Come le Artiste Donne Stanno Ridisegnando il Panorama Artistico su Artmajeur

Come le Artiste Donne Stanno Ridisegnando il Panorama Artistico su Artmajeur

Olimpia Gaia Martinelli | 4 giu 2024 15 minuti di lettura 1 commento
 

Il cammino delle donne nel mondo dell'arte è stato lungo e tortuoso, spesso ostacolato da barriere socio-culturali, che hanno limitato il loro riconoscimento fino all'avvento dei movimenti per i diritti delle donne nel XX secolo. Oggi, piattaforme come Artmajeur celebrano e amplificano il talento femminile in una vasta gamma di media artistici...

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UNFORGETTABLE YOU (2024)Dipinto di Chantal Proulx

Nel vasto universo dell'arte, la presenza femminile ha percorso un cammino tortuoso e profondamente evolutivo. Storicamente, le donne sono state spesso escluse dai circoli artistici dominanti, relegando il loro contributo a ruoli marginali o confinandole all'anonimato. Solo nei secoli recenti, attraverso lotte incessanti per l'emancipazione e il riconoscimento, le artiste hanno cominciato a rivendicare il loro spazio meritato nel panorama artistico.

La transizione dall'oscurità all'affermazione è stata un percorso impervio, segnato da barriere socio-culturali, che hanno impedito alle donne di esprimere liberamente il proprio talento. Le restrizioni accademiche e l'accesso limitato ai mecenati, che un tempo erano prerogative esclusivamente maschili, sono stati ostacoli significativi, che hanno rallentato l'ascesa femminile nel mondo dell'arte. Tuttavia, a partire dal XX secolo, il contributo delle donne ha iniziato a essere riconosciuto più ampiamente, grazie anche all'affermarsi dei movimenti per i diritti femminili, che hanno promosso una maggiore equità di genere.

Oggi, grazie a piattaforme come Artmajeur, assistiamo a una rappresentazione sempre più equilibrata e diversificata, dove le artiste operano con maestria in ogni medium artistico. La pittura, la scultura, la fotografia, il disegno, il collage, l'arte tessile e l'arte digitale sono solo alcuni dei campi in cui le donne hanno lasciato e continuano a lasciare un'impronta indelebile.

Proprio in questi ultimi ambiti, le artiste di Artmajeur rappresentano una gamma eccezionale di talenti, che esplorano e trasformano i diversi media, dimostrando come l'arte possa essere uno strumento potente di espressione e di cambiamento. Con ogni opera, esse sfidano le percezioni tradizionali e ampliano gli orizzonti del possibile, confermando il ruolo cruciale del "gentil sesso" nel definire e nel rinnovare continuamente il panorama artistico contemporaneo. 

Siamo ora pronti per esplorare la prospettiva femminile attraverso diversi media, analizzando e confrontando le opere di pittrici, scultrici, fotografe e altre artiste presenti su Artmajeur. Pronti, partenza, via! 

Tre Pittrici che Stanno Riscrivendo l'Arte 

Iniziando con la pittura, abbiamo esaminato gli approcci unici alla creatività di tre eccezionali artiste, ciascuna con una visione distintiva. Questa stessa analisi verrà estesa alla scultura e alla fotografia, dove esploreremo le diverse espressioni artistiche attraverso le opere di altre talentuose creatrici. Per le altre discipline—il disegno, il collage, l'arte tessile e l'arte digitale—selezioneremo una rappresentante per ciascuna, mettendo in luce il loro impatto unico.  

MIRRORING (2023)Dipinto di Agnese Kurzemniece

WHEN YOUR HEAD IS IN THE CLOUDS (2023)Dipinto di Agnese Kurzemniece

La pittura di Agnese Kurzemniece, artista che vive e lavora a Riga (Lettonia), esplora profondamente il tema della femminilità, concepita all'interno di un ambiente mutevole, "espressionista" e surreale, mediante una lente intensamente personale, talvolta quasi simbolica. Formata inizialmente alla Janis Rozentāls Riga Art High School e successivamente perfezionata nella pittura e grafica presso l'Accademia di Belle Arti della Lettonia, Agnese ha spostato il suo focus verso la pittura acrilica negli ultimi anni, portando avanti e sviluppando i temi iniziati nei suoi primi lavori grafici.

