Gianni Pedrazzi
Nato a San Felice sul Panaro (MO) nel 1947, esordisce ancora adolescente nella pittura come autodidatta,
frequenta lo studio di alcuni artisti locali che lo indirizzano agli studi artistici. Consegue il titolo di Maestro d’Arte all’ Istituto d’Arte Venturi di Modena e in seguito frequenta l’Accademia di Belle Arti Clementina di Bologna sotto la guida del Prof. Contini.
Al termine degli studi lavora, parallelamente alla pittura, come Direttore Artistico in una agenzia di comunicazione.
Dal 1995, si dedica interamente alla pittura.
Numerosi sono i premi conseguiti con le sue opere che sono state esposte in Italia e in varie città europee.
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Nato a San Felice sul Panaro (MO) nel 1947, esordisce ancora adolescente nella pittura come autodidatta,
frequenta lo studio di alcuni artisti locali che lo indirizzano agli studi artistici. Consegue il titolo di Maestro d’Arte all’ Istituto d’Arte Venturi di Modena e in seguito frequenta l’Accademia di Belle Arti Clementina di Bologna sotto la guida del Prof. Contini.
Al termine degli studi lavora, parallelamente alla pittura, come Direttore Artistico in una agenzia di comunicazione.
Dal 1995, si dedica interamente alla pittura.
Numerosi sono i premi conseguiti con le sue opere che sono state esposte in Italia e in varie città europee.
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Gianni Pedrazzi presenta la sua mostra "passaggi segreti" realizzata a Piacenza il 15 Maggio 2010 all'Atelier Roberta Braceschi
GIANNI PEDRAZZI
Nato a San Felice sul Panaro (MO) nel 1947, esordisce ancora adolescente nella pittura come autodidatta,
frequenta lo studio di alcuni artisti locali che lo indirizzano agli studi artistici. Consegue il titolo di Maestro d’Arte all’ Istituto d’Arte Venturi di Modena e in seguito frequenta l’Accademia di Belle Arti Clementina di Bologna sotto la guida del Prof. Contini.
Al termine degli studi lavora, parallelamente alla pittura, come Direttore Artistico in una agenzia di comunicazione.
Dal 1995, si dedica interamente alla pittura.
Numerosi sono i premi conseguiti con le sue opere che sono state esposte in Italia e in varie città europee.

文章
2002 2° premio concorso acquerello Città di Loiano organizzato dall’Università Primo Levi di Bologna
2003 2° premio "Emozioni e Magie del Natale" Atelier d’Arte Roberta Braceschi; Piacenza
4° premio xxxv edizione premio Segantini; Arco di Trento.
5° premio concorso annuale Città di Poggio Rusco
2004 1° premio concorso acquerello Città di Medicina organizzato dall’Università Primo Levi Bologna
1° premio assoluto Albrect Durer, xxxv edizione Premio Segantini; Arco di Trento.
2005 2° premio 18° Concorso Nazionale di Pittura - Poggio Rusco.
2006 2° premio Emozioni e Magie del Natale; Atelier d’Arte Roberta Braceschi - Piacenza
1° premio Extempore XXXVI edizione Premio Segantini - Arco di Trento
4° premio concorso annuale Città di Poggio Rusco
2009 Vincitore selezione VIII Biennale Internazionale d'Arte Moderna di Roma
Mostre realizzate
Barcellona: Galleria Aceas
Berlino: Galleria Pinna
Bologna: Teatro del Navile, Circolo Artistico, Galleria d’Arte d’Azeglio
Bruxelles: Musèe d’Art Spontanè
Ferrara: Galleria Alba
Firenze: Palagio di parte Guelfa
Lisbona: Galleria d’Arte e Dega
Mirandola: Aula del Sacramento, Castello dei Pico
Modena: Centro Studi L.A. Muratori
Palermo: Centro Diffusione Arte
Piacenza: Atelier d’Arte Roberta Braceschi
Ravenna: Galleria Art Studio
Roma: Galleria il Collezionista
Salisburgo: Kunstmesse (ArteFiera)
Venezia: Galleria Studio d’Arte
Russi (RA) Ex macello
Fabriano Museo della carta e della filigrana
nel mio studio
un angolo del mio studio

