Alessandro Lisci
Alessandro Lisci è un riconosciuto fotografo professionista specializzato in reportage fotografici. È autore di diversi scoop fotografici tra cui ritratti, nelle favelas di Ponte Mammolo a Roma o della prima intervista in esclusiva mondiale mai realizzata a sacerdoti perseguitati dal governo cinese.
Alessandro Lisci è nato a Roma. È inoltre docente presso l'Università Popolare di Roma, e attualmente conduce corsi e workshop di fotografia parallelamente all'attività di fotografi freelance.
Scopri opere d'arte contemporanea di Alessandro Lisci, naviga tra le opere recenti e acquista online. Categorie: artisti italiani contemporanei. Domini artistici: Fotografia. Tipo di account: Artista , iscritto dal 2010 (Paese di origine Italia). Acquista gli ultimi lavori di Alessandro Lisci su ArtMajeur: Scopri le opere dell'artista contemporaneo Alessandro Lisci. Sfoglia le sue opere d'arte, compra le opere originali o le stampe di alta qualità.
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Riconoscimento
L'artista è riconosciuto per il suo lavoro
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Biografia
Alessandro Lisci è un riconosciuto fotografo professionista specializzato in reportage fotografici. È autore di diversi scoop fotografici tra cui ritratti, nelle favelas di Ponte Mammolo a Roma o della prima intervista in esclusiva mondiale mai realizzata a sacerdoti perseguitati dal governo cinese.
Alessandro Lisci è nato a Roma. È inoltre docente presso l'Università Popolare di Roma, e attualmente conduce corsi e workshop di fotografia parallelamente all'attività di fotografi freelance.
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Nazionalità:
ITALIA
- Data di nascita : 1968
- Domini artistici:
- Gruppi: Artisti Italiani Contemporanei
Eventi d'arte in corso e a breve
Influenze
Formazione
Valore dell'artista certificato
Realizzazioni
Attività su ArtMajeur
Ultime notizie
Tutte le ultime notizie dall'artista contemporaneo Alessandro Lisci
LAPRESSE - 31/05/2015 22:55
LPN-Profughi, tratta di eritrei a Roma: una documentazione fotografica
Roma, 31 mag. (LaPresse) - La foto più significativa, tra la quarantina che sono state esposte al centro La Maggiolina di Roma, è quella che ritrae lo scambio di denaro tra un giovane profugo e un mercante di uomini. Alessandro Lisci, fotoreporter, l?ha scattata il giorno dello sgombero della baraccopoli di Ponte Mammolo, l'11 maggio. Le decine di immigrati rimasti lì per qualche tempo nonostante la demolizione, riuniti in una tendopoli di fortuna allestita in un parcheggio, da qualche giorno non ci sono più. "Non sappiamo dove siano - afferma Lisci -. I gruppi di profughi sono in continuo movimento". (Segue). xic/gp/cls 312255 Mag 2015
LAPRESSE - 31/05/2015 22:55
LPN-Profughi, tratta di eritrei a Roma: una documentazione fotografica-2-
Roma, 31 mag. (LaPresse) - È grazie alla sua foto, pubblicata sul Fatto Quotidiano a corredo d'un articolo della giornalista Silvia d'Onghia, che s'è scoperta la tratta degli eritrei dagli accampamenti di Roma alla Germania: immigrati che vendono altri immigrati, come il 'mercante' ritratto nell'atto di riscuotere 2mila euro. Quella di Roma è solo una tappa dell'abietto traffico di esseri umani: dall'Eritrea i profughi attraversano il Sahara fino alla Libia, e da lì si pagano il viaggio per l'Italia: "1000 euro se sei mulsulmano, 2000 se sei cattolico". xic/gp/cls 312255 Mag 2015
Il libro "Wenzhou, la patria dei cinesi d'Italia" di Alessandro Lisci è in vendita su sito www.ilmiolibro.it al seguente link: http://ilmiolibro.kataweb.it/schedali... oppure ordinandolo alessandrolisci@yahoo.it
grazie Alessandro Lisci 331.6379346
Il Libro: Wenzhou. Una megalopoli di 7 milioni di abitanti, un cantiere a cielo aperto. da Wenzhou, regione cinese dello Zhejiang proviene il 90% dei cinesi che vivono nelle chinatown italiane. E sempre da Wenzhou provengono la maggiorparte dei prodotti che la Cina esporta in Occidente. Lo squallore della miseria della periferia e i bambini che lavorano in condizioni disagiate contrastano con la magnificienza dei grattacieli in continua costruzione. Questo il duplice volto raccontato da Alessandro Lisci con la collaborazione di Angela Camuso, giornalista di cronaca nera e giudiziaria. Simone Di Stefano
La mostra : "Wenzhou, la Patria dei Cinesi d'Italia" selezionata per il FotoGrafia Festival Internazionale di Roma, con la curatela del sinologo Giorgio Trentin, è la rappresentazione inedita di una quotidianità geograficamente lontana eppure tanto vicina a noi, perché è la quotidianità lasciata in patria dagli abitanti delle nostre Chinatown. Affiancato nel suo reportage dalla giornalista Angela Camuso, Lisci si discosta dalle consuete edulcorate rappresentazioni delluniverso cinese facendo scoprire il bello e il brutto dietro gli scenari del regime, nella palpitante realta' di tutti giorni. Anche a costo di rischiare molto - come quando ha documentato per LEspresso la prima intervista mai rilasciata da sacerdoti cattolici clandestini - Lisci si infila in fabbriche traballanti e cantieri di demolizione, senza trascurare i sorrisi di un popolo che assapora i frutti del miracolo economico. Osservare Wenzhou è come guardare al retrovisore leconomia cinese al galoppo.
