Arte e moda: cosa succede quando due mondi creativi si incontrano?

Arte e moda: cosa succede quando due mondi creativi si incontrano?

Olimpia Gaia Martinelli | 3 apr 2022 6 minuti di lettura 0 commenti
 

Di sovente è stata messa in evidenza soltanto la modalità in cui il mondo della moda ha accolto e acquisito al suo interno artisti e capolavori senza tempo. In realtà però, questi due mondi si sono influenzati a vicenda, come dimostrano le ultime tendenze dell’arte contemporanea...

Jgsprayart®, Mona La D., 2020.  Acrilico / vernice spray / pennarello su tela, 60 x 40 cm.

Cosa succede quando la moda incontra l’arte?

Nel mondo odierno l’industria della moda continua ad ispirarsi fortemente alla storia dell’arte, facendo chiaro riferimento all’operato dei più grandi maestri di tutti i tempi o, in altre occasioni, coinvolgendo concretamente i nomi di importati artisti contemporanei. Tale sodalizio, che genera capi dalle forme, dai soggetti e dai colori iconici, non deve stupirci, poiché nasce dalla contaminazione di due essenze affini, in quanto la moda, a certi livelli, è letteralmente arte da indossare. Ma qual è l’obiettivo degli stilisti che si ispirano, e si sono ispirati, al mondo dell’arte? L’intento perseguito è sicuramente quello di creare capi che sono dei veri e propri capolavori, destinati a diventare emblemi di un design da indossare ogni giorno. 

Helen She, David Fendi, 2021. Acrilico / pennarello / tempera / collage su tela di lino, 100 x 80 cm.

Chi sono stati i pionieri del sodalizio tra arte e moda?

Il sodalizio tra arte e moda, nato nel corso del Novecento, si è espresso attraverso svariate modalità, infatti, troviamo collezioni di abiti realizzate da grandi maestri, preziose collaborazioni tra artisti e stilisti e importanti designer che si sono ispirati a capolavori senza tempo. Questi differenti approcci hanno dato vita a capi d’abbigliamento indossabili e, talvolta, anche a veri e propri oggetti d’arte, manifesti di un interesse sociale e antropologico. A proposito dei grandi artisti, che si sono cimentati anche nel ruolo di designer, è importante citare il futurista Giacomo Balla che, nel 1914, firmò il Manifesto del vestito maschile futurista, in cui venne teorizzato il Vestito trasformabile, ovvero un abito modificabile attraverso l’applicazione di stoffe di forme e di colori diversi. L’abito di Balla, strettamente connesso con i concetti del futurismo, perseguiva il proposito di non voler soffocare staticamente il corpo, ma conferire movimento alla forma umana, attraverso soggetti geometrici, che erano espressione di linee veloci, spezzate, disegni fantasiosi e tagli spigolosi con colori fosforescenti e vivi. Proprio attraverso tale indagine, iniziò ad affermarsi anche l’idea che i vestiti potessero essere considerati come delle vere e proprie opera d’arte, al pari dei dipinti e delle sculture. 

L'iconico Abito aragosta, frutto dalla collaborazione Dalì/Schiapparelli @322couture

Per quanto riguarda invece la collaborazione tra artisti e designer, attorno agli anni Quaranta, è stata iconica l’alleanza tra la famosa stilista italiana Elsa Schiapparelli e l’indiscusso maestro del Surrealismo Salvador Dalì. Tale sodalizio generò numerosi capi, come tailleur neri con tasche rifinite da bocche femminili, borse con le fattezze di un telefono, cappelli a forma di scarpa e abiti da sera decorati con enormi aragoste. Proprio quest’ultimo Abito aragosta, del 1937, trasse ispirazione dall’iconico Telefono aragosta, oggetto surrealista realizzato nel 1936 del maestro spagnolo, che, grazie all’incontro con la stravagante couturier, trovò un nuovo spazio all’interno del mondo della moda. 

