La storia dell’arte polacca: tradizioni a metà strad tra Europa e Russia

La storia dell’arte polacca: tradizioni a metà strad tra Europa e Russia

Olimpia Gaia Martinelli | 8 mag 2022 6 minuti di lettura 0 commenti
 

L'arte polacca, pur mantenendo le proprie peculiarità di genere e di stile, ha spesso riflesso le tendenze figurative espresse dai movimenti dei paesi e continenti limitrofi, quali Russia ed Europa. Quanto detto è dovuto al fatto che, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, la Polonia non esisteva ancora come stato, poiché era divisa tra Austria, Russia e Prussia, paesi dai quali trasse evidenti contaminazioni artistiche...

Daniel Porada, Mater messis, 2020. Olio / acrilico su legno, 100 x 75 cm.

L'arte polacca, pur mantenendo le proprie peculiarità di genere e di stile, ha spesso riflesso le tendenze figurative espresse dai movimenti dei paesi e continenti limitrofi, quali Russia ed Europa. Quanto detto è dovuto al fatto che, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, la Polonia non esisteva ancora come stato, poiché era divisa tra Austria, Russia e Prussia, paesi dai quali trasse evidenti contaminazioni artistiche. Nonostante ciò, le belle arti polacche, insieme alla letteratura, hanno sempre rappresentato dei mezzi chiave per esprimere ed affermare lo spirito nazionale. È stato soprattutto attraverso le avanguardie del Novecento, che l’arte polacca ha saputo formare la propria identità e tradizione, in particolare, a partire dal 1917, quando venne inaugurata la prima mostra degli espressionisti polacchi a Cracovia. Proprio questo florido ambiente artistico, che prese piede nel periodo tra le due guerre mondali, fu contraddistinto da molteplici movimenti, quali: il gruppo degli espressionisti polacchi, il gruppo Bunt; l’Art Formists; i futuristi; i cubisti; i suprematisti; i costruttivisti (Praesans) e il gruppo A.R. (“artisti rivoluzionari). Oltre a queste correnti ci furono anche delle prominenti personalità, che lasciarono il segno nella storia dell’arte polacca, come Witkacy, ideatore dell’approccio artistico Pure Form, contraddistinto dalla creazione di dipinti volti a trasmettere il mistero dell’esistenza. In aggiunta, quest’ultimo fu anche uno dei pochi pittori d’avanguardia che dipinse ritratti su commissione, caratterizzati da immagini deformate, realizzate sotto l’effetto di droghe. 

Witkacy, Portrait of Nena Stachurska, 1929.

Andrzej Wróblewski, Due donne sposate, 1949.

Successivamente, con l’arrivo della seconda guerra mondiale, questa ricca ondata avanguardista si interruppe, dando seguito ad un’arte divisa tra il tentativo di far fronte ai traumi della guerra e la creazione di nuovi valori. Dopo il 1947, con la nascita della nuova Repubblica Popolare di Polonia, proliferò nel paese una forte censura, volta a favorire solamente lo sviluppo di un’arte di propaganda filo comunista. Infatti, proprio durante gli anni Cinquanta, prevalse il realismo socialista, volto a diffondere una visione del mondo conforme agli ideali del marxismo e del leninismo. In tale contesto, ci furono però anche dei maestri “ribelli”, proprio come Andrzej Wróblewski, che si concentrò su di una personale ricerca artistica, a metà strada tra l’astrazione e la figurazione. Inoltre, un'altra tendenza di questi artisti “dissidenti” fu quella di tornare al percorso iniziato dalle avanguardie storiche, proprio come fece Tadeusz Kantor. In seguito, con la fase di democratizzazione della politica interna, apportata dal disgelo di Krusciov, la metà degli anni Cinquanta fu contraddistinta da due tendenze artistiche prevalenti: il realismo espressivo, o espressionismo sociale, e il modernismo post-disgelo.

Maria Pinińska-Bereś, Sztandar-Gorset, 1967. Katowice: Muzeum Śląskie w Katowicach durante la mostra "Beyond Eden"

Zofia Kulik, The Splendor of Myself   III, 1997.

