Roberto Ferrari
L’artista ha conosciuto la pittura fin dalla
propria infanzia, grazie a sua madre, una valente pittrice e da allora ha sempre dipinto.
Alla fine degli anni novanta soggiorna per cinque anni a New York City, dove frequenta gli ambienti artistici di Soho e del Greenwich Village. Conosce esponenti della sperimentazione americana e scambia impressioni sulla ricerca artistica e il linguaggio pittorico comune.
Con l’andar del tempo la sua tecnica pittorica si fa sempre più intimista, fino a coniugarsi con la sua profonda spiritualità, vicina al mondo del Buddhismo Zen.
In verità, come ha scritto il critico d’arte Paolo Levi: ”I lavori pittorici di Roberto Ferrari sono Zen. Il resto è commento.”
Nel marzo 2011 con la realizzazione di una mostra personale presso la Galleria Martorano a Torino, inizia il proprio percorso espositivo.
È presente nel Catalogo dell’ Arte Moderna, Editoriale Giorgio Mondadori.
Roberto Ferrari's mother was a talented painter, so he has been involved in a painting world since early childhood. His first experience as an artist was in the music world.
Interested in the violin he decided to work as a violinmaker, making violins altos, restoring them, and eventually opening a workshop on a historical center of Turin, Italy.
Back to painting, for five years in the late 90's he has lived in the New York City, attending Soho and Greenwich Village's artistic world. With the passage ao time his painting technique became more and more intimate, to combine with its deep spiritual, close to the world of Zen Buddhism. In truth, as written by the Italian art critic Paolo Levi: "The Roberto Ferrari's pictorial works are Zen, the rest is commentary".
His name appear in the catalogue of the Modern Art, Editoriale Giorgio Mondadori.
Discover contemporary artworks by Roberto Ferrari, browse recent artworks and buy online. Categories: contemporary italian artists. Artistic domains: Painting. Account type: Artist , member since 2022 (Country of origin Italy). Buy Roberto Ferrari's latest works on ArtMajeur: Discover great art by contemporary artist Roberto Ferrari. Browse artworks, buy original art or high end prints.
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Biography
L’artista ha conosciuto la pittura fin dalla
propria infanzia, grazie a sua madre, una valente pittrice e da allora ha sempre dipinto.
Alla fine degli anni novanta soggiorna per cinque anni a New York City, dove frequenta gli ambienti artistici di Soho e del Greenwich Village. Conosce esponenti della sperimentazione americana e scambia impressioni sulla ricerca artistica e il linguaggio pittorico comune.
Con l’andar del tempo la sua tecnica pittorica si fa sempre più intimista, fino a coniugarsi con la sua profonda spiritualità, vicina al mondo del Buddhismo Zen.
In verità, come ha scritto il critico d’arte Paolo Levi: ”I lavori pittorici di Roberto Ferrari sono Zen. Il resto è commento.”
Nel marzo 2011 con la realizzazione di una mostra personale presso la Galleria Martorano a Torino, inizia il proprio percorso espositivo.
È presente nel Catalogo dell’ Arte Moderna, Editoriale Giorgio Mondadori.
Roberto Ferrari's mother was a talented painter, so he has been involved in a painting world since early childhood. His first experience as an artist was in the music world.
Interested in the violin he decided to work as a violinmaker, making violins altos, restoring them, and eventually opening a workshop on a historical center of Turin, Italy.
Back to painting, for five years in the late 90's he has lived in the New York City, attending Soho and Greenwich Village's artistic world. With the passage ao time his painting technique became more and more intimate, to combine with its deep spiritual, close to the world of Zen Buddhism. In truth, as written by the Italian art critic Paolo Levi: "The Roberto Ferrari's pictorial works are Zen, the rest is commentary".
His name appear in the catalogue of the Modern Art, Editoriale Giorgio Mondadori.
-
Nationality:
ITALY
- Date of birth : unknown date
- Artistic domains:
- Groups: Contemporary Italian Artists

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Intervista a Roberto Ferrari
Monica Senorre, della “Bottega della Cornice”, intervista Roberto Ferrari.
