Riccardo Battigelli
Riccardo Battigelli nasce a Firenze nel 1933, da una nota famiglia di Architetti di origine Triestina.
Negli anni ’50, studia all’Accademia di Belle Arti di Bologna e alla Facoltà di Architettura di Firenze. Fu allievo di Morandi e Mandelli per la Pittura; di Michelucci e Gamberini per l’Architettura.
Fino al 1967 ha eseguito ed esposto dipinti e disegni in Italia, Europa e Stati Uniti.
Sue opere di quel periodo sono in numerose collezioni private e in alcune Pinacoteche.
In quegli anni ha eseguito anche lavori di scenografia, scultura, architettura e restauro, in Italia e nel Nord Africa
Dopo un periodo di lavoro negli Stati Uniti, dal 1969 si è dedicato, in Toscana, a studi sull’ecologia, l’agricoltura, l’allevamento e l’addestramento di cavalli e sospende ogni attività artistica.
Nel 2003, dopo oltre trent’anni, torna a dedicarsi a pieno titolo all’Arte.
Anche la Pittura di quest’ultimo periodo aspira ad essere un messaggio, emesso umilmente ma anche con passione, che cerca di effondere la rilevanza essenziale delle emozioni derivanti dalla visione reale, estetica ed emozionale della natura; per dare a chi guarda quei dipinti il piacere, la tensione emotiva o il dramma celato e rievocabile e, infine, la soddisfazione del gusto della forma “pura” emergente dal rapporto fra colori, linee e forme nello spazio.
Un Paesaggio, un Fiore, un Albero, gli Oggetti, i Borghi e i Casali, un Tramonto, gli Animali, le Nuvole, spesso anche la Figura, il Ritratto e le Imagini Sacre, diventano tematiche di fattori stimolanti, di soggetti contemplati; causa di contenuti scardinati dalla realtà apparente e oggettiva ma convertiti, invece, nella sensazione emotiva della visione o dei ricordi.
A chi guarda uno di questi dipinti, è trasmesso, in qualche modo, un messaggio trascendente di quell’immagine da lui stesso percepita.
I Paesaggi, sono spesso immagini che, per cause di umani eventi, potrebbero non più essere in quel modo: rischia di mutare l’esistere nel futuro di quella Natura che è stata il trionfo del Creato elargita a beneficio dell’uomo……-
La TOSCANA racchiude in se, da sempre, la magnificenza di tanto incanto; ma il succedersi inesorabile degli umani eventi ha prodotto aspri mutamenti alla magnificenza e armonia del suo Paesaggio.
“….spesso, nei dipinti del paesaggio Toscano amato da Battigelli, si ritrovano anamnesi e testimonianze di percorsi di vita di coloro che hanno preceduto il futuro…”
Le immagini sacre di Battigelli si inseriscono in punta dei piedi nel contesto della spiritualità Cristiana.
In alcune sculture, a volte utilizza una materia umile come il filo di ferro di recupero e le fa assumere, come nella Crocifissione nella Chiesa di San Pietro della Parrocchia di Sughera, località di Montaione in Val d’Elsa (Firenze) l’espressività spirituale del dramma glorioso del supplizio di Cristo, liberando l’immagine dalla materialità corporea e restituendo, invece, la sublimazione della assoluta trascendenza del mistero d...
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Ocena artysty, Biografia, Studio artysty:
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Pokaż wszystkieIn alcune sculture, a volte utilizza una materia umile come il filo di ferro di recupero e le fa assumere, come nella Crocifissione nella Chiesa di San Pietro della Parrocchia di Sughera, località di Montaione in Val d’Elsa (Firenze) l’espressività spirituale del dramma glorioso del supplizio di Cristo, liberando l’immagine dalla materialità corporea e restituendo, invece, la sublimazione della assoluta trascendenza del mistero della Trinità.
