MADONNA: l’impatto dell’icona Pop nelle arti figurative

MADONNA: l’impatto dell’icona Pop nelle arti figurative

Olimpia Gaia Martinelli | 2 ott 2022 8 minuti di lettura 0 commenti
 

Madonna, regina indiscussa della musica Pop, ha dimostrato, durante tutta la sua carriera artistica, una fervida ed ecclettica attenzione per le arti figurative, volta a spaziare dalla creazione di tag, all’ideazione di performance e di opere d’arte, fino ad arrivare alle marcate azioni di mecenatismo e al fervido collezionismo. Tale interesse pare essere dovuto a molteplici fattori...

Caspa, Love Madonna, 2020. Vernice spray / acrilico / aerografo / penna gel / pennarello / pastello / inchiostro su tela, 100 x 100 cm.

Come nasce l’interesse di Madonna per le arti figurative?

Madonna, regina indiscussa della musica Pop, ha dimostrato, durante tutta la sua carriera artistica, una fervida ed ecclettica attenzione per le arti figurative, volta a spaziare dalla creazione di tag, all’ideazione di performance e di opere d’arte, fino ad arrivare alle marcate azioni di mecenatismo e al fervido collezionismo. Tale interesse pare essere dovuto a molteplici fattori, in primis, il “background” familiare dell’artista, in quanto i Ciccone trasmisero alla piccola Madonna Louise Veronica un appassionato trasporto per il disegno e la pittura, arti che solevano praticare con grande coinvolgimento. Proprio l’influenza esercitata da questi parenti ha portato la Pop star a visitare, sin dalla giovinezza, molteplici musei, tra i quali, il Detroit Institute of Arts, istituzione in cui Madonna ha scoperto il suo grande amore per Frida Kahlo. In aggiunta, la passione della cantante per la danza ha sicuramente contribuito alla sua apertura e predisposizione verso altre forme di espressione artistica, tanto che proprio nella scuola di arti sceniche, ella studiò danza e teoria musicale, accompagnandole con corsi di storia dell’arte. L’interesse di Madonna per le arti figurative si sviluppa definitivamente tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, quando la cantate, perseguendo l’intento di intraprendere una carriera nella danza moderna, si trasferì a New York, metropoli in cui, oltre che a frequentare numerosi musei e posare come modella di nudo nelle scuole d’arte, venne a contatto con i fotografi e i pittori del Lower East Side e dei club di SoHo, divenendo amica di Futura 200, Fab Five Freddy, Daze e Keith Haring, nonché la ragazza di Jean-Michel Basquiat. Proprio da questo momento in poi, la Madonna Pop inizierà ad esternare, attraverso modalità più concrete, il suo poliedrico amore per le arti figurative.

 Pierre Olié, Queen Madonna, 2022. Olio / acrilico / aerografo / vernice spray / conté / inchiostro / carboncino / grafite / pennarello / pigmenti / stencil / stampa digitale / litografia /serigrafia /pittura digitale / fotomontaggio su alluminio, 80 x 60 cm.

Ora, Madonna. Vernice spray / acrilico su tela, 116 x 89 cm.