Oggi mi reco nello studio del pittore Roberto Ferrari, un artista del quale espongo in permanenza le opere. I suoi quadri piacciono molto al pubblico che frequenta la mia bottega, e così ho pensato di andarlo a trovare, per conoscerlo più da vicino. Arrivo davanti al portone nel quartiere della Crocetta dove abita, e al suono del citofono risponde la sua voce allegra. Quando apre la porta di casa una femmina meticcia di golden e maremmano inizia ad abbaiare, ma non riesce a sembrare aggressiva, ha un muso troppo dolce. Si chiama Moma, e dal nome capisco di essere entrata subito in tema. Saluto l’artista ed entro in un appartamento piuttosto ampio, trovandomi subito circondato dalle sue opere. Sembra quasi una galleria privata, e in effetti lo è.
Lui vede il mio sguardo e, quasi scusandosi, dice: “Lo so , sono tutti miei. Forse dovrei appendere anche qualcos’altro, ma appena finisco un quadro mi piace guardarlo, sia da lontano che da vicino, studiando il suo effetto sul mio animo. E poi, di solito, viene sostituito con un altro lavoro che subisce la stessa sorte”.
Il suo studio è in casa, pieno all’inverosimile di tele, telai, quadri finiti e pezzi di materiali vari. Ci sediamo in soggiorno e davanti a una tazza di tè verde e un piatto di biscotti, gli pongo la prima domanda.
D: “Vorrei partire da un fatto. Ogni volta che qualcuno si sofferma su un suo lavoro nel mio negozio, quasi sempre per definirlo utilizza la parola sereno, o rilassante. Lei è un pittore informale, non le sembra strano che per qualificarla si scelgano questi aggettivi?”
(L’artista, sorridendo) R: “Per nulla, anzi sono abituato a sentirmi descrivere come un artista rassicurante, autore di opere per nulla inquietanti, Il mio critico, il Prof. Paolo Levi, parla di me come di un pittore informale lirico, attribuendo a questa definizione un indubbio valore di morbidezza e serenità interpretativa”
D: “L’astrazione come via per arrivare alla calma interiore?
R: “E’ una definizione che trovo corretta. Il Prof. Levi mi chiama anche pittore zen. Capisce che se non si prova una grande pace interiore, è difficile proporre un’immagine zen dell’esistenza”
D: “E’ per questo motivo che spesso nei suoi quadri, pur se rappresentati attraverso una tecnica personale, sono presenti fiori o alberi?”
R: “Ritengo i fiori una delle più belle manifestazioni di quella meraviglia che è il mondo nel quale viviamo, e del quale dovremmo avere più rispetto. Non vi è nulla di più profondo e significativo di uno spettacolo naturale”
D: “Mi perdoni, ma questo non dovrebbe essere il pensiero di un pittore figurativo?”
R: “E perchè? Tutti noi, e soprattutto chi fa arte, è continuamene coinvolto nell’ambiente in cui si trova a vivere. Poi ognuno esprime questa sensazione attraverso le modalità che sente proprie. L’ispirazione iniziale, però, è la stessa”
D: “Si riferisce alla natura?”
R: “E’ esatto. Anche noi, in quanto esseri senzienti, siamo parte della natura tanto quanto gli animali, le piante e, appunto, gli alberi. Rappresentare, seppur con tecniche informali, questo miracolo che si ripete ogni giorno, mi commuove nel profondo, e credo che sia questo forte coinvolgimento a determinare nelle persone che guardano una mia opera la sensazione di pace a cui lei si riferiva prima”
D: “Essere senziente richiama una visione buddhista dell’esistenza. Insieme al concetto di pittore zen, direi che possiamo attribuirle un’interesse per questa religione?”
(Moma si avvicina all’artista e reclama le coccole. Lui continua a parlare grattandole la testa) R: “Il mio interesse per il buddhismo è reale ed è percepibile nel mio lavoro. Vorrei però precisare che è un coinvolgimento filosofico, non religioso”
D: “Cos’altro troviamo nei suoi quadri?”