“E’ una “grafia” anche spaziale, composta dall’umiltà della scelta di un semplice materiale di scarto, come è il filo di ferro utilizzato nelle balle di fieno, forgiato e modellato per riuscire a riconsegnarci il senso altissimo dell’umiltà della materia che diventa sacrale nel corpo esanime, abbandonato dall’Anima, ma che tornerà corporale nel mistero della Resurrezione e del sacro Spirito nella grandiosità dell’Ascensione e del Mistero della Trinità.”
(Da “la Nazione” - i.p.-)
WESTERN ART or COWBOY ART - oil, tempere, disegni, • 17 Dzieła
Pokaż wszystkieLa WESTERN ART -
E’ una forma d’Arte che interessa non solo gli appassionati del West americano, ma si pone al cospetto di una esplorazione culturale e storica, intorno a un più lungo percorso dell’arte contemporanea, poco considerata in Europa perché è superficialmente reputata marginale e solo illustrativa
E’ questo un linguaggio d’emotiva espressività dell’ultimo Battigelli che tuttavia mantiene un legame “affettivo”, intenso e coerente con le sue opere degli anni fra il 1950 e il 1965, per poi “trasgredire”, nel periodo attuale, in una più castigata ricerca del vero e della figurazione per poi saperne anche evadere liberandosi da legami formali.
Il maggior verismo si accentua necessariamente in alcune sue opere di soggetto “Western” ( genere insolito in Italia ma paragonabile ad alcune opere di Giovanni Fattori).
Ci testimoniano emotive memorie di luoghi, fatti, eventi, vissuti in un periodo d’intense esperienze nel west americano; ci propone opere e disegni con affascinanti visioni dei deserti del New Messico, di mandrie nelle sconfinate praterie, di cowboy, di bellissimi cavalli che entusiasmano e affascinano l’osservatore incuriosito per questo genere che è piuttosto inusuale nella pittura italiana, ma non in quella Americana.
Potrebbe sembrare una rivisitazione di illustrazioni da film western ma non è così, perché i soggetti da lui raffigurati sono le memorie e le emozioni di momenti e di eventi vissuti.
All’’Amon Carter Museum of Western Art, a Fort Worth, Battigelli ha ammirato le opere degli Artisti-Cowboy-”Testimonial’s”-
Frederick Remington, Charles M. Russel, J. Catlin, M. Teichert sono i principali “capostipiti” dell’Arte Western che hanno affascinato il Battigelli per quella particolare immediatezza nel manifestare la verità visiva e emotiva di fatti, azioni, eventi, luoghi, circostanze di quel particolare periodo storico nel quale, nel corso di due sole generazioni, fra il 1830 e il 1890, con l’epopea del West si concludeva la formazione dell’intera Nazione Americana.
Contemporaneo a Remington e a Russel è, in Italia, Giovanni Fattori, che apporta alla scuola naturalistica dei macchiaioli la sua altissima qualità artistica e innovativa.
Per certi aspetti G. Fattori è il “Testimonial” di eventi simili a quelli dipinti dai pittori del West, dipingendo e illustrando con oli e incisioni, famosissimi soggetti e eventi della Toscana della seconda metà dell’800 e della storia Risorgimentale Italiana.
Com’è noto, nell’Aprile del 1874, a Parigi nasce l’Impressionismo per merito dei 34 artisti che seppero esprimere con grande arte, nella pittura e non solo, le impressioni delle emozioni e sensazioni ricevute dagli aspetti della natura e della vita. C’è similitudine col movimento dei Macchiaioli in Toscana del quale Fattori fu il principale esponenete. Non a caso, nel 1875, Fattori fu a Parigi; conobbe gli Impressionisti ma ebbe paricolare interesse a incontrare Edouard Manet e avere con lui un approfondito scambio di pensiero.
Sono alcuni aspetti, fra i tanti fermenti dell’arte pre-contemporanea, svolti nell’arco di tempo di poco più di una generazione che “conduce per mano”, ancora oggi, (e auguriamoci per ancora tanto futuro) molta arte e tanti artisti dei nostri giorni.
