Efka9: Ho sempre amato disegnare

Efka9: Ho sempre amato disegnare

Olimpia Gaia Martinelli | 16 apr 2024 4 minuti di lettura 1 commento
 

"Da quanto ricordo, ho sempre amato disegnare, dipingere, tagliare, incollare, colorare, creare. Senza dubbio questo è in parte genetico con molti artisti della mia famiglia, scultori, pittori e musicisti"...

Cosa ti ha ispirato a creare opere d'arte e diventare un artista? (eventi, sentimenti, esperienze...)

Da che ho memoria, ho sempre amato disegnare, dipingere, tagliare, incollare, colorare, creare. Senza dubbio questo è in parte genetico per molti artisti della mia famiglia, scultori, pittori e musicisti. Sono sempre stato affascinato dalla storia dell'arte, dal processo creativo e dalla capacità degli artisti di far evolvere la propria arte nel tempo e attraverso le proprie esperienze. Per me l’arte risponde alla necessità assoluta di trascendere se stessi. Intorno alle 15 ho iniziato a dipingere di notte nella mia stanza, ispirandomi ai grandi pittori del '900, Picasso e Dalì, ma anche a pittori più confidenziali come Frazetta. Qualche anno dopo ero completamente preso dalla cultura Hip Hop e dal genere dei graffiti. Ho guardato le targhette e i graffiti che decoravano i muri lungo la RER che davano colore ad un paesaggio grigio e desolante.Penso che questa miscela di influenze classiche, contemporanee e moderne abbia plasmato il mio modo di dipingere e caratterizzi la mia pittura.

Quali sono i 3 aspetti che ti differenziano dagli altri artisti, rendendo il tuo lavoro unico?

Una delle particolarità del mio lavoro consiste nelle tecniche di mixaggio; acrilico, vernice spray, Posca, pennarelli, collage, penne, tipografia... non è molto accademico - sono totalmente autodidatta - ma conta solo il risultato! Alla fine gli strati si sovrappongono e a seconda dell'illuminazione i dipinti rivelano sfaccettature diverse. Questo rende il mio lavoro estremamente moderno ma i temi trattati sono senza tempo.

Ciò che rende unico il mio lavoro secondo me è questa miscela di modernità nel trattamento dell'opera e classicismo nei temi affrontati. Uno dei motivi per cui chiamo i miei dipinti che rappresentano scarpe da ginnastica o armi “natura morta”. Anche le mie rappresentazioni delle città sono uniche e rasentano l'astrazione pur restituendo inconsciamente l'emozione specifica della città grazie ai colori e ai materiali utilizzati. Alla fine, qualunque sia il tema scelto, il messaggio deve essere suggerito e il cuore di chi guarda toccato.

Dove produci le tue opere? A casa, in un laboratorio condiviso o nel proprio laboratorio? E in questo spazio, come organizzi il tuo lavoro creativo?

Da più di 20 anni risiedo a Marsiglia e dipingo nel mio studio in un ambiente urbano che amo. Il mio laboratorio è un vero e proprio spazio dedicato all'arte, ricco di quadri ovviamente ma anche di strumenti musicali (chitarre, pianoforte) e dischi che accompagnano le lunghe ore di creazione.

Il tuo lavoro ti porta a viaggiare per incontrare nuovi collezionisti, per fiere o mostre? Se sì, cosa significa per te?

Viaggio molto e sono sempre stato attratto dall'energia delle megalopoli. Nelle mie mostre troviamo spesso collezioni ispirate alle città. Barcellona, New York, Los Angeles sono luoghi che mi piacciono particolarmente e dove mi piacerebbe esporre presto.

Hai un formato o un mezzo con cui ti trovi più a tuo agio? se sì, perché?

Mi piacciono i formati generosi (100x100 e oltre) che mi permettono di sfruttare i materiali e la luce. Dipingo quasi sempre su tela e talvolta su legno. Non faccio più graffiti sui muri, anche se ho scritto molte “lettere” durante il mio periodo di graffiti. D'altra parte, ho integrato le scritte nelle tabelle stesse e non è raro che lo sfondo delle tabelle sia interamente composto da firme "EFKA9"...

Come immagini l'evoluzione futura del tuo lavoro e della tua carriera di artista?

Non ho mai prodotto così tanto come negli ultimi 3 anni, e ho organizzato mostre in luoghi molto diversi (concept store, negozi, club di boxe, studi fotografici, ville, gallerie pop-up, aziende, libreria, birrificio). Tutte queste esperienze sono state affascinanti, ma le mostre più suggestive restano quelle realizzate dal 2013 al 2016 a Roma nella Galleria Agostiniana, Piazza Del Popolo.

Negli ultimi 10 anni ho voluto confrontare il mio lavoro con pubblici molto diversi, non necessariamente intenditori o investitori, per misurare l'emozione che provavano con le mie opere. L'entusiasmo che ho provato mi ha fornito l'energia per lavorare instancabilmente sulla mia arte per rivelare la mia natura profonda.

Ora aspiro ad espandere questa cerchia di dilettanti verso un pubblico nazionale e internazionale, che è uno dei motivi che mi ha spinto a registrarmi su Armajeur.

Se potessi realizzare un'opera famosa nella storia dell'arte, quale sceglieresti? E perché ?

Se avessi potuto realizzare un'opera mi sarebbe piaciuto lasciare la mia impronta nella grotta di Lascaux, senza dubbio il primo affresco della storia dell'arte!

Se potessi invitare a cena un artista famoso (vivo o morto), chi sarebbe? Come gli suggeriresti di trascorrere la serata?

Per quanto riguarda la cena con un pittore famoso, organizzerei volentieri una serata nel mio studio con 3 pittori famosi: Banksy, Picasso e Leonardo da Vinci. Sarebbe un'occasione unica per abolire il tempo e confrontarsi con 3 geni assoluti il cui lavoro si affranca dall'epoca in cui vissero pur essendo parte di una lunga tradizione di pittori. L'arte è una porta verso l'immortalità...


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