine, a proposito del contesto in cui è stato eseguito Musician, esso pare essere un interno, dove, però, a differenza di Avvampante giugno, non ci si può spingere con lo sguardo verso orizzonti lontani, cosicché i nostri occhi resteranno intrappolati nella sonata malinconica di un monocromo arancione. Adesso, dopo l’associazione arancione-figura femminile passiamo a quella giallo-surrealismo astratto!
2011-YELLOW-2-ACRYLIQUE SUR TOILE-130 CM X 130 CM (2011)Dipinto di Corine Sylvia Congiu
Giallo
L’oro dell’azzurro (1967) di Joan Miró
L'opera di Miró è composta da una combinazione di forme organiche e simboli. Diverse aree di forma ovale, sia in nero che a colori, adornano la tela. Questi elementi sono collocati su uno sfondo di giallo vibrante, con alcuni simboli che si sovrappongono, sia allo sfondo, che alla regione ovale blu.
Yellow 2 di Corine Sylvia Congiu
Togliendo il discorso sulle forme ovali, per mantenere quello riguardante il colore di sfondo, oltre che la presenza di forme organiche o simboli, possiamo descrivere in modo affine l’opera di Corine Sylvia Congiu, accostandola al filone del Surrealismo, che spazia tra astrattismo e figurativismo, proponendo, in modo analogo a quello di Miró, uno strumento pronto a rievocare l’inconscio, oltre che il desiderio e la libertà di espressione. Nell’universo fantastico in cui gli stilemi del catalano e dell’artista di Artmajeur si incontrano, è possibile leggervi la figura di forme ibride, talvolta ideate per richiamare vagamente qualche aspetto effettivamente riscontrabile sulla terra. Il tutto si propone in maniera assai studiata sul supporto pittorico, esulando dalla casualità per esser organizzato in un attento equilibrio compositivo, dove si esprimono all'unisono lo sfondo, le forme, i simboli, le allusioni alla realtà e i colori. Infine, altri aspetti che accomunano le due opere sono la capacità dello sfondo giallo di condizionare tutta la composizione, sulla quale si sovrappongono i segni, nel rispetto di una concezione spaziale bidimensionale, organizzata dagli stessi elementi che la compongono. Adesso tocca ai colori freddi, dove il blu si distingue in opere in cui appare come accessorio fondamentale!
“VIRGINITY” (2016)Fotografia di Diako Art
Colori freddi
Blu
Annunciata di Palermo (1475) di Antonello da Messina
Nel dipinto, Maria è raffigurata nel momento in cui si trova di fronte a un interlocutore immaginario, la sua mano destra sembra trattenere indietro quest'ultimo; la silhouette del suo mantello rivela l'ovale impeccabile del volto della Vergine. La composizione trova un punto focale nella piega del mantello blu, che va dalla fronte fino all'angolo del leggio, forse posizionata arbitrariamente, mentre la sottile torsione della figura di Maria e il gesto della mano conferiscono un senso di naturalezza alla scena. Alcune interpretazioni individuano vari momenti narrativi all'interno dei dettagli espressivi delle mani, dello sguardo e delle labbra di Maria.
Virginity di Diako Art
Possiamo pensare ad una nuova opera di Antonello, in cui il manto blu si estende per esagerazione, giungendo a coprire lo sfondo e la protagonista, per rivelarci solo parte del suo busto e del suo sguardo, che restano misteriosi nella postura e nelle intenzioni. Ciò nonostante, però, gli occhi, nella parte in cui sono visibili, paiono scrutare con sospetto qualcosa o qualcuno, probabilmente una qualsiasi figura in procinto di arrivare, la cui presenza è decisamente sgradita. Tale dettaglio ci riporta a quanto descritto nel capolavoro sopra, dove, con l’affine intento di respingere, una mano si era addirittura alzata, ma chi può dire allora che non avvenga lo stesso anche in Virginity? Il tutto parrebbe effettivamente possibile, anche se da ricondursi ad espedienti narrativi decisamente differenti, in quanto l’artista di Artmajeur non trae ispirazione dal racconto dei testi sacri, ma dalle molteplici difficoltà che le donne affrontano nella loro vita, fronteggiando interdizioni, soppressioni, costrizioni e violenze, che le condannano a manifestare la loro presenza solo nella parte in cui le è concessa e, in questo caso, un solo sguardo. Ora passiamo al verde e al viola dell’abbigliamento di alcuni personaggi all’interno di ritratti, scene religiose e scene di genere!