Non ultimo, anche Riccardo Battigelli
I PAESAGGI di TOSCANA e di altri LUOGHI • 15 Dzieła
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Biografia
Riccardo Battigelli nasce a Firenze nel 1933, da una nota famiglia di Architetti di origine Triestina.
Negli anni ’50, studia all’Accademia di Belle Arti di Bologna e alla Facoltà di Architettura di Firenze. Fu allievo di Morandi e Mandelli per la Pittura; di Michelucci e Gamberini per l’Architettura.
Fino al 1967 ha eseguito ed esposto dipinti e disegni in Italia, Europa e Stati Uniti.
Sue opere di quel periodo sono in numerose collezioni private e in alcune Pinacoteche.
In quegli anni ha eseguito anche lavori di scenografia, scultura, architettura e restauro, in Italia e nel Nord Africa
Dopo un periodo di lavoro negli Stati Uniti, dal 1969 si è dedicato, in Toscana, a studi sull’ecologia, l’agricoltura, l’allevamento e l’addestramento di cavalli e sospende ogni attività artistica.
Nel 2003, dopo oltre trent’anni, torna a dedicarsi a pieno titolo all’Arte.
Anche la Pittura di quest’ultimo periodo aspira ad essere un messaggio, emesso umilmente ma anche con passione, che cerca di effondere la rilevanza essenziale delle emozioni derivanti dalla visione reale, estetica ed emozionale della natura; per dare a chi guarda quei dipinti il piacere, la tensione emotiva o il dramma celato e rievocabile e, infine, la soddisfazione del gusto della forma “pura” emergente dal rapporto fra colori, linee e forme nello spazio.
Un Paesaggio, un Fiore, un Albero, gli Oggetti, i Borghi e i Casali, un Tramonto, gli Animali, le Nuvole, spesso anche la Figura, il Ritratto e le Imagini Sacre, diventano tematiche di fattori stimolanti, di soggetti contemplati; causa di contenuti scardinati dalla realtà apparente e oggettiva ma convertiti, invece, nella sensazione emotiva della visione o dei ricordi.
A chi guarda uno di questi dipinti, è trasmesso, in qualche modo, un messaggio trascendente di quell’immagine da lui stesso percepita.
I Paesaggi, sono spesso immagini che, per cause di umani eventi, potrebbero non più essere in quel modo: rischia di mutare l’esistere nel futuro di quella Natura che è stata il trionfo del Creato elargita a beneficio dell’uomo……-
La TOSCANA racchiude in se, da sempre, la magnificenza di tanto incanto; ma il succedersi inesorabile degli umani eventi ha prodotto aspri mutamenti alla magnificenza e armonia del suo Paesaggio.
“….spesso, nei dipinti del paesaggio Toscano amato da Battigelli, si ritrovano anamnesi e testimonianze di percorsi di vita di coloro che hanno preceduto il futuro…”
Le immagini sacre di Battigelli si inseriscono in punta dei piedi nel contesto della spiritualità Cristiana.
In alcune sculture, a volte utilizza una materia umile come il filo di ferro di recupero e le fa assumere, come nella Crocifissione nella Chiesa di San Pietro della Parrocchia di Sughera, località di Montaione in Val d’Elsa (Firenze) l’espressività spirituale del dramma glorioso del supplizio di Cristo, liberando l’immagine dalla materialità corporea e restituendo, invece, la sublimazione della assoluta trascendenza del mistero d...
- Obywatelstwo: WŁOCHY
- Data urodzenia : 1933
- Domeny artystyczne:
- Grupy: Współcześni Artyści Włoscy
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Presentazione
Riccardo Battigelli nasce a Firenze nel 1933, da una nota famiglia di Architetti di origine Triestina.
