La Bacheca
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Dai paesaggi della Barbagia di Seulo ai paesaggi dell’anima
Galleria d'arte
Galleria d'arte "LA BACHECA"
Via Dei Pisani, 1 - 09124 Cagliari
Presenta
LUIGI DE GIOVANNI
Titolo: Dai paesaggi della Barbagia di Seulo ai paesaggi dell’anima
Artista: Luigi De Giovanni
Data: dal 4 al 31 dicembre 2010
Inaugurazione: sabato 4 dicembre ore 18.30
Orario: dalle 17.00 alle 20.00
Info: Tel.070 663396
e.mail:
Luigi De Giovanni, dopo le mostre tenute a ottobre 2010 a Lecce, Lucugnano e Specchia, riguardanti il Salento, sua terra d’origine, presenta i suoi quadri, che prendono in considerazione la Barbagia di Seulo in Sardegna, sua terra d’adozione, a Cagliari.
Gli aspri territori della Barbagia di Seulo dai clivi boscosi, dai colori addolciti da un ambiente, anche umano, naturalmente accogliente, sono afflato delle sue opere che da questi luoghi è partito per dipingere paesaggi che conservassero la spiritualità del territorio.
Nella mostra, che verrà inaugurata il 4 dicembre alla galleria “La Bacheca”, ci saranno opere realizzate a Taccorì, Perdascinonpesada, Perdabila e dalla casa di Giorgio e Maria a Genneserra. Località di Seulo, che con i loro climi, sono state capaci di interloquire con l’animo dell’artista, sino a creare quel pathos leggibile nelle tele.
Nel concento di colori, nei segni, alcune volte bruschi, che seguono i profili sino a prenderne il messaggio del tempo, si trova l’artista con le sue angosce, le sue gioie, il suo modo di percepire la natura e la società.
I dipinti, dove le ombrose foreste dalle tinte digradanti sono scaldate da un contrasto d’estiva erba secca, dove gli scorci, che vanno di monte in monte, vengono interrotti dalla vegetazione più vicina che si presenta in grovigli d’arbusti, di foglie, di realtà prossima che lascia spazio all’immaginazione e alla scoperta di piccoli mondi, sintesi dell’immenso, suggeriscono una ricerca di vita coerente con la natura, dove tutto è armonia.
Le pennellate di rocce, in alcune parti levigate dal tempo in altre rese appuntite dall’azione delle intemperie, originano palcoscenici di meditati cromatismi riflessi sulle tele: diventate maestosi specchi di questo meraviglioso angolo di Sardegna.
I tacchi, dalla bassa vegetazione, che precipitano in pareti verticali che danno asilo a delle grandi varietà faunistiche e a un’incantevole vegetazione di lecci e macchia mediterranea, s’intuiscono negli orizzonti, spesso rosati. C’è una sensazione di vertiginosa compenetrazione che fa avvertire il baratro: minaccia incombente del vivere e inconscia paura dell’ignoto.
I boschi, che scendono nelle valli e nei burroni sino ai greti dei fiumi e dei tanti torrenti, sono diventati tavolozza dove un sapiente pennello ha attinto tracce di toni e di linee, solo alcune volte demarcate in modo netto, che hanno segnato magicamente un misterioso dialogo con la natura.
I paesaggi dell’animo di De Giovanni prendono forma portando il messaggio dei luoghi: il genius loci.
I pensieri dell’artista s’intuiscono nelle poesie delle tecniche a olio e ad acquerello ma diventano narrazione liberatoria nelle aggressive e disincantate tecniche miste, dove utilizza simbolici indumenti usati e materiali di rifiuto.
Le delusioni di chi sperò in una società più giusta sono impresse nei quadri di scalate sociali e con l’urlo dei Jeans che mostrano i sogni del sessantotto, tradito.
Ecco le lacerazioni, i gridi di aiuto, la ricerca di libertà, il ripetersi ossessivo di “1968”, che denunciano i tradimenti, gli arrampicamenti di scale metaforiche per arrivare al potere. In queste opere, dalle tinte forti e dalle poche linee date da violente scudisciate cromatiche che lasciano sulla tela dei solchi dolorosi e profondi, racconti di angosce e speranze, si avverte la delusione di un sognatore che non riesce ad accettare le ingiustizie, la prepotenza, la non coerenza con la natura. Il tempo è passato smorzando la forza dei sogni del 1968 e lasciando tracce di ceneri ancora bollenti.
Questa mostra diventa anche un dialogo fra le terre che lui ama.
