Carlos Blanco Artero, Corrida, 2014. Olio su tela, 200 x 180 cm.
Brevi riflessioni sul mondo dell’arte contemporanea
Il XX secolo è stato ricco di molteplici movimenti, tendenze ed espressioni artistiche, tra le quali, è impossibile non ricordare il Cubismo, il Dadaismo, il Surrealismo, l’Espressionismo, la Pop art, l’Arte concettuale e il Minimalismo. A confronto, il XXI secolo risulta essere ancora privo di una qualsiasi forma di corrente artistica significativa, poiché, dopo il mitico Andy Warhol, gli artisti hanno ben pensato di diffidare dei gruppi di pochi eletti auto-dichiarati, prediligendo un orientamento prevalentemente concettuale, in grado di riunire pratiche anche fondamentalmente diverse tra di loro. Ad ogni modo, con tutte le loro peculiarità, le manifestazioni artistiche dei nostri tempi fanno esplicito riferimento ad un’imperante “etichetta”, quella della globalizzazione, fenomeno che ha generato un vasto mondo creativo di difficile classificazione, volto a ruotare prevalentemente attorno al “dio” denaro. Ciò nonostante, i movimenti più famosi del Novecento continuano ad incantare il mondo dell’arte contemporanea, all’interno del quale gli artisti ne reinterpretano di sovente gli stilemi, che sono a tutt’oggi utilizzati per la classificazione delle stesse opere d’arte. In questo contesto è impossibile non pensare al cubismo, uno dei movimenti artistici più influenti del Novecento, che continua a far parlare di sé all’interno della ricerca artistica odierna.
Georgi Demirev, Magical landscape II, 2022. Acrilico / pastello / matita su tavola MDF, 63 x 79 cm.
Maria Tuzhilkina, Fresh kiwi, 2022. Acrilico su tela di lino, 50 x 50 cm.
Breve storia del cubismo
«Il fatto che per molto tempo il cubismo non sia stato capito e che ancora oggi ci sia gente che non riesce a vederlo, non significa nulla. Io non so leggere l’inglese. Un libro inglese è un libro bianco per me. Questo però non vuol dire che la lingua inglese non esista»
Le iconiche, profonde e decise parole di Pablo Picasso sono perfette per introdurre al concetto di Cubismo, movimento artistico basato principalmente su tre ingredienti: la geometricità, la simultaneità delle visioni multiple e la volontà di rendere la “quarta dimensione”. Tutte queste componenti concorrono a generare un’inedita visione del mondo, poiché il cubismo è, a tutti gli effetti, una particolare tipologia di “realismo”. È possibile spiegare quanto detto facendo un esempio concreto: la bocca di un vaso qualsiasi risulta essere alla vista esplicitamente rotonda, ma, al fine di catturarla all’interno di una rappresentazione grafica prospettica, essa viene spesso realizzata come se fosse ovale. Il Cubismo, invece, la raffigurerebbe come un cerchio, riportandola alla sua più semplice, e allo stesso tempo reale, essenza. Ma com’è nata questa forma di “rivelazione” della più originaria natura delle cose? Nel 1907, il pittore francese Georges Braque, in visita presso lo studio dell’amico Pablo Picasso, situato nell’iconico quartiere di Montmartre (Parigi), rimase letteralmente stravolto dalla vista di uno dei più grandi capolavori del maestro spagnolo: Les Demoiselles d'Avignon (1907). Proprio alle peculiarità di questa tela monumentale, contraddistinta da piani geometrici fratturati, volti simili a maschere e corpi spigolosi, si riconducono le origini del movimento cubista. Infatti, dopo questa visione la pittura di Braque prese una nuova direzione, che lo portò a realizzare alcuni paesaggi “scomposti”, che il critico d’arte Louis Vauxcelles definì essere realizzati attraverso degli schemi geometrici a cubi. A quest’ultime parole, accreditate come il primo utilizzo del termine cubi per descrivere questo stile pittorico, si deve, molto probabilmente, la nascita del termine cubismo.
Eugene Ivanov, Blue still-life, 2020. Olio su tela, 60 x 60 cm.
Jean Mirre, Le journal cubiste d'apres juan gris, 2021. Olio / matita su carta, 30 x 21 cm.
Le differenti fasi del cubismo
La prima era del movimento, collocata tra il 1907 e il 1912 ca., è nota con il nome di Cubismo analitico, approccio creativo volto a descrivere le rappresentazioni di un medesimo soggetto da più punti di vista contemporaneamente, in cui si crea un effetto fratturato e multidimensionale, che viene espresso attraverso una tavolozza limitata di colori. Successivamente, e più precisamente a partire dal 1912, prese piede la fase del Cubismo sintetico, durante la quale Picasso e Braque iniziarono a incorporare parole nei dipinti, volte ad evolversi negli elementi di collage aventi per soggetto personaggi dai colori vivaci. Il Cubismo orfico, invece, è un movimento derivato dai precedenti, che, ben espresso dall’operato del collettivo del Gruppo Puteaux, formato nel 1913 dal pittore francese Jacques Villon e da suo fratello Raymond Duchamp-Villon, abbracciò tinte ancora più vivaci e aumentò l'astrazione. Infine, con l’avvento della Prima Guerra Mondiale, il Cubismo subì un arresto come movimento organizzato, anche perché molti dei suoi membri, tra cui Braque, Lhote, de La Fresnaye e Léger, vennero chiamati in servizio militare. Ciò nonostante, nel 1917 gli stilemi del movimento riapparvero in alcune opere di Picasso, come I tre musicisti (1921) e La donna che piange (1937), e in svariati lavori di Braque.