Negli anni ’50, studia all’Accademia di Belle Arti di Bologna e alla Facoltà di Architettura di Firenze. Fu allievo di Morandi e Mandelli per la Pittura; di Michelucci e Gamberini per l’Architettura.
Fino al 1967 ha eseguito ed esposto dipinti e disegni in Italia, Europa e Stati Uniti.
Sue opere di quel periodo sono in numerose collezioni private e in alcune Pinacoteche.
In quegli anni ha eseguito anche lavori di scenografia, scultura, architettura e restauro, in Italia e nel Nord Africa
Dopo un periodo di lavoro negli Stati Uniti, dal 1969 si è dedicato, in Toscana, a studi sull’ecologia, l’agricoltura, l’allevamento e l’addestramento di cavalli e sospende ogni attività artistica.
Nel 2003, dopo oltre trent’anni, torna a dedicarsi a pieno titolo all’Arte.
Anche la Pittura di quest’ultimo periodo aspira ad essere un messaggio, emesso umilmente ma anche con passione, che cerca di effondere la rilevanza essenziale delle emozioni derivanti dalla visione reale, estetica ed emozionale della natura; per dare a chi guarda quei dipinti il piacere, la tensione emotiva o il dramma celato e rievocabile e, infine, la soddisfazione del gusto della forma “pura” emergente dal rapporto fra colori, linee e forme nello spazio.
Un Paesaggio, un Fiore, un Albero, gli Oggetti, i Borghi e i Casali, un Tramonto, gli Animali, le Nuvole, spesso anche la Figura, il Ritratto e le Imagini Sacre, diventano tematiche di fattori stimolanti, di soggetti contemplati; causa di contenuti scardinati dalla realtà apparente e oggettiva ma convertiti, invece, nella sensazione emotiva della visione o dei ricordi.
A chi guarda uno di questi dipinti, è trasmesso, in qualche modo, un messaggio trascendente di quell’immagine da lui stesso percepita.
I Paesaggi, sono spesso immagini che, per cause di umani eventi, potrebbero non più essere in quel modo: rischia di mutare l’esistere nel futuro di quella Natura che è stata il trionfo del Creato elargita a beneficio dell’uomo……-
La TOSCANA racchiude in se, da sempre, la magnificenza di tanto incanto; ma il succedersi inesorabile degli umani eventi ha prodotto aspri mutamenti alla magnificenza e armonia del suo Paesaggio.
“….spesso, nei dipinti del paesaggio Toscano amato da Battigelli, si ritrovano anamnesi e testimonianze di percorsi di vita di coloro che hanno preceduto il futuro…”
Le immagini sacre di Battigelli si inseriscono in punta dei piedi nel contesto della spiritualità Cristiana.
In alcune sculture, a volte utilizza una materia umile come il filo di ferro di recupero e le fa assumere, come nella Crocifissione nella Chiesa di San Pietro della Parrocchia di Sughera, località di Montaione in Val d’Elsa (Firenze) l’espressività spirituale del dramma glorioso del supplizio di Cristo, liberando l’immagine dalla materialità corporea e restituendo, invece, la sublimazione della assoluta trascendenza del mistero della Trinità.
“E’ una “grafia” anche spaziale, composta dall’umiltà della scelta di un semplice materiale di scarto, come è il filo di ferro utilizzato nelle balle di fieno, forgiato e modellato per riuscire a riconsegnarci il senso altissimo dell’umiltà della materia che diventa sacrale nel corpo esanime, abbandonato dall’Anima, ma che tornerà corporale nel mistero della Resurrezione e del sacro Spirito nella grandiosità dell’Ascensione e del Mistero della Trinità.”
(Da “la Nazione” - i.p.-)
PRESENTAZIONE
Parti tratte dal volume
“ Trent’anni dopo:
il ritorno davanti al cavalletto”)
A cura di Barbara Degra Debejis
prefazione
Riccardo Battigelli era già di una certa notorietà, nell’ambiente bolognese, negli anni fra il ’50 e il ’65 del secolo passato,.
