Oltre la Pittura: L'Astrattismo negli Altri Media Artistici

Oltre la Pittura: L'Astrattismo negli Altri Media Artistici

Olimpia Gaia Martinelli | 13 ago 2024 13 minuti di lettura 1 commento
 

L'arte astratta è una corrente artistica che si discosta dall'arte figurativa tradizionale, rappresentando una realtà non oggettiva e non riconoscibile. Il mio intento è quello di spiegare e illustrare come il suddetto linguaggio si sia espresso al di fuori della più tradizionale pittura...

CRACKED BLUE II (2018) Scultura di Pin Vega

L'arte astratta è una corrente artistica che si discosta dall'arte figurativa tradizionale, rappresentando una realtà non oggettiva e non riconoscibile. Mentre il figurativismo si concentra sulla rappresentazione fedele del dato visibile, l'astrattismo si propone di esprimere emozioni, idee e concetti attraverso forme, colori e linee che non imitano direttamente il mondo esterno. Questa divergenza fa sì che l'arte astratta richieda una certa spiegazione per essere pienamente compresa e apprezzata.

L'astrattismo nasce nel contesto della pittura all'inizio del XX secolo, come reazione alle trasformazioni culturali e sociali dell'epoca. Tra i caposcuola dell'astrattismo troviamo maestri come Wassily Kandinsky, Kazimir Malevich e Piet Mondrian. Kandinsky, in particolare, credeva che l'arte dovesse andare oltre la semplice rappresentazione visiva per esplorare il mondo interiore dell'artista e lo spirito umano. Il suo saggio "Lo spirituale nell'arte" del 1911 rappresenta uno dei primi tentativi di teorizzare l'arte astratta.

Successivamente, l'astrattismo si è sviluppato rapidamente in una varietà di stili e movimenti, come il Suprematismo di Malevich e il Neoplasticismo di Mondrian, ognuno con il proprio approccio unico alla forma e al colore. Tali visioni cercavano di distillare l'essenza della realtà in forme geometriche pure e colori primari, creando opere che erano tanto contemplative quanto rivoluzionarie. 

Appare quindi evidente, come per il momento abbiamo parlato di un racconto ormai a tutti alquanto noto: le modalità in cui l'astrattismo è nato e si è imposto nel linguaggio pittorico. Allora voglio adesso spiegare e illustrare come il suddetto linguaggio si sia successivamente espresso nella scultura, nella fotografia e in altri media dell'arte ancora. Il tutto sarà illustrato da esempi contemporanei selezionati dal ricchissimo corpus di opere facenti parte della collezione in divenire di Artmajeur, partiamo quindi dal racconto a proposito del disegno!

I've seen so many landscapes (2023) Disegno di Frank Verreyken

L'astrattismo nel disegno: storia, stile e capolavori

Il disegno e la pittura sono sempre stati strettamente legati, con il disegno spesso considerato una fase preliminare o uno studio per opere pittoriche più grandi. Nell'astrattismo, questa relazione è ancora una volta evidente, in quanto molti pittori astratti hanno prodotto anche disegni astratti, che rispecchiano le loro esplorazioni pittoriche. Come si manifesta questo legame tra i due linguaggi? Esso si palesa nella condivisione di temi, tecniche e obiettivi tra i due media: entrambi cercano di superare la rappresentazione figurativa tradizionale per esplorare nuove forme di espressione artistica.

Andando nel dettaglio, il sopra citato Wassily Kandinsky, ad esempio, ha anche realizzato numerosi disegni astratti, che, come le sue pitture, evitano le rappresentazioni riconoscibili, per concentrarsi su composizioni puramente ideali, intese per esplorare il colore e la forma ed evocare emozioni e concetti spirituali.

In modo affine Piet Mondrian ha applicato i principi geometrici nei suoi disegni così come nelle sue pitture, mentre Kazimir Malevich, con il suo Suprematismo, ha creato disegni che esplorano la pura sensibilità della forma, senza alcun riferimento a oggetti fisici, proprio come nella sua arte pittorica.