Madonna: l’artista visivo

Proprio nel suddetto contesto Madonna iniziò a realizzare le sue prime opere d’arte “ufficiali”, ovvero dei graffiti, volti ad “imbrattare” la metropolitana e i muri della Grande Mela, attraverso l’utilizzo della tag “Boy Toy”, nomignolo che i suoi amici writer le avevano affibbiato. Successivamente, questo iconica firma diventerà il nome della società di copyright dell’artista, oltre che tema decorativo della fibbia della cintura del suo iconico vestito, indossato per l’era di Like a Virgin. Per quanto riguarda le arti visive di tipo performativo, invece, è noto come molti studiosi abbiano attribuito alla Madonna Pop star la creazione di un’innovativa poetica delle performance, contraddistinta da un’immaginazione concettuale e artistica fuori dal comune, che prende vita all’interno di un’organizzata sequenza di eventi, copioni, testi e movimenti, volti ad illustrare idee sociali e politiche talvolta contrastanti. Queste performance prendono vita anche nei video musicali dell’artista, che, insieme a Michael Jackson, ha trasformato questo genere da semplici prodotti commerciali a sorta di “video arte” in cui la musica funge da colonna sonora per le studiatissime immagini. A quanto detto si aggiunge la rivoluzionaria capacità della Pop star di aver saputo arricchire l’esperienza del video con il linguaggio dalla pittura, arte figurativa per eccellenza. Infatti, in Bedtime Story, video del 1994 di Madonna diretto da Mark Romanek, sono numerosi i riferimenti all’operato di iconiche artiste surrealiste, quali, ad esempio Leonora Carrington e Remedios Varo. A proposito invece del rapporto tra Madonna e la fotografia è impossibile non menzionare il libro Sex (1992), che, sapientemente realizzato attraverso gli scatti di Steven Meisel e la direzione artistica di Fabien Baron, ha dato vita alle fantasie erotiche della Pop star, volta a figurare come modella ed interprete di sensuali inquadrature, che hanno contribuito a ridefinire il linguaggio della fotografia erotica dell’epoca. Infine, tra i progetti figurativi più recenti della cantante ci sono: l’installazione X-STaTIV Pro=CeSS (2003), realizzata con il fotografo e regista statunitense Klein, e la chiacchieratissima opera NFT, che, intitolata Mother of creation (2022), rappresenta una serie di tre video metamorfici firmata in collaborazione con l’artista dei record Beeple.

Patrice Fligny, Madonna double face, 2021. Modellazione 3D su metallo, 70 x 50 cm.

Christophe Joseph, Madonna, 2020. Fotomontaggio su plexiglass, 100 x 100 cm.

Madonna: la collezionista e la mecenate

L’amore nutrito da Madonna per l’arte non si limita solamente a quell’impulso creativo che porta a produrla, ma esplora anche quel desiderio volto a possederla e a supportarla. A proposito del collezionismo, è noto come la Pop star abbia iniziato a raccogliere opere d’arte sin dai primi anni Ottanta, ovvero quando, ancora sconosciuta ballerina, iniziò a frequentare gli artisti di New York. Da quel momento in poi Madonna, che in svariate occasioni ha affermato di non collezionare passivamente le opere d’arte, ma di usarle come fonti d’ispirazione, ha messo su una raccolta stimata almeno 100 milioni di dollari, comprensiva di opere di Frida Kahlo, Fernand Léger, Tamara de Lempicka, Man Ray, Pablo Picasso, e altri ancora. A proposito invece della Madonna mecenate, sono molteplici le occasioni in cui la cantante ha supportato l’arte, contribuendo non solo all’arricchimento delle collezioni dei musei, ma anche alla messa in luce dell’operato di artisti più o meno sconosciuti, che sono stati sponsorizzati anche attraverso l’organizzazione di eventi di beneficenza.

 Bazévian Delacapucinière, Portrait Madonna Pop, 2021. Olio / acrilico / vernice spray /inchiostro su tela, 80 x 80 cm.

Julijana Voloder, Madonna, 2022. Acrilico su tela di lino, 130 x 100 cm.

Madonna: musa dell’arte

L’immagine di Madonna non è stata protagonista solo di performance, video, fotografie e NFT, ma anche dei più tradizionali dipinti, come dimostrano le opere di Peter Howson, Alberto Gironella e Mikel Belascoain, volte ad immortalare le fattezze dell’icona Pop femminile per eccellenza. Questo autentico culto figurativo dell’ecclettica e popolare personalità della cantante americana ha incantato anche gli artisti di Artmajeur, che, come Paul Stowe, Annejole Jacobs - De Jongh (Jole),  e Iryna Kastsova, non si sono sottratti dal raffigurarla.

Paul Stowe, True Blue - Madonna, 2022. Disegno, grafite / matita su carta, 50 x 36 cm.

