Il “dripping” di Pollock nelle opere degli artisti di Artmajeur

Il “dripping” di Pollock nelle opere degli artisti di Artmajeur

Olimpia Gaia Martinelli | 19 nov 2021 5 minuti di lettura 0 commenti
 

L'Action Painting, forma artistica dell'Espressionismo astratto,  ha valorizzato per la prima volta nella storia dell'arte la fase di creazione delle opere, ovvero l'atto creativo.  Quest'ultimo viene messo in luce, perché rappresenta la pura espressione della psiche, delle emozioni e delle energie vitali dell'artista. Il "dripping" è una tecnica pittorica molto cara all'Action Paintig, che Jackson Pollock non ha inventato, ma ha perfezionato...

L’Espressionismo astratto

L’Espressionismo astratto, tendenza artistica fiorita intorno alla metà del XX secolo in America, nasce dalla combinazione della forte emotività e della auto-negazione, manifestata dall’espressionismo tedesco, con l’estetica anti-figurativa del Futurismo, del Bauhaus e del Cubismo sintetico. In aggiunta, l’Espressionismo astratto, è stato fortemente influenzato anche dalla produzione di Vasilij Kandinskij e dall’espressione spontanea della vita inconscia, che ha contraddistinto il Surrealismo.  Infine, anche la pittura murale messicana e i simboli e i riti dei nativi americani hanno sicuramente rappresentato un’importante fonte d’ispirazione per il suddetto movimento.

Per quanto riguarda il contesto storico in cui l’Espressionismo astratto si è sviluppato; ci troviamo nel dopo guerra americano, sconvolto dalla grande depressione, per cui gli artisti hanno deciso di rifugiarsi nell’inconscio, per sfuggire dal senso di precarietà che aveva invaso le loro vite. Infatti, dal punto di vista concettuale, il movimento si lega molto all’indagine psicoanalitica dell’inconscio sviluppata da Jung. In aggiunta, questa perdita di fiducia nella vita, determinò anche il rifiuto, da parte del movimento, delle convenzioni estetiche del tempo ed il desiderio di liberarsi dalle contingenze storiche, sociali e politiche imposte dalla società. Al fine di perseguire queste finalità, l’Espressionismo astratto si staccò dalla rappresentazione intellettuale della realtà esteriore e dalla raffigurazione dell’inconscio tramite immagini, che avevano contraddistinto le correnti artistiche precedenti, quali il Cubismo e il Surrealismo.

Infine, verso il 1945, l’Espressionismo astratto si suddivise in due diverse forme artistiche: l’Action Painting e il Color-field Painting. La prima diede vita a opere caratterizzate dall’attenzione per la materialità della pittura e soprattutto per il gesto del dipingere, la seconda si concentrò in una ricerca estrema sul colore, addensato a volte su superfici pressoché monocrome.

Jackson Pollock, Autumn Rhythm (Number 30), 1950. Vernice a smalto su tela,  266.7 × 525.8 cm. New York, Metropolitan Museum of Art.   

L’action painting e il "dripping" di Pollock

Il termine Action Painting sta ad indicare una pittura che mette al centro l’atto pittorico, ovvero il gesto, l’azione, attraverso il quale l’artista dispone i colori sulla tela, che viene interpretato innovativamente come mezzo per conoscere la psiche, la spiritualità, le emozioni e le energie vitali. Tali dipinti, che nascono senza un progetto, rivelandosi solo nel momento in cui l’artista inizia a dipingere, diventano il simbolo dell’agire spontaneo, legato indissolubilmente all’esistenza umana e, in questo caso, a quella dell’artista. Per quanto riguarda la tecnica pittorica, il gesto dell’Action Painting consiste nel lanciare o far gocciolare (dripping) spontaneamente il colore sulla tela, senza applicarlo in modo mirato.

Il "dripping", come anticipato, è una tecnica pittorica che consiste nel far gocciolare i colori direttamente dal tubo, o dal barattolo di vernice, su una tela disposta per terra.  Max Ernst fu il primo a sperimentarla, ma Jackson Pollock, uno dei più importanti rappresentati dell’Action painting, fu colui che la perfezionò. Il "dripping" di Pollock, realizzato tramite l’uso di un bastoncino, che l’artista usava per far  gocciolare il colore sulla tela sdraiata a terra, veniva accompagnato anche da colpi di pennello, di spatola o, dalla strofinatura del tubetto di colore sulla superficie della tela. Infatti, i dipinti di Pollock sono il frutto di una tecnica complessa, realizzata dall’unione di molteplici stesure di colore.

