La metropolitana di Berlino in pittura

La metropolitana di Berlino in pittura

Olimpia Gaia Martinelli | 26 set 2023 7 minuti di lettura 0 commenti
 

Quando parliamo di Vedutismo, genere pittorico nato nel Settecento per immortalare prevalentemente paesaggi urbani, talvolta addirittura prelevandoli esclusivamente dal vero, pensiamo subito, come una sorta di riflesso non codificato, alla Venezia di Canaletto...

STORIA DI BERLINO (2021)Dipinto di Ilgvars Zalans.

Arte sopra e sotto la superficie

Quando si parla di Vedutismo, genere pittorico nato nel Settecento, per immortalare paesaggi principalmente cittadini, talvolta anche riprendendoli esclusivamente dal vero, pensiamo immediatamente, come una sorta di riflesso incodizionato, alla Venezia di Canaletto, alla Parigi di Gustave Caillebotte, alla Londra di L. S. Lowry e alla Berlino di Kirchner, realtà urbane raffigurate, dovutamente a ragioni storiche, principalmente in superficie, in quanto, ai tempi della maggiorparte degli artisti in questione, le metropolitane non erano ancora del tutto operative o addirittura idealmente concepite. Tali maestri non tralasciarono però di dar spazio, all’interno dei soggetti da loro indagati, ai mezzi di trasporto più in voga del loro periodo, si pensi, ad esempio, alla serie La Gare Saint-Lazare (1877) di Monet o a The Railway Platform del sopra citato L. S. Lowry, opere facenti parte di una realtà molto ampia, comprensiva di capolavori a riguardo della popolare tematica ferroviaria. Adesso, che siamo nel 2023, potremmo suggerire ai pittori di entrare più spesso nelle metro, al fine di immortalarle, proseguendo il racconto iniziato dai più celebri esponenti della storia dell’arte. Allora, a soddisfare la mia riflessione, arrivano alcuni degli artisti di Artmajeur, che hanno raffigurato Berlino, facendo esclusivo riferimento alla sua U-Bahn, mezzo di trasporto pubblico non solo funzionale agli spostamenti, ma anche di rilevante valore storico, il quale merita di essere introdotto e, successivamente, approfondito mediante il mezzo pittorico. 

BERLINO POTSDAMER PLATZ (2014)Dipinto di Emilia Amaro.

La metropolitana di Berlino

La sopra citata metropolitana iniziò ad essere costruita nel lontano 1896, per essere realizzata, nella sua prima tratta, volta a congiungere Potsdamer Platz con Stralauer Thor, nel 1902, anno in cui vennero intraprese ulteriori estensioni, che si prodigarono sino al 1910. L’ampliamento della U-Bahn proseguì anche successivamente alla prima guerra mondiale, tanto che nel 1930 la rete raggiunse i 76 km di lunghezza, che rimasero più o meno tali durante l’anno successivo, a causa di un’imperante e nuova crisi economica del paese. La metropolitana non subì grandi variazioni anche durante il periodo nazionalsocialista, nonostante furono predisposti i piani della messa in atto di un’imponente dilatazione. La storia in questione diventa ancora più interessante durante lo scoppio della seconda guerra mondiale, momento in cui l’U-Bahn della capitale, vigorosamente bombardata, subì notevoli danneggiamenti, succeduti da riparazioni rapide, ma alquanto difficoltose, che portarono alla chiusura delle linee nel 1945. Nonostante ciò, tra la fine del 1945 e il corso del 1950, le operazioni di ripristino furono completate, anche se altre questioni insorsero con l’incombente divisione della città, che, di conseguenza, comportò quella della rete ferroviaria, la quale si distinse in due tronchi autonomi, all’interno delle quali molte fermate inutilizzate divennero delle vere e proprie stazioni fantasma. Inoltre, durante gli anni della divisione, molte stazioni dell’estconseguenzialmente al cambio toponomastico in chiave comunista di varie strade e piazze, mutarono il nome, oltre al fatto che la stessa rete venne integrata con la più estesa S-Bahn, mentre la metro della parte Ovest, già più estesa, fu ampliata notevolmente, sia per sostituire la S-Bahn gestita dalle autorità orientali, sia per servire meglio le nuove direttrici di traffico. Infine, il lieto fine di questa separazione, come ben potevamo immaginare, arrivò successivamente all’abbattimento del muro, momento in cui si iniziarono a riaprire le stazioni fantasma, oltre a rimuovere i blocchi di frontiera. Il tutto si concluse ufficialmente il 3 ottobre del 1990, ovvero con la riunificazione tedesca, evento che determinò anche la progressiva e completa unione della metropolinata. Adesso siamo giunti al racconto pittorico e serigrafico a riguardo dell’U-Bahn berlinese, che prenderà forma nell’analisi dei dipinti di Kew, Yuriy Kraft e Ana Del Castillo Ibarrola.

U-BAHN DI BERLINO (2021)Incisioni di Kew.