Ma allora: cosa distingue un disegno da una pittura astratta? Se è vero che il primo media condivide molte caratteristiche con il secondo, come l'uso di forme geometriche, linee fluide e colori contrastanti, intesi per evocare emozioni e concetti. Tuttavia, il disegno astratto ha anche le sue peculiarità distintive, in quanto, mentre la pittura può sfruttare le qualità uniche del colore e della texture, il disegno tende a concentrarsi maggiormente sulla linea, la composizione e la forma, utilizzando una gamma più limitata di colori, spesso concentrandosi su bianco e nero o tonalità monocromatiche per enfatizzare la struttura e il movimento. Infine, se il disegno astratto spesso esplora la spontaneità e l'immediatezza del segno, la pittura può richiedere processi più lunghi e strati di lavoro. 

Untitled 838 (2024) Dipinto di Oto Macek

Untitled 3732 (2023) Disegno di Oto Macek

Esempi contemporanei: pittura e disegno di Oto Macek a confronto

Come testimonianza del legame tra pittura e disegno astratto, possiamo considerare l'opera dell'artista contemporaneo Oto Macek. La sua pittura "Untitled 838" (2024) e il suo disegno "Untitled 3732" (2023) rappresentano lo stesso soggetto e la stessa indagine della forma, ma si distinguono per l'uso del colore, la modalità di stesura e le cromie impiegate.

In "Untitled 838", Macek utilizza diverse tonalità del blu e del celeste, che realizza mediante una tecnica di pittura stratificata, volta a dar vita ad composizione dinamica e vibrante, in cui le linee e le forme geometriche si intrecciano e si sovrappongono, generando un senso di movimento e profondità. 

"Untitled 3732" presenta un approccio leggermente più "minimalista" nel disegno, dove le forme geometriche sono disegnate con linee precise e pulite, prevalentemente realizzate in bianco e nero. La composizione risulta essere inoltre meno densa, con spazi del colore della carta, che permettono all'occhio di riposare e concentrarsi sulle interazioni tra le forme. 

Queste due opere di Macek dimostrano come il disegno e la pittura astratti possano esplorare gli stessi temi e soggetti attraverso interpretazioni diverse, pur mantenendo una coerenza concettuale, ma variando nell'esecuzione e nell'impatto visivo. 

Passiamo adesso alla stampa d'arte!

Miroir (2024) Stampa d'arte di Benedicte De Nouel Imbert

Un breve accenno alla stampa d'arte ieri e oggi

In maniera simile al disegno, anche la stampa d'arte, ispirata dalla produzione pittorica, si è avvicinata all'astrattismo riproponendo soggetti affini a quelli pittorici. Ancora una volta alcuni dei pittori astratti più noti hanno realizzato anche stampe, proprio come il celebre maestro Joan Miró. 

Un esempio contemporaneo di questa tradizione è "Miroir" (2024), una stampa d'arte del pittore Benedicte De Nouel Imbert realizzata mediante la tecnica della linografia su carta. Quest'ultima comporta l'incisione di un disegno su una lastra di linoleum, successivamente inchiostrata e pressata su carta per trasferire l'immagine. La suddetta tecnica è nota per la sua capacità di produrre linee nette e contrasti audaci, ideali per l'espressione artistica astratta.

Proprio la linografia ha permesso a De Nouel Imbert di esplorare la ripetizione e la variazione delle forme in modo molto dettagliato: l'opera presenta una composizione astratta con motivi organici e geometrici sovrapposti. I colori predominanti sono l'arancione e il blu, che creano un forte contrasto visivo. Le forme arancioni richiamano fattezze naturali simili a foglie, mentre la figura blu centrale aggiunge un elemento di profondità e complessità. L'uso di cromie vivaci e segni ripetitivi conferisce all'opera un senso di movimento e dinamismo.

