Mario Pesce A Fore
Domenico (Mimmo) Di Caterino, nasce a Napoli il 07/08/1973, dal 1997 diventa il portavoce della posse d'artisti "Mario Pesce a Fore", posse nata tra l'Accademia di Belle Arti di Napoli, il centro sociale officina 99 ed il Laboratorio Okkupato s.k.a. per contestare il nuovo ordine globale dell'arte transnazionale dell'impero privatizzato anarco liberista.
Nell'estate 2004 il "Mario Pesce a Fore" scompare per diventare "Pesce a Fore No Project" in Campania e "Pisci a Forasa No Project" in Sardegna.
Nel 2005 la Posse adotta all'interno del centro sociale "Insurgentia" la sigla locale e globale P.A.AFF. (Posse Artisti AFFamm') sul territorio transnazionale.
Dal 2000 si nasconde in un non ben precisato sud est della Sardegna.
L'attuale singolo progetto di Di Caterino (ricercato dagli emissari del sistema dell'arte di tutto il globo) consiste nel regalare le sue opere a chiunque per autoinflazionarsi e proseguire con dignità ed in libertà la propria ricerca artistica.
Mimmo Di Caterino espone in maniera gratuita e permanente a casa di chiunque faccia richiesta.
Attualmente ha cominciato a prendere la sana abitudine durante i suoi soggiorni partenopei di regalare un suo quadro o una sua scultura al mare.
Mimmo Di Caterino comunica attraverso la rete con pseudonimi vari, tra questi: Domingo Aniello, Tommaso Aniello, Masaniello, Mario Pesce, Pesce Mario, Batteryo, Gennaro Cilento ecc.
Scenario:
Pesce in faccia alle censure di Flash art
Rubrica di Pablo Echaurren
RICEVO DA e pubblico la seguente missiva accusativa, come una qualunque Donna Letizia, una Penna intinta nella Mestizia, una Velina della Dovizia, una Novizia della Notizia, indirizzata a «Flash Art», magazine lider nel mondo lader dell’arte.
«Direttore Politi, con rammarico ho constatato che la mia richiesta di delucidazioni sul perché Mario Pesce a Fore fosse stato omesso dalla Top 100 della sua rivista è stata assolutamente ignorata, mi aspettavo da parte sua un poco più d'educazione, magari anche una risposta polemica, acida, critica, le critiche, per quanto feroci, sono sempre costruttive e migliorano.., invece, non solo ha fatto finta di niente cestinando la mia lettera, ma mi ha poi risposto in maniera trasversale dalle pagine della sua rubrica lettere al direttore: ‘Non abbiamo depennato nessuno, salvo uno o due buontemponi con pseudonimi carnascialeschi’.
Francamente non mi aspettavo da parte sua una tale mancanza di stile, dal punto di vista dell'immagine degrada la sua creatura, ne perde di credibilità... poi, cosa starebbe a significare? Abbiamo depennato solo chi lo meritava? E in conformità a quale principio? Non si parlava di dittatura dello spettatore? Lo spettatore sarà libero di votare quello che preferisce? Tra l'altro, come può definire carnascialesco il mio lavoro? È un lavoro fatto di gran sacrificio e passa anche per quello pseudonimo. Gradirei da parte sua quantomeno un poco di rispetto in più per chi non è sintonizzato sulla sua stessa ...
Scopri opere d'arte contemporanea di Mario Pesce A Fore, naviga tra le opere recenti e acquista online. Categorie: artisti italiani contemporanei. Domini artistici: Pittura, Installazione. Tipo di account: Artista , iscritto dal 2005 (Paese di origine Italia). Acquista gli ultimi lavori di Mario Pesce A Fore su ArtMajeur: Scopri le opere dell'artista contemporaneo Mario Pesce A Fore. Sfoglia le sue opere d'arte, compra le opere originali o le stampe di alta qualità.
