Andrea Volterra
Andrea Volterra, pittore e disegnatore, a volte scrittore di versi. Autore di favole e racconti. Illustratore. Docente di storia dell'Arte e Disegno, alle medie e alle superiori. Totalmente dedicato al mondo dell' espressione e dei linguaggi visivi. Studioso delle antiche e moderne correnti. Costantemente aggiornato relativamente l'analisi delle nuove tendenze artistiche
Scopri opere d'arte contemporanea di Andrea Volterra, naviga tra le opere recenti e acquista online. Categorie: artisti italiani contemporanei. Domini artistici: Pittura, Disegno. Tipo di account: Artista , iscritto dal 2006 (Paese di origine Italia). Acquista gli ultimi lavori di Andrea Volterra su ArtMajeur: Scopri le opere dell'artista contemporaneo Andrea Volterra. Sfoglia le sue opere d'arte, compra le opere originali o le stampe di alta qualità.
Valutazione dell'artista, Biografia, Studio dell'artista:
segni su tre dimensioni • 5 opere
Guarda tuttodaily infections • 4 opere
Guarda tuttodisegni su plastica • 25 opere
Guarda tuttogli altri • 6 opere
Guarda tuttoportraits • 8 opere
Guarda tuttoraccolta provvisoria • 4 opere
Guarda tuttoHebron • 8 opere
Guarda tuttoSanta Madre Chiesa • 3 opere
Guarda tuttovirus batteri e esseri umani • 14 opere
Guarda tuttoRosso (sangre pasion amor) • 7 opere
Guarda tuttolimpidi i giorni scorrono lenti come pareti di marmo sul marmo
bianco di stella di nuvole rosse, riflette la passione su un dorso di insetto
scelta antica pesante, divide l’umore dal nero al sentire forse di rosso e calore
Tu mi ascolti
dolcezza cara leggera,
eccentrico rosso vero sostanzioso
seta di notte d’ombra
rosso come quando provo a divorarti
stella del tuo nome e del mio immerso lontano
seta notturna di notte
rossi come i miei occhi, i miei desideri buoni per abbracciarti
le intensità si scontrano per effetto a ritmo di garrota
rosso di buio di calore
affettuosamente una linea un laccio una scelta
una parola un gesto uno sguardo
Un silenzio
catrame rosso d’anima che non m’ascolta e si muove
rosso forte cieco come adesso che ti voglio
rosso di cera che consuma e in fretta sparisce
profondo nel cuore del Mondo
rosso nascosto disposto ad urlare
stasera ti chiamo per volerti vicino
per cercare ancora quello che voglio
bacio rosso di scuro notturno calore
sensuale capriccio, vera passione
Riconoscimento
Biografia
Andrea Volterra, pittore e disegnatore, a volte scrittore di versi. Autore di favole e racconti. Illustratore. Docente di storia dell'Arte e Disegno, alle medie e alle superiori. Totalmente dedicato al mondo dell' espressione e dei linguaggi visivi. Studioso delle antiche e moderne correnti. Costantemente aggiornato relativamente l'analisi delle nuove tendenze artistiche
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Nazionalità:
ITALIA
- Data di nascita : 1970
- Domini artistici:
- Gruppi: Artisti Italiani Contemporanei
Eventi d'arte in corso e a breve
Influenze
Formazione
Valore dell'artista certificato
Realizzazioni
Attività su ArtMajeur
Ultime notizie
Tutte le ultime notizie dall'artista contemporaneo Andrea Volterra
introduzione all'artista
Andrea Volterra, pittore e disegnatore, a volte scrittore di versi. Autore di favole e racconti. Illustratore. Docente di storia dell'Arte e Disegno, alle medie e alle superiori. Totalmente dedicato al mondo dell' espressione e dei linguaggi visivi. Studioso delle antiche e moderne correnti. Costantemente aggiornato relativamente l'analisi delle nuove tendenze artistiche

scanning
Piazza Sforza Cesarini 25/A - 00186 Roma
A cura di Stefano Elena
“Meglio gli sfregi che la pelle intatta”
La poetica di Andrea Volterra si basa sostanzialmente su una pittura che vuole evidenziare i sentimenti e le passioni con forza e veemenza. Nella sua ricerca, tutta in divenire, Volterra vuole arrivare a raffigurare l’essere umano come conseguenza di una vita spesso priva di armonia e difficile da sopportare. Il disagio esistenziale che è parte integrante dell’essere umano viene documentato dalla sua arte.
Un altro aspetto è l’attenzione verso coloro che sono messi ai margini della società: quadri come “Il Nessuno” o “Il Peggiore” fanno parte di questa riflessione.
