PRESERVE 2PAC (2022) Dipinto di Aiiroh.
Prima di partire con la mia selezione di ritratti, raffiguranti alcuni dei migliori cantanti Hip hop di sempre, vorrei brevemente mettere in luce come quest’ultima forma d’espressione musicale abbia, sin dai suoi albori, influenzato molteplici aspetti della società, includendo, sia il mondo dell’arte, che quello della moda e della cultura visiva più in generale. Per quanto riguarda la storia dell’arte, l’esempio più eclatante sono sicuramente i graffiti, manifestazioni sociali e culturali di pittura murale, ufficialmente riconosciuta come il segno più evidente e tangibile dell’esistenza della cultura Hip hop. A questo punto devo assolutamente intervenire, prodigandomi al fine di sfatare quest’ultimo mito, in quanto, soltanto dieci anni dopo la sua nascita, ovvero intorno agli anni Settanta, il graffitismo ha effettivamente iniziato ad essere associato alla suddetta musica, diventando simbolo di un binomio in realtà ideato dai media, al fine di commercializzare la cultura urbana. Questo legame artificiale, percepito come antico e naturale, si affermò ulteriormente durante gli anni Ottanta, quando al linguaggio dei graffiti vennero accostate anche la musica rap e la breakdance, tutte manifestazioni del talento di giovani provenienti dalle aree più trascurate di New York. In poche parole: tale insieme di arti figurative, danza e musica, inteso complessivamente con il nome di Hip Hop, divenne in realtà soltanto nel 1980 effettivamente un tutt’uno, ovvero precisamente quando, in un articolo del Village Voice, Richard Goldstein formulò per la prima volta la sopra esplicata associazione. Adesso, dopo questa breve e chiarificatrice introduzione, vorrei illustrare il procedimento secondo il quale ho voluto sviluppare la mia top 10, che, avente il fine di raccogliere i ritratti di noti esponenti dell’Hip Hop, si è prodigata, mediante le fattezze di questi ultimi, al fine di dar vita a collegamenti alquanto alti, ovvero riferendosi ad alcuni noti capolavori della storia dell’arte, oltre che a tradizioni culturali alquanto datate. Il tutto, sarà accompagnato da un’introduzione musicale, volta e presentare ogni cantante con uno dei suoi pezzi più iconici, sperando di farvi ballare un po', mentre praticate la più statica attività della lettura.
Ritratti
JAY Z. (2022)Dipinto di Iryna Kastsova.
10. Jay-z di Iryna Kastsova
"Ho 99 problemi, ma un put**** non è uno".
Ecco, sì, proprio così: il sorriso smagliante del rapper Jay-z, immortalato dall’artista di Artmajeur Iryna Kastsova, pare ormai aver messo da parte la rabbia, nonché i numerosi problemi del 2004, anno di uscita della sopra citata canzone 99 Problems, ideata da Shawn Corey Carter in riferimento al lavoro di un’icona del rap, ovvero Ice-T, che, nel 1993 scrisse un’omonima canzone per l’album Home Invasione. Lo scopo di questa importante citazione viene dal desiderio di Jay-Z di affrontare apertamente i critici del rap, in una sorta di rivalsa pronta ad affrontare anche ogni qualsiasi manifestazione di razzismo, di pregiudizio e di abuso di potere, mediante il potente messaggio di una hit, che raggiunse la posizione numero trenta della Billboards Hot 100. Passando dal canticchiare il suddetto e popolare ritornello ad una più accurata analisi del ritratto in questione, Kastsova definisce il suo modo di raffigurare il cantante come una Pop art espressionista, termine con il quale mi trovo pienamente in accordo, in quanto il soggetto, ovvero un popolare personaggio, il cui primo piano lo definisce come eterna icona, pare guardare alla tradizione di Warhol, mentre i colori decisamente vivaci e sapientemente accostati, mi portano direttamente all’esempio dei Fauves. L’operato di questi ultimi potrebbe essere ben riassunto dal pennello di Henri Matisse, la cui vivacità cromatica ha trovato alti picchi di espressione, per quanto riguarda il genere del ritratto, in Ritratto di André Derain (1905), opera, che, che nella sua inversione di soggetto, trova il suo corrispettivo nel capolavoro di André Derain del 1905 raffigurante Henri Matisse. Questo scambio di omaggi potrebbe essere visto, all’interno della più litigiosa cultura rap, alla stregua dei dissing, che, pur trattandosi di uno scambio di offese tra due artisti, cela, in realtà, un profondo spirito di competizione, sicuramente dettato dal riconoscimento del talento dell’altro.
CARDI B | ARTE DIGITALE DI SIMON RIEBER (2021)Arti digitali di Simon Rieber.
9. Cardi b di Simon Rieber
"Faccio mosse di denaro (ayy, ayy)
Dì che non devo ballare
Faccio muovere i soldi"
Cardi fa bene a preferire di pensare a come fare soldi, o a fare certe movenze per guadagnarseli, rispetto che a perdere tempo semplicemente ballando (monetizzazione del tempo). Del resto questo è quello che distingue le persone normali da quelle di successo, ovvero la capacità di trasformare i loro talenti, ciò che amano e ciò in cui sono bravi, in professioni altamente redditizie, stimolanti e dannatamente piacevoli. Ok, dopo aver fatto molta fatica per nobilitare un testo alquanto volgare e aggressivo, ma dal ritmo decisamente inconfondibile, incalsante e coinvolgente, passo alla descrizione dell’opera che ritrae la suddetta rapper, quale il ritratto digitale che ne immortalare il primo piano, terminando all’altezza di un collo, che è intento a gocciolare, per dissolversi progressivamente come un ghiacciolo al sole d’agosto. Questa versione surrealista del genere del ritratto può trovare un noto corrispettivo nell’intepretazione di Magritte titolata Double secret (1927), capolavoro in cui il corpo umano è, anche’esso, in graduale distruzione. Sempre a proposito di quest’ultimo dipinto, il tema principale dell’opera risulta essere il costante tentativo di comprendere cosa si nasconda sotto la carne dell’effigiata, figura che pare essa stessa divenire un freddo simbolo di morte, alquanto distinto dallo sguardo ammiccante di Cardi, che, seppur provata dallo sgocciolamento del suo collo, continua a guardare negli occhi lo spettatore, per mostrare come ad oggi appare l’aspetto del successo.
50 CENT (2022) Disegno di Paul Stowe.
8. 50 Cent di Paul Stowe
“Vai, vai, vai, vai, vai, vai
Vai, piccoletto
È il tuo compleanno
Faremo festa come se fosse il tuo compleanno
Sorseggiamo Bacardi come se fosse il tuo compleanno
E sai che non ci frega un