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Antimo Mascaretti

Ritorna alla lista Aggiunto il 28 mar 2018

Georg Baselitz in occasione degli ottanta anni.

Due grandi retrospettive a Basel festeggiano gli ottanta anni di Georg Baselitz. Alla Fondazione Beyeler con circa novanta dipinti e diverse sculture e per quanto riguarda l' opera grafica, il Kunstmuseum ha allestito una mostra esaustiva di questo aspetto della produzione dell' artista tedesco.

Al di là delle celebrazioni, questa è un'occasione per parlare di alcuni aspetti cruciali della pittura degli ultimi decenni in Europa, ed anche del dominio ideologico anglosassone e segnatamente americano che dalla fine del secondo conflitto mondiale ancora perdura e purtroppo prevedo, durarà per chissà quanti anni ancora, Baselitz, a giudicare essenzialmente le sue opere è un artista non di primo ordine, spesso la sua produzione è certo molto mediocre e la pittura arraffazzonata, La trovatina del rovesciamento dei quadri nel momento di esporli non è certo frutto di una elaborazione teorica degna del Paese di Goethe,  per non parlare della scultura che non merita neppure un commento. Allora si dirà, a cosa è dovuto il grande successo di questo artista a partire dalla metà degli anni '60 dello scorso secolo? Proverò a cercare di spiegarne la dinamica secondo il mio modesto avviso.

Il discorso critico su Baselitz  non può in nessun caso ignorare la condizione particolare in cui si è trovata la Germania nei tanti anni di divisione al seguito del disastro della guerra. Tra la parte occidentale, che subito è stata soggetta all' influsso, anche artistico, degli americani e la parte orientale, ideologicamente orientata al predominio negli aspetti culturali di una dottrina sociale di tipo marxista, rigida ed intollerante. La differenziazione della produzione artistica delle due Germanie è stata ovviamente netta. Baselitz è stato uno degli artisti nato nella DDR, che per vicissitudini dovute alla sua intolleranza del regime, ben presto è emigrato nel settore occidentale. In sostanza il successo di Baselitz, che si mise in evidenza con una famosa mostra scandalo che finì anche in tribunale, è dovuto all'allineamento che questo artista ha subito assunto nei confronti del predominio culturale imposto in qualche maniera ìdagli occupanti.

Baselitz nega per la sua pittura persino un influsso netto dell' espressionismo, vero filone di arte veramente tedesca, forse l'ultima espressione di un arte che senza essere provinciale, metta in evidenza le specificità dell'arte tedesca da sempre ricercate dagli storici dell'arte di questo Paese. Questa negazione di Baselitz è singolare. in primis perchè la sua pittura pur essendo spesso fiacca, è di diretta derivazione proprio da quel fenomeno artistico, agli occhi di chiunque la guardi, ( si metta  a raffonto la pittura di baselitz con quella dei "Neue Wilde" degli anni '80), in seconda istanza è sconcertante perchè quel diniego si sposa con un contemporaneo allinearsi al conformismo di mercato che l' ideologia americana trascina come male ineluttabile. Baselitz ha capito ben presto che se avesse voluto perseguire un'arte che affandasse le radici nella storia martoriata del suo Paese, non sarebbe stato gradito da quel mercato che è disposto a vendere a milioni di dollari qualunque idiozia, purchè non contrasti ideologicamente con lo strapotere che vi si sottointende. Anche un altro artista tedesco contemporaneo, che io reputo però, certamente molto superiore a Baselitz, cioè Anselm Kiefer, nel perido di maggior efficacia delle sue opere, quello iniziale, fu subito messo in "quarantena" da una visione ideologica che non lo poteva "utilizzare" così come si presentava in quella prima fase della sua evoluzione. Più tardi, l' artista, a mio modo di vedere, ha finito per perdere mordente, ha cominciato ad elaborare opere in linea con lo spirito decaduto dei tempi, e subito è esploso, quarda caso, un successo internazionale veramente rilevante.

Cosa ci fa pensare tutto questo? Che la mistificazione dell'arte ha raggiunto il suo culmine. Il predominio di un mercato conformista e mortifero ci annoia persino. Poco ci importa se Baselitz ha venduto la sua arte all'illusione americana di un predominio anche culturale sulla vecchia Europa,( che non è mai esistito nonostante le bombe atomiche). Ci interessa invece, la riflessione obbligata sul fatto  se esista o meno ancora una arte contemporanea "europea", con le specificità dei vari Paesi che appartengono al vecchio continente. Sembrerebbe di no. Certo, molti artisti lavorano emarginati ed in silenzio, ma essi non avranno mai il plauso delle grandi gallerie americane e meno che mai i favori delle aste, condizionate dal medesimo conformismo letale. Tuttavia la certezza che artisti non allineati ci siano, non consola  circa l'andamento generale e dovrebbe finalmente costringerci a prendere posizione netta per una differenziazione della nostra tradizione, con tutti i drammi che pure ci sono stati, da un modo di intendere prima che l'arte, la vita e il mondo. Ma episodi come quello recentissimo, dell'espulsione in massa di diplomatici russi dall' occidente, decretata come marionette dai vari Paesi europei e non solo, al seguito di un episodio enfatizzato dal governo conservatore inglese, senza prove certe ed in maniera francamente risibile, non lascia sperare bene circa l'avvento di una concezione del mondo che finalmente si allontani da una anacronistica divisione del pianeta in marcate sfere di pesante influenza, la quale purtroppo, come sappiamo bene, non si limita certo alla politica e all'economia.

Antimo Mascaretti


Artmajeur

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