Sans titre (n° 121) (2024) Scultura di Didier Fournier

L'astrattismo in scultura: storia, stile e capolavori

L'astrattismo in scultura ha iniziato a svilupparsi agli inizi del XX secolo, parallelamente ai cambiamenti che stavano avvenendo nella pittura: in modo similare, gli scultori cercavano di liberarsi dalle tradizioni e dalle rappresentazioni naturalistiche, esplorando invece forme pure, geometrie e materiali nuovi. Mediante questo approccio essi sono stati capaci di esprimere concetti e emozioni attraverso la forma e la struttura,  piuttosto che grazie alla rappresentazione figurativa.

Facendo adesso dei nomi importanti, uno tra i primi e più influenti scultori astratti è stato sicuramente Constantin Brâncuși. Nato in Romania, l'artista è noto per aver rivoluzionato il linguaggio scultoreo con il suo approccio alla forma e alla materia. Volete sapere riconoscere una sua creazione? È possibile constatare come le sue opere siano caratterizzate da linee pulite e superfici levigate, intese per catturare l'essenza del movimento e della vita, superando ogni tipo di dettaglio realistico. 

Un altro pioniere dell'astrattismo scultoreo è sicuramente Jean Arp, che ha contribuito all'espressione del suddetto movimento mediante la realizzazione delle sue peculiari opere biomorfiche. Arp, celebre per aver lavorato principalmente con il bronzo e la pietra, ha dato vita a forme organiche che sembrano emergere spontaneamente dalla natura. Di fatto, le sue creazioni esemplificano il suo approccio all'astrazione attraverso l'uso di forme fluide e naturali.

In aggiunta, un altro influente scultore astratto è Naum Gabo: artefice di opere aventi il fine di esplorare lo spazio e il tempo attraverso forme geometriche e materiali trasparenti, che utilizzano linee e piani interconnessi. Il fine di questo tipo di produzione artistica è il seguente: rappresentare volumi di spazio vuoto, sfidando le tradizionali concezioni della scultura.

Allora, tanto per ampliare il suddetto racconto storico-artistico, alcuni capolavori celebri della scultura astratta, ad opera dei suddetti maestri, che vi consiglio di ricercare su internet sono:  "Bird in Space" di Constantin Brâncuși (1932-40), "Sculpture to be Lost in the Forest" di Jean Arp (1932) e "Construction in Space" di Naum Gabo (1937-39).

Infine, riassumendo quanto sopra in alcuni coincisi concetti chiave, appare evidente come l'astrattismo nella scultura si manifesti attraverso l'uso di forme geometriche, linee pulite e materiali innovativi, intesi per esprimere idee, emozioni e concetti astratti. 



Axoliz I (2014) Scultura di Vincent Champion-Ercoli

Gran bañista (2024) Scultura di Roberto Canduela

Esempi contemporanei: Vincent Champion-Ercoli e Roberto Canduela a confronto

Ho trovato due esempi contemporanei nelle sculture "Axoliz I", di Vincent Champion-Ercoli, e "Gran bañista", di Roberto Canduela. Cosa condividono questi lavori? Sicuramente, oltre all'approccio astratto, anche l'uso di metalli come principale materiale espressivo, ma continuiamo con l'analisi...

Partendo dalla prima opera, "Axoliz I" è una creazione composta da due elementi bronzei lineari che si uniscono, generando una forma che si sviluppa verso l'alto. Quanto appena descritto incarna una sorta di dualismo di pesantezza e leggerezza, reso mediante un senso di movimento ascendente, che è simbolo di crescita e perseveranza. In aggiunta, l'opera è anche portatrice di ulteriori significati, in quanto le superfici levigate e la composizione torreggiante evocano, sia eleganza, che ottimismo, intese per suggerire una continua ascesa nonostante le difficoltà.

D'altra parte, "Gran bañista" rievoca, come rivelato dall'artista stesso, il soggetto di "Les Grandes Baigneuses" di Cézanneè, che ripropone nelle fattezze astratte di una persona intenta a riposare sulla riva. Proprio in questo senso la forma geometrica si curva da un'estremità all'altra, dando forma ad un oculus al centro, che pare ricordare un volto. Gli elementi obliqui, invece, permettono alla scultura di appoggiarsi al piano, similmente alle braccia e ai gomiti di un bagnante, che si asciuga al sole. Proprio in riferimento a quest'ultima stella: la scultura ne ha ereditato la brillantezza, recando una finitura dorata.