Valutazione dell'artista, Biografia, Studio dell'artista:
Santa Barbara open and free project. • 5 opere
Guarda tuttoPerformance 12-8-2006 • 21 opere
Guarda tuttoNevrosi globali di un artista con sogni locali. • 21 opere
Guarda tuttoNevrosi pittoriche. • 22 opere
Guarda tuttoLa posse è nata nel 1997 tra l"Accademia di Belle Arti, Officina 99 ed il Laboratorio Okkupato s.k.a.
Nel 2005 il progetto si estende mutando nel "P.A.AFF.", Posse Artisti Affamm" e nel "Pesce a Fore No Project" in sinergia con il centro sociale "Insurgentia".
Francesco Caruso.
Nevrosi di Davide contro Golia. • 18 opere
Guarda tuttoNo Tav, • 16 opere
Guarda tutto30-12-2005. P.A.AFF.Posse Artisti Affamati. • 18 opere
Guarda tuttoRiconoscimento
Biografia
Domenico (Mimmo) Di Caterino, nasce a Napoli il 07/08/1973, dal 1997 diventa il portavoce della posse d'artisti "Mario Pesce a Fore", posse nata tra l'Accademia di Belle Arti di Napoli, il centro sociale officina 99 ed il Laboratorio Okkupato s.k.a. per contestare il nuovo ordine globale dell'arte transnazionale dell'impero privatizzato anarco liberista.
Nell'estate 2004 il "Mario Pesce a Fore" scompare per diventare "Pesce a Fore No Project" in Campania e "Pisci a Forasa No Project" in Sardegna.
Nel 2005 la Posse adotta all'interno del centro sociale "Insurgentia" la sigla locale e globale P.A.AFF. (Posse Artisti AFFamm') sul territorio transnazionale.
Dal 2000 si nasconde in un non ben precisato sud est della Sardegna.
L'attuale singolo progetto di Di Caterino (ricercato dagli emissari del sistema dell'arte di tutto il globo) consiste nel regalare le sue opere a chiunque per autoinflazionarsi e proseguire con dignità ed in libertà la propria ricerca artistica.
Mimmo Di Caterino espone in maniera gratuita e permanente a casa di chiunque faccia richiesta.
Attualmente ha cominciato a prendere la sana abitudine durante i suoi soggiorni partenopei di regalare un suo quadro o una sua scultura al mare.
Mimmo Di Caterino comunica attraverso la rete con pseudonimi vari, tra questi: Domingo Aniello, Tommaso Aniello, Masaniello, Mario Pesce, Pesce Mario, Batteryo, Gennaro Cilento ecc.
Scenario:
Pesce in faccia alle censure di Flash art
Rubrica di Pablo Echaurren
RICEVO DA e pubblico la seguente missiva accusativa, come una qualunque Donna Letizia, una Penna intinta nella Mestizia, una Velina della Dovizia, una Novizia della Notizia, indirizzata a «Flash Art», magazine lider nel mondo lader dell’arte.
«Direttore Politi, con rammarico ho constatato che la mia richiesta di delucidazioni sul perché Mario Pesce a Fore fosse stato omesso dalla Top 100 della sua rivista è stata assolutamente ignorata, mi aspettavo da parte sua un poco più d'educazione, magari anche una risposta polemica, acida, critica, le critiche, per quanto feroci, sono sempre costruttive e migliorano.., invece, non solo ha fatto finta di niente cestinando la mia lettera, ma mi ha poi risposto in maniera trasversale dalle pagine della sua rubrica lettere al direttore: ‘Non abbiamo depennato nessuno, salvo uno o due buontemponi con pseudonimi carnascialeschi’.
Francamente non mi aspettavo da parte sua una tale mancanza di stile, dal punto di vista dell'immagine degrada la sua creatura, ne perde di credibilità... poi, cosa starebbe a significare? Abbiamo depennato solo chi lo meritava? E in conformità a quale principio? Non si parlava di dittatura dello spettatore? Lo spettatore sarà libero di votare quello che preferisce? Tra l'altro, come può definire carnascialesco il mio lavoro? È un lavoro fatto di gran sacrificio e passa anche per quello pseudonimo. Gradirei da parte sua quantomeno un poco di rispetto in più per chi non è sintonizzato sulla sua stessa ...
