Top 10 dipinti impressionisti

Top 10 dipinti impressionisti

Olimpia Gaia Martinelli | 28 nov 2023 12 minuti di lettura 0 commenti
 

Come nasce l’Impressionismo? Come tutte le cose: da un’idea! Gli artisti in questione pensarono infatti di dipingere la realtà che li circondava in maniera molto semplice, tralasciando i più complessi e battuti...

Pierre-Auguste Renoir, Colazione dei canottieri, 1880-1881. Olio su tela, 129,9 cm × 172,7 cm. La Collezione Phillips, Washington, DC.

Impressionismo in poche parole

Come nasce l’Impressionismo? Come tutte le cose: da un’idea! Gli artisti in questione pensarono infatti di dipingere la realtà che li circondava in maniera molto semplice, tralasciando i più complessi e battuti soggetti storici e mitologici, tematiche che spesso solevano legarsi anche ad una certa ricerca di perfezione nell’apparenza visiva e quindi esecutiva. Adesso ciò che importava era, come suggerisce il nome della corrente artistica nata in Francia nel 1860 circa, la resa dell’impressione, ovvero di come un paesaggio, ma anche una cosa e una persona, apparivano all’occhio in un circoscritto arco di tempo. Al fine di rendere effettivo tale proposito la maniera di stendere il colore sul supporto cambiò drasticamente: le pennellate erano adesso più leggere, libere e dai colori più tenui, nati da un’esecuzione esclusivamente en plein air. Proprio dall’osservazione all’aperto era riscontrabile come ciò che l’occhio percepiva era effettivamente diverso da ciò che il cervello comprendeva, tanto che catturando gli effetti ottici del momento ci si allontanava definitivamente dalle forme idealizzate e dalla perfetta simmetria, per dar voce al mondo realmente colto dal nostro sguardo. Di fatto, venne anche messa a tacere la prospettiva tridimensionale, fatto tecnico che portò l’Impressionismo a cessare di distinguere gli elementi più importanti di una composizione da quelli di minore significato. Tutte queste caratteristiche si tramutarono in critiche da parte della tradizione accademica dell’epoca, che ormai però non poteva più arrestare l’avanzata dell’arte moderna, nonché dell’intera filosofia associata all’avanguardia.  

Édouard Manet, Colazione sull'erba, 1863. Olio su tela, 208×264 cm. Museo d'Orsay, Parigi.

Édouard Manet: Colazione sull'erba (1863)

L’operato di Édouard Manet, pittore francese a cavallo tra Realismo e Impressionismo, venne molto criticato dal pubblico a lui contemporaneo, che restava alquanto disorientato nel vedere realizzati sul supporto pittorico scorci di vita reale, in cui prendevano forma, talvolta, anche persone ai margini della società, trattati alla stregua di principi delle più tradizionali opere storiche e mitologiche. A quanto sopra si aggiunse anche la diffidenza riserbata al suo peculiare stile, il quale, anticipando l’Impressionismo, era privo, sia di chiaroscuro, che sfumature, poiché accostava tra loro macchie di colore, che, solo se vista da una giusta distanza, generavano le forme ideate dall’artista. Infine, per parlare del maestro che molti riconoscono come il padre dell’Impressionismo, ho scelto di descrivere la Colazione sull’erba, capolavoro del 1863, che scandalizzò profondamente il pubblico del Salon des Refusés, in quanto presentava, oltre che una donna nuda seduta e affiancata da due uomini vestiti, una tecnica pittorica sommaria, per quanto riguarda la descrizione delle forme e dello sfondo. In aggiunta, la profondità dello spazio venne innovativamente resa senza fare ricorso alla prospettiva tradizionale, ma mediante dei suggerimenti, costituiti dalla giustapposizione di macchie di colore diverso. È proprio quanto rappresentato in quest’opera che avrebbe aperto la strada a ciò vedremo in questa top 10: i più importanti capolavori dell’Impressionismo!

Claude Monet, Impressione, sole nascente, 1874. Olio su tela, 48 cm × 63 cm. Museo Marmottan Monet, Parigi.