Le sue qualità artistiche, furono da subito considerate dai critici bolognesi, come A. Arcangeli, Lidia Mandelli, l’allora esordiente Renato Barilli ed altri, assai meritevoli d’interesse. Furono giudicate al passo coi tempi, spesso precorritrici ma sempre incondizionate, correlate con il subbuglio delle nuove correnti nascenti ma, ad un tempo, dissenzienti da quei clichè che lo stesso Battigelli definiva < momentanee mode molto spesso pericolose all’arte >.
Poliedrico e per certi aspetti imprevedibile,lavorando con impegno e con la sua nota riservatezza nel proprio atelier di Bologna, ha prodotto una notevole quantità di opere che ora cercherò di presentarne alcune fra quelle superstiti della sua giovanile produzione, sparsa in varie collezioni private, anche estere.
Questo libro cercherà di esporre sia il lavoro del primo periodo, che va circa dal 1948 al 1967 e quello del che inizia intorno al terzo anno del nuovo millennio.
Le note che seguono sono proposte ripercorrendo alcuni scritti e annotazioni che l’artista ha da sempre formulato con l’intento di favorire, anche a se stesso, alcune riflessioni sull’esistere delle cose e in particolare sull’Arte; su cosa sia un’opera d’arte, del perché si compie, perché è osservata, ammirata, giudicata, apprezzata o biasimata e respinta e del perché se ne desidera averne il possesso…...-.
Probabilmente saranno riflessioni non del tutto condivise, ma è innegabile che le Tendenze del xx° secolo hanno avuto grandi artisti che ci hanno consegnato molte importanti opere d’arte, ma è altrettanto innegabile che saranno tramandate ai posteri prevalentemente quelle che sono state prodotte con l'umiltà e l’onestà di intenzioni creative, espressive, emotive e comunicative, relegando ad altri destini opere che sono solo sterili ripetizionie imitazioni, prive di “anima” propria, e con scarse possibilità di sopravvivere nel futuro.
E’questo l’intimo tormento che Battigelli si pone continuamente nel giudicare le sue stesse opere.
********
CAP I°
I Dipinti e i disegni presentati non sono in ordine cronologico ma introdotti in una libera miscellanea dei vari periodi dell’artista.
E’ una scelta suggerita dalla necessità di favorire la conoscenza delle molteplici varietà di tecniche e soggetti della raccolta e che isulteranno coerenti con gli orientamenti e i motivi peculiari di questo artista.
Nel nuovo millennio, Riccardo Battigelli si propone nuovamente con opere che testimoniano l’osservazione emotiva e amorevole degli aspetti naturali, del paesaggio, della figura e di umili oggetti qualunque.
Egli ha la convinzione che sia il Pubblico ad avere
Ci sono artisti contemporanei, come Miela Reina, Matania, Silvia Bartoli, Dolfi, Treccani, Lotti, Prudnicoff, Scuffi, Bardelli, C. Sacchi, Petrini, Fatima Simonsen, Sassu, Pompilio Mandelli, Tamburi, Mazzotta, Terruso e tanti altri, fra i quali Battigelli, la cui ricerca pittorica è quella dell’amore e il rispetto per la interpretazione della figura, il paesaggio, gli oggetti e gli eventi del reale e dell’immaginario, interpretati sempre con la predilezione per quelle tematiche emotive e culturali già accennate.
Si è letto in una recensione che < “….in Riccardo Battigelli, si riidentifica quella testimonianza del ritrovamento nell’arte della nostra identità umana e non è solo il soggetto che conta per esprimere il senso del lirismo, l’affezione per le cose e il valore degli aspetti della natura…….” >.