Analizzando due dipinti di Agnese Kurzemniece, "Mirroring" (2023) e "When Your Head Is in the Clouds" (2023), emergono chiare ricorrenze stilistiche e tematiche, che possono quasi sintetizzare l'intero corpus delle opere dell'artista. 

In "Mirroring" si palesa la figura di una giovane donna intenta ad osservare il suo riflesso in uno specchio. La suddetta scena è pervasa da una serena tranquillità, resa dall'utilizzo di una palette cromatica "morbida" e armoniosa, che avvolge delicatamente l'effigiata in una luce tenue, pronta a suggerire intimità e riflessione. In aggiunta, la composizione invita alla contemplazione, enfatizzando l'espressione pensierosa e seria del soggetto, totalmente preso a contemplarsi. Il dipinto evoca altresì eleganza e tranquillità, sensazioni conferite dall'uso controllato di toni sobri, che prendono vita all'interno di un contesto sapientemente ponderato.

Similmente, "When Your Head Is in the Clouds" presenta un'atmosfera surreale, dove il volto di una donna, inserito tra nuvole verdi in movimento, porta lo spettatore in un mondo dal sapore onirico. La figura dalla lunga nuca e l'aspetto sereno crea anche un'aura di mistero e fascino, che risalta su di uno sfondo verde e rosa, inteso per aggiungere  profondità alla scena. Tutta la visione evoca meraviglia e stupore all'interno del contesto di un paesaggio immaginario, oltre che etereo.

Infine, appare evidente come entrambe le opere mostrano la capacità di Kurzemniece di esplorare temi legati all'identità femminile e alla percezione del sé in contesti diversi, mantenendo una coerenza stilistica che fonde realismo con elementi surreali. Di fatto, se "Mirroring" esplora la riflessione interiore in un contesto tranquillo e raccolto, "When Your Head Is in the Clouds" esternalizza queste stesse sensazioni in un esterno. Tale diversificazione di luogo ci permette di riflettere sulla diversità spaziale, mostrando anche come l'arte possa fungere da ponte tra il reale e il surreale, il visibile e l'invisibile.

TROPICAL SUNSET (2024)Dipinto di Nataliia Sydorova

THREADS (2024)Dipinto di Naoko Paluszak

Siamo adesso giunto al confronto tra due opere pittoriche astratte: "Tropical Sunset" (2024) di Nataliia Sydorova e "Threads" (2024) di Naoko Paluszak. 

A proposito di Nataliia Sydorova, la pittrice contemporanea ucraina ha reso sulla tela una vivida rappresentazione di un tramonto tropicale, utilizzando un'esplosione di tinte aranciate, rosa e blu. Quest'olio riflette l'ispirazione tratta dai lavori di Gerhard Richter, dove si fondono, appunto, texture ricche e colori luminosi, adesso intesi per evocare la calda luce del sole. Allo stesso modo, l'approccio di Sydorova è fortemente influenzato anche da artisti come Mark Rothko e Cy Twombly, resi noti dalla loro maestria nel manipolare colori audaci, proprio come traspare in "Tropical Sunset". Infine, oltre al giocoso accento di colore, il dipinto in questione è stato inteso per irradiare buon umore e ispirazione, trasformando energeticamente gli ambienti in cui viene collocato.

Per quanto riguarda l'indagine astratta di Naoko Paluszak, premiata artista giapponese residente negli Stati Uniti, il suo operato si riassume in "Threads", acrilico che esplora innovativamente le peculiarità dell'Espressionismo astratto. Quando detto prende la forma di linee colorate, intricatamente intrecciate ma chiaramente formate, che creano un'immagine pronta a colpirci per la sua capacità di evocare emozioni e ricordi intensi, spesso ingarbugliati e intrappolati nel nostro inconscio. Parlando di formazione, Il background di Paluszak come graphic designer ha nettamente arricchito la sua arte di un peculiare dinamismo emotivo, talvolta quasi tangibile. 