文章
Le opere di Gianni Pedrazzi sono frammenti di una memoria profonda che ognuno di noi conserva senza sapere da dove provengano, forse da un sogno, forse da una favola che qualcuno, da qualche parte, un giorno ci ha letto; galleggiano come ricordi dai confini poco certi, suscitando emozioni sfumate: nostalgia? timore? inquieta partecipazione?
Le parole non dette e gli sguardi assorti riempiono i fotogrammi di una storia di cui non leggiamo che poche righe.
I colori dell’autunno tingono queste immagini dei significati di un racconto intimo dove riescono a convivere un cielo carico di buio e la tranquillità dorata della campagna .
E che per questo ci somigliano.
Elisabetta Modena
Come gettando un ponte, tra reale ed inaspettato, ci si ritrova a scoprire passaggi segreti ed angoli nascosti della propria storia, delle proprie emozioni.
Luoghi che diventano uno spazio di raccoglimento a cui lo spettatore accede compiendo un insolito viaggio tra sentimenti ed evocazioni.
Luoghi come esplorazioni interiori che diventano veri e propri avvistamenti dell’anima.
Roberto Maria De Martini
Presentandolo in una recente mostra, il critico d’arte Enzo Dall’Ara ha scritto di lui: “Le atmosfere evocate nelle sue opere prendono forma da un’intima esplorazione interiore.
E’ in questi spazi che vivono le opere di Gianni Pedrazzi, un poeta dell’immagine, un cantore della levità sospesa; è qui che l’anima accarezza la luce e vibra sugli orizzonti di una dimensione che è universo di sonorità antiche e di assonanze contemporanee”
Enzo Dall’Ara
I dipinti di Gianni Pedrazzi nascono da ricordi dell’adolescenza. Queste opere, create attraverso un forte contrasto cromatico, rivelano un interesse per la figurazione. La scenografia del paesaggio agreste, l’equilibrio della composizione, l’accostamento dei toni, stimolano nello spettatore emozioni a cui non può sottrarsi.
Nel silenzio di queste creazioni si invera il rapporto intimo tra uomo e natura. In un epoca in cui il ritmo quotidiano è diventato stressante, Pedrazzi conduce l’osservatore in un viaggio alla scoperta di valori perduti.
Elena Gavazzi (ViviPiacenza.it)
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“PRESI LA TAZZA E SOCCHIUDENDO GLI OCCHI LA PORTAI ALLE LABBRA”
Tecnica: aquerello
cm 25x35, 2003
La stanza era in penombra, rischiarata appena dalla luce della lampada sul tavolino.
Mi adagiai lentamente sulla poltrona fino a sentire che il suo abbraccio mi avvolgeva tutta.
Presi la tazza e socchiudendo gli occhi la portai alle labbra.
Sentivo il caffè bollente scendermi dentro a cercare i punti più sensibili che risposero
mandandomi un insinuante tepore per tutto il corpo. Sprofondai ancora di più nella poltrona;
il piacere che mi prese era lento e languido come un blues ipnotico e penetrante,
che vorresti continuasse senza fermarsi fino a lasciarti senza forze.

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"L'ARIA FRESCA DELLA SERA"
acquerello cm 5x73
Fra poco la luce comincerà a calare trasformando ogni cosa.
La calura inizierà a stemperarsi col fresco umido della sera.
A lunghi passi mi incammino attraverso i campi e come nuotando
lascio che l’aria scorra sul mio corpo dandomi ristoro.
Cammino, cammino e vorrei che questo camminare non finisse mai

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“L’ACQUA”
acquerello cm 73x53, 2002
E’ fresca, è liquida, è libera.
L’acqua penetra la terra e la terra la beve e insieme, l’acqua e la terra, fanno crescere l’erba e il grano. Vorrei berla anch’io, a grandi sorsate, vorrei dissetarmi, vorrei che mi entrasse dentro, e vorrei essere io a entrare in quell’acqua, essere anch’io acqua, vorrei essere fresco, liquido e libero, vorrei fondermi con lei, vorrei farci l’amore.

"ESTATE" acquerello cm 73x25, 2002
Sulla riva del canale crescevano liberi gli alberi e i cespugli; proprio come nella giungla che leggevamo nei racconti di Salgari.
Tagliando i rami interni di quella vegetazione avevamo ricavato un nascondiglio segreto dal quale controllavamo in ogni momento il territorio circostante.
La calura estiva ci invitava a tuffarci nell’acqua fresca di quel canale calmo e silenzioso.
Ogni tanto ci ripetevamo le storie sentite dai grandi che parlavano di persone che nel misterioso Po si erano annegate facendo il bagno, proprio come noi, e le avevano ripescate molti giorni dopo più a valle.
Quelle storie ci mettevano i brividi, ma ci voleva ben altro per farci desistere dai nostri giochi.
E poi, a noi non poteva succedere nulla: eravamo immortali e per dimostrarlo ci sfidavamo
a superare le prove più pericolose.
Qualcuno saliva sui rami di un albero e si tuffava nell’acqua riportando a galla una manciata di fango nero come fosse un trofeo che testimoniava il suo coraggio.
Altri ancora si lanciavano in poderose bracciate sfinendosi in una gara di resistenza, risparmiando appena un filo di energia per poter rimanere a galla quando giungevano allo stremo delle forze.
E giorno dopo giorno noi eravamo li, indaffarati a rincorrere instancabilmente le nostre fantasie e i nostri giochi.
L’acqua del canale invece sembrava ferma.
Scorreva così lenta da apparire immobile e, quando il giorno dopo tornavamo, sembrava essere ancora li dove l’avevamo lasciata.
Anche a noi il tempo sembrava sospeso e invece, giorno dopo giorno, stavamo crescendo e quelli di noi che lo avvertivano non erano più dei nostri l’anno dopo.