Il "dripping" di Pollock è nato dall’ispirazione che l’artista americano ha tratto dal mondo inconscio-rituale dei nativi americani. Infatti, quando Pollock eseguiva il suo dripping, mosso solamente dall’istinto creativo, sembrava “danzare” intorno alla tela, proprio come uno sciamano in stato di trance. Questo rito, un po’ stravagante, è parte esso stesso dell’opera d’arte, perché se seguiamo i colori impressi sulla tela possiamo immaginare i gesti che li hanno creati. Ad ogni modo, anche questo racconto gestuale ed istintivo nasce seguendo una logica: Pollock faceva gocciolare il colore in modo tale da evitare la creazione di ellissi e strutture arricciate, utilizzando, probabilmente in modo involontario, le leggi della meccanica dei fluidi. In conclusione, non sappiamo se Pollock fosse consapevole della scientificità delle sue tecniche, ma è certo che più volte l’autore dichiarò di negare la casualità.

La tecnica del "dripping" nelle opere degli artisti di Artmajeur

in-my-head-by-caroline-vis-nn.jpgCarolina Vis, "In my head” new collection!, 2021. Acrilico, inchiostro, pigmenti e resina, 157 x 75 x 60 cm.

Se il "dripping" tradizionale è nato per dar colore ad una tela bianca sdraiata sul pavimento, gli artisti di Artmajeur hanno ripreso questa tecnica per cambiarne, in modo originale e personalissimo, la destinazione d’uso. Infatti, nell’opera di Carolina Vis, intitolata “In my head” new collection!, la tecnica pittorica di Pollock viene riproposta su di una scultura in resina, raffigurante una donna-manichino. Il dripping di Carolina è meno stratificato e diffuso di quello dell’artista americano, lasciando intravedere in moltissimi punti il colore della “carne” della scultura. Inoltre, la presenza del manichino, che si lega indissolubilmente alla rappresentazione della figura umana, allontana l’opera di Carolina Vis dal totale astrattismo, che contraddistingueva il "dripping" di Pollock. Infine, osservando alcune delle sculture eseguite da Pollock, tra cui Stone Head (1930-1933), ci rendiamo conto che lui non aveva usato la tecnica del "dripping" per colorarle, come invece han fatto molti artisti che hanno voluto omaggiarlo.

61963f59f13db8.59014548_apstrakcija-jpg.jpgDenis Kujundzic, Dedication Pollock, 1996. Olio su pannello in MDF, 100 x 122 cm.

L’opera, originale e non riprodotta, di Denis Kujundzic , intitolata Dedication Pollock, riprende fedelmente, in accordo con il titolo, le fattezze dei dipinti dell’americano, che sono stati realizzati con la tecnica del "dripping". Infatti, possiamo immaginarci l’artista di Artmajeur nel suo studio, intento a “danzare” attorno alla tela, come se stesse partecipando ad un rito sciamanico. Di conseguenza, ci troviamo nuovamente di fronte ad un opera, che, non essendo premeditata,  si è palesata nelle sue fattezze solo quando l’artista ha diretto i suoi gesti sulla tela. Infine, è probabile che Denis Kujundzic abbia voluto omaggiare l’opera di Pollock, perché, oltre a stimare l’artista, forse ne condivide anche la poetica, ovvero il desiderio di rifugiarsi nell’inconscio per scappare dalla precarietà delle nostre vite.

img-0546-3.jpgKim Gagnon, Tant qu'on a de l'amour, 2021. Acrilico su tela, 101,6 x 121,9 cm.

Pollock si era rifugiato nell’inconscio per sfuggire dalla società, mentre Kim Gagnon vuole chiaramente comunicare con essa, inviandole un evidente suggerimento, esplicitato dalla grande scritta che l’opera riporta al suo centro: “love”, amore. Proprio questa frase interrompe l’estensione della tecnica del dripping, che si dispone all’interno dell’imprecisa cornice e alle estremità della scritta. Infine, sono proprio questi ultimi due elementi, contraddistinti tra l’altro dallo stesso cromatismo, a rendere l’opera originale ed unica nel suo genere. Immaginandoci adesso l’atto creativo di quest’opera, possiamo pensare che la danza sciamanica di creazione dell’artista si sia interrotta nel momento di realizzazione della scritta e della cornice.


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