Allora, entrambe le artiste, pur lavorando in stili personali e distinti, condividono una predilezione per l'uso audace del colore e una tendenza all'astrazione, che invita gli osservatori a interpretare le opere in modi profondamente personale. Mentre Sydorova si concentra su un astrattismo che trae ispirazione dai fenomeni naturali, Paluszak esplora la tensione tra astratto e figurativo, creando forme che sfidano la percezione visiva tradizionale.

Due Voci nel Mondo della Scultura  

Dopo aver esplorato la pittura, ci immergiamo ora nel mondo della scultura, mettendo in evidenza il contributo femminile attraverso le opere di due talentuose scultrici: Ielizaveta Portnova e Joanna Zakrzewska-Cholewa.

 PLAISIR (2023)Scultura di Ielizaveta Portnova

AINSI VA LA VIE (2023)Scultura di Ielizaveta Portnova


Parlando di Ielizaveta Portnova, ci immergiamo nel mondo di una scultrice ucraina, che ha fatto dell'innovazione e della sperimentazione i pilastri della sua arte. Residente in Francia, Portnova ha ridefinito i confini dell'arte ceramica, unendo tecniche tradizionali a esplorazioni audaci e creative. La sua abilità nel modellare l'argilla con le mani si fonde con l'uso di ossidi, engobbi e smalti per aggiungere profondità e complessità visiva alle sue creazioni, che spesso incorporano materiali organici e inorganici in un gioco di ambiguità, che sfida le percezioni del pubblico.

Le opere di Portnova sono altresì profondamente radicate in ispirazioni naturali e archeologiche, creando un universo distintivo, che riflette texture intese per alludere a rocce stratificate o fossili erosi, manifestando una fragilità intrinseca e imprevedibilità simile a quella dei capricci della natura. 

Focalizzandoci adesso sulle sculture "Plaisir" (2023) e "Ainsi Va La Vie" (2023), notiamo un'evoluzione tematica affascinante, che riflette non solo l'arte ma anche la vita personale di Portnova. Entrambe le sculture sono state modellate originariamente in Ucraina nel 2020, e trasportate in Francia dopo l'inizio della guerra, simboleggiando un viaggio, sia fisico, che emotivo. "Plaisir" è ricoperta di decalcomanie che includono versi di André Breton e spartiti di Vivaldi, un omaggio ai ricordi felici di Portnova in Italia e un'affermazione della vita attraverso la creazione artistica. "Ainsi Va La Vie", in modo analogo, presenta un corpo senza volto, che, segnato dai cambiamenti e dalle difficoltà, è anch'esso coperto di versi. 

Inoltre, osservando le due sculture, possiamo immaginare che una sia la continuazione dell'altra, come se la figura di "Plaisir", inizialmente eretta e composta, in un movimento successivo cadesse e si contorcesse per diventare "Ainsi Va La Vie". Questo passaggio visivo tra le opere suggerisce un flusso di narrazione e forma che mette in luce la transitorietà e la trasformazione continua, elementi chiave nell'esplorazione artistica di Portnova.

Infine, quanto analizzato sopra non solo dimostrano la maestria tecnica di Portnova, ma anche il suo impegno a esplorare temi di memoria, perdita e speranza, stabilendo un dialogo profondo tra l'artista, la sua opera e il pubblico. Di fatto, l'arte di Portnova invita gli spettatori anche a riflettere sulle sfide personali e collettive, offrendo uno spazio per il riconoscimento e la catarsi.

CIRCUS ACROBATS, NO. V/VIII, HIGH 49CM (2024)Scultura di Joanna Zakrzewska-Cholewa

NEW GAME, NO. EA I/II (2022)Scultura di Joanna Zakrzewska-Cholewa

Parlando di Joanna Zakrzewska-Cholewa, ci troviamo di fronte a una scultrice polacca nata nel 1976 e diplomata all'Accademia di Belle Arti di Cracovia. Ella utilizza principalmente il bronzo, che lavora con la tecnica della fusione a cera persa, al fine di creare sculture distinte per la loro purezza e il peso materico del metallo. 