Claude Monet: Impressione, sole nascente (1874)

Ecco un altro capolavoro che non è solo pittura, ma anche storia tangibile del movimento Impressionista, in quanto Impressione, sole nascente venne esposto, nel 1874, presso l’ex studio del fotografo Nadar, suggerendo, con il suo titolo, il nome dell’intera corrente artistica. Il dipinto in questione, realizzato in plein air per catturare ciò che il maestro scorse dalla finestra della sua stanza d’hotel a Le Havre, ripropone la vista al mattino del porto, mentre il mare è solcato da alcune barche e l’orizzonte mostra la vita industriale del contesto urbano. Quanto descritto presenta già tutte le caratteristiche care al più maturo Impressionismo, tanto che la veduta è resa mediante pennellate accostate, veloci e libere, pronte a dar forma a tutti gli elementi della composizione. Infatti, è solo osservando tutto l’insieme che possiamo intuire a pieno la natura dei soggetti immortalati, che, se presi ad uno ad uno,  quasi perdono la loro identità. Ciò fa comprendere le reali intenzioni dell’artista, che non erano ormai più quelle di dar vita a una scena naturalistica, ma evocarla attraverso suggestioni ambientali. Infine è bene svelare un segreto, ovvero cosa all’atto pratico consentì a Monet di eseguire il suddetto capolavoro? Allora, è necessario rivelare come la pratica della pittura all’aperto, tipicamente Impressionista, fu consentita dall’invenzione del 1841 di John Rand, che diede vita ai tubetti metallici per conservare i colori ad olio, da quel momento in poi facilmente trasportabili ovunque!

Edgar Degas, La scuola di danza, 1873-1876. Pittura ad olio su tela, 83,5 x 77,2 centimetri. Metropolitan Museum of Art, New York.

Edgar Degas: La scuola di danza (1873-1876)

Prima di parlare del capolavoro in questione è bene mettere in chiaro l’identità del pittore, che, in un primo momento decisamente più vicino al Realismo, si accostò, a partire dagli anni Settanta dell’Ottocento, ai soggetti di vita moderna dell’Impressionismo, nonostante egli si mantenne sempre distante, sia dalla pittura en plein air, che dall’eliminazione della linea di contorno. Adesso che abbiamo chiarito cosa renda il maestro francese un atipico impressionista possiamo passare alla descrizione di una delle sue tele più note: La scuola di danza, immagine che, seppur realizzata in studio, appare come creata di getto, al fine di immortalare il foyer di danza dell’Opéra di Parigi, dove l’artista poteva accedere per l’intercessione dell’amico direttore d’orchestra. Da questo luogo privilegiato il pittore ha catturato una giovane ballerina intenta ad eseguire dei passi sotto l’occhio del maestro, il celebre coreografo Juler Perrot. A proposito delle altre fanciulle in tutù, invece, esse approfittano del momento di pausa per riposare, forse chiacchierare con voce bassa e sistemarsi gli abiti. Il tutto risulta essere estremamente spontaneo e naturale, proprio perché Degas conferisce nuova importanza  alla quotidianità, riproducendola talvolta con un’attenzione quasi ossessiva, sempre pronto a sintetizzare atteggiamenti e attitudini della più autentico modo di stare nelle situazioni.  

Pierre-Auguste Renoir, Colazione dei canottieri, 1880-1881. Olio su tela, 129,9 cm × 172,7 cm. La Collezione Phillips, Washington, DC.

Pierre-Auguste Renoir: Colazione dei canottieri (1880-1881)

Come Monet, Renoir è un autentico Impressionista, autore di uno dei più noti capolavori della corrente artistica di nostro interesse, ovvero: La colazione dei canottieri, tela del 1880 circa, in cui egli raffigura amici e conoscenti sapientemente diretti, quasi come all'interno di un set cinematografico. Il tutto va a comporre una scena il cui, sotto a un dehors, canottieri e altre figure si ragguppano intorno a un tavolo, sul quale si intende che si è appena finito di consumare un pasto. I soggetti immortalati pensano adesso a conversare, godendosi l'atmosfera di un caldo pomeriggio passato sulla Senna, fiume che, come si nota in alto a sinistra, letteralmente facendosi spazio tra le piante, viene percorso da alcune imbarcazioni. Ad essere però maggiormente valorizzati, in quanto colti in primo piano, sono una ragzza che gioca con un cagnolino, mentre viene osservata da un canottiere, e un altro canottiere preso a riposare appoggiato alla balaustra sulla sinistra. In aggiunta, sempre vicini allo spettatore, risultano essere anche i due giovani seduti al tavolo, che sono intenti a dare le spalle alle più chiassose figure sullo sfondo. Ancora una volta la trama del dipinto viene costituita da grandi pennellate materiche, pronte a sfumare i contorni delle forme, i cui dettagli vengono accennati, ma non descritti.  

Edgar Degas, L'Assenzio, 1875-1876. Olio su tela, 92×68 cm. Museo d'Orsay, Parigi.