La collezione di Yves Saint Laurent Autunno Mondrian con il celebre dipinto del maestro olandese @agnes_renoult_communication

In merito ai designer che si sono ispirati ai grandi capolavori della storia dell’arte è impossibile non fare riferimento alla produzione di Yves Saint Laurent, leggendario stilista francese, che ha goduto di uno dei suoi più importanti successi quando, nel 1965, ha presentato la sua collezione Autunno Mondrian, ispirata al celebre dipinto del maestro olandese Composition with Red and Blue (1933). Tale creazione referenziale aprì un nuovo terreno al futuro ruolo dell’arte nella moda, le cui peculiarità si presentano anche ai giorni nostri, come dimostrano: la collezione di accessori realizzata da Jeff Koons per Louis Vuitton (2017), ispirata ai capolavori di Leonardo Da Vinci, Rubens, Tiziano, e Van Gogh, gli abiti del fashion show di Dolce & Gabbana (2018), facenti chiaro riferimento ai dipinti del Rinascimento italiano e i vestiti che riprendono la Pop art di Andy Warhol ad opera di Versace (2018).

Tony Rubino, Louis Vuitton Muhammad Ali, 2021. Acrilico / Litografia su tela, 45.7 x 49.5 cm.

Alessandro Piano, Alter ego gold 55, 2020. Pittura digitale su plastica, 70 x 50 cm.

Cosa succede quando l’arte incontra la moda?

Fino ad ora è stata messa in evidenza soltanto la modalità in cui il mondo della moda ha accolto e acquisito al suo interno artisti e capolavori senza tempo. In realtà però, questi due mondi si sono influenzati a vicenda, come dimostrano le ultime tendenze dell’arte contemporanea, in cui si fa spesso esplicito riferimento ai loghi e ai pattern iconici nel mondo dell’abbigliamento. Quanto detto è altamente riscontrabile all’interno dell’operato degli artisti di Artmajeur, che, in una sorta di “Pop art di lusso”, hanno unito stilemi artistici ormai consolidati, e anche più innovativi, ai marchi di moda più celebri. Esempio di tale produzione artistica è riscontrabile nei lavori di Stan, Kriminal e Flavien Mandon.

Stan, Chanel’s lovers, 2021. Acrilico / pennarello su tela, 130 x 97 cm.

StanChanel’s lovers

All’interno di un elegante, sottile e minimalista cornice nera, il dipinto di Stan celebra l’iconica boccetta di profumo Chanel n. 5, uno dei prodotti di consumo più popolari e venuti della storia. Ma come si esprime la fusione tra arte e moda in Chanel’s lovers? La famosa boccetta, immortalata nel suo design più classico, ospita al suo interno una romantica scena d’amore, che, realizzata in stile fumetto monocromo, è stata dipinta nelle tonalità cromatiche del popolare liquido. Infine, da un punto di vista prettamente stilistico, l’opera appare come una moderna, originale ed innovativa interpretazione della Pop art, dove ai prodotti di consumo di massa si sono sostituiti i più iconici beni elitari.

Kriminal, Diorgang, 2021. Pittura digitale, 80 x 60 cm.

KriminalDiorgang

Nel dipinto digitale di Kriminal si mette in luce un altro aspetto del mondo della moda, ovvero la sua popolarità all’interno del contesto della cultura urbana, dove proliferano, insieme al culto dell’Hip hop, e della più recente Trap, anche le espressioni artistiche più tipiche della Street art, quali le tag e i graffiti. Nel caso di Diorgang è proprio l’iconico nome di Christian Dior a diventare il soggetto di un graffito, che realizzato al centro della tela, si moltiplica lungo tutta la superficie del supporto, attraverso delle piccole tag seriali. In conclusione, l’originale interpretazione di Kriminal mette innovativamente in luce il legame esistente tra due mondi: quello dei beni di lusso e quello della cultura di strada.

Flavien Mandon, Chanel glass, 2021. Scultura in vetro / aerografo / vernice spray / plastica, 20 x 25 x 7,5 cm / 0,45 kg.

Flavien Mandon: Chanel gass

La scultura minimalista e bicroma, realizzata in vetro da Mandon, si propone come una sorta di celebrazione della casa di moda francese Chanel, poiché raffigura semplicemente il logo del brand, che è accompagnato dal nome del marchio per esteso. Pertanto, l’intento dell’opera è forse proprio quello di mettere in luce la forza che, all’interno della società dei consumi, hanno assunto queste famose case di moda, divenute simbolo per eccellenza di uno stile di vita e di un’eleganza invidiabile, massima aspirazione delle masse.


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