< Il soggetto è il pretesto per la “narrazione di sensazioni” emesse per mezzo della ricerca di tenere armonie cromatiche per raggiungere, attraverso di queste, le emozioni delle immagini che perdono la consistenza fisica nei contorni a volte netti nei contrasti fra luce, colore e ombra ma che diventano fluidi disciogliendo la materia in pure vibrazioni di cromie celebrative.-…..>
E’ questo un linguaggio d’emotiva espressività dell’ultimo Battigelli che tuttavia mantiene un legame “affettivo”, intenso e coerente con le sue opere degli anni fra il 1950 e il 1965, per poi “trasgredire”, nel periodo attuale, in una più castigata ricerca del vero e della figurazione per poi saperne anche evadere liberandosi da legami formali.
Il maggior verismo si accentua necessariamente in alcune sue opere di soggetto “Western” ( genere insolito in Italia ma paragonabile ad alcune opere di Giovanni Fattori).
Ci testimoniano emotive memorie di luoghi, fatti, eventi, vissuti in un periodo d’intense esperienze nel west americano; ci propone opere e disegni con affascinanti visioni dei deserti del New Messico, di mandrie nelle sconfinate praterie, di cowboy, di bellissimi cavalli che entusiasmano e affascinano l’osservatore incuriosito per questo genere che è piuttosto inusuale nella pittura italiana, ma non in quella Americana.
Potrebbe sembrare una rivisitazione di illustrazioni da film western ma non è così, perché i soggetti da lui raffigurati sono le memorie e le emozioni di momenti e di eventi vissuti.
All’’Amon Carter Museum of Western Art, a Fort Worth, Battigelli ha ammirato le opere degli Artisti-Cowboy-”Testimonial’s”-
Frederick Remington, Charles M. Russel, J. Catlin, M. Teichert sono i principali “capostipiti” dell’Arte Western che hanno affascinato il Battigelli per quella particolare immediatezza nel manifestare la verità visiva e emotiva di fatti, azioni, eventi, luoghi, circostanze di quel particolare periodo storico nel quale, nel corso di due sole generazioni, fra il 1830 e il 1890, con l’epopea del West si concludeva la formazione dell’intera Nazione Americana.
Contemporaneo a Remington e a Russel è, in Italia, Giovanni Fattori, che apporta alla scuola naturalistica dei macchiaioli la sua altissima qualità artistica e innovativa.
Per certi aspetti G. Fattori è il “Testimonial” di eventi simili a quelli dipinti dai pittori del West, dipingendo e illustrando con oli e incisioni, famosissimi soggetti e eventi della Toscana della seconda metà dell’800 e della storia Risorgimentale Italiana.
Com’è noto, nell’Aprile del 1874, a Parigi nasce l’Impressionismo per merito dei 34 artisti che seppero esprimere con grande arte, nella pittura e non solo, le impressioni delle emozioni e sensazioni ricevute dagli aspetti della natura e della vita. C’è similitudine col movimento dei Macchiaioli in Toscana del quale Fattori fu il principale esponenete. Non a caso, nel 1875, Fattori fu a Parigi; conobbe gli Impressionisti ma ebbe paricolare interesse a incontrare Edouard Manet e avere con lui un approfondito scambio di pensiero.
Sono alcuni aspetti, fra i tanti fermenti dell’arte pre-contemporanea, svolti nell’arco di tempo di poco più di una generazione che “conduce per mano”, ancora oggi, (e auguriamoci per ancora tanto futuro) molta arte e tanti artisti dei nostri giorni.
Non ultimo, anche Riccardo Battigelli
Cap. II°
LA FORMAZIONE e le TEMATICHE di
Riccardo Battigelli e la sua Produzione
Nasce a Firenze l’uno Marzo del 1933. Proviene da una nota famiglia di Architetti di Trieste. Dal padre Ingegnere e dal nonno Architetto (fra altri suoi numerosi lavori: il Museo Egiziano del
"PENSIERI" NELL'ARTE -
PRESENTAZIONE
Parti tratte dal volume
“ Trent’anni dopo:
il ritorno davanti al cavalletto”)
A cura di Barbara Degra Debejis
prefazione
Riccardo Battigelli era già di una certa notorietà, nell’ambiente bolognese, negli anni fra il ’50 e il ’65 del secolo passato,.