-
Nazionalità:
ITALIA
- Data di nascita : 1973
- Domini artistici:
- Gruppi: Artisti Italiani Contemporanei
Eventi d'arte in corso e a breve
Influenze
Formazione
Valore dell'artista certificato
Realizzazioni
Attività su ArtMajeur
Ultime notizie
Tutte le ultime notizie dall'artista contemporaneo Mario Pesce A Fore
Con...tatto d'arte.
Torre Boldone a Bologna.
Auto inflazionato o deflazionato?
Gentile Domenico di Caterino,
volevo informarla che dal giorno 11 al 21 Agosto verrà allestita una mostra
coi suoi lavori presso la festa provinciale di Liberazione a Torre Boldone
(BG).
Nel frattempo le allego il pannello introduttivo della mostra, in seguito le
invierò anche le foto dell'evento.
Cordiali saluti,
Emanuele Pezzotta
Comunicato stampa
Auto inflazionato o deflazionato?
Gentile Domenico di Caterino,
volevo informarla che dal giorno 11 al 21 Agosto verrà allestita una mostra
coi suoi lavori presso la festa provinciale di Liberazione a Torre Boldone
(BG).
Nel frattempo le allego il pannello introduttivo della mostra, in seguito le
invierò anche le foto dell'evento.
Cordiali saluti,
Emanuele Pezzotta
Dove si lava le mani l'impero?
50 per 70, olio ed acrilico su carta liscia.

Esiste una nazione?
50 per 70, 2005.

L'uomo del crack.
tecnica mista su tela, 1997-2004.

Precario con le palle schiantate.
50 per 70, 2005.

Precario.
Terracotta, 2005.

Schianto.
50 per 70, 2005.

Uomo o precario?
Terracotta, 2005.

Belgrado.
50 per 70, 2005.

Compagno di lotta.
50 per 70, 2005.

Conflitti di classe.
50 per 70, 2005.

Io non ho paura.
olio su tela 50 per 70, 1997-2000.

Expos Collective (Listing)
1998- Prende in ostaggio la Casina Pompeiana di Napoli con un branco d'artisti ribelli.
2005- Prende in ostaggio il museo civico di Trento con lo pseudonimo d'Emanuele Benedetti con un branco d'artisti ribelli.
Articolo
Domenico (Mimmo) Di Caterino, nasce a Napoli il 07/08/1973, dal 1997 diventa il portavoce della posse d'artisti "Mario Pesce a Fore", posse nata tra l'Accademia di Belle Arti di Napoli, il centro sociale officina 99 ed il Laboratorio Okkupato s.k.a. per contestare il nuovo ordine globale dell'arte transnazionale dell'impero privatizzato anarco liberista.
Nell'estate 2004 il "Mario Pesce a Fore" scompare per diventare "Pesce a Fore No Project" in Campania e "Pisci a Forasa No Project" in Sardegna.
Nel 2005 la Posse adotta all'interno del centro sociale "Insurgentia" la sigla locale e globale P.A.AFF. (Posse Artisti AFFamm') sul territorio transnazionale.
Dal 2000 si nasconde in un non ben precisato sud est della Sardegna.
L'attuale singolo progetto di Di Caterino (ricercato dagli emissari del sistema dell'arte di tutto il globo) consiste nel regalare le sue opere a chiunque per autoinflazionarsi e proseguire con dignità ed in libertà la propria ricerca artistica.
Mimmo Di Caterino espone in maniera gratuita e permanente a casa di chiunque faccia richiesta.
Attualmente ha cominciato a prendere la sana abitudine durante i suoi soggiorni partenopei di regalare un suo quadro o una sua scultura al mare.
Mimmo Di Caterino comunica attraverso la rete con pseudonimi vari, tra questi: Domingo Aniello, Tommaso Aniello, Masaniello, Mario Pesce, Pesce Mario, Batteryo, Gennaro Cilento ecc.
