Secondo atto di vandalismo contro la statua di George Floyd in Union Square

Secondo atto di vandalismo contro la statua di George Floyd in Union Square

Jean Dubreil | 5 ott 2021 2 minuti di lettura 0 commenti
 

Secondo atto di vandalismo contro la statua di George Floyd in Union Square. Il logo di un gruppo di suprematisti bianchi è stato dipinto a spruzzo sulla scultura dopo la sua apertura a Brooklyn. Da allora, la scultura è stata accuratamente pulita e restaurata. Ora è in mostra accanto ai busti di Breonna Taylor e John Lewis.

Il logo di un gruppo suprematista bianco è stato verniciato a spruzzo

Dopo essere stata svelata a Union Square, a Manhattan, il 1° ottobre, una statua in bronzo in onore di George Floyd, vittima della violenza della polizia, è stata vandalizzata meno di 48 ore dopo. Uno sconosciuto, ripreso dalla telecamera, ha nuovamente imbrattato di vernice il busto domenica mattina (3 ottobre 2021). La statua di Floyd è stata vandalizzata due volte. Il logo di un gruppo di suprematisti bianchi è stato dipinto a spruzzo sulla scultura dopo la sua apertura a Brooklyn il 19 giugno. La task force per i crimini d'odio della polizia di New York City ha detto che stava indagando su entrambi gli incidenti.

L'opera è in mostra in Union Square, insieme ai busti di Breonna Taylor e dell'attivista per i diritti civili John Lewis, che non sono stati presi di mira. In questa collezione sono incluse le opere della mostra pubblica See in Justice, sponsorizzata dalla John and Lillian Miles Lewis Foundation, dall'ente benefico We Are Floyd e dall'organizzazione Confront Art.

"Ci vuole molto coraggio per mostrare le tre statue che stiamo presentando in Union Square. Anche vandalizzare una statua in pieno giorno richiede coraggio. Attraverso questi atti di gentilezza, possiamo sperare di superare l'odio e trovare l'unità in esso. futuro. " È in linea con la nostra missione: l'arte è un catalizzatore per la conversazione. Per continuare questa importante missione, ci ispiriamo alla creazione e all'esposizione di opere d'arte pubbliche "dicono Andrew Cohen e Lindsay Eshelman, di Confront Art, e LaCrown Johnson, di We Are Floyd.

La deturpazione del suo lavoro non è una sorpresa totale

Lo scultore Chris Carnabuci, che vive a New York, ha affermato che la deturpazione del suo lavoro "non è una sorpresa completa" e che "il fatto che ci sia una diversità di opinioni su Floyd è probabilmente la ragione principale di questa mostra". Da allora, la scultura è stata accuratamente pulita e restaurata ed è ora in mostra.


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