Kew: la U-Bahn di Berlino

La visione sotteranea offertaci dalla serigrafia di Kew, facente parte di una serie di 5 opere di medesimo soggetto, ma di diverso colore, potrebbe essere stata abbozzata dal vivo, perseguendo la finalità di dar voce a quel fatidico momento in cui i lavoratori stanchi, affannati e altamente irritabili, aspettano la metro dopo un’intensa giornata di lavoro, osservando con apprensione di fronte a loro il rapido arrivo del mezzo di trasporto, che li porterà finalmente di ritorno nelle loro dimore, dove custodiranno l’abbonamento della metro, per riutilizzarlo ripetitivamente nei giorni a venire. L’opera d’arte potrebbe essere stata anche concepita a partire da una fotografia, dato che è molto popolare immortalare la metropolitana, sopratutto con il cellulare, per dar vita a storie Instagram, pronte a mettere al corrente gli altri del nostro imminente spostamento. Social media a parte, la serigrafia mostra esplicitamente il nome della fermata in questione, ovvero la stazione di Hallesches Tor, aperta nel febbraio del 1902, unitamente alla prima linea metropolitana da Stralauer Tor a Potsdamer Platz. Dopo aver ben compreso la natura della fermata, facendo sapiente uso di Wikipedia, sono riuscita a soddisfare un altra mia curiosità, venendo a conoscenza di cosa, un tempo ormai lontano, si poteva ammirare al di fuori dell’odierna stazione: la porta di Hallesches Tor, parte dell’antico muro doganale, costruita in sostituzione delle mura della città nel XVIII secolo, nota come l’unica porta in cui, fino all’editto ebraico del 1812, gli ebrei potevano passare e registrarsi nel sud di Berlino.

***HAUPTBAHNHOF, BERLINO*** (2018)Dipinto di Yuriy Kraft.

Yuriy Kraft: Hauptbahnhof, Berin

L’acquerello di  Kraft inquadra orizzontalmente, assumendo un punto di vista che simula quello dell’osservatore in piedi, probabilmente intento a camminare all’interno della metropolitana, l’improvviso incontro tra due treni. Tale evento che può accadere più o meno frequentemente, potrebbe forse rievocare le parvenze di un fugace bacio tra amanti, i quali, costretti a viaggiare su rotte sempre diverse, ricorderebbero la più triste e impossibile riunione tra sole e luna. Tornando al luogo della stazione, è possibile affermare come talvolta, quando camminiamo da soli al suo interno, dopo aver fatto quasi compulsivamente tutte le nostre cose, ormai stanchi e confusi, possiamo osservare quanto sopra descritto anche un po' storditi, quasi stupiti dal sovrapporsi di un arrivo, che stavamo aspettando soltanto, e obbligatoriamente, da un lato dei binari. A proposito della metropolitana in questione, l’artista, mediante il titolo dell’opera, rende chiaro il luogo catturato, ovvero Berlin Hauptbahnhof, la stazione centrale della città, che, inagurata nel 2006, trova collocazione nel centro di Berlino, precisamente nel quartiere di Moabit. Per approfondire a riguardo di questo luogo dobbiamo tornare però, ancora una volta, indietro nel tempo, facendo ulteriormente riferimento ai quei fatidici anni Novanta in cui, poco dopo la riunificazione, gli urbanisti dovettero affrontare la questione del riassetto dei trasporti urbani, generando quell’idea poi attuata, di dar vita a una moderna stazione d’intersezione su più livelli, volta a prendere forma, al livello superficiale, nelle fattezze dell’incrocio di due capannoni di vetro.  

STAZIONE WEBERVIESE BERLINO (2022)Dipinto di Ana Del Castillo Ibarrola.

Ana Del Castillo Ibarrola: Stazione Weberviese, Berlino

Sembra un abile riflesso dello specchio, ma non lo è, in quanto le sagome dei passegeri all’interno dei treni variano, come le immagini riportate sulla colonna, pronte a ripetere parte delle diversificate forme dei vagoni e dei grigi binari. Quest’ultima cromia è una tra le poche usate dalla pittrice, che, insieme al giallo, al verde e al nero, ha voluto mantenere un approccio realista, anche se il “tema del doppio” presenta un chiaro retrogusto dal sapore surrealista. Di fatto, sono in realtà proprio queste oniriche simmetrie e moltiplicazioni a rendere conoscibile la fermata nella sua essenza, che viene improvvisamente rivelata mediante una visione affine ad un’inquadratura fotografica, mezzo la cui sperimentazione potrebbe anche avvenire quotidianamente, dandoci l’opportunità di trovare nuove angolazione da cui osservare il mondo, semplicemente sostituendo i nostri occhi a quelli della macchina fotografica del cellulare. A proposito del luogo raffigurato, esso è la metro Weberwiese, fermata della linea U5, che trova la sua collocazione sotto la Karl-Marx-Alle, precisamente a est della Straße der Pariser Kommune. La stazione, che fu aperta nel 1930 col nome di  Memeler Straße, è nota per essere stata “teatro” di scene agghiaccianti, in quanto, durante la seconda guerra mondiale, precisamente nel maggio 1944, essa fu bombardata, fatto che causò la morte di 200 persone, per lo più donne e bambini. Tornando invece alla questione del nome, nel 1950 la stazione venne chiamata Marchlewskistraße, tanto che per giungere all’appellativo in uso dobbiamo aspettare il 1992, anno in cui, dopo la riunificazione, il Senato di Berlino decise di intitolare la stazione in onore di un piccolo parco ad essa vicino. 


Visualizza più articoli

ArtMajeur

Ricevi la nostra newsletter per appassionati d'arte e collezionisti