Il colore argento nell’arte: dal Verrocchio a Jeff Koons

Il colore argento nell’arte: dal Verrocchio a Jeff Koons

Olimpia Gaia Martinelli | 9 nov 2022 7 minuti di lettura 0 commenti
 

Prendendo in considerazione un punto di vista prettamente cromatico, l’argento rappresenta un colore grigio-metallico lucente, riscontrabile in natura attraverso l’osservazione dei pesciolini d’argento, delle betulle argentate e del metallo da cui ha ereditato il suo stesso nome...

Irina Goldenfish, Silver moon, 2021. Olio su tela, 60 x 118 cm.

Argento: il colore della luna

Prendendo in considerazione un punto di vista prettamente cromatico, l’argento rappresenta un colore grigio-metallico lucente, riscontrabile in natura attraverso l’osservazione dei pesciolini d’argento, delle betulle argentate e del metallo da cui ha ereditato il suo stesso nome. Tale nuance, estremamente popolare nell'arredamento di interni proprio grazie alla sua luminosità, nonché al suo aspetto moderno, elegante e raffinato, è nota per essere la cromia associata alla luna, ovvero a quell’energia esclusivamente femminile, indissolubilmente legata alle emozioni e pulsioni, che si muovono in noi al livello più profondo. Di fatto, il satellite naturale della Terra, capace di attrarre a sé l’acqua della superficie terrestre a lui più vicina, causando il flusso di marea, pare richiamare, in modo del tutto analogo, le emozioni, la creatività e la sensualità in noi più recondite. Infatti, si crede che proprio nell’acqua, governata dalla luna, si concentri tutta la vita interiore dell’essere umano, avente origine, insieme alle forze inconsce, nel principio generatore del grembo materno, luogo femminile allusivo delle nostre origini più remote. In questo senso, proprio tale cromia simboleggia la presa di coscienza della nostra interiorità, conseguita attraverso quel percorso che dobbiamo compiere per riconoscere noi stessi, il nostro mondo interiore e la nostra emotività, al fine di essere in grado, in un secondo momento di “identificare” anche gli altri.

Isabelle Pelletane, Love Love 15, 2022. Acrilico / pittura spray su carta, 70 x 50 cm.

Ilgvars Zalans, Silver and black nr.6, 2019. Acrilico su tela, 90 x 60 cm.

L’argento nell’arte: dal Verrocchio a Jeff Koons 

Da un punto di vista prettamente storico-artistico, il colore argento, come anticipato, trae il suo nome dall’omonimo metallo, che, estremamente popolare nel mondo creativo e dell’oreficeria già dai secoli più remoti, ha sicuramente contribuito alla diffusione e alla nobilitazione della suddetta cromia. Infatti, è importante rendere noto come, sin dall’epoca degli antichi Egizi, sia riscontrabile l’uso dell’argento, metallo, che, al tempo più raro dell’oro, veniva utilizzato per creare preziosi manufatti religiosi e vistosi gioielli. Apprezzato anche dai greci, l’argento riscuote un discreto successo nel Quattrocento italiano, quando, grazie all’indagine artistica di grandi maestri come Lorenzo Ghiberti, Andrea del Verrocchio, Antonio del Pollaiolo e Domenico Ghirlandaio, l’arte dell’oreficeria raggiunse l’apice della perfezione. In aggiunta, in questo stesso periodo si distinse nell’arte del niello, specifica tecnica di decorazione delle superfice metallica in argento, l’incisore fiorentino Maso Finiguerra, definito nel Trattato dell'Oreficeria di Benvenuto Cellini come: “ l’ uomo che mai non ebbe nissuno para gone di quella cotale professione”. Lo stile rinascimentale, esclusivamente improntato sui modelli classici, può però essere esaustivamente narrato dall’analisi di un capolavoro dell’epoca, quale la Decollazione del Battista di Andrea del Verrocchio, ovvero una delle dodici formelle facente parte de L’altare argenteo di San Giovanni battista, opera toreutica realizzata da vari artisti tra il 1367 e il 1483 per il battistero di San Giovanni (Firenze), oggi conservato nel Museo dell’Opera del Duomo (Firenze). L’altare rappresenta una sintesi straordinaria delle principali tendenze dell’oreficeria e dell’arte scultorea dell’epoca, espressa attraverso una struttura in matrice tardogotica, avente otto formelle anteriori e quattro laterali, disposte su due registri e spartite da pilastri poligonali arricchiti della presenza di piccole statue e nicchie. Al centro di questa articolata composizione si trova l’edicola con la statua del santo, che, insieme al resto dell’artefatto registra la presenza di componenti in argento, smalti, dorature e legno. A proposito delle dodici formelle, l’ultima è quella in cui viene raffigurata la sovra menzionata Decollazione del Battista, che, nonostante sia universalmente riconosciuta come opera del Verrocchio, potrebbe essere attribuibile anche all’operato di Leonardo da Vinci. Infatti, quest’ultimo fu allievo del Verrocchio durante questo stesso periodo, in cui i suoi stilemi erano contraddistinti da una particolare costruzione prospettica, l’architettura classicheggiante e le drammatiche reazioni emotive, che sono riscontrabili proprio nell’ultima formella dell’altare. Facendo un salto temporale di circa sette secoli, è possibile evidenziare come la ricorrenza dell’argento nell’arte contemporanea risulti essere alquanto “invariata”, anche se prevalentemente legata alla popolarità della luccicante cromia, piuttosto che all’utilizzo del metallo stesso, che viene di sovente “simulato” attraverso l’impiego di materiali affini, ma meno costosi e più facilmente reperibili, quali, ad esempio, l’acciaio inox e l’alluminio. Dimostrazione di quanto appena affermato è il celebre Luigi XIV di Jeff Koons, scultura scintillante, che, realizzata nel 1986 in acciaio inossidabile, raffigura il maestro americano nei panni dell’ex sovrano di Francia, perseguendo il fine di celebrare, sia l’estrema sensualità delle forme di gusto barocco, che il culto della personalità dell’artista stesso. Proprio il suddetto metallo è stato impiegato per la realizzazione della serie di sculture di cui Luigi XIV fa parte, che, intitolata Statuary, è volta a celebrare le peculiarità del colore argento in creazioni barocche, nostalgiche e kitsch contemporaneo, ideate con l’intento di estendersi da tematiche eterne a soggetti decisamente più effimeri. Dopo il punto di vista di Jeff Koons è importante mettere in luce come il racconto del colore argento possa essere arricchito da inediti punti di vista, espressi dall’originale operato degli artisti di Artmajeur, quali Ricky Reese, Richard Orlinski e Alan Lawrence.