E’, quindi, importante che questa, si faccia dopo, “paesaggiooltrepaesaggio” LECCE/LUCUGNANO/SPECCHIA, un ciclo di esposizioni, presentate da Maurizio Nocera. Diventate un modo per far conoscere il mondo dell’artista che, partendo dal paesaggio del Salento, terra d’origine, dal paesaggio enigmatico della Sardegna, terra che l’ha accolto nel suo peregrinare alla ricerca di una pace che può trovare solo in se stesso, indagando i fiori, nature morte che raccontano la vita, si è soffermato sui jeans, indumenti assorti a simbolo di una rivoluzione non solo di costume, ha presentato il suo modo d’intendere l’arte. Federica Murgia
Press release
Via Dei Pisani, 1 - 09124 Cagliari
Presenta
LUIGI DE GIOVANNI
Titolo: Dai paesaggi della Barbagia di Seulo ai paesaggi dell’anima
Artista: Luigi De Giovanni
Data: dal 4 al 31 dicembre 2010
Inaugurazione: sabato 4 dicembre ore 18.30
Orario: dalle 17.00 alle 20.00
Info: Tel.070 663396
e.mail:
Luigi De Giovanni, dopo le mostre tenute a ottobre 2010 a Lecce, Lucugnano e Specchia, riguardanti il Salento, sua terra d’origine, presenta i suoi quadri, che prendono in considerazione la Barbagia di Seulo in Sardegna, sua terra d’adozione, a Cagliari.
Gli aspri territori della Barbagia di Seulo dai clivi boscosi, dai colori addolciti da un ambiente, anche umano, naturalmente accogliente, sono afflato delle sue opere che da questi luoghi è partito per dipingere paesaggi che conservassero la spiritualità del territorio.
Nella mostra, che verrà inaugurata il 4 dicembre alla galleria “La Bacheca”, ci saranno opere realizzate a Taccorì, Perdascinonpesada, Perdabila e dalla casa di Giorgio e Maria a Genneserra. Località di Seulo, che con i loro climi, sono state capaci di interloquire con l’animo dell’artista, sino a creare quel pathos leggibile nelle tele.
Nel concento di colori, nei segni, alcune volte bruschi, che seguono i profili sino a prenderne il messaggio del tempo, si trova l’artista con le sue angosce, le sue gioie, il suo modo di percepire la natura e la società.
I dipinti, dove le ombrose foreste dalle tinte digradanti sono scaldate da un contrasto d’estiva erba secca, dove gli scorci, che vanno di monte in monte, vengono interrotti dalla vegetazione più vicina che si presenta in grovigli d’arbusti, di foglie, di realtà prossima che lascia spazio all’immaginazione e alla scoperta di piccoli mondi, sintesi dell’immenso, suggeriscono una ricerca di vita coerente con la natura, dove tutto è armonia.
Le pennellate di rocce, in alcune parti levigate dal tempo in altre rese appuntite dall’azione delle intemperie, originano palcoscenici di meditati cromatismi riflessi sulle tele: diventate maestosi specchi di questo meraviglioso angolo di Sardegna.
I tacchi, dalla bassa vegetazione, che precipitano in pareti verticali che danno asilo a delle grandi varietà faunistiche e a un’incantevole vegetazione di lecci e macchia mediterranea, s’intuiscono negli orizzonti, spesso rosati. C’è una sensazione di vertiginosa compenetrazione che fa avvertire il baratro: minaccia incombente del vivere e inconscia paura dell’ignoto.
I boschi, che scendono nelle valli e nei burroni sino ai greti dei fiumi e dei tanti torrenti, sono diventati tavolozza dove un sapiente pennello ha attinto tracce di toni e di linee, solo alcune volte demarcate in modo netto, che hanno segnato magicamente un misterioso dialogo con la natura.
I paesaggi dell’animo di De Giovanni prendono forma portando il messaggio dei luoghi: il genius loci.
I pensieri dell’artista s’intuiscono nelle poesie delle tecniche a olio e ad acquerello ma diventano narrazione liberatoria nelle aggressive e disincantate tecniche miste, dove utilizza simbolici indumenti usati e materiali di rifiuto.
Le delusioni di chi sperò in una società più giusta sono impresse nei quadri di scalate sociali e con l’urlo dei Jeans che mostrano i sogni del sessantotto, tradito.
Ecco le lacerazioni, i gridi di aiuto, la ricerca di libertà, il ripetersi ossessivo di “1968”, che denunciano i tradimenti, gli arrampicamenti di scale metaforiche per arrivare al potere. In queste opere, dalle tinte forti e dalle poche linee date da violente scudisciate cromatiche che lasciano sulla tela dei solchi dolorosi e profondi, racconti di angosce e speranze, si avverte la delusione di un sognatore che non riesce ad accettare le ingiustizie, la prepotenza, la non coerenza con la natura. Il tempo è passato smorzando la forza dei sogni del 1968 e lasciando tracce di ceneri ancora bollenti.
Questa mostra diventa anche un dialogo fra le terre che lui ama.
E’, quindi, importante che questa, si faccia dopo, “paesaggiooltrepaesaggio” LECCE/LUCUGNANO/SPECCHIA, un ciclo di esposizioni, presentate da Maurizio Nocera. Diventate un modo per far conoscere il mondo dell’artista che, partendo dal paesaggio del Salento, terra d’origine, dal paesaggio enigmatico della Sardegna, terra che l’ha accolto nel suo peregrinare alla ricerca di una pace che può trovare solo in se stesso, indagando i fiori, nature morte che raccontano la vita, si è soffermato sui jeans, indumenti assorti a simbolo di una rivoluzione non solo di costume, ha presentato il suo modo d’intendere l’arte. Federica Murgia
Stefano Cordella
galleria d'arte " La Bacheca" via Dei Pisani 1
Paesaggi
Mostra personale di STEFANO CORDELLA - dal 24 al 31 marzo presso la galleria d'arte "La Bacheca" Cagliari
STEFANO CORDELLA
Inaugurazione venerdì 24 marzo 2006 ore 18.30
orario galleria: 17.00 - 20.30 compreso festivi
Galleria D'Arte "La Bacheca"
via Dei Pisani,1 - Cagliari
gallerialabacheca/
e-mail:
tel. 070 663396
Primo Pantoli
Galleria d’arte “La Bacheca “.