Le sue qualità artistiche, furono da subito considerate dai critici bolognesi, come A. Arcangeli, Lidia Mandelli, l’allora esordiente Renato Barilli ed altri, assai meritevoli d’interesse. Furono giudicate al passo coi tempi, spesso precorritrici ma sempre incondizionate, correlate con il subbuglio delle nuove correnti nascenti ma, ad un tempo, dissenzienti da quei clichè che lo stesso Battigelli definiva < momentanee mode molto spesso pericolose all’arte >.
Poliedrico e per certi aspetti imprevedibile,lavorando con impegno e con la sua nota riservatezza nel proprio atelier di Bologna, ha prodotto una notevole quantità di opere che ora cercherò di presentarne alcune fra quelle superstiti della sua giovanile produzione, sparsa in varie collezioni private, anche estere.
Questo libro cercherà di esporre sia il lavoro del primo periodo, che va circa dal 1948 al 1967 e quello del che inizia intorno al terzo anno del nuovo millennio.
Le note che seguono sono proposte ripercorrendo alcuni scritti e annotazioni che l’artista ha da sempre formulato con l’intento di favorire, anche a se stesso, alcune riflessioni sull’esistere delle cose e in particolare sull’Arte; su cosa sia un’opera d’arte, del perché si compie, perché è osservata, ammirata, giudicata, apprezzata o biasimata e respinta e del perché se ne desidera averne il possesso…...-.
Probabilmente saranno riflessioni non del tutto condivise, ma è innegabile che le Tendenze del xx° secolo hanno avuto grandi artisti che ci hanno consegnato molte importanti opere d’arte, ma è altrettanto innegabile che saranno tramandate ai posteri prevalentemente quelle che sono state prodotte con l'umiltà e l’onestà di intenzioni creative, espressive, emotive e comunicative, relegando ad altri destini opere che sono solo sterili ripetizionie imitazioni, prive di “anima” propria, e con scarse possibilità di sopravvivere nel futuro.
E’questo l’intimo tormento che Battigelli si pone continuamente nel giudicare le sue stesse opere.
********
CAP I°
I Dipinti e i disegni presentati non sono in ordine cronologico ma introdotti in una libera miscellanea dei vari periodi dell’artista.
E’ una scelta suggerita dalla necessità di favorire la conoscenza delle molteplici varietà di tecniche e soggetti della raccolta e che isulteranno coerenti con gli orientamenti e i motivi peculiari di questo artista.
Nel nuovo millennio, Riccardo Battigelli si propone nuovamente con opere che testimoniano l’osservazione emotiva e amorevole degli aspetti naturali, del paesaggio, della figura e di umili oggetti qualunque.
Egli ha la convinzione che sia il Pubblico ad avere
Ci sono artisti contemporanei, come Miela Reina, Matania, Silvia Bartoli, Dolfi, Treccani, Lotti, Prudnicoff, Scuffi, Bardelli, C. Sacchi, Petrini, Fatima Simonsen, Sassu, Pompilio Mandelli, Tamburi, Mazzotta, Terruso e tanti altri, fra i quali Battigelli, la cui ricerca pittorica è quella dell’amore e il rispetto per la interpretazione della figura, il paesaggio, gli oggetti e gli eventi del reale e dell’immaginario, interpretati sempre con la predilezione per quelle tematiche emotive e culturali già accennate.
Si è letto in una recensione che < “….in Riccardo Battigelli, si riidentifica quella testimonianza del ritrovamento nell’arte della nostra identità umana e non è solo il soggetto che conta per esprimere il senso del lirismo, l’affezione per le cose e il valore degli aspetti della natura…….” >.