Scenario:
Pesce in faccia alle censure di Flash art
Rubrica di Pablo Echaurren
RICEVO DA e pubblico la seguente missiva accusativa, come una qualunque Donna Letizia, una Penna intinta nella Mestizia, una Velina della Dovizia, una Novizia della Notizia, indirizzata a «Flash Art», magazine lider nel mondo lader dell’arte.
«Direttore Politi, con rammarico ho constatato che la mia richiesta di delucidazioni sul perché Mario Pesce a Fore fosse stato omesso dalla Top 100 della sua rivista è stata assolutamente ignorata, mi aspettavo da parte sua un poco più d'educazione, magari anche una risposta polemica, acida, critica, le critiche, per quanto feroci, sono sempre costruttive e migliorano.., invece, non solo ha fatto finta di niente cestinando la mia lettera, ma mi ha poi risposto in maniera trasversale dalle pagine della sua rubrica lettere al direttore: ‘Non abbiamo depennato nessuno, salvo uno o due buontemponi con pseudonimi carnascialeschi’.
Francamente non mi aspettavo da parte sua una tale mancanza di stile, dal punto di vista dell'immagine degrada la sua creatura, ne perde di credibilità... poi, cosa starebbe a significare? Abbiamo depennato solo chi lo meritava? E in conformità a quale principio? Non si parlava di dittatura dello spettatore? Lo spettatore sarà libero di votare quello che preferisce? Tra l'altro, come può definire carnascialesco il mio lavoro? È un lavoro fatto di gran sacrificio e passa anche per quello pseudonimo. Gradirei da parte sua quantomeno un poco di rispetto in più per chi non è sintonizzato sulla sua stessa frequenza d'onda.
La saluto con la nuova preghiera che lei riesca a giustificarmi validamente l'episodio, piuttosto che riconfermarlo con arroganza di traverso, ripeto, sono proprio curioso di sapere uno pseudonimo carnevalesco che attentato potesse costituire alla sua preziosissima Top 100.
Napoli, Luglio 2003. Con stima Domenico Di Caterino».
Di Caterino, presidente dell’Associazione Culturale M.P.A.F. [Mario Pesce a Fore, l'associazione nata nel 1997 con lo scopo prioritario di cercare una via di comunicazione altra possibile e egocompatibile, al di fuori delle logiche convenzionali del sistema dell'arte, una sorta di antiambiente, di antisalotto, di complotto contro le logiche di mercato], allude a brogli, a inghippi, a scogli della vita contro cui la barca dell’amore s’infrange [Majakovskij].
Sostiene che la M.P.A.F. è stata deliberatamente cassata dalla Top 100 essendo a conoscenza del fatto che in molti, tra Napoli e la Sardegna, le hanno dato la volata, l’hanno indicata come meritevole di menzione, insomma l’hanno regolarmente votata. Ma di tale votazione non c’è traccia nella lista stilata e pubblicata da Flash Art.
Di Caterino, dunque, chiede spiegazioni, pretende delucidazioni, esige chiarificazioni sull’episodio, paventando un voto negato, una democrazia fallata, una top pilotata e si domanda «quale fastidio potesse darle il mio eteronomo collettivo, visto che quella classifica è un assoluto calderone dove c'è di tutto e di più».
Lo so bene che c’è di tutto e di più, ci sono perfino io, io Pablo.
Peggio di così...
“La performance affronta in modo esplicito il tema della contraddizione tra arte e realtà. L'atto di mimare la violenza delle immagini che giornalmente compaiono sulle pagine dei giornali o occupano lo schermo televisivo non è certo guidato dalla volontà di rappresentare la realtà ma piuttosto rende paradossalmente ancora più eclatante "l'asocialità" del gesto artistico. La banda d'artisti, occupa lo spazio esterno della Casina, poi irrompe tra il pubblico per compiere una rapina. L'azione corale di forte impatto emotivo diventa metafora del conflitto tra l'atto creativo e la realtà mai sanabile in modo assoluto, capace tuttavia di interrogare ogni volta il senso nel suo divenire”
MariaRosa Sossai, da "Melting pot" di Maggio 1998.
