AMERICA N°3 (2021)Dipinto di Luigi Maria De Rubeis.
Dalla versione originale, al patriottismo, alla critica cruda...
Prima di farvi vedere come gli artisti hanno immortalato in molteplici forme, e relativi significati, l’oggetto d’indagine in questione, che, espliciatato dal titolo, non è altro che la più nota e diffusa bandiera al mondo, ovvero, nel bene e nel male, quella americana, parlerò brevemente della sua più tradizionale iconografia, per poi rivelare, soltanto in un secondo momento, come quest’ultima si sia di sovente trasformata all’interno del variegato racconto della storia dell’arte. Tutto parte dalla versione definitiva del drappo sopra citato, quale quella del 1959, formata da 13 strisce orizzontali, 7 rosse 6 sei bianche alternate, e dal quadrante superiore presenziato da un rettangolo blu contentente 50 stelle bianche, ordinate su 9 file da 6 o 5 stelle, che si alternano. È bene mettere in chiaro che non si tratta solo di una disposizione prettamente estetica o cromaticamente bilanciata, in quanto la somma delle stelle fa chiaro riferimento al numero degli stati USA, mentre le 13 strisce alludono alle tredici colonie originarie. Inoltre, a quanto detto c’è da aggiungere la presenza di un’altrettanto ricca simbologia, che, celata nelle fattezze della bandiera in questione, è volta a rappresentare la libertà e i diritti garantiti dalla Costituzione e dalla Carta dei diritti, oltre a simboleggiare la libertà personale e individuale. Dopo queste nozioni base, che tralasciano la più lunga storia della nascita della versione definitiva del drappo in questione, siamo pronti per vedere come il suddetto simbolo di sovranità sia stato talvolta riprodotto fedelmente dalla narrazione storico-artistica e, in altri casi, sapientamente e ricercatamente “usurpato” nelle sue fattezze e, di conseguenza, nei suoi significati. In modo alquanto graduale, voglio presentare prima opere celebrative e successivamente dissacranti, partendo dall’analisi di una tela datata 1851, ovvero Washington Crossing the Delaware di Emanuel Leutze, dove una più antica versione della bandiera a stelle e strisce appare nella patriottica scena in cui Washington, alla guida di duemilacinquecento uomini, partì all’assalto degli Assiani a Trenton (New Jersey) il 25 dicembre 1776, evento estremamente celebre e iconico della guerra rivoluzionaria americana, che, fortemente caricato di spirito nazionalista, ha trasformato il capolavoro in questione in uno dei dipinti più amati, famosi e riprodotti. In aggiunta, sempre a proposito della tela, è importante evidenziare come questa, oltre che mettere in risalto la figura di Washington, abbia voluto simboleggiare tutti i popoli dei nuovi Stati Uniti d’America, immortalando un personaggio con una cuffia scozzese, un uomo di origine africana, due contadini con i cappelli a tesa larga e una figura, che indossa abiti affini a quelli dei nativi americani. Per di più, un altra curiosità è data dal fatto che l’uomo in piedi accanto a Washington, avente la bandiera in mano, pare sia il tenente James Monroe: futuro presidente degli Stati Uniti.
CABIN AMERICAN FLAGScultura di Jerome Chauvin (JICE).
CALIFORNIA OCEAN FLAG (2020)Dipinto di Dutch Montana.