Sabato, 4 marzo alle ore 17,30 la Galleria d’arte “ La Bacheca “ in via dei Pisani, 1 presenterà una nuova Personale di Primo Pantoli, uno degli artisti più rappresentativi della Sardegna. La mostra comprenderà le opere recenti di pittura, grafica e, per la prima volta, i risultati di un’ attività che il maestro ha iniziato nell’anno 2000: la scultura.
Il settore della pittura comprende le ultime tele di grandi dimensioni dipinte dall‘artista, caratterizzate dalla piena maturità tecnica con la quale Primo Pantoli oggi propone una sintesi di tutte le problematiche e i temi da lui affrontati durante i 50 anni di attività professionale e di impegno culturale. Pantoli, infatti, approdato in Sardegna nel 1957, ha sempre preso parte da protagonista alle battaglie sociali e culturali che si sono succedute nell‘isola, partecipando alla formazione dei più importanti gruppi di avanguardia artistica e realizzando opere nei campi più disparati e con le tecniche più diverse,dall’acquerello, all’olio, all’incisione, alla grafica , agli allestimenti scenografici, e infine alla scultura.
Anche le più recenti opere grafiche, complesse tecniche miste di incisione su zinco, segnano il punto di arrivo di uno sviluppo poetico e di una ricerca che egli stesso ha sintetizzato nel suo “Manuale di incisione e stampa“, edito a Cagliari nel 2000.
L’attività che più di tutte rappresenta una novità assoluta nella produzione di Pantoli è la scultura. Tre grandi sculture in materiali diversi ( una in bronzo, una in gesso e una in rete metallica ) , oltre ad una serie di opere di formato minore( in resina, gesso, plexiglas, argento), saranno esposte in questa occasione, dimostrando l’eccezionale, poliedrico talento di questo artista.
Primo Pantoli è nato a Cesena (Forlì), dove ha compiuto gli studi classici. Nel 1950 si trasferisce a Firenze, dove alterna la pittura agli studi letterari.
Nel 1957 si stabilisce in Sardegna, dove insegnerà discipline artistiche al Liceo Artistico di Cagliari fino al 1990.
E’ stato tra i fondatori dei primi gruppi di arte di avanguardia in Sardegna (Studio ’58 nel 1958; Gruppo di Iniziativa, nel 1961; Centro di Cultura Democratica, nel 1967).
Ha pubblicato scritti e disegni su quotidiani e periodici, articoli di critica d’arte su L’Unità e il Tempo; è stato disegnatore satirico di Rinascita Sarda e di Sardegna Oggi.
Ha esposto un po’ ovunque, in Italia e all’estero dal 1952.
Incide e stampa personalmente opere di xilografia, acquaforte, puntasecca.
Ha progettato un centinaio di manifesti, copertine di libri, depliants, per il teatro, convegni, manifestazioni sindacali e politiche.
Ha realizzato scenografie per il teatro e la televisione (Rai 3). Ha allestito sale e piazze per manifestazioni e convegni.
Dall’anno 2000 si dedica alla scultura, sperimentando diversi materiali.
Ha pubblicato, per le edizioni CUEC di Cagliari, il manuale “Incidere e stampare da soli” e, nel 2003, la stessa editrice gli ha dedicato una monografia “ Pantoli opere” nella collana “ segni “.
Marzo 2006
La Direzione
La galleria apre ogni giorno feriale dalle 17,30 alle 20, 30. Fino al 21 marzo.
Paesaggi
La galleria d'arte "La Bacheca" di Cagliari presenta: Gigi Murru
Inaugurazione sabato 18 Febbraio alle ore 18.00
Galleria d'arte "La Bacheca" Via Dei Pisani, 1 Cagliari
...”In Gigi Murru l’amore per la pittura è il riflesso di un amore ben più profondo e immediato per il mondo creato, fatto di persone, di animali, di piante,fiori e frutta, di cose inanimate e costruite dall’uomo.
Con naturalezza, semplicità e spontaneità senza artifici e sofisticazioni, egli estrinseca questa sua attenzione per la realtà che lo circonda dipingendo accanto ad artisti e professionisti, come il compianto Valerio Pisano e l’amico Franco Bussu di cui frequenta lo studio, attraverso colori a lui cari e giochi di luce e di ombra accurati”...
La mostra si potrà visitare dal 18 al 28 Febbraio
Orario galleria: 17.30/20.30
e-mail:
tel. 070 663396
Press release
Galleria d'Arte
Via dei Pisani,1
09100 Cagliari
Telefono 070663396
Fax 0704524997