”Certo il periodo non era dei migliori per mettere in scena una simile trovata. Ma come poteva saperlo l'artista napoletano Mimmo Di Caterino che la realtà si sarebbe sovrapposta, drammaticamente, all’immaginazione? Era già tutto pianificato: the show must go on, nonostante tutto. E così, dopo l’attacco terroristico di Londra, l’assalto alla Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento. Il 15 luglio scorso, una piccola banda armata, con tanto di passamontagna, irrompe in una delle sale museo, puntando addosso i mitra al pubblico paralizzato e incredulo. Qualcuno riesce a chiamare il 113, con gesto eroico. Ma l’attentato dura poco: pochi minuti, e poi giù cappucci e fucili (chiaramente dei comunissimi giocattoli). Azione più che realistica e panico diffuso. Ma per fortuna, era solo arte. La performance, come dichiarato poi dal direttore della Galleria, Fabio Cavallucci, era stata ideata prima degli eventi londinesi del 7 luglio. Il progetto di Benedetti nasceva con l’intento di innescare una riflessione sul fenomeno del terrorismo e della violenza. Più che riflettere, la gente deve essersi davvero spaventata, e poi, con buona probabilità, anche un po’ incazzata”, da Exib Art, 18 Luglio del 2005.
"Domenico Di Caterino, con il suo "Nevrotico mediterraneo" è in rapporto viscerale con la materia tufacea tipica della Campania felix. Recupera quel senso d'arcaico alla propria fantasia per realizzare un pensiero personale; il plasmare un'essenza plastica, che cede facilmente al volere dell'artista, permette di ripercorrere la storia umana alla ricerca d'antiche nuove emozioni. I personaggi, sospesi tra l'umana condizione e l'austero aspetto, fanno affiorare intense visioni di una sobrietà strutturale a placare strane sensazioni immerse nel silenzio, dalle quali i caratteri distintivi della civiltà mediterranea si evolvono in spazi scanditi dai ritmi consueti del linguaggio in intense correlazioni compositive dal segno semplice, ma affollato di nevrotiche intrusioni contemporanee”
Carlo Roberto Sciascia (Dal catalogo di “Un buco nell’arte”, 2000.).
“UN OCEANO PER DELIRARE”- Mario Pesce è il nome di un sessantenne che vive a Margellina e sguazza nel mare. Ma è anche il nome di un collettivo napoletano che s’interroga su cosa significhi fare arte e spara a zero sugli aspiranti al “posto al sole”. “Tu artista all’estrogeno ingrassato all’ombra della nomenclatura cattofascista. Rintanato nel fondo dell’aula accademica, a perforare l’ano del discepolo, con la promessa di una mostra. Tu sepolcro di noia, pozzanghera d’Aids e di denaro riciclato. Io terrorista visivo trarrò le costole dal tuo petto e con il colore del tuo sangue farò la mia opera”. Così ci s’incazza! Così si agita la ramazza per fare piazza pulita dei tanti aspiranti a ritagliarsi un posticino al sole, a istallare per strada la propria montagna di sale (do you remember Mimmo Paladino?), a ottenere una sala personale alla prossima Biennale, Triennale o Quadriennale che dir si voglia. Questi di Mario Pesce a Fore sono dei duri, dei puri, non te la mandano a dire ma vanno giù decisi come siluri. “L’arte è una faccenda scomoda, è scomoda per l’artista napoletano che s’interroga su cosa significhi fare arte e spara a zero sugli aspiranti al “posto al sole”. “L’arte è una faccenda scomoda, è scomoda per l’artista stesso. Il massimo desiderio di alcuni artisti nostrani è quello di vivere senza fastidi, il migliore consiglio per loro è quello di tenere l’arte lontano dal proprio quotidiano.” Mario Pesce a Fore è un collettivo lavorativo, è un’unità creativa nata per interrogarsi (e rispondersi?) sulla funzione del fare arte in questo lurido sistema sociale, burocrate ed individualista, basato sul cercare a tutti i costi di diventare il primo della lista, di