Adesso, perseguendo l’intento di dissacrare progressivamente il simbolo degli USA per eccellenza, passo dall’evidenziare l’accostamento drappo-Washington, al mettere in luce la fusione delle stelle e delle strisce con un più semplice panino e pacchetto di sigarette, immagine resa dal capolavoro di Tom Wesselmann titolato Still Life Number 36, volto a palesare un’imminente trasformazione consumistica del paese in questione, capace di spazzare via molti degli ideali esplicitati dall’iconografia della bandiera, per sostituirli ad una nuova ed implacabile sete di espansione economica, principalmente basata su di un bombardamento mediatico, pronto a rifilare alle masse cibo spazzatura, vizi di morte, nonché una qualità di vita in progressivo disfacimento. In realtà, l’artista intese l’opera in modo molto meno “violento” dal mio, ovvero perseguendo il semplice fine di esplicitare come tutto potesse essere arte, compresi i comuni oggetti di consumo, che riempiono le nostre tasche e gli armadietti della cucina. Troviamo quindi messaggi più simili a quelli esplicitati dal mio pensiero, sicuramente maggiormente orientato verso un più idilliaco e sognante ritorno allo stato di natura, in capolavori di denuncia del calibro di Ghost 2 (2018) di Sean Scully, oppure Stars and Stripes (1992) di Emma Amos e U.S.A. Surpasses All the Genocide Records, U.S. Surpasses All Genocide Records... (c. 1966) di George Maciunas. A proposito del primo artista, egli, ispirato dall’uccisione del dodicenne afroamericano Tamir Rice, avvenuta nel 2014 per mano di un polizziotto a Cleveland (Ohio), ha dato vita alla serie di dipinti chiamata Ghost, in cui, mediante la sostituzione delle stelle della bandiera americana con una pistola, il pittore ha messo in evidenza come il diritto di portare le armi, sancito dalla stessa costituzione americana, potrebbe anche essere visto come un atto di tradimento nei confronti dello stesso drappo. In conclusione, se il messaggio di denuncia verso gli USA appare altamente esplicitato dal titolo e dal testo presente nell’opera di Maciunas, in Stars and Stripes di Amos (1992) si realizza la sostituzione del campo blu di stelle bianche con un trasferimento fotografico raffigurante bambini afroameroicani in tinta blu, oltre che la presenza di una X, volta a negare la tradizionale interpretazione delle strisce, cambiamenti concepiti per invitare l’osservatore a mettere in dubbio l’effettiva liberta concessa dal drappo americano...Infine, altre interpretazioni, sia critiche, che più speranzose, giungono per mano di alcuni degli artisti di Artmajeur, come si evince dall’operato di Fov, David Decourcelle e Elle Mccarthy.
Fov: 20US
La Pop art di Fov trasforma il rosso delle strisce in rivoli di sangue, pronti a colare dal basso verso l’alto per indicare la fine di un percorso vitale, esplicitato nel suo termine dalle stelle tramutate in croci, probabilmente volte ad alludere a tutte quelle innocenti vittime del sistema America, che sono morte ingiustamente per mano delle sue leggi, del suo sfrenato capitalismo, delle sue autorità, della sua brama di potere, del suo inaresstabile desiderio di controllo sul globo, etc. Ad ogni modo, riportando il pensiero dell’artista e, di conseguenza, avendo criticato apertamente l’America, giungo a rendermi conto di come, in realtà, sia alquanto difficile infamare la politica Usa senza trovare, in maniera parallela, altre analoghe tendenze di sfruttamento, di malaffare e di incoscienzioso arricchimento, che, ormai diffuse, si manifestano in modo più o meno palese nel resto del mondo, ricordandomi la celebre frase del Vangelo secondo Giovanni: chi è senza peccato scagli la prima pietra...Tralasciando ulteriori intenti moraleggianti, vorrei paragornare 20US, che si esprime mediante simboli, a Fundamento (2020) di Carlos Martiel, performance volta ad esplicitare, questa volta mediante il linguaggio del corpo, una nuda, cruda e onesta realtà, in cui prende forma una tortura fisica indotta dalla stessa bandiera americana, che, probabilmente pur non portando alla sopra menzionata morte, ha il fine di anticiparla per alludervi. Di fatto, come esplicitato dall’artista stesso, Fundamento è stata ispirata dal noto e chiacchieratissimo omicidio di George Floyd, evento rievocato dalla figura impotente dell’artista sdraiato sul pavimento. Infine, quest’ultima immagine rappresenta sicuramente un lavoro decisamente antipatriottico, che, come l’opera dell’artista di Artmajeur, getta uno sguardo verso ciò che non funziona all’interno della società e della politica americana, probabilmente per stimolare un dibattito, volto a promuovere una qualsiasi forma di miglioramento.