Entrando nel vivo del suo operato, le sculture "Circus Acrobats, No. V/VIII" (2024) e "New Game, No. EA I/II" (2022) rappresentano esempi eccellenti del suo approccio artistico, in quanto esplorano temi di movimento e equilibrio, resi mediante lo studio della forma umana. A proposito di "Circus Acrobats", l'opera ritrae figure in un atto acrobatico, dove la rigidità della posa e l'armonia delle forme sono fissate nel bronzo. Inoltre, questa scultura dimostra un'abile manipolazione del metallo, creando un senso di dinamismo e leggerezza nonostante il materiale intrinsecamente pesante.

Diversamente "New Game" esplora l'equilibrio in un contesto differente, dove non è l'interazione tra figure umane a dominare la scena, ma piuttosto il legame tra l'uomo e un elemento geometrico, l'anello. Questa opera esprime un dialogo tra il corpo e l'oggetto, esplorando come l'equilibrio fisico possa essere influenzato e retto da strutture esterne. L'anello non solo sostiene, ma si integra nella dinamica della figura, suggerendo una simbiosi tra l'uomo e l'ambiente che lo circonda, riflettendo un gioco di forme che sfida la gravità e cattura un momento di tensione estetica e bilanciamento. 

Allora, entrambe le sculture enfatizzano il movimento, non solo fisico ma anche emotivo e concettuale, invitando lo spettatore a riflettere sulla natura del supporto e del bilanciamento nelle relazioni umane e tra l'uomo e il suo habitat. In tal modo, Zakrzewska-Cholewa articola visivamente l'importanza della fiducia e dell'equilibrio, sia nel contesto interpersonale che in quello individuale, rafforzando l'idea di interazione come elemento fondamentale per l'armonia e la crescita personale.

Le Visioni di Due Fotografe

Approfondiamo adesso il campo della fotografia, evidenziando l'impatto delle donne attraverso le opere di due distinte fotografe: Valera Samarine e Mariska Karto.

SAMARINE VALERA SÉRIE OMBRES PHOTOGRAPHIE F19F (1999)Fotografia di Valera Samarine

SAMARINE VALERA SÉRIE OMBRES PHOTOGRAPHIE FN03F (1996)Fotografia di Valera Samarine

Valera Samarine è un fotografa abile nel trasformare oggetti quotidiani in autentiche rivelazioni visive. Insegnante e ingegnere di grande esperienza, Samarine ha sviluppato un'ampia conoscenza nella fotografia in bianco e nero e nei fondamenti della composizione. Le sue opere sono apprezzate a livello internazionale, oltre che presenti in numerose collezioni private e pubbliche e in prestigiose gallerie.

Un aspetto distintivo della sua arte si manifesta nella serie "Fourchettes" realizzata tra il 1994 e il 1999. Quest'ultima esplora l'oggetto comune della forchetta con un occhio attento alla forma e alla luce, ricordando il lavoro di André Kertész e la sua famosa fotografia "The Fork" (1928). Kertész, similmente celebrato per il suo modo di elevare semplici dettagli a poesie meditative, ha influenzato numerosi fotografi, avvicinandoli all'esplorazione della bellezza nascosta nel quotidiano, mediante l'attento uso di luci forti e ombre drammatiche.

Le due opere presentate, appunto parte della serie "Fourchettes", dimostrano il talento di Samarine nel catturare la dualità e la tensione tra la semplicità e l'elaborazione. La prima immagine mostra una forchetta proiettata su uno sfondo striato, inteso per creare un gioco di luci e ombre, che accentua le forme geometriche e lineari. La seconda fotografia, invece, utilizza le ombre per trasformare la forchetta in un oggetto dalla doppia identità, sottolineando il suo potenziale trasformativo attraverso l'astrazione fotografica.

LAUNDRY DAY (2021)Fotografia di Mariska Karto

DIVA ATTACK (2017)Fotografia di Mariska Karto

Mariska Karto, nata in Suriname e cresciuta nei Paesi Bassi, unisce nelle sue opere una ricca eredità culturale che spazia dal Sud America all'Indonesia, dall'Africa all'Olanda. La sua arte riflette questa diversità attraverso una fusione unica di stili e tematiche, mostrando una forte inclinazione per l'arte figurativa, resa nelle forme umane, integrate tra colori, elementi naturali e ambiente. Mariska non si limita a esplorare tale estetica in modo esteriore, ma entra nel vivo della narrazione, alludendo anche al mistero interiore custodito dai personaggi raffigurati. 