I sentimenti importanti che si provano nell’arco della vita, come l’amore ad esempio, nei dipinti di Volterra non sono certo descritti con rose o angioletti: nel dipinto “Cupido” s’intravede una figura mostruosa avvolta in rigolii di rosso acceso, passione allo stato puro, senza compromessi; l’amore è vorace, toglie le forze, può far molto male, lasciando ferite profonde e dunque il Cupido può trasformarsi in creatura temibile,…
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La personalità artistica di Andrea Volterra: un visionario dalle innumerevoli pulsioni, originale, non un individualista alla Blake perfetto sulla scia del suo impeccabile delirio, ma un visionario espressionista alla Munch; per cui il vissuto altrui è mutuamente e profondamente impastato alle proprie emozioni, perché tutti gli umani -anzi i viventi- sono figli della stessa genesi e della stessa cellula, nascono dalle viscere della terra (e delle acque) sollevandosi a fatica dallo stadio primordiale, qualsiasi raggiungano, anche quello futuribile: anch’esso porta un sudore antico imbrattato di fango e di Kaos, nel suo viaggio verso il Logos, tanto agognato soprattutto dagli umani, loro causa prima di dolore e dramma.
L’humus di cui è pervasa quest’opera singolare e pluriespansa è il corpo unico di A.Artoid, consiste proprio nella “visione” lucida delle origini ancestrali ereditate tanto da un pesce quanto da una donna ( tra i soggetti dei suoi dipinti); ne derivano forme antropomorfe, ambigue, possibili come gli organismi fermi, fissi, muti, “sottospirito”, reduci da una selezione naturale deviata. Non seguire il codice, attraverso la folle e prorompente anomalia, genera una forza vitale di cui l’errore e la deviazione sono “consuetudine” della sua potenza creativa.
Si percepiscono atmosfere pastose, soffocanti, a tinte forti, le forme sono indefinite, a stento individuabili e distinguibili dal contesto: la vita risucchia le distinzioni, azzera le differenze, banalizza lo scandaglio figurativo e cromatico; il colore è grezzo, confuso nei pigmenti, misto nello sfumato, invasivo nelle dinamiche di un cangiante scambismo; il languido e sereno pastellato di un’eventuale natura rasserenante non è contemplato come una dimensione reale, tanto meno possibile.
L’ampiezza dei quadri vorrebbe assolutizzare i soggetti che nascono su immagini scaturite da un lampo della mente e -in sincronia come un tuono- formulate in un “titolo” da cui poi si ergerà l’opera figurativa di Andrea Volterra. Il titolo è proprio quell’Assoluto, è l’Apriori, l’Origine, la motivazione e la finalità del dipinto stesso, come una frase dei C.C.C.P, viscerale e matrice inesorabile nella sua immanenza.
Inoltre la sua pittura trova riscontro -a detta dell’autore stesso- nei riferimenti musicali dell’underground dark-gotico-punk su caposaldi storici, Joy Division, Sex Pistols, Clash: un contorsionismo deformante e allucinato in cui il “ridondante” è lo status e il demone del dipinto, dove forma e contenuto sono tutt’uno.
La totalità è il totem a cui tende il soggetto: assoluto che evoca una musica assordante… una dimensione fagocitante e fagocitata nel magma dell’Essere. Eppure questo magma -all’impatto visivo dinamico nell’aggettanza- ferma l’attimo come sabbie mobili, prima dell’esplosione trasfusa in emozione sorda e implosa, attraverso una ieratica icona: simbolo del percorso evolutivo di ogni organismo e poi… degli umani e dei loro inconfessati turbamenti, sortiti da torbidi pensieri, inevitabili, inquietanti, morbosi, viscerali…fino all’urlo cosmico che “paralizza”. La paralisi permane dinanzi agli elementi-eventi più “sconvenienti”e naturali al tempo stesso; si riesumano le condizioni e gli stati più raccapriccianti e a volte i temi assumono una connotazione apparentemente sociale ma rivelano in realtà una condizione esistenziale insostenibile; e qui affiorano livori a contrasti forti, linee nervose, ostili, taglienti, squassanti: ineluttabili.
Marga Esposito
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“ Non esiste buona pittura sul nulla” sosteneva Rothko, ed è questo il caso di Andrea Volterra..
La sua arte, infatti, nasce dal rapporto stretto con il mondo che lo circonda. Acuto osservatore di quelli che sono i mali della nostra società e dell’uomo stesso, le sue opere sono pregne di profondi significati.
Attratto dalla figura, potremmo dire che le sue sono forme dell’umano sentire, un animo tormentato che si muove e si agita sentendo la pressione della vita. Un “uomo assediato“, la cui forma viene destrutturata in un gesto pittorico che si muove sulle orme di Francis Bacon e di Willem De Kooning.