Allora, con un pò d'immaginazione, anche "Axoliz I" può essere interpretata come una figura umana, le cui linee ascendenti suggeriscono la postura eretta di un corpo umano. In questo modo, è stato possibile ricondurre al racconto del reale, più vicino allo spettatore, la natura delle suddette forme geometriche sopra analizzate. Adesso è il turno del collage!

Societal texture 6 (2022) Collages di Henok Getachew Woldegebreal

Un breve accenno al collage ieri e oggi

L'astrattismo ha trovato un terreno fertile anche nella tecnica del collage, permettendo agli artisti di esplorare nuove modalità espressive attraverso la combinazione di vari materiali. L'uso del collage inizia a farsi strada nel contesto dell'astrattismo all'inizio del XX secolo, grazie all'innovazione di artisti pionieri che cercavano di rompere con le convenzioni tradizionali della pittura e della scultura.

Nel collage astratto, gli artisti utilizzano una varietà di materiali e tecniche per creare opere che enfatizzano la composizione, il colore e la texture. Questa forma d'arte si distacca dalle rappresentazioni figurative e si concentra sull'interazione di elementi diversi per evocare emozioni e concetti astratti. Gli artisti possono combinare ritagli di giornale, fotografie, tessuti e altri materiali per creare opere stratificate e dinamiche.

Inoltre, il collage permette una grande libertà espressiva, poiché gli artisti astratti possono manipolare e riorganizzare i materiali per creare nuove configurazioni visive. Questo processo di assemblaggio e disassemblaggio riflette una continua sperimentazione e scoperta, tipica dell'arte che sfugge dalla rappresentazione del reale. 

Tra gli artisti pionieri che hanno adottato il collage nell'ambito dell'astrattismo c'è sicuramente Hans Arp, autore di opere come "Untitled" (1916–17) e Grande collage (1918), ma, parlando degli artisti di oggi, ho deciso di focalizzarmi su "Societal Texture 6", opera dell'artista di Artmajeur Henok Getachew Woldegebreal. Il collage in questione, creato a partire da cartoni da imballaggio provenienti dai mercati locali, che sono stati disseccati e rassembrati, esplora l'intricata interazione tra modernità, consumismo e globalizzazione nella società contemporanea. Infatti, il tutto è stato concepito per criticare il consumismo sfrenato, oltre che il ciclo di produzione e scarto tipico delle società odierne.

Après le feu - Pink Orange Pink de Rothko (2018) Fotografia di Véronique Durruty

L'astrattismo nella fotografia: storia, stile e capolavori

L'astrattismo ha iniziato a esprimersi nella fotografia quasi subito dopo l'invenzione di questa tecnologia: John William Draper, già nel 1842, creò immagini con uno spettroscopio, disperdendo i raggi luminosi in schemi visibili, che non avevano alcun riferimento alla realtà visibile e mostravano l'abilità della fotografia di trasformare l'invisibile in una presenza tangibile. Queste immagini, pur intese come documenti scientifici, sono apprezzate oggi per la loro qualità artistica innovativa.

In modo affine Anna Atkins, una delle prime fotografe, produsse un libro di fotogrammi nel 1843 posizionando alghe essiccate su carta cianotipica, creando immagini bianche su blu con una qualità astratta eterea. Anche in questo caso, appunto, nonostante questi lavori furono intesi come studi scientifici, essi assumono una rilevanza artistica a dir poco significativa. 

Successivamente, durante il primo decennio del XX secolo, ci fu un'ondata di esplorazione artistica che portò al passaggio dal post-impressionismo a movimenti come il cubismo e il futurismo. Artisti come Alfred Stieglitz, Paul Strand e Edward Steichen iniziarono a sperimentare con composizioni fotografiche astratte. Nel 1914, fu invece Erwin Quedenfeldt ad esporre le prime immagini pubblicamente riconosciute come fotografie astratte, mentre Alvin Langdon Coburn creò la serie Vortographs (1917), utilizzando un prisma multifacetato per ottenere immagini che rompevano con la realtà visibile.