Le sue fotografie "Laundry Day" (2021) e "Diva Attack" (2017) incarnano brillantemente lo stile della fotografa, dando vita a una rappresentazione potente e sensuale della femminilità. "Laundry Day" trasforma una scena domestica ordinaria in un’espressione umoristica di forza femminile, dove gli oggetti di uso quotidiano simboleggiano la resilienza e l'indipendenza delle donne. In simil maniera "Diva Attack" allude, con leggerezza e un gusto alquanto kitsch, a situazioni e soggetti analoghi. 

Entrambe le opere, pur mostrando visivamente le figure femminili in posizioni che potrebbero sembrare di vulnerabilità o sottomissione, ribaltano queste percezioni con un uso intelligente dell'ironia e del simbolismo, svelando la vera forza interiore e la resilienza delle donne. Di fatto, con una miscela di gioco e espressione potente, Karto non solo cattura l'aspetto esteriore delle sue modelle, ma penetra anche nella loro essenza più profonda, trasformando ogni fotografia in una potente affermazione di forza e bellezza delle donne. Allora appare evidente come le sue opere parlano di femminilità non come debolezza, ma in qualità di una potente fonte di forza, anche quando essa appare sepolta o nascosta sotto strati di contesti quotidiani.



TOMATE NOIRE (2023Disegno di Sylvie Talon

Profilo di una disegnatrice

Sylvie Talon è un'artista autodidatta francese, specializzata in disegni a matita e inchiostro indiano. Nata nel 1962 a Bayonne, Sylvie ha allestito il suo studio in un piccolo villaggio di 200 abitanti ai confini tra Landes e Gers, in Francia, dove trova la tranquillità necessaria per dedicarsi alla pittura e al disegno, sua passione di lunga data.

Le sue opere, caratterizzate da una maestria tecnica impeccabile e colori delicati, esplorano la vita femminile nelle sue dualità, alludendo a sogni, aspirazioni e realizzazioni. I personaggi sensuali e spesso in levitazione di Sylvie avvolgono lo spettatore in un'atmosfera onirica, creando un mondo di delicatezza e intimità visiva.

Una delle sue opere più recenti, "Tomate Noire" (2023), è un esempio splendido del suo talento nel catturare la bellezza unica della natura. Questo disegno, realizzato a matita su carta, ritrae uno splendido pomodoro nero colto dal suo giardino. Nonostante il titolo, il colore di questo frutto è di un rosso profondo, reso con una precisione, che ne evidenzia la forma straordinaria e originale, facendola emergere nella sua sensualità.

Quest'ultima caratteristica del frutto ricorda, appunto, le opere di Edward Weston, in particolare il suo "Pepper No. 30", dove l'oggetto quotidiano è elevato a icona di bellezza e forma pura attraverso l'arte fotografica. In modo simile, allora, Sylvie Talon ha trasformato un semplice pomodoro in un'opera d'arte, che celebra la singolarità delle forme naturali. 

EMANATION 6 (2024)Collage  di Annemarieke Van Peppen

Una Visione Artistica del Collage

Annemarieke van Peppen è un'artista nata nel 1971 a Rotterdam e formata presso l'Accademia di Arte e Industria (AKI) di Enschede, dove si è specializzata in moda. Dopo gli studi, ha viaggiato in Indonesia, Australia e Malaysia, trovando ispirazione e sviluppando uno stile artistico personale. Il suo lavoro spazia tra collage, installazioni, progetti di impatto artistico, fotografia, sculture e abbigliamento, con una costante ricerca dell'essenza umana, anche nella sua complessità.

