Renato Chiesa Renato Chiesa è una figura di pittore e scultore con una sua inconfondibile identità nel panorama dell’arte contemporanea. Nato a Lecco nel 1947, ha studiato arti applicate in Francia dove ha anche esposto per diversi anni. Dal 1971 vive e lavora a Milano. La sua carriera cinquantennale è costellata di innumerevoli riconoscimenti a livello internazionale. Le sue opere battute nelle più prestigiose case d’asta sono, finora, oltre 360. Si tratta insomma di una personalità di tutto rilievo destinata perdurare anche nei prossimi decenni, accanto a nomi oggi ben più famosi. Renato Chiesa è un personaggio che vive di luce propria; non ha insomma debiti verso figure storiche di riferimento, né esistono filoni artistici che possano chiaramente classificarlo. Figurativo o astratto per lui possono essere pure etichette o convenzioni. Ciò che fa testo è l’energia e la spregiudicatezza che l’artista mette in campo. Una caratteristica che colpisce di Chiesa è proprio la sua esuberanza, il dinamismo che sprigionano le sue tele a livello plastico e spaziale. Un turbinio di variazioni cromatiche, come un susseguirsi di onde fantasmagoriche, che fa da sfondo ai temi che campeggiano in modo quasi irriverente. La sfera è forse il leit-motiv, quasi un marchio di riconoscimento per questo artista. E in effetti di sfere, colte in tutte le più disparate prospettive, abbondano le sue opere. Con un rilievo, nel vero senso della parola, del tutto particolare. E’ come un consumato giocatore di biliardo che ad ogni tentativo, attraverso impensabili traiettorie, partendo anche dai punti più scomodi riesca a mandare sempre in buca. Se non è uno sfondo straripante di vitalità a sostenere, ovvero a mantenere meravigliosamente a galla, la sfera, è la sua precisa, assolutamente nitida ombra. Ed è proprio in un gioco d’ombre in cui si ripiega l’energia dell’artista quando, per una mossa un po’ sorniona, si rifiuta di uscire allo scoperto. A Renato Chiesa, dicevamo, piace sorprendere, non per partito preso, ma per una intuizione che sa andare oltre le aspettative dell’osservatore. La serie dei ritratti di donne e uomini famosi, così come quello dei pacchetti di sigarette (un divertissement autobiografico), è il corrispettivo, a livello figurativo, delle sue rappresentazioni sferico-astratte. Ma anche in questo “doppio salto mortale” l’artista, riesce ad atterrare con scioltezza come un perfetto equilibrista. Ed è l’ennesima dimostrazione della propria onesta intellettuale: uno spirito che riesce ad imporsi, riemergendo dal caos tempestoso delle proprie emozioni e mantenendo la propria rotta lungo una direttrice destinata a durare