Laurent Fauchoix, Queue de dauphin, 2018. Metallo, 37 x 12 / 2.00 kg.

Pablo Alfredo De La Peña, Commencing countdown, 2022. Legno, 38.1 x 40.6 x 45.7 / 4.00 kg.

Ricky Reese, Silver flower, 2022. Scultura in acciaio inossidabile, 65 x 44 x 30 cm / 23.00 Kg.

Ricky Reese: Silver flower

L’indagine artistica di Ricky Reese, scultore spagnolo classe 1956, sperimenta di sovente l’uso di metalli argentati, che vengono impegnati al fine di creare minimalisti racconti, volti a descrivere sinteticamente e, in parte anche geometricamente, le fattezze del reale. Esemplifica quanto appena affermato il caso di Silver flower, scultura in acciaio inox la cui eleganza, sobrietà e idea di movimento, tende a richiamare l’operato di Rosette Bir, artista francese nota per le sue opere astratte in acciaio inossidabile lucidato. A proposito del metallo che ha accomunato le scelte “materiche” dei due scultori, l’acciaio inossidabile risulta essere estremamente popolare nell’arte contemporanea, in special modo per quanto riguarda quella produzione artistica adibita ad usi pubblici esterni, dove tale lega ferrosa tende ad essere perfetta, in quanto non arrugginisce e resiste agli attacchi dei liquidi, dei gas e delle sostanze chimiche. Quanto detto appare con evidenza nell’operato di uno dei più noti artisti contemporanei, quale lo scultore Anish Kapoor, che nel 2006 ha realizzato, in acciaio inox riflettente, una delle attrazioni monumentali più popolari di Chicago (USA), ovvero il Cloud Gate, scultura la cui “fisionomia” è stata ispirata dalle peculiarità del mercurio liquido.

Richard Orlinski, Silver bull, 2015. Alluminio, 69 x 122 x 43 cm.

Richard Orlinsk: Silver bull

Silver bull è una luccicante scultura realizzata in alluminio dal popolare artista francese Richard Orlinski, il cui operato è stato largamente influenzato dagli stilemi della Pop art, nonché dalle fattezze dei più popolari oggetti del quotidiano. Nonostante questa apparente “superficialità” e “leggerezza”, le opere dell’artista di Artmajeur celano, dietro ad una parvenza prettamente consumistica, profondi contenuti, allusivi di importanti valori, quali, ad esempio, la libertà, il potere e la passione. Questi ideali vengono prevalentemente espressi attraverso l’uso di materiali riflettenti e “abbaglianti”, volti probabilmente a simboleggiare uno pseudo “grido”, che consente di diffondere più facilmente concetti di tale spessore. Di conseguenza, Silver bull potrebbe alludere ai suddetti concetti, ma anche ad altri, riscontrabili in noti capolavori della storia dell’arte aventi il medesimo soggetto, quali, ad esempio, il celebre Bull of Wall Street, monumento, che, realizzato da Arturo Di Modica nel 1987 e collocato nel Financial District di Manhattan (New York), sta a celebrare il virile coraggio di coloro che sono capaci di lottare contro ogni situazione avversa.

Alan Lawrence, Senza peso, 2021. Scultura in resina, vetro e metallo, 33 x 15.2 x 6.4 cm / 2.00 Ib.

Alan Lawrence: Senza peso

Il surrealismo con cui nell’opera di Alan Lawrence un semplice cucchiaio “sospeso” è stata probabilmente trasformata in un elegante simbolo di equilibrio, mi fa tornare alla mente un’epoca passata, in cui, durante i pasti, venivano utilizzate preziose e signorili posate di argento. Infatti, quest’ultimo metallo venne impiegato per produrre oggetti destinati al servizio da tavola, almeno sin dal tempo degli antichi Fenici, perdurando in epoca romana, nonché successiva. Dopo la “pausa” Medievale, le posate d’argento tornarono con vigore durante il Rinascimento, anche se un picco del loro uso si registrò a partire dalla scoperta dell’America, ovvero quando, grazie alla diffusione dei metalli provenienti dal nuovo mondo, l’argento divenne accessibile anche alla borghesia. Tale “passione” per la suddetta argenteria, oltre a rappresentare una sorta di status symbol, è dovuta anche ad effettivi vantaggi pratici insiti nell’argento, in quanto esso risulta essere estremamente igienico, antibatterico e disinfettante. Tornando all’artista di Artmajeur, lo scultore americano classe 1965 sostiene, che il confine tra un’opera d’arte e il suo spettatore debba essere il più breve possibile. Di conseguenza, l’uso delle posate all’interno della sua indagine artistica, potrebbe perseguire il fine di accompagnare il fruitore all’interno di una realtà a lui già molto familiare, dove è possibile riconoscere la semplicità dei gesti quotidiani.

 

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