"NORTH AND SOUTH. NEW REALITY " SERIES CONNECTIONS (2015)Dipinto di Yaroslav Kurbanov
Verde
Ritratto dei coniugi Arnolfini (1434) Jan van Eyck
La scena ritratta si svolge all'interno della camera nuziale: una coppia, adornata con sontuosi abiti, si staglia davanti a noi. L'uomo dal volto severo fa un gesto, un gesto aperto all'interpretazione come benedizione o saluto, mentre la donna, visibilmente incinta, tende la mano al marito, l'altra mano accarezzando teneramente il suo ventre rigonfio. Gli sposi Arnolfini assumono una posa solenne e dignitosa, probabilmente riflettendo l'importanza dell'occasione: questo ritratto è stato probabilmente commissionato per commemorare il loro matrimonio, esigendo una certa gravità nelle loro espressioni. Jan van Eyck cattura meticolosamente i dettagli dell'ambiente, rendendo con precisione ogni oggetto all'interno della stanza.
North and South – New reality di Yaroslav Kurbanov
Il verde è protagonista del capolavoro sopra descritto, che, unitamente al suo complementare rosso, riesce a ravvivare, aumentandone l'impatto compositivo, sia i volumi, che la profondità degli spazi dell'opera. Così facendo esso conduce naturalmente la nostra attenzione maggiormente sulla parte destra del supporto pittorico, dove si colloca posizionandosi precisamente sugli abiti della donna incinta. Possiamo prendere quanto descritto fin ora e compararlo con l’opera dell’artista di Artmajeur: anch’esso un doppio ritratto. North and South, sfruttando il punto di vista del primo piano, inquadra però solo i volti di due figure, ravvivati sempre dalla presenza del verde e del suo complementare. Il primo tra questi appare ancora una volta in quello che è l’abbigliamento, prendendo forma nel colorato cappello pronto a vivacizzare il lato destro della composizione, che appare, ancora una volta, quello cromaticamente più accattivante, vivace, ricco e più battuto dall'occhio dell'osservatore.
HELLO, HOW CAN I HELP? (2024)Dipinto di Ta Byrne
Viola
La Ressurrezione di Cristo di Raffaello (1501-2)
Emergendo da una tomba di stile classico, Gesù ascende. Egli si erge su una nuvola leggera, reggendo una bandiera crociata nella mano sinistra mentre estende una benedizione con la mano destra, formando il segno trinitario. La sua figura, nuda tranne che per un ampio mantello rosso che avvolge il suo corpo, lascia scoperto il petto. Sopra la sua testa poggia un delicato alone, e il suo volto è privo di barba, con i capelli che si riversano in lunghezza. Ai margini, soldati giacciono prona su entrambi i lati. Uno riposa su uno scudo, la testa adornata da un turbante stretto, mentre il suo compagno impugna una spada sospesa all'anca e alza il braccio verso il Cristo risorto. Sullo sfondo, un'altra figura guarda verso l'alto, vestita con armatura, elmo e abiti aderenti, armata di scudo e lancia. La scene in primo piano mostrano un serpente che striscia verso un soldato sulla sinistra, mentre un airone si aggira vicino al bordo dell'acqua sulla destra. La Madonna e due donne devote percorrono un sentiero che scende da un colle, fiancheggiato da un fiume sinuoso e incorniciato da alberi slanciati. La luce del sole sbuca da dietro il colle centrale, proiettando un bagliore luminoso. Affiancano Cristo due angeli che fluttuano, mentre sono avvolti in abiti svolazzanti, uno dei quali di colore viola.
Hello, how can I help di Ta Byrne
Dal viola sacro si passa al viola profano, volto ad animare il colore della parte superiore di una lampada antropomorfa, che, in modo similare all’angelo, si trova a fianco del soggetto principale del racconto pittorico: una donna bionda raffigurata in un interno. "L’altro angelo", questa volta vestito di giallo, sarebbe la seconda luce luminosa, disposta invece nella parte destra del supporto di Ta Byrne. I due esseri alati del racconto dei Vangeli e del Nuovo Testamento accompagnano la rivelazione dell’immortalità di Cristo, mentre la luce delle lampade di Hello, how can i help mettono in evidenza la danza, talvolta travolgente, delle vita quotidiana, portandoci a riflettere, sia sul potenziale di quell’energia frenetica, che dagli attimi più quieti, di natura riflessiva, introspettiva e rivelatrice allo stesso modo insiti in essa. Infine, a proposito del suo dipinto, Ta Byrne stessa aggiunge: “Ho cercato di catturare la bellezza caotica del multitasking moderno, il gioco di prestigio della tecnologia, dell'indulgenza e del costante richiamo del dovere.” Allora concludo pensando a come l’onnipresenza del racconto divino dei tempi di Raffaello venga oggi sostituita con il frequente riferimento al nostro compulsivo, divoratore, veloce ed onnipresente sistema, illuminato, e quindi reso comprensibile, dalla lampada viola di Ta, una volta angelo rivelatore del verbo divino.