La serie "Emanations", di cui il collage sopra fa parte, riflette sul termine "emanazione", ovvero qualcosa che emerge da una fonte, manifestandosi in nuove forme, per esplorare l'essenza dell'esperienza umana, attraverso la creazione di nuove identità. Quest'ultime sono appunto intese per simboleggiare la continua ricerca di auto scoperta e crescita. Tale approccio agisce come specchio per l'artista, che invita all'introspezione e alla riflessione, raccontando anche il suo personale processo di reinvenzione e accettazione, rispetto al costante flusso del cambiamento e dell'evoluzione. 

A proposito di "Emanations 6", il collage presenta un ritratto in scala di grigi composto da numerosi piccoli pezzi di fibra tessile incollati su una superficie di legno. Le singole parti dell'opera sono meticolosamente disposte per formare un'immagine coesa e dettagliata del volto di una persona, con particolare attenzione alla gradazione dei toni e alle texture per ottenere una rappresentazione realistica. Inoltre, il tessuto sovrapposto crea una superficie unica e strutturata, che aumenta la profondità visiva e la complessità del ritratto. Infine, appare evidente come l'opera combina elementi della ritrattistica tradizionale con tecniche di collage contemporaneo, mettendo in mostra l'abilità dell'artista nel manipolare i materiali per evocare emozioni e significati. 

VASE COMPOSITION VI’24 (2024)Arte tessile di Milena Paladino.

Innovazione Tessile al femminile

Milena Paladino, nata in Polonia nel 1985, si è laureata in Storia dell'Arte presso l'Università Adam Mickiewicz di Poznan prima di trasferirsi in Italia per perseguire la sua passione per l'arte. La sua ricerca del mezzo espressivo ideale l'ha portata a specializzarsi nelle opere tessili, utilizzando la tecnica del punch needle.

Le sue creazioni sono caratterizzate da composizioni semplici e delicate che esplorano la forma e la proporzione attraverso la natura morta. Guidata dalla ricerca dell'essenza e della purezza formale, Milena aspira a una chiara armonia e proporzione, risultando in opere minimaliste e sensuali. Lavorando con tessuti naturali come lana o alpaca, Milena conferisce alle sue opere un forte impatto visivo e una qualità tattile, permettendo agli spettatori di soddisfare molteplici sensazioni.

In maniera analoga è da intendersi "Vase Composition VI'24" (2024), esemplare dell'arte della Paladino, che da forma a una combinazione di figure e materiali, dove l'arrangiamento tessile esplora la texture e il colore in maniera innovativa. In questo contesto, la tecnica del punch needle, insieme ai materiali naturali, crea una superficie ancora una volta ricca di variazioni visive e tattili. 

DEEP SOUL 138 (2023)Arte digitale di Laurence Verney

Il Futuro Digitale è donna  

Laurence Verney è un'artista francese nata nel 1962, il cui universo artistico si esprime oggi attraverso l'arte digitale. Verney ama dare realtà alle illusioni, allora la materia, la texture, la profondità, il movimento e il contrasto nelle sue opere generano una forza espressiva, che conferisce significato alle sue immagini e stimola l'immaginazione. In questo senso interviene anche la qualità misteriosa della luce, capace di suscitare profonde emozioni, conferendo splendore e vibrazione ai soggetti indagati.

Parlando sempre d'illusione, Laurence Verney trova appunto ispirazione nell'arte ottica di Victor Vasarely, oltre che nell'astrattismo di Pierre Soulages, nelle fotografie in bianco e nero di Edward Weston e nelle immagini effimere sulle grandi città create da Ernest Pignon-Ernest e JR. Proprio questi ultimi maestri influenzano la sua ricerca creativa, che viene anche ispirata dalla spontaneità della Street art.

L'opera d'arte digitale "Deep soul 138" (2023) è una combinazione di fotografia digitale manipolata, immagini generate dall'intelligenza artificiale e fotomontaggi in 2D su alluminio. Essa è stata realizzata per esplorare l'essenza dell'esperienza umana, attraverso l'uso di texture intricate e giochi di luce, intese per creare un'opera quasi palpabile. A proposito del volto raffigurato, esso emerge da un velo etereo, trasmettendo una sensazione di profondità e introspezione, mentre la manipolazione digitale e l'uso di materiali come l'alluminio creano un'immagine contemporanea capace di unire tradizione e innovazione.

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