Jessica Capra: una curatrice impegnata a prendersi cura

Jessica Capra: una curatrice impegnata a prendersi cura

Nicolas Sarazin | 12 feb 2025 4 minuti di lettura 2 commenti
 

Jessica Capra, curatrice e storica dell'arte con sede a Monaco di Baviera, sviluppa progetti culturali impegnati che pongono la cura al centro della creazione artistica. Attraverso le sue collaborazioni e selezioni di artisti, mette in luce opere che esplorano la cura nelle sue molteplici forme – individuale, sociale e ambientale – facendo dell’arte una leva di trasformazione e riflessione collettiva.

Jessica Capra, l'artista e gli altri

Jessica Capra è curatrice, storica dell'arte ed esperta culturale che vive a Monaco di Baviera, in Germania. Con dieci anni di esperienza nei Paesi Bassi, in Belgio e in Germania, progetta e sviluppa progetti culturali in risposta a esigenze concrete, con l'ambizione di generare un cambiamento significativo. Il suo lavoro si basa su pilastri fondamentali: la diffusione della conoscenza, la creazione di legami tra gli individui, lo sviluppo delle competenze e l'incoraggiamento di nuove collaborazioni che arricchiscano il panorama culturale attuale.

La sua passione per il supporto, la formazione e la consulenza di giovani professionisti della cultura e artisti l'ha portata a unirsi a The Artist and The Others . Di recente, il suo approccio curatoriale si è concentrato su riflessioni sulla Burnout Society e sulla cura , portando avanti contemporaneamente ricerche sulla maternità nelle arti.

Curatela responsabile e coerente

Con questo in mente, ha collaborato con ArtMajeur By Your Art per una curatela che evidenziasse il C come atto artistico e sociale essenziale. Attraverso questa piattaforma ha selezionato e messo in risalto artisti il ​​cui lavoro illustra le molteplici dimensioni della cura: la cura di sé, la cura degli altri, la cura dell'ambiente e la cura delle storie condivise.

Questo approccio curatoriale mira a creare uno spazio di dialogo e riflessione, in cui l'arte diventa un vettore di trasformazione personale e collettiva. Offrendo maggiore visibilità a questi artisti, si accresce la consapevolezza pubblica sul concetto di cura, promuovendo al contempo pratiche artistiche che danno priorità all'ascolto, alla gentilezza e alla trasmissione.

Okomi (2024), Sanya Gbemileke, acrilico su tela, 76,2x91,4 cm

In "Okomi" (2024) di Sanya Gbemileke , l'amore materno è al centro della storia. Il dipinto cattura con delicatezza ed emozione il legame indissolubile tra una madre e il suo bambino, evidenziando la forza dell'affetto familiare e i ricordi che questo crea. Questa idea di memoria e affettività prosegue in “ As flores que plantei I” (2024) di Ritchelly Oliveira , dove la fusione di carbone e olio traduce la fragilità e la resilienza delle relazioni umane. L'artista evoca la crescita emotiva attraverso figure eteree ed elementi allegorici, riecheggiando l'importanza della Cura sia nell'intimo che nell'universale.

La nostra eredità (2023), Paolo Chiuchiolo, Arti digitali

La cura non si limita alle relazioni umane; Comprende anche il nostro rapporto con la natura e il patrimonio che tramandiamo. "La nostra eredità" (2023) di Paolo Chiuchiolo incarna questa responsabilità ambientale attraverso un'immagine forte: un bambino che tiene tra le mani una Terra in miniatura. Questo gesto simbolico chiama in causa la necessità di proteggere il nostro pianeta, messaggio essenziale in una riflessione sulla cura collettiva e intergenerazionale .

Harmony in Flux#2(Edizione grande) (2022), Daniel Kei Wo, Scultura - Acciaio inossidabile, 210x155 cm

Con un approccio più astratto ma ugualmente significativo, "Harmony in Flux #2" (2022) di Daniel Kei Wo esplora l'equilibrio e la connessione tra gli individui. La sua scultura in acciaio lucidato, ispirata al movimento naturale, traduce la fluidità e la complessità delle relazioni umane. Ci ricorda che la cura è un processo in continua evoluzione, che richiede attenzione e adattamento.

Studio del colore 53 (2023), Paul Gravett, Fotografia

Infine, "Colour Study 53" (2023) di Paul Gravett offre un'esperienza sensoriale che invita alla contemplazione. Attraverso il suo sottile gioco di texture e sfumature, l'opera ci incoraggia a rallentare, osservare e prenderci cura della nostra percezione del mondo.

Un dialogo artistico continuo

Ogni selezione progettata all'interno di questo quadro incoraggia l'immersione in opere che mettono in discussione il nostro rapporto con il mondo e con gli altri, evidenziando gesti e iniziative che promuovono una migliore coesione sociale. Collaborando con artisti impegnati, Jessica Capra incoraggia una riappropriazione della Cura attraverso diverse espressioni artistiche: installazioni interattive, performance, dipinti e opere digitali, tutte pratiche che riflettono il bisogno di connessione e solidarietà.

L'obiettivo è fare dell'arte una leva di azione e consapevolezza, offrendo esperienze che risuonino negli spettatori e li incoraggino a integrare la Cura nella propria vita quotidiana. Attraverso questa curatela, afferma che l'arte non è solo una rappresentazione del mondo, ma anche un potente mezzo per trasformarlo instillando nuovi valori basati sul rispetto, sulla condivisione e sulla responsabilità collettiva.

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