Monna Lisa: il mistero continua nell'arte contemporanea

Monna Lisa: il mistero continua nell'arte contemporanea

Olimpia Gaia Martinelli | 5 mar 2022 5 minuti di lettura 3 commenti
 

Il Ritratto di Monna Lisa, detta anche La Gioconda, è un capolavoro della storia dell’arte a dir poco imprescindibile, che, realizzato dal grande maestro Leonardo da Vinci, tra il 1503 e il 1505 circa, continua ad essere un popolare soggetto dell'arte contemporanea...

Tony Rubino, Leonardo da Vinci's portrait of Mona Lisa del Giocondo Graff, 2022. Acrilico / litografia su tela, 61 x 40,6 cm.

Leonardo da Vinci: Monna Lisa 

Il Ritratto di Monna Lisa, detta anche La Gioconda, è un capolavoro della storia dell’arte a dir poco imprescindibile, che, realizzato dal grande maestro Leonardo da Vinci, tra il 1503 e il 1505 circa, è conservato presso il Museo del Louvre di Parigi. Nel dipinto, la donna ritratta in primo piano siede rivolta verso sinistra, con le mani elegantemente raccolte e appoggiate su di un bracciolo, il viso posizionato frontalmente e lo sguardo diretto verso l’osservatore. Tale figura si staglia dal paesaggio alle sue spalle che, lontano e meno definito, viene realizzato attraverso l’uso della prospettiva aerea e dello sfumato, brillanti innovazioni tecniche apportate dal maestro italiano al mondo dell’arte. Al fine però di armonizzare la suddetta composizione, Leonardo sfumò leggermente anche i contorni della protagonista dell’opera, generando un’atmosfera dai morbidi contrasti. Infine, nonostante tali innovazioni abbiano decisamente contribuito alla grande popolarità del dipinto, ci sono molte altre ragioni alla base del successo della Monna Lisa, che meritano sicuramente di essere approfondite.

Marc-Ariel Bizeray De La Michellerie (MABDLM), La Gioconda, 2020. Pittura digitale su tela, 100 x 70 cm. 

Marco Battaglini, Forget rules, 2017. Pittura / areografo su tela. 85 x 60 cm. 

Monna lisa: le ragioni del suo grande successo

La Monna Lisa, appesa dietro ad un vetro anti proiettile, all’interno di una delle sale del Museo del Louvre, rappresenta l’icona indiscussa di questa istituzione, nonché una delle principali ragioni di affluenza. Nonostante ciò, il suddetto quadro, una volta visto da vicino, potrebbe sembrare anche, semplicemente e banalmente, un piccolo ritratto di una donna comune, vestita modestamente con abiti scuri d’epoca cinquecentesca. Infatti, la grande popolarità della Gioconda non può ricondursi soltanto a ragioni puramente tecniche, stilistiche ed estetiche, ma è da ricercarsi anche in specifiche caratteristiche, circostanze e avvenimenti. In primo luogo, il dipinto si distingue fortemente per lo sguardo e l’espressione dell’effigiata, che è raccolta in un indimenticabile, enigmatico ed ambiguo sorriso appena accennato. Questa misteriosa attitudine è accompagnata anche da un’altra controversa questione, ovvero, chi sarebbe la donna che Leonardo avrebbe voluto immortalare? Facendo riferimento all’importante testimonianza di Giorgio Vasari (1511-1574), la Monna Lisa potrebbe essere Lisa Gherardini, moglie di Francesco Giocondo, ricco mercante fiorentino committente dell’opera, al quale però Leonardo non consegnò mai il capolavoro, che venne acquisito successivamente dal re di Francia Francesco I. Inoltre, l’opera misteriosa è sicuramente così celebre grazie anche alla popolarità del “contenitore” che la ospita, ovvero la grandiosa istituzione del Museo del Louvre. In aggiunta, il fatto che il dipinto fece parte della collezione reale di Francia e, per un breve periodo, trovò collocazione nella camera da letto di Napoleone, non sono dati di trascurabile rilevanza. Da aggiungere a quanto detto c’è la fama di Leonardo da Vinci, consacrato nel XIX secolo come genio indiscusso, e le vicissitudini legate al furto della Gioconda, che, avvenuto nel 1911, divenne un evento mediatico senza precedenti. Proprio, dopo il furto, la Monna Lisa accrebbe sicuramente la sua celebrità, anche se, con la Prima Guerra Mondiale, questa grande attenzione si consumò ben presto. Successivamente, il capolavoro tornò in auge grazie al “remake” duchampiano del 1919, che diede inizio a una tendenza di rifacimenti celebri, che hanno reso l’opera iconica. Infatti, dopo il maestro francese, anche altri grandi artisti diedero la loro personale interpretazione del dipinto di Leonardo, come Andy Warhol, Basquiat, Botero e, anche il più contemporaneo street artist, Bansky. In conclusione, il successo della Gioconda risiede in un mix di fattori stilistici, tecnici, storici, mediatici e storico artistici, che hanno concesso all’opera lo status di icona immortale.