Edgar Degas: L'Assenzio (1875-1876)

Eccolo Degas, si, proprio lui, ancora una volta! Del resto, era impossibile non comprendere nella classifica i suoi Bevitori di assenzio, opera che, oltre a documentare una triste realtà dell'epoca, venne ispirata dall'Ammazzatoio di Emile Zola, di cui il pittore conobbe alcune anteprime. Di fatto, proprio lo scrittore confessò all'artista come avesse parlato della condizione degradata in cui riversava il proletariato di Parigi, ben personificato, all'interno del capolavoro, da due amici di Degas. Quest'ultimi però, una volta terminato il dipinto, si lamentarono di come questo avrebbe potuto intaccare la loro reputazione, tanto che il pittore decise di dichiarare pubblicamente come le due figure non erano realmente degli alcolisti. Nell'opera, però, i due avventori sono seduti ad i tavoli di un cafè, sui quali poggiano bevande alcoliche, nonostante gli effigiati paiono quasi lasciarle lì, forse perchè, già ubriachi, paiono ormai esser presi da più pensanti pensieri, che proiettano i loro sguardi direttamente nel vuoto, fatto che raggiunge il suo apice espressivo nel volto triste e sofferente della donna. Stasera aperitivo?

Claude Monet, Lo stagno delle ninfee, Armonia rosa, 1900. Olio su tela, 89,5×100 cm. Museo d'Orsay, Parigi.

Claude Monet: Lo stagno delle ninfee, Armonia rosa (1900)

Era impossibile non fare nuovamente riferimento al più popolare degli impressionisti, senza ombra di dubbio: Claude Monet, autore del celebre Lo stagno delle ninfee, armonia in rosa datato 1900, opera in cui si palesa di fronte allo sguardo del fruitore l'imponente figure di un ponte ad arco, pronto ad attraversare uno stagno di nifee. Il tutto viene illuminato dai raggi del sole, intenti a penetrare con cura ogni fronda, mentre i fiori si palesano nel loro colore predominante: il rosa! In primo piano, invece, troviamo la riva, contraddistinta dalla presenza di una fitta e alta vegetazione, che, in alcuni punti, si fonde con le foglie pendenti dei salici. Ancora una volta si parla della luce che filtra creando zone di ombra e zona di luce, pronte a rendere una ricca alternanza di sfumature, che si estendono sull'acqua e sulle rive. Dove si trova il soggetto del paesaggio di Monet? A Giverny, ovvero nella residenza dell'artista, dove egli si occupava in prima persona della cura delle variegate piante del giardino, che voleva trasformare in un teatro verde, sempre pronto a divenire soggetto della sua arte, in cui fece anche costruire il sovra menzionato ponte in stile giapponese. 

Gustave Caillebotte, Strada di Parigi in un giorno di pioggia, 1877. Olio su tela, 212,2 cm × 276,2 cm . L'Art Institute di Chicago, USA.

Gustave Caillebotte: Strada di Parigi in un giorno di pioggia (1877)

Strada di Parigi in un giorno di pioggia di Gustave Caillebotte racconta e documenta la ristrutturazione della capitale francese, ch'ebbe luogo alla fine dell'Ottocento su progetto di Georges-Eugène Haussmann, pronta a palesarsi nella raffigurazione di un ampio incrocio presso la stazione di Saint-Lazare, che si sotituì ad una più antica zona collinare di strade strette, tortuose e di edifici fatiscenti. Questo nuovo volto di Parigi viene percorso dai soggetti principali dell'opera, ovvero una coppia di passanti che cammina sottobraccio, riparandosi dalla pioggia sotto ad un ombrello e incrociando un altro passante, che trova posto affiancato alla facciata di un palazzo sulla destra. Sulla sinistra, invece, altre persone passeggiano, sempre munite di ombrello, schivando via via anche qualche carrozza, che trova la sua ragion d'essere sotto la presenza di grandi palazzi, probabilmente pronti a specchiarsi nei molteplici riflessi costituiti dal pavimento in blocchetti di pietra bagnata. Sicuramente, questi ultimi riprendono il colore del cielo nuvoloso, il cui orizzonte è dominato dalla presenza di un più esteso palazzo d'angolo, che appare isolato al centro della scena. Infine, sicuramente da notare è un altro, ma silenzioso, protagonista del dipinto: parlo del verde lampione che si erge muto dietro alle figure dei due soggetti principali.

Mary Cassatt, The Boating Party, 1893. Olio su tela, 90 cm × 117,3 cm. Galleria Nazionale d'Arte, Washington, DC.