Konrad Ziolkowski, Grogis, 2019. Scultura su metallo, 30 x 20 x 36cm / 8.00 kg.
Il cubismo nelle opere d’arte di Artmajeur
Proprio come anticipato, il Cubismo risulta essere una tra le Avanguardie novecentesche ad aver riscosso maggiore successo nel XXI secolo, fatto largamente riscontrabile anche all’interno del database di Artmajeur, dove sono presenti molteplici opere d’arte in linea con gli stilemi del suddetto movimento. Perfetti per esemplificare tale popolarità sono i dipinti e le sculture di Aket, Martine Camors e Corinne Raynal, fortemente contraddistinti da geometricità, simultaneità delle visioni multiple e volontà di rendere la “quarta dimensione”.
Aket, Piano piano, 2022. Acrilico su tela, 61 x 50 cm.
Aket: Piano piano
Il dipinto di Aket, raffigurante un pianista raccolto nell’apice del suo impeto creativo, interpreta, in modo totalmente originale ed innovativo, gli stilemi del Cubismo, che vengono concentrati, in particolar modo, nei tratti somatici, nei capelli e nella resa prospettica della pipa dell’effigiato. In aggiunta, il cromatismo poco vivace e scarno, ridotto esclusivamente alle tonalità del viola, del grigio e del nero, con alcuni tocchi di giallo, riprende, molto probabilmente, il più puro intento del Cubismo sintetico, ovvero quello di utilizzare una ristretta gamma di colori al fine di evitare elementi di disturbo per l’artista e lo spettatore, il cui obiettivo è quello di analizzare ed indagare la resa del dato reale. A proposito invece della tematica affrontata, essa risulta essere un “cult” del movimento cubista, poiché già affrontata dal grande maestro Picasso nel noto dipinto intitolato I tre musicisti (1921).
Martine Camors, Têtê à têtê, 2010. Scultura in bronzo, 45 x 30 x 12 cm / 9.50 kg.
Martine Camors: Têtê à têtê
La scultura in bronzo di Martine Camors raffigura un mezzo busto di donna “scomposto”, “frammentato”, estremamente geometrico e celato dietro a una “maschera”. Infatti, il volto dell’effigiata ricorda quello delle protagoniste di Les Demoiselles d'Avignon, capolavoro che Picasso eseguì facendo riferimento anche ai costumi della tradizione africana. In aggiunta, l’artista spagnolo ereditò da quest’ultima l’immediatezza, la semplicità e la sintesi delle forme, spesso costruite attraverso l’uso di figure geometriche. Tornando alla scultura dell’artista di Artmajeur, essa ci riporta anche all’operato di altri noti maestri, quali Alexander Archipenko, grande esempio per la modalità di scomporre il volto umano, e Henri Laurens, punto di riferimento per il linguaggio geometrico. In particolare, è possibile confrontare Têtê à têtê con due capolavori dei sopramenzionati artisti, ovvero Head - Self-Portrait (1913) e Femme au Compotier (1920).
Corinne Raynal, Sylvie, 2019. Olio su tela di lino, 80 x 80 cm.
Corinne Raynal: Sylvie
Il dipinto ad olio di Corinne Raynal rientra alla perfezione negli stilemi, nelle cromie e nei soggetti indagati dal cubismo, in quando l’opera, realizzata attraverso nette sezioni di colore, ricorda, seppur in modo molto originale, l’iconico Due nudi di Jean Metzinger. In quest’ultimo dipinto, affine a Sylvie per tematica e “tavolozza”, il maestro francese ha immortalato il corpo umano, gli alberi e le rocce esattamente nello stesso modo. Seguendo il suo esempio l’artista di Artmajeur ha raffigurato la protagonista della sua opera, immergendola in uno sfondo in cui ella stessa si confonde come un camaleonte. Infine, è bene mettere in luce come il capolavoro di Metzinger sia leggendario anche perché esso fu esposto alla prima manifestazione cubista della storia, ovvero il Salon des Indépendants del 1911 di Parigi, evento che consacrò il movimento al grande pubblico. Di conseguenza, l’opera di Corinne Raynal, affine a Due nudi, potrebbe rappresentare un ipotetico nuovo “manifesto” del Cubismo contemporaneo, risultato di una fusione tra tradizione e innovazione.