La tecnica pittorica di Andrea Volterra risente della lezione dell’informale e dell’espressionismo, ma la sua materia è personale. Predilige l’unione di gesso, oli e bitume nelle sue grandi tele.
Nelle sue opere materia e colore non sono meno importanti delle motivazioni, dei significati profondi che si concretizzano anche nei “nomi” delle stesse opere. Motivazioni che lo animano sono magistralmente espresse nei suoi scritti .
Società, politica, sensibilità dell’uomo sono alla base delle sue opere tutte.
Le opere di questo giovane artista sono piene di forza, una violenza espressiva che pulsa, sembra pompare sangue . Una materia viva, la sua, ferita come un tessuto che non è solo organico ma anche sociale e spirituale.
Il rosso è un colore molto presente nelle sue opere, ed è diretta espressione di quelle opprimenti pareti che stringono l’uomo nella sua vita, nella sua scatola sociale .
L’arte di Andrea Volterra non gratifica, non ci fa sentire “a casa” , ma ci sbatte in faccia proprio quel senso di disagio quella sofferenza interiore, quella perdita di identità dove il corpo e l’animo imprigionati in vibranti pennellate scrutano all’esterno.
L’occhio, elemento ricorrente nei suoi dipinti, ha la funzione di connessione tra ciò che è dentro e ciò che è fuori , tra artista e spettatore, tra uomo e società .
Di grandissimo valore anche i suoi disegni: in essi si concentra sulla figura femminile ritratta nella sua nuda sensualità, dove non viene messa in evidenza la sua morbidezza quanto la sua durezza, che nasce dalle forme del corpo come spalle, bacino, gambe ritratte con un segno che è tutto di Andrea Volterra. Un segno riconoscibile perché fortemente incisivo, quasi un solco nero sul foglio, dove la figura viene intagliata in un gesto rapido e vibrante. Non si può non cogliere l’influenza dell’espressionismo di Schiele, ma il suo tratto ha in se tutta la forza vitale di Andrea.
Manuela Grasso
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Testi Critici, Testimonianze
La personalità artistica di Andrea Volterra: un visionario dalle innumerevoli pulsioni, originale, non un individualista alla Blake perfetto sulla scia del suo impeccabile delirio, ma un visionario espressionista alla Munch; per cui il vissuto altrui è mutuamente e profondamente impastato alle proprie emozioni, perché tutti gli umani -anzi i viventi- sono figli della stessa genesi e della stessa cellula, nascono dalle viscere della terra (e delle acque) sollevandosi a fatica dallo stadio primordiale, qualsiasi raggiungano, anche quello futuribile: anch’esso porta un sudore antico imbrattato di fango e di Kaos, nel suo viaggio verso il Logos, tanto agognato soprattutto dagli umani, loro causa prima di dolore e dramma.
L’humus di cui è pervasa quest’opera singolare e pluriespansa è il corpo unico di A.Artoid, consiste proprio nella “visione” lucida delle origini ancestrali ereditate tanto da un pesce quanto da una donna ( tra i soggetti dei suoi dipinti); ne derivano forme antropomorfe, ambigue, possibili come gli organismi fermi, fissi, muti, “sottospirito”, reduci da una selezione naturale deviata. Non seguire il codice, attraverso la folle e prorompente anomalia, genera una forza vitale di cui l’errore e la deviazione sono “consuetudine” della sua potenza creativa.
Si percepiscono atmosfere pastose, soffocanti, a tinte forti, le forme sono indefinite, a stento individuabili e distinguibili dal contesto: la vita risucchia le distinzioni, azzera le differenze, banalizza lo scandaglio figurativo e cromatico; il colore è grezzo, confuso nei pigmenti, misto nello sfumato, invasivo nelle dinamiche di un cangiante scambismo; il languido e sereno pastellato di un’eventuale natura rasserenante non è contemplato come una dimensione reale, tanto meno possibile.
L’ampiezza dei quadri vorrebbe assolutizzare i soggetti che nascono su immagini scaturite da un lampo della mente e -in sincronia come un tuono- formulate in un “titolo” da cui poi si ergerà l’opera figurativa di Andrea Volterra. Il titolo è proprio quell’Assoluto, è l’Apriori, l’Origine, la motivazione e la finalità del dipinto stesso, come una frase dei C.C.C.P, viscerale e matrice inesorabile nella sua immanenza.
Inoltre la sua pittura trova riscontro -a detta dell’autore stesso- nei riferimenti musicali dell’underground dark-gotico-punk su caposaldi storici, Joy Division, Sex Pistols, Clash: un contorsionismo deformante e allucinato in cui il “ridondante” è lo status e il demone del dipinto, dove forma e contenuto sono tutt’uno.