Pookky (Francky Art), Mona trop pop, 2017. Acrilico / spray / inchiostro / lacca / pennarello / collage su Tela, 116 x 73 cm. 

Jamie Lee, Monna Lisa, 2020. Acrilico su tela, 80 x 60 cm.

Monna Lisa: contemporanee interpretazioni

Jamie Lee: Monna Lisa

Proprio come i più importanti maestri, gli artisti di Artmajeur hanno voluto reinterpretare la Gioconda di Leonardo da Vinci, esplorando tale soggetto in modi sempre differenti, talvolta facendo riferimento a stilemi derivati da particolari movimenti artistici, in altre occasioni utilizzando una graffiante ironia, oppure attualizzando il capolavoro, ovvero trasformandolo in un manifesto dell’epoca contemporanea. Il primo di questi intenti è stato portato avanti dalla sperimentazione artistica di Jamie Lee, che ha affrontato la Monna Lisa facendo esplicito riferimento alla Pop art fumettistica di Roy Lichtenstein. All’interno di quest’ultimo movimento artistico fu però Andy Warhol a reinterpretare la Gioconda, realizzandone, all’inizio degli anni Sessanta, diverse versioni, tra le quali spicca Thirty are better then one del 1963-64. Nell’opera di Warhol però, la riproduzione seriale del soggetto, volta ad alludere alla società dei consumi, comporta inesorabilmente la perdita dell’unicità e della “sacralità” dell’opera d’arte. Quanto detto è ben distinto dal proposito portato avanti da Lee, che vuole omaggiare il capolavoro italiano, generando una nuova opera, unica ed iconica, contraddistinta da un’attenta e ricercata resa delle forme, dei volumi e del cromatismo.

Bogdan Botofei, Freedom #1, 2021. Arte digitale, diversi formati disponibili.

Bogdan Botofei: Freedom #1

A proposito delle interpretazioni più ironiche ed irriverenti della Gioconda, il coraggio di osare contraddistingue l’opera dell’artista di Artmajeur, Botofei, intitolata Fredom #1, dove, ad una nuova e mostruosa Monna Lisa, si aggiungono alcune visioni surreali, che si mescolano a dettagli del mondo contemporaneo, probabilmente, con l’intento di alludere ai mali, ai vizi, all’aggressività e alle stranezze della nostra epoca. Tale tipologia d’indagine artistica, provocatoria e critica, realizzata attraverso le contemporanee tecniche digitali, si trova molto vicina al tentativo di denuncia celato dietro ad un’altra Monna Lisa, ovvero quella baffuta di Marcel Duchamp. Infatti, il capolavoro francese, accompagnato dalla scritta “L.H.O.O.Q.”, ovvero “lei ha caldo al culo”, ha voluto simbolicamente trasformare la Gioconda in una sorta di maliziosa “prostituta”, al fine di denunciare la mercificazione delle arti e la conseguente passivizzazione del pubblico.

Gilles Papineau, Monna Lisa, 2018. Arte digitale, diversi formati disponibili.

Gilles Papineau: Monna Lisa

Per quanto riguarda invece gli artisti di Artmajeur, che hanno voluto riprendere l’operato del genio italiano in modo più “classico” e “fedele”, facendo però riferimento alle tecniche artistiche e al gusto contemporaneo, possiamo prendere a esempio la Monna Lisa di Gilles Papineau. Infatti, questa Gioconda, realizzata attraverso l’uso della moderna pittura digitale, rappresenta un’attualissima versione del capolavoro di Leonardo, dove, il volto perfettamente levigato e lucido pare quasi alludere all’effetto “lifting”. Probabilmente, l’opera ha voluto essere specchio dei nostri tempi e riferirsi alla contemporanea ricerca della perfezione estetica, che, in questo caso, non ha risparmiato nemmeno i più grandi capolavori dell’arte. Infine, tali caratteristiche convergono anche nella creazione di un inedito tipo di “realismo”, che rappresenta una sorta di evoluzione digitale di quello vinciano.


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