Paul Stowe: True blue - Madonna

Il disegno iperrealista True blue - Madonna di Paul Stowe svela, molto probabilmente, i gusti musicali dell’artista di Artmajeur, che ha voluto celebrare l’unica e indiscussa regina del Pop, riproponendo, in modo inedito e originale, un’immagine specifica della carriera dell’artista americana, ovvero quella immortalata dalla copertina dell’album True Blue del 1986. Proprio tale “versione” di Madonna, artista nota per i suoi svariati cambi stilistici, risulta essere estremamente accattivante da usare come modello figurativo, in quanto rappresenta una tra le immagini più evocative della cantante, che appare con un look decisamente più maturo rispetto a quelli precedenti. A proposito della storia della suddetta copertina, l’iconica fotografia verticale, che ritrae Madonna di profilo, col mento sollevato, gli occhi chiusi e con indosso un giacchetto di pelle, è stata realizzata da Her Ritts, noto fotografo e regista americano, che la Pop star incontrò già nel 1984, in occasione della realizzazione della foto della locandina cinematografica di Cercasi Susan Disperatamente, pellicola dove Madonna interpretò l’omonimo personaggio. Infine, tornando alla nota immagine di True Blue, è importante rendere noto come essa fu realizzata in bianco e nero e, solo successivamente, colorata a mano virando su tinte blu. Pertanto, il disegno di Stowe parrebbe alludere alla versione originale della nota fotografia, volta a ritrarre una Madonna che pur emanando sensualità, risulta essere meno provocatoria rispetto ad altre immagini più trasgressive della stessa.  

Annejole Jacobs - De Jongh (Jole), Take your time - 'Eighties', 2020. Acrilico / inchiostro su tela, 100 x 100 cm.

Annejole Jacobs - De Jongh (Jole): Take your time – “Eighties”

L’intenso primo piano del dipinto di Annejole Jacobs - De Jongh (Jole) è volto e celebrare un’icona vivente, quale Madonna, mettendone in evidenza i lineamenti e lo sguardo, attraverso un energico uso delle cromie, che tende a risaltare vivamente su di uno sfondo in cui trionfa, in modo prevalente, il grigio delle immagini fotografiche anni Settanta e Ottanta. Allo stesso modo, nella storia dell’arte, il maestro indiscusso della Pop art, Andy Warhol, valorizzò il volto di Marilyn Monroe, attraverso la ripetizione seriale del soggetto, volto a trasformare l’attrice in un simbolo della società americana dell’epoca. Infatti, proprio la raffigurazione in primo piano rappresentava per Warhol la condizione secondo quale era possibile dar vita a un’icona, mentre attraverso la serialità si giungeva a trasformare gli effigiati in simboli di prodotti commerciali o, come in questo caso, mediatici. In modo affine, l’opera dell’artista di Artmajeur, attraverso l’uso del primo piano, pare citare tutte quelle peculiarità per cui Madonna si è distinta all’interno del mondo della musica e dell’arte, ricordandoci che proprio queste indimenticabili azioni la renderanno immortale. Per quanto riguarda la mancanza di ripetitività dell’immagine della cantante, invece, è probabile che Annejole Jacobs - De Jongh (Jole) non abbia sentito il bisogno di alludere direttamente alla società dei consumi, ritenendo più opportuno soffermarsi sulla mera celebrazione di un mito, contestualizzandolo all’interno di un contesto storico ben preciso.

Iryna Kastsova, Madonna 2, 2022. Acrilico su tela, 120 x 60 cm.

Iryna Kastsova: Madonna 2

Il coloratissimo dipinto di Iryna Kastsova ripropone in modo originale, inedito ed innovativo una foto cult della Pop star americana, estremamente rappresentativa “dell’essenza” della Madonna degli anni Ottanta, che è stata sapientemente catturata dalla fotografa Deborah Feingold. Infatti, è importante mettere in luce come, all’epoca dello scatto, ovvero durante il 1982, la cantate firmò, all’età di 24 anni, il suo primo contratto con la Sire Records, che le pubblico il noto singolo di successo Everybody. Proprio sull’onda di questa popolarità la Feingold immortalò Madonna per la rivista Star Hits, mettendo in luce l’ambizione, lo stile e la forte presenza scenica dell’artista, all’interno di scatti decisamente consapevoli, sensuali e determinati. Tale episodio è da contestualizzarsi nella frenetica New York dell’epoca, città fulcro della musica internazionale, dove la suddetta fotografa ritrasse anche altri noti musicisti, tra i quali, i Beastie Boys, James Brown, Keith Richards, Sinead O’Connor, Cindy Lauper, Annie Lennox, Billy Idol e Mick Jagger. Pertanto, l’opera dell’artista di Artmajeur pare condurci in un passato glorioso e iconico della musica mondiale, dove la “Material Girl” è l’indiscussa protagonista della scena.


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