Durante gli anni Sessanta e Settanta, invece, l’arte polacca registrò, a differenza delle correnti artistiche europee, una netta mancanza di esplicita critica al potere. Infatti, gli interventi femministi di artiste come Maria Pinińska-Bereś, Natalia LL ed Ewa Partum, hanno funzionato al di fuori dell’effettiva sfera di problemi delle donne, senza determinare forti impatti fino a molto tempo dopo. Successivamente, fu l’anno 1989 a segnare un importante punto di svolta nell’arte della Polonia, poiché, durante questo periodo, essa rispose nettamente ai cambiamenti politici e culturali scatenati del crollo del dominio comunista. Alla fine degli anni Novanta si deve invece l’introduzione, all’interno della ricerca figurativa polacca, di un’arte volta ad esplorare l’intreccio tra la corporalità e le strutture di potere. Alcuni degli artisti chiave di questa modalità di ricerca furono: Grzegor Klaman, Katarzyna Kozyra e Zofia Kulik. Infine, a proposito dell’arte contemporanea, è bene mettere in luce il fatto che molti artisti polacchi si siano concentrati sull’analisi del corpo umano, al fine di esprimere ideali irraggiungibili, proprio come Zofia Kulik, la cui indagine artistica si lega spesso ad idee di stampo femminista.

Hiperblackart, 0005, 2021. Carboncino / grafite / matita su carta, 70 x 50 cm.

Janusz Orzechowski, Three hundred twenty years later, 2020. Olio su tela,  70 x 115 cm.

Artisti polacchi di Artmajeur

La ricerca figurativa dell’arte contemporanea non si è limitata a già quanto illustrato, poiché essa continua, affrontando diversi topici, tecniche e tematiche, nella ricca produzione degli artisti polacchi di Artmajeur, all’interno della quale spicca con forza: l’operato dello scultore figurativo astratto Konrad Ziolkowski, i dipinti che esaltano la simbiosi tra uomo e animali di Małgorzata Łodygowska e i dipinti surreali di Ewe Klimik.

Konrad Ziolkowski, Asyn V, 2022. Bronzo / pietra, 39 x 16 x 16 cm / 10.00 kg. 

Konrad Ziolkowski: Asyn V 

Konrad Ziolkowski è un poliedrico artista polacco, che, oltre a dedicarsi alla scultura contemporanea e classica, si diletta anche con l’arte multimediale, attraverso la creazione di opere di computer grafica ed animazione. Centro indiscusso di questa versatile produzione artistica è l’uomo, principale soggetto indagato. Infatti, l’artista è prevalentemente ispirato dal corpo umano, spesso accompagnato dai concetti di metamorfosi e di sintesi, espressi attraverso composizioni di cromie contrastanti. l’intento di questa ricerca artistica è sicuramente quello di cogliere espressioni concrete delle emozioni e dei gesti umani, proprio come dimostra la scultura Asyn V, che è volta ad immortalare, su di un solido rettangolo di pietra, il volto bronzeo, asimmetrico e quasi astratto, di un uomo colto nella sua muta riflessione.

Małgorzata Łodygowska, Mata Charti, 2022. Acrilico su tela, 90 x 90 cm.

Małgorzata Łodygowska: Mata Charti

La produzione artistica di Małgorzata Łodygowska, pittrice polacca contemporanea, cattura, da diversi punti di vista, sempre coloratissimi e surreali, il rapporto di simbiosi, di affinità e di amore incondizionato, che si può instaurare tra l’uomo e il suo animale da compagnia. Infatti, molti dei suoi acrilici raffigurano simpatici primi piani di cani, o di gatti, che si sovrappongono, dolcemente e ironicamente, alla figura del loro padrone, come in una sorta di romantica fusione di anime affini e intercambiabili. Da questo sogno surrealista, ben esemplificato dall’acrilico Mata Charti, traspare anche una forte umanizzazione degli animali, che, assumendo attitudini e movenze complementari a quelle dei loro padroni, diventano magicamente espressivi quasi quanto gli esseri umani. Pertanto, i dipinti di Małgorzata Łodygowska creano una colorata, simpatica e surreale realtà parallela, dominata dalla relazione perfetta, ovvero quella tra animale e padrone.

Ewe Klimik, Fuso, 2021. Pittura digitale su carta, 70x50 cm.

Ewe Klimik: Fuso

L’arte digitale di Ewe Klimik, che mescola classicismo e realtà, surrealismo e contemporaneità, e astrattismo e computer grafica, persegue un unico intento poetico: invitare lo spettatore a stabilire una connessione con i soggetti, o le atmosfere, ritratte. Tale proposito si realizza coinvolgendo il fruitore in una realtà parallela, dove egli è capace di percepire un forte senso di pace, quiete e sicurezza, che avvolgono la sua anima in un’estasi di eterna contemplazione. Quanto detto può essere esemplificato dalla pittura digitale su carta Fuso, dove una realistica mano sorregge un surreale frammento di volto, forse in fase di progressivo “scioglimento”. Proprio in questo contesto lo spettatore può godere della calma di un’esistenza che si spegne lentamente e con serenità, all’interno di uno sfondo atemporale, volto a celare il distruttivo passare del tempo.


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