A partire dagli anni 1920 e 1930, vi fu un aumento significativo dei maestri che esploravano immagini astratte, ma in quale modo questo movimento continuò a palesarsi in fotografia? Esso si manifestò attraverso varie tecniche, come la doppia esposizione, la fotografia macro e la manipolazione in camera. Quest'ultime permettono di creare opere che sfidano la percezione convenzionale, invitando lo spettatore a vedere oltre la superficie apparente. 

Parlando adesso di maestri e di capolavori, celebri fotografi che hanno realizzato opere astratte sono, ad esempio, i sopra citati Alfred Stieglitz, Paul Strand e Edward Steichen, ma anche Man Ray e László Moholy-Nagy. Questi ultimi due hanno realizzato, il primo, Rayograph (1922), e, il secondo, la serie "Photograms", tutti capolavori che hanno trasformato oggetti ordinari in composizioni visive straordinarie, sfidando le convenzioni e aprendo nuove possibilità espressive nell'arte fotografica. 

Materia Series - Composition nr 32 (2024)Photography by Alessandro Idini

Esempio contemporaneo: Materia Series - Composition nr 32 di Alessandro Idini

"Materia Series - Composition nr 32" di Alessandro Idini è una fotografia facente parte di una serie di opere ideate per esplorare il concetto di astrazione attraverso la materia in vari stati. Il tutto trae ispirazione della filosofia di Aristotele, secondo cui la materia è necessaria per la composizione della realtà. La fotografia presenta di fatto forme sinuose e delicate, che sembrano fluttuare nello spazio, generando movimento, oltre che la sensazione di una trasformazione e creazione continua.

In aggiunta, la scelta di rappresentare la materia nei suddetti stati estremamente fugaci, conferisce all'opera un carattere effimero, volto a catturare un istante unico, che un attimo dopo scompare nella materia stessa. Appare quindi evidente come la continua ricerca di Idini sull'astrazione nella fotografia, utilizzi la materia in vari stati per esplorare le possibilità espressive delle forme, creando composizioni che vivono solo per un istante prima di dissolversi.

Linearity #7 (2024) Arte digitale di Carla Sá Fernandes

Un breve accenno all'arte digitale 

L'arte digitale ha iniziato a prendere forma negli anni '50 grazie alla sperimentazione di Ben Laposky negli Stati Uniti e Manfred Frank in Germania. Entrambi erano matematici e programmatori, e non artisti nel senso tradizionale, ma possedevano una sensibilità creativa che li avvicinava alla grafica. 

Gradualmente, il mondo dell'arte digitale ha compiuto significativi progressi, cercando di trovare il proprio spazio e di stabilire una nicchia di mercato. In quest'ottica, sono state organizzate numerose mostre e sono stati assegnati premi, aventi l'obiettivo di sensibilizzare il pubblico verso questa nuova forma d'arte.  

È curioso riscontrare come l'arte digitale si esprima attraverso l'imitazione e la reinterpretazione di vari movimenti artistici tradizionali: grazie a software avanzati, gli artisti digitali possono riprodurre tecniche di pittura classiche, come l'olio e l'acquerello, e sperimentare nuove forme espressive come la realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR). Queste tecnologie permettono agli artisti di esplorare e innovare continuamente, integrando tecniche tradizionali con strumenti moderni per creare opere che spaziano dall'impressionismo fino al movimento di nostro interesse: l'astrattismo.

"Linearity #7" è un esempio emblematico di come prende forma e vita l'astrattismo digitale. Quest'opera è una sinfonia di linee vivaci, in cui ogni colore suona la propria melodia, pur armonizzandosi con i suoi vicini. In effetti, l'opera esplora ordine e ritmo, infondendo nello spazio una potente energia che celebra sia l'unità che la diversità.

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