essere insomma colui che si distingue nelle quotazioni d’asta, che ha le mani in pasta, che si mostra devoto di Sotheby e del corpus Christie’s. In un tal stato di cose penose e pelose, Mario Pesce a Fore afferma che è idiota, demente, delinquente, sostenere che l’arte debba rimanere apolitica, vivacchiare in una sua cornice dorata che le conferisce quell’aura mitica, quel certo non so che, specie dopo di ciò che è successo a Genova. “L’arte è la vita, non può rimanere a guardare tacita ed indifferente quello che Berlusconi chiama un piccolo inconveniente (Carlo Giuliani), senza urlare la propria rabbia, lo sdegno, lo schifo.” E’ partendo da queste premesse tutt’altro che lesse che Mario Pesce a Fore urla, strepita, scalpita, dipinge, gira video (Do you play with me?), collaggia, oltraggia, vilipende, sorprende, non demorde, si confonde nei cortei, lancia anatemi, apre cantieri. Mario Pesce a Fore è un gioco di parole, potrebbe volere dire: nome Mario, cognome Pesce, residente a Fore, terra di giustizia e libertà artistica. Oppure sta per: Mario Pesce è fuori di testa, ma anche Mario col pesce di fora in perenne stato d’erezione da creazione. Un uccellino mi dice che, in effetti, un Mario Pesce’a fore esiste veramente, si tratta di un tale, più che sessantenne, che ogni giorno, dimesso il camice d’infermiere prima di tornare a casa dalla mogliera, si fa un lungo bagno nudo a Mergellina, quattro chilometri a nuoto. Non facciamogli del male, non neghiamogli l’accesso al mare, non togliamoli l’acqua ai vario Mario Pesce, lasciamoli sguazzare liberamente, inguacchiare, decorare, spalmare il reale con il loro delirare. Delirare, letteralmente, significa: uscire dal solco e noi nel solco, nel talco, nella bambagia barbogia non ci vogliamo stare ad ammuffire.
(Pablo Echaurren, da Carta n.5, 2003).
“Tra i partecipanti alla mostra si è distinto per la sua innovata unicità, il gruppo d'artisti "M.P.A.F."…un solo denominatore li accomuna: la voglia di riscattare l'immagine dell'artista contemporaneo, ormai nero emarginato sociale. Il mercato dell'arte, prostrato dal consumismo più
spietato, è messo in discussione da quest'autonomo gruppo di ragazzi senza fili di padrone che, con numerose iniziative indipendenti, cerca di restituire una più elevata ed adeguata identità sociale alla figura dell'artista …”
Barbara Pelosi, "LA VERITA' DI Napoli”, del 5 –6-00.
“Definiti con intensa carica espressiva, i nevrotici autoritratti di
Domenico Di Caterino, nella loro apparente ingenuità, occultano un urlo
soffocato di dolore, riflesso di profondi disagi esistenziali. La protesta
del portavoce del movimento estetico Mario Pesce a Fore incarna
primitivismo, sintesi ed accensioni cromatiche proprie del movimento della
Brùcke, atti ad esorcizzare travagli interiori, e che ben s’accompagnano
all’indagine sulla funzione sociale dell’artista d’oggi al quale l’artista
cerca di restituire un’adeguata identità.” Roberta Vanali (2003).
“Dalla pittura di Domenico Di Caterino emerge la memoria del tempo, con i
suoi profondi valori antropologici, bruschi ed instancabili. Pone lo
spettatore dinanzi immagini inquiete dai movimenti snervati dall'organica
e magmatica materia segnica, la quale si spezza e aggrega; scopre e
ricopre rasentando un vivo moto di repulsione fisica e morale. Il profondo
disagio umano, il dolore della perdizione, la coscienza di un destino
sfocato e sofferente attanagliato dal profondo mistero dell'esistenza,
questo traspare nella sua opera. I personaggi (una sorta di proliferarsi
d'angoscioso autoritratto), sembrano quasi tutti guardarsi allo specchio,
soffrendo di una scomposta, malata e delirante metamorfosi; avvelenati,
intorpiditi; annegati nel fango di un decomposto spazio-non spazio dove
anche il sollievo del grido soffoca”.