R: “Senza dubbio le mie esperienze musicali, che donano alle linee e alle forme un’andamento che potrei definire melodico. Ho sempre suonato, all’inizio la chitarra e poi il violino, strumento che mi ha appssionato al punto da convincermi a costruirli, fino a esercitare la professione di liutaio per una quindicina d’anni”
D: “Musicista, artigiano e infine pittore. Un bel percorso”
R: “E’ come se avessi guardato un qualcosa di molto bello, non so, una scultura importante, da prospettive diverse. Prima di fronte, poi spostandomi di lato, e infine da un’altra angolazione ancora. L’oggetto è sempre lo stesso, ma diventa interessante la rappresentazione che se ne fa”
D: “E quale preferisce, delle tre?”
R: “Ho rispetto per il mio passato, ma amo quello che mi impegna nel presente, perchè è lì che gioco le mie forze. Le potrei rispondere che da molti anni la pittura è il mio interesse prioritario”
D: “Posso dirle che si vede?”
R: “Lei è troppo gentile, anche se sono molto contento di sentirglielo dire”
D: Quando si mette davanti a una tela bianca, prima di iniziare un quadro, sa già cosa vorrà realizzare? (nel frattempo Moma si è addormentata e ha iniziato a russare)
R: Questa è una domanda che mi viene posta spesso, forse perchè si crede che un artista abbia il dominio assoluto sulle sue produzioni. Non è così, o almeno, non lo è per un pittore astratto. Ogni mio gesto confluisce da una condizione interiore che nelle discipline orientali viene definita energia, o corpo sottile. Attraverso la pittura io esprimo ciò che sento in quel momento, che è il frutto di esperienze passate, paesaggi assimilati dentro di me, parole ascoltate e dette. Le mie mani manovrano queste sensazioni come se fossero altrettanti materiali da disporre sulla tela, e poi, con la materia vera e propria, raggiungo il risultato della creazione. Perciò la mia risposta non è nè sì nè no, è solo che è impossibile per un pittore astratto sapere cosa riverserà sulla tela da lì a pochi minuti.
D: Insomma, la creazione come atto spirituale e simbolico.
R: Direi che nel mio caso il gesto diventa spirito, e mentre esprimo un linguaggio regolato da materie diverse, come la sabbia, il gesso o i colori, il mio inconscio li miscela perchè producano un risulato che come atto creativo è soltanto mio, ma come momento comune appartiene a tutti.
D: Roberto, posso chiamarla così?
D. Ci mancherebbe altro, mi fa piacere.
R: Volevo dire, Roberto lei rende materiale, attraverso un quadro, un senso di introspezione interiore che altri affrontano con pratiche analitiche.
D: Posso risponderle dicendo che dipingere con una tecnica astratta equivale a una seduta di terapia. In ambedue i casi si porta fuori, si esprime qualcosa di profondo. Io sono eccitato all’idea che altri, guardando le mie opere, assistano a questo processo conoscitivo del mio animo. E’ un momento di profonda amicizia e comunione. Se capisce cosa intendo.
D: Lo capisco benissimo, e lo sento ancora più forte osservando i tanti lavori che lei espone in questa che, posso dire, sembra una galleria privata.
R: Lo è, in effetti. Ho la fortuna di avere una casa grande e di poter esporre ai muri le mie opera, così da mostrarle agli amici in visita, o durante le cene informali, o, perchè no, nel corso di un’intervista.
D: Roberto, conoscerla è stata un’esperienza sicuramente significativa. Dopo questo nostro incontro potrò parlare di lei ai miei clienti, e aiutarli a conoscerla meglio.
R: E, soprattutto, a comprendere in profondità le mie opere. Il piacere, in ogni caso, è stato mio. Cosa dice, svegliamo Moma così la saluta?
Un video del mio critico d'arte Prof. Paolo Levi, sulla mia figura di pittore e sulle caratteristiche del mio lavoro.
Il video della mia prima mostra, realizzato da Gabriella, un'amica e una bravissima grafica.