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“SEMBRAVA TANTO VICINA DA POTERLA TOCCARE”
acquerello cm 100x70, 2002
Ci sono giorni in cui vorrei essere lontano da me, vorrei lasciarmi per andare dove la gravità non può tenermi incollato a terra.
Fu proprio in uno di quei giorni che la vidi; arrivò inaspettata e subito fui sopraffatto da una sensazione sconosciuta e travolgente.
Rimasi immobile, tutta la mia mente era concentrata sulla punta di uno spillo.
Lontano, molto lontano, sentivo il sangue che spingeva forte sui timpani.
Poi, con la lentezza di certi sogni, cominciai a muovermi nella sua direzione; chissà se si sarebbe lasciata avvicinare.
Feci ancora un passo e poi un altro.
Ora eravamo uno di fronte all’altra.
Allungai la mano..........la nuvola si lasciò toccare.
Stordito dall’emozione ci montai sopra e lei dolcemente cominciò a muoversi.
Niente da rimpiangere, nessuno da salutare.
Sarei tornato?
Non so, le nuvole vanno lontano e volano in alto, molto in alto.

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"PAPAVERI E RANUNCOLI"
olio su tela cm 70x50, 2003
Papaveri e ranuncoli crescevano in chiassosa armonia, liberi e felici di vivere la loro stagione senza l’assillo della falce.
Questo allegro connubio di razze aveva trasformato quel campo incolto in una brulicante piazza dove tutti si spostavano continuamente per incontrarsi e parlare tra di loro ma spesso anche solo per il piacere di fare un po’ di pettegolezzi.
D’altronde la loro effimera leggerezza li voleva così e loro così si piacevano.
E anche a me.
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"PASSAGGIO A LIVELLO"
acquerello, cm 25x73, 2004
Viaggiando in treno mi capita di guardare dal finestrino con gli occhi stupiti dell’esploratore che scopre territori mai visti dall’uomo.
A volte mi prende un’emozione così forte alla vista di un paesaggio che vorrei abbandonare tutto per abitarlo in quell’attimo stesso e continuare li la mia vita, in quella corrispondenza perfetta di sentimenti con la natura.
Lì starei bene come in nessun altro posto starei.
In quel luogo tutto è perfetto.
I colori, gli odori, i rumori, la luce...... gli alberi e le case sembrano disposti secondo gli schemi di un artista che conosce i segreti di Vitruvio e di chissà quali altri architetti della natura.
Sento che quello spazio è così in pace con il tempo da farmi uscire dalle dita l’anima vera con la quale vorrei dipingerlo.
Potrò mai prendere tutto questo per riempirmici le tasche?
Potrò mai conservarlo assieme ai colori e prenderne un po’ quando mi servirà?

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"PER FARSI RICORDARE"
acquerllo, cm 25x73, 2003
L’estate è una stagione di interminabili giornate di luce intensa, di grandi emozioni, di sapori pieni, di forti profumi, di abbaglianti colori, di afe soffocanti e di rabbiosi rovesci.
Non conosce sosta e si agita sudata col fiato corto a un ritmo che alla fine ti lascia spossato come se ci avessi fatto l’amore per tre mesi filati.
E dopo quello stordimento, quando pensi che sia tutto finito, prima di uscire, per farsi ricordare mette in scena l’ultimo spettacolo ... e se ne va.
E l’autunno è l’atteso ristoro.

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"SEDUTO DAVANTI AL CAMINO"
acquerello, cm 35x25, 2003
Diceva: “Dalla vita non ho mai preteso niente”.
Se volere una grande famiglia e dei grandi figli ti sembra niente!
Si, tutto guadagnato; e adesso puoi startene seduto davanti al camino in un gesto che si è fatto storia. Quella di cui sei parte anche tu, quella scritta dal sole e dalle lune, quella segnata dalla sorte: dura, a volte crudele.
Per te, che sei l’ultimo contadino, tutto era nel disegno di Dio e non poteva farti male.
Oggi tu sei nelle persone che hai toccato, loro sono la storia che hai scritto;
una bella storia da raccontare ai bambini.

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