Gennaro Cilento (da Flash Art, Agosto-Settembre 2004).
“Nei ritratti di Mimmo Di Caterino il tutto è concentrato nella struttura
estetica del volto e nei colori smaterializzati e dissolti lungo tutta la
superficie della tela nei lunghi, sottili e spessi tratti.
La struttura estetica è connessa alla sua sensibile libertà intellettuale, senza la
qual è difficile immaginare la libertà di tutti. I ritratti sono un mezzo
formale con più letture rispetto alle altre forme espressive, contengono
diverse pulsioni emozionali e questa plasmabilità rende il volto luogo
visibile di una struttura formale anti individuale.
Socialmente e politicamente i suoi ritratti sono il risultato estetizzante delle
atrocità dell’individuo minacciato dal clima culturale dell’Impero
privatizzato transnazionale.
I suoi ritratti sono evocatori di rapporti sociali di una realtà quotidiana e della cattiva coscienza di questo
mondo. Davanti ad i suoi ritratti coloro che appartengono alla cultura
borghese reazionaria davanti ad i suoi volti sfuggono alla presenza di
tali espressioni emozionali.
Borghesi riparati dal pensiero astratto, rinchiusi all’interno di una spiritualità sottomessa alla falsa Storia.
Gente disconnessa dalle problematiche della collettività, da un vissuto
quotidiano terreno. Gente dalla mentalità ristretta. Nelle figure e nei
volti della statuaria greca e romana, l’espressione è viva ma la vita in
quei ritratti in quanto tale è priva d’espressione emozionale essa è
generica. Nel Rinascimento i volti dei dominanti e dei dominati sono
statici, manca nei volti quell’unità espressiva fluttuante dell’accadere,
che si manifesta nella continuità dell’esistenza temporale e spaziale.
Figure senza senso, senza problemi. Bisogna attendere Michelangelo Merisi
da Caravaggio, il pittore maledetto per decodificare i codici e sterminare
i termini del potere con i suoi personaggi ignobili dai volti segnati
dalla fame, dalle malattie e altri genere di sofferenze con la
straordinaria forza solitaria della sua arte, così ferocemente e
disperatamente diversa dalla produzione di tanti geniali artisti asserviti
al potere”.
Antonio Milanese
Da Carta n.13, 2005
Il sonno della Regione genera mostri
rubrica di Pablo Echaurren www.
Seguendo quel filo rosso ispirato alla impar condicio che con-duce ai folk show, ai vari Porta a Porta, Porta a Sòreta, Punto e a Kapò, alle Tribune Tele Elettorali in cui i partecipanti si gonfiano i pettorali coi loro slogan che slogan la mandibola dagli sbadigli, seguendo questo preciso percorso ho deciso di dare la parola [anche se sfortunatamente fuori tempo massimo a causa di un disguido] ai candidati più indicati secondo me. Unilateralmente, senza lasciare spazio agli altri contendenti che spero si spezzino i denti nel cercare di addentare la scheda fuggitiva. E che, nel caso la recuperassero per il rotto della cuffia, gli vada almeno per traverso.
Io, che pure non vo a votare da saecula saeculorum, inviterei a barrare nel Lazzio per Marrazzo [se vince lui, automaticamente passa anche la nostra Anna Pizzo] e per la Campania il rappresentante del Mario-Pesce-a-Fore Project che da semper combatte contro lo strapotere dei Benito Ulivo che a Napoli fanno il bello e il kattivo tempo nel kampo dell’arte. Che gli prendesse un krampo.
Il sonno della Regione genera mostre.