8. Mary Cassat: The Boating Party (1893)

Si può parlare di Impressionismo senza celebrare le sue donne più illustri? Direi assolutamente di no, e quindi mi affretto nel menzionare Mary Cassat, pittrice e incisore statunitense classe 1844, autrice di The Boating Party. Quest'ultimo capolavoro, realizzato ad Antibes (Costa Azzurra, Francia), raffigura una donna, un bambino e un uomo su di una barca a vela priva di albero, ma con scafo a canoa e tre sedili, ambiente reso dall'utilizzo del colore giallo, che si staglia sul più scuro e ampio azzurro del mare. Di fatto, Cassat usa, sia colori audaci, che più ombrosi, volti a generare contrasti, che raggiungono il loro apice nel confronto tra la squillante imbarcazione e la figura blu del rematore. Nonostante la suddetta trattazione delle cromie, volta a rientrare nella normalità dell'operato dell'artista, ciò che esula è invece il tema dell'opera, che pur includendo quello familiare di madre e figlio, comprende, nell'inedito spazio della barca, anche la figura maschile, spesso tralasciata dalla pittrice. Ad ogni modo, i ruoli all'interno del capolavoro paiono essere fissamente stabiliti, tanto che l'uomo si concentra esclusivamente sul lavoro (adesso il remare) e la donna veglia stabilmente sul figlio. Fa seguito a questa interpretazione l'idea di vedere il remo come uno spartiacque tra il mondo maschile e quello femminile, il secondo indissolubilmente associato dall'artista alla natura, alla creatività e al rinnovamento, regni in cui si palesa l'indiscussa importanza del ruolo della madre all'interno della società.

Berthe Morisot, La culla, 1872. Olio su tela, 56 cm × 46 cm. Museo d'Orsay, Parigi.

Berthe Morisot: La culla (1872)

Berthe Morisot è stata una pittrice impressionista francese, conosciuta per essere una dei fondatori del movimento, oltre che l’autrice di molteplici capolavori della storia dell’arte, tra i quali, ad esempio: La culla. Quest’ultimo dipinto, datato 1872 ed esposto in occasione della prima mostra impressionista tenutasi due anni dopo, raffigura una giovane donna di profilo, che è seduta accanto ad una culla, al cui interno dorme una bambina. La madre non è una semplice modella, ma una delle due sorelle dell’artista, ovvero Edma, immortalata insieme alla nipote di Berthe, la piccola Blanche. Il doppio ritratto in questione è stato concepito per affrontare con coscienza il tema della maternità, uno dei soggetti prediletti dalla pittrice, che si dilettava nel raffigurare scene intime, sempre pronte a rivelare il rapporto d’amore esistente, in particolar modo, tra madri e figlie. A rendere esplicito questo eterno legame sono anche i piccoli dettagli presenti nella composizione, come i volti delle due stesse protagoniste, uniti da una diagolnale compositiva, oltre al gesto della madre di proteggere la piccola, sia con lo sguardo, che con un velo e, infine, il fatto che i due soggetti abbiano entrambi le braccia flesse. 

Claude Monet: Donna con parasole - Madame Monet e suo figlio, 1875. Tela a olio, 100 cm × 81 cm. Galleria Nazionale d'Arte, Washington, DC.

Claude Monet: Donna con il parasole girata verso sinistra (1875)

Aiuto non riesco più a smettere di tirare in ballo Monet, ma, del resto, voi oserete non parlare compulsivamente di lui, mentre vi rapportate ai capolavori più celebri dell'Impressionismo? Personalmente ho deciso di concludere la mia classifica con uno dei dipinti più conosciuti del più noto tra gli impressionisti: Donna con il parasole girata verso sinistra (1886)! L'opera in questione, insieme alla "parente" Donna con il parasole girata verso destra, oltre ad essere conservata presso il Museo d'Orsay, si distingue per il tema indagato. Di fatti, il pittore francese era piuttosto rinomato per i suoi paesaggi, sicuramente prediletti rispetto all'esaltazione della figura umana, che, in questo caso, prende le forme di Suzanne Hoschedé, moglie del pittore impressionista americano Theodore Earl Butler. L'interesse verso quest'ultimo soggetto nasce in un particolare contesto: il maestro stava osservando Suzanne mentre si arrampicava su di una collina a Île aux Orties, luogo e situazione in cui, sull’abito della ragazza, si stavano riproducendo interessanti giochi di luce. Proprio tale visione ha dato vita ad un dipinto avente per soggetto una figura in abiti borghesi tipici del tempo, intenta a riparasi dal sole con un ombrello, mentre è immersa in un paesaggio bucolico, all’interno del quale la natura si mostra rigogliosa. Infine, l’artista rende il tutto particolare conferendogli una peculiare monumentalità, raggiunta mediante l’uso di un punto di vista che si sviluppa a partire dal basso, pronto a slanciare l’immagine della Hoschedé, il cui volto, solo “abbozzato”, risulta essere in ombra, proprio come la maggior parte del suo corpo colto di spalle.  



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