OLD GLORY (2021)Dipinto di David Decourcelle.
David Decourcelle: Vecchia gloria
La bandiera americana, mediante l’intepretazione di Decourcelle, è diventata muta, poiché, privata delle sue stelle e delle sue strisce, non è più capace di raccontarci, ovvero di alludere agli stati d’america, alle colonie, alla libertà e ai diritti, tramutandosi, come da titolo, in qualcosa che, ormai disfatto, appartiene soltando al passato, proprio come quel sentimento purtroppo andato di chi credeva nel sogno datato 1776, ma poi si è reso conto, strada facendo, dei litimi del rapporto uomo-politica. Nel racconto delle arti figurative, invece, è possibile dimostrare come la bandiera in questione abbia preso diverse forme, più o meno capaci di narrarne la storia e i significati, anche considerando soltanto l’indagine figurativa di Jasper Johns, ovvero l’autore di oltre 40 opere basate sulla bandiera degli Stati Uniti, tra cui, particolarmente note sono la grande e monocromatica White Flag del 1955 e Three Flags del 1958, raffigurante tre bandiere sovrapposte che mostrano un totale di 84 stelle. A proposito del primo dipinto a encausto, il soggetto del drappo in questione è stato concepito per essere svuotato della sua caratteristica colorazione, al fine di divenire una sorta di fantasma dall’aspetto sbiancato e dalla forma composita, oltre che stratificata, intesa per rendere strana un’immagine estremamente familiare. Di fatto, lo scopo dell’artista non è stato tanto quello di criticare l’America, ma di rivolgersi al fruitore, al fine di sfidare la sua percezione, complicando il suo rapporto con l’identità nazionale. Infine, è curioso svelare come la serie di bandiere di Johns sia nata due anni dopo che l’artista fu congedato dall'esercito americano, momento in cui venne ispirato da un sogno della bandiera degli Stati Uniti nel 1954.
"SEGNO DI PACE" (2022)Dipinto di Elle Mccarthy.
Elle Mccarthy: Segno di pace
Facendo riferimento alle parole dell’artista di Artmajeur, Peace sign è stata ispirata da una fotografia di David Peterson, al fine di dar vita ad un dipinto, facente parte di una seria di opere, aventi l’intento di dar voce e sembianze al patriottismo USA, in questo caso esplicitato dalla presenza di una mano che fa il segno della vittoria, completando con le sue stelle e strisce le fattezze americane sullo sfondo. Un sentimento affine è stato espresso da Childe Hassam in Day of Allied Victory (1917), dipinto che, d’ispirazione impressionista, raffigura il giorno in cui, durante la prima guerra mondiale, gli americani celebrarono l’ingresso del paese nel conflitto, esternandolo mediante uno stato d’animo euforico, che ebbe la conseguenza di riempire le città di drappi non solo a stelle e strisce, ma anche raffiguranti le croci decussate di Sant'Andrea e San Patrizio (bandiera dell’inghilterra), nonché il blu, bianco e rosso della Francia. Proprio questi ultimi soggetti si impogono all’interno della composizione, presentandosi in una vivace disposizione a zig zag, da intendersi come manifesto di un preciso pensiero dell’epoca, secondo il quale la guerra avrebbe dato l’opportunità ai suddetti popoli di riportare la democrazia nel mondo, mediante il loro salvifico intervento nel conflitto. Infine, un altro dipinto celebrativo della bandiera americana è Our Banner in the Sky (1861) di Frederic Edwin Church, opera in cui il suddetto drappo emerge da un cielo stellato crepuscolare sospeso su un paesaggio verdeggiante, abbagliando lo spettatore con i suoi colori, volti ad evocare un reverenziale stupore, che, in realtà, riporta alla difficile epoca della Guerra Civile.