Comunicato stampa
Biblioteca Villa Leopardi Maggio dei libri – Leggere fa crescere
via Makallè
entrata parco zona Nomentana - Roma
... a cura di Alessandro Lisci 331.6379346
Nota introduttiva alla rassegna
Questa interessante rassegna che spazia dalla fotografia alla narrativa passando per la nonfiction si ripropone di condurre il lettore in un percorso di conoscenza e approfondimento dell'attualità che viene trattata con la metodologia dell'inchiesta, della ricerca storica intesa come elemento fondamentale per scardinare le dinamiche del vero, comprendere nuovi livelli di conoscenza, raggiungere rigorose scoperte. Dall'inchiesta può nascere letteratura intrecciandosi quest'ultima con il sentimento, l'ipotesi, il verosimile.
Alessandro Lisci e l'arte della fotografia
Maria Filippone Colonna
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 22 Aprile 2007, n. 454
La prima cosa che mi viene in mente pensando ad Alessandro Lisci è l'obiettivo della sua macchina fotografica rivolto al mondo per afferrarne la bellezza e all'umanità per conoscerla. E poi, in parallelo, mi vengono in mente Newton e Galileo con i loro cannocchiali puntati sull'universo per carpirne i segreti.
E questo perché la fotografia si colloca in una zona di confine tra più discipline umane: può essere strumento di conoscenza, di testimonianza, di denunzia e infine arte, o comunque un modo per rendere eterna la bellezza. A considerare le sue esperienze espositive, si ha l'impressione che Alessandro Lisci, tenda ad abbracciare tutte le potenzialità della fotografia, come dimostrano le sue due prime importanti mostre rivolte ad un pubblico aperto e intelligente.
Nella recente mostra sul deserto della California lo sguardo di Alessandro è come rapito dalla magia della bellezza femminile, messa in risalto dalla nudità del deserto californiano e delle grandi pietre levigate dal vento dei secoli, sculture naturali a contrasto con la fragile e flessuosa figura di donna ritratta da Alessandro. La purezza delle linee e dei veli che coprono il corpo femminile evocano, sia pure in contesti formali e naturali differenti, la Nascita di Venere, ove al mare su cui è poggiata la conchiglia, sia sostituito l'oceano del deserto e delle pietre: e il vento che nella Venere increspa le onde, nelle immagini di Alessandro muove i veli che coprono e rivelano la bellezza.
In una delle fotografie del deserto, che io definisco "Del cono d'ombra", il rigore dello stile ricorda il linguaggio essenziale della pittura metafisica. Nel grande trionfo della luce, a dominare è il cono d'ombra di un oggetto appoggiato sulla sabbia, intorno al quale si crea la profondità dell'immagine e del suo mistero.
Nel progetto espositivo "Wenzhou, la patria dei cinesi d'Italia" l'obiettivo di Lisci, in collaborazione con la penna della giovane moglie Angela, si impegna a 360 gradi in un'importante e approfondita inchiesta sulla nuova realtà della Cina in ascesa, ma ancora chiusa dentro drammatiche contraddizioni: e questo prendendo come punto di riferimento Wenzhou, capitale economica dello Zhejiang nella Cina del sud, città dalla quale proviene il 90% dei cinesi presenti in Italia.
Come testimoniano le foto di Alessandro Lisci, con un'ampia e significativa documentazione, in questo grande crocevia del commercio internazionale, convivono lo squallore della periferia e della miseria con lo splendore delle macchine di lusso dai vetri oscurati e dei televisori al plasma.
Angela Camuso definisce sinteticamente e intensamente la Cina «un paese in cantiere, dove si abbatte al suolo il vecchio e si costruisce il nuovo». Le case dei vecchi quartieri del centro vengono abbattute a colpi di martello, come si può vedere nella scultorea foto di Alessandro Lisci, che può essere definita un'icona della Cina nel momento di transizione dal vecchio al nuovo.
Alessandro Lisci è riuscito a descrivere con l'anima la dimensione della povertà che convive dolorosamente con la ricchezza soprattutto nelle foto di Wenzhou e di Shanghai, dove lo sguardo del fotografo si china con poesia e ammirazione sulle macerie da cui nasce un nuovo impulso di vita, grazie al "sogno cinese". Questo "sogno" è legato al mito della tecnologia, della bellezza e della griffe occidentale: di un Occidente che, paradossalmente, non è più capace di sognare.
Mi sembra che l'esperienza di Alessandro come fotografo e di Angela come giornalista ci abbia indicato una strada: anche l'Occidente deve ritrovare un sogno se non vuole andare incontro ad una decadenza lenta, forse, ma inarrestabile.
E possiamo dire che, per adesso, il sogno italiano sopravvive nell'atto di guardare con poesia un vecchio muro screpolato di Wenzhou, su cui sono appesi i panni ad asciugare, i bambini che lavorano nelle piccole fabbriche oscure, in violento contrasto con i grattacieli modernissimi che svettano nel cuore della stessa città e infine la bicicletta malmessa di Pechino, appoggiata su un muro di mattoni a calce. Quel muro è tappezzato dalla pubblicità di film con eroi ricalcati sul mito americano. Perché i sogni sono sogni, vanno dove li porta il vento dell'immaginazione.
Una giovane coppia ha viaggiato conosciuto e sognato, rivelando a noi, con parole e immagini intrecciate e in perfetta sinergia, la realtà di un paese in crescente sviluppo che si è affacciato con prepotenza sull'orizzonte internazionale e che non possiamo e non dobbiamo ignorare, se vogliamo rinascere dalle ceneri dell'ormai vecchia società dei consumi, per creare un mondo nuovo, adatto ai giovani che sono ancora capaci di progettare il futuro. E di progettarlo bello e funzionale, coniugando tecnologia e creatività.
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