Questo è un dato assodato un po’ dappertutto dove il fatto grave non è tanto che si siano costruite delle cattedrali nel deserto quanto piuttosto che sia stato portato il deserto nelle cattedrali.
Qui a Roma, per esempio, passato il giorno dell’inaugurazione che si porta appresso tutto il solito codazzo di collasboratori, di addetti ai favori, di scodinzolatori professionali, se ti rechi al Maxxi e/o al Macro – le due mega strutture per l’arte contemporanea – non ci trovi mai un cazzo di nessuno. Solo luoghi morti. Orti conclusi per non viventi. Il paradiso dei Danilo Eccher, dei Giacinto Di Pietrantonio, dei Valerio Dehò, dei Luciano Caramel, dei Marco Tonelli, dei Come-si-chiama Verzotti.
Dei pisciasotto che riproducono all’infinito lo stesso schema espositivo.
Il Pesce a Fore è un collettivo creativo [ne abbiamo ampliamente parlato in passato] che sogna di cambiare l'attuale sistema dell'arte diktatoriale. Un sistema di spARTIzione che risulta fortemente kastrante e frustrante per chi non riesce a adattarsi alla merda imperante o per chi intende farsi adottare e imboccare. Per snobismo, per orgoglio, per non volere leccare. Non importa per quale ragione.
Le strategie di resistenza sono molteplici. Tra queste, Mario-Pesce-a-Fore ne ha indicata al momento una. Prioritaria. Votare Antonio Milanese, artista in lista, altrimenti noto come Comandante Polvere. Polvere eravamo e Polvere torneremo.
Tremila voti per far giungere l’urlo - non quello di Munch, che appena mette fuori la testa se lo fregano - degli artisti napulitani, l’urlo dei graffitari, degli smadonnari, dei che si sono rotti dei pataccari internazionali nominati dall’amministrazione pubblica per infiocchettare le piazze con opere provenienti dai soliti circuiti dell’Auction painting, con opere globalizzate da un mercato gonfiato, monoteistico, monopolistico. Monotono.
Viva le arti mancanti. Le arti fantasma che, come l’arto amputato, fanno sentire al resto del corpo vivente la loro perdurante e perturbante presenza.
Domenico Di Caterino nasce a Napoli il 07/08/1973, dal 1997 è portavoce della Posse d’artisti “Mario Pesce a Fore”, nata tra l’Accademia di Belle Arti di Napoli, il centro sociale officina 99 ed il Laboratorio Okkupato s.k.a. per contestare il nuovo ordine globale dell’arte transnazionale dell’Impero anarco liberista.
Nell’estate 2005 il “Mario pesce a fore” muore per generare il “Pesce a Fore no project” tra Napoli e la Sardegna ed il “P.A.AFF.” Posse Artisti Affamm’, ricerca collettiva nomade concepita all’interno del centro sociale “Insurgentia”, un progetto di riemersione del capitale artistico contemporaneo sommerso dall’economia dell’Impero g
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L'attuale folle progetto artistico di Mimmo Di Caterino consiste nell'esporre in permanente a casa di chiunque faccia richiesta a costo zero per autoinflazionarsi e proseguire con dignità e libertà la propria ricerca artistica.
Expos Solo (Listing)
Espone in permanente a casa sua in Via Salvatore Tommasi n.62 a Napoli ed in Via La Marmora n.129 a Cagliari, inoltre puoi averlo a casa tua facendone specifica richiesta.
Con...tatto d'arte: 11-21 Agosto, Torre Boldone a Bologna.
Auto inflazionato o deflazionato?
Gentile Domenico di Caterino,
volevo informarla che dal giorno 11 al 21 Agosto verrà allestita una mostra
coi suoi lavori presso la festa provinciale di Liberazione a Torre Boldone
(BG).
Nel frattempo le allego il pannello introduttivo della mostra, in seguito le
invierò anche le foto dell'evento.
Cordiali saluti,
Emanuele Pezzotta

Articolo
Premio arte ribelle e fuori controllo, conferitogli da Toni Negri nel 2005.