La totalità è il totem a cui tende il soggetto: assoluto che evoca una musica assordante… una dimensione fagocitante e fagocitata nel magma dell’Essere. Eppure questo magma -all’impatto visivo dinamico nell’aggettanza- ferma l’attimo come sabbie mobili, prima dell’esplosione trasfusa in emozione sorda e implosa, attraverso una ieratica icona: simbolo del percorso evolutivo di ogni organismo e poi… degli umani e dei loro inconfessati turbamenti, sortiti da torbidi pensieri, inevitabili, inquietanti, morbosi, viscerali…fino all’urlo cosmico che “paralizza”. La paralisi permane dinanzi agli elementi-eventi più “sconvenienti”e naturali al tempo stesso; si riesumano le condizioni e gli stati più raccapriccianti e a volte i temi assumono una connotazione apparentemente sociale ma rivelano in realtà una condizione esistenziale insostenibile; e qui affiorano livori a contrasti forti, linee nervose, ostili, taglienti, squassanti: ineluttabili.
Marga Esposito
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“ Non esiste buona pittura sul nulla” sosteneva Rothko, ed è questo il caso di Andrea Volterra. La sua arte, infatti, nasce dal rapporto stretto con il mondo che lo circonda. Acuto osservatore di quelli che sono i mali della nostra società e dell’uomo stesso, le sue opere sono pregne di profondi significati.
Attratto dalla figura, potremmo dire che le sue sono forme dell’umano sentire, un animo tormentato che si muove e si agita sentendo la pressione della vita. Un “uomo assediato“, la cui forma viene destrutturata in un gesto pittorico che si muove sulle orme di Francis Bacon e di Willem De Kooning.
La tecnica pittorica di Andrea Volterra risente della lezione dell’informale e dell’espressionismo, ma la sua materia è personale. Predilige l’unione di gesso, oli e bitume nelle sue grandi tele.
Nelle sue opere materia e colore non sono meno importanti delle motivazioni, dei significati profondi che si concretizzano anche nei “nomi” delle stesse opere. Motivazioni che lo animano sono magistralmente espresse nei suoi scritti .
Società, politica, sensibilità dell’uomo sono alla base delle sue opere tutte.
Le opere di questo giovane artista sono piene di forza, una violenza espressiva che pulsa, sembra pompare sangue . Una materia viva, la sua, ferita come un tessuto che non è solo organico ma anche sociale e spirituale.
Il rosso è un colore molto presente nelle sue opere, ed è diretta espressione di quelle opprimenti pareti che stringono l’uomo nella sua vita, nella sua scatola sociale .
L’arte di Andrea Volterra non gratifica, non ci fa sentire “a casa” , ma ci sbatte in faccia proprio quel senso di disagio quella sofferenza interiore, quella perdita di identità dove il corpo e l’animo imprigionati in vibranti pennellate scrutano all’esterno.
L’occhio, elemento ricorrente nei suoi dipinti, ha la funzione di connessione tra ciò che è dentro e ciò che è fuori , tra artista e spettatore, tra uomo e società .
Di grandissimo valore anche i suoi disegni: in essi si concentra sulla figura femminile ritratta nella sua nuda sensualità, dove non viene messa in evidenza la sua morbidezza quanto la sua durezza, che nasce dalle forme del corpo come spalle, bacino, gambe ritratte con un segno che è tutto di Andrea Volterra. Un segno riconoscibile perché fortemente incisivo, quasi un solco nero sul foglio, dove la figura viene intagliata in un gesto rapido e vibrante. Non si può non cogliere l’influenza dell’espressionismo di Schiele, ma il suo tratto ha in se tutta la forza vitale di Andrea.
Manuela Grasso
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“Meglio gli sfregi che la pelle intatta”.
La poetica di Andrea Volterra si basa sostanzialmente su una pittura che vuole evidenziare i sentimenti e le passioni con forza e veemenza. Nella sua ricerca, tutta in divenire, Volterra vuole arrivare a raffigurare l’essere umano come conseguenza di una vita spesso priva di armonia e difficile da sopportare. Il disagio esistenziale che è parte integrante dell’essere umano viene documentato dalla sua arte.
Un altro aspetto è l’attenzione verso coloro che sono messi ai margini della società: quadri come “Il Nessuno” o “Il Peggiore” fanno parte di questa riflessione.
I sentimenti importanti che si provano nell’arco della vita, come l’amore ad esempio, nei dipinti di Volterra non sono certo descritti con rose o angioletti: nel dipinto “Cupido” s’intravede una figura mostruosa avvolta in rigolii di rosso acceso, passione allo stato puro, senza compromessi; l’amore è vorace, toglie le forze, può far molto male, lasciando ferite profonde e dunque il Cupido può trasformarsi in creatura temibile,…
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