< Il soggetto è il pretesto per la “narrazione di sensazioni” emesse per mezzo della ricerca di tenere armonie cromatiche per raggiungere, attraverso di queste, le emozioni delle immagini che perdono la consistenza fisica nei contorni a volte netti nei contrasti fra luce, colore e ombra ma che diventano fluidi disciogliendo la materia in pure vibrazioni di cromie celebrative.-…..>
E’ questo un linguaggio d’emotiva espressività dell’ultimo Battigelli che tuttavia mantiene un legame “affettivo”, intenso e coerente con le sue opere degli anni fra il 1950 e il 1965, per poi “trasgredire”, nel periodo attuale, in una più castigata ricerca del vero e della figurazione per poi saperne anche evadere liberandosi da legami formali.
Il maggior verismo si accentua necessariamente in alcune sue opere di soggetto “Western” ( genere insolito in Italia ma paragonabile ad alcune opere di Giovanni Fattori).
Ci testimoniano emotive memorie di luoghi, fatti, eventi, vissuti in un periodo d’intense esperienze nel west americano; ci propone opere e disegni con affascinanti visioni dei deserti del New Messico, di mandrie nelle sconfinate praterie, di cowboy, di bellissimi cavalli che entusiasmano e affascinano l’osservatore incuriosito per questo genere che è piuttosto inusuale nella pittura italiana, ma non in quella Americana.
Potrebbe sembrare una rivisitazione di illustrazioni da film western ma non è così, perché i soggetti da lui raffigurati sono le memorie e le emozioni di momenti e di eventi vissuti.
All’’Amon Carter Museum of Western Art, a Fort Worth, Battigelli ha ammirato le opere degli Artisti-Cowboy-”Testimonial’s”-
Frederick Remington, Charles M. Russel, J. Catlin, M. Teichert sono i principali “capostipiti” dell’Arte Western che hanno affascinato il Battigelli per quella particolare immediatezza nel manifestare la verità visiva e emotiva di fatti, azioni, eventi, luoghi, circostanze di quel particolare periodo storico nel quale, nel corso di due sole generazioni, fra il 1830 e il 1890, con l’epopea del West si concludeva la formazione dell’intera Nazione Americana.
Contemporaneo a Remington e a Russel è, in Italia, Giovanni Fattori, che apporta alla scuola naturalistica dei macchiaioli la sua altissima qualità artistica e innovativa.
Per certi aspetti G. Fattori è il “Testimonial” di eventi simili a quelli dipinti dai pittori del West, dipingendo e illustrando con oli e incisioni, famosissimi soggetti e eventi della Toscana della seconda metà dell’800 e della storia Risorgimentale Italiana.
Com’è noto, nell’Aprile del 1874, a Parigi nasce l’Impressionismo per merito dei 34 artisti che seppero esprimere con grande arte, nella pittura e non solo, le impressioni delle emozioni e sensazioni ricevute dagli aspetti della natura e della vita. C’è similitudine col movimento dei Macchiaioli in Toscana del quale Fattori fu il principale esponenete. Non a caso, nel 1875, Fattori fu a Parigi; conobbe gli Impressionisti ma ebbe paricolare interesse a incontrare Edouard Manet e avere con lui un approfondito scambio di pensiero.
Sono alcuni aspetti, fra i tanti fermenti dell’arte pre-contemporanea, svolti nell’arco di tempo di poco più di una generazione che “conduce per mano”, ancora oggi, (e auguriamoci per ancora tanto futuro) molta arte e tanti artisti dei nostri giorni.
Non ultimo, anche Riccardo Battigelli
Cap. II°
LA FORMAZIONE e le TEMATICHE di
Riccardo Battigelli e la sua Produzione
Nasce a Firenze l’uno Marzo del 1933. Proviene da una nota famiglia di Architetti di Trieste. Dal padre Ingegnere e dal nonno Architetto (fra altri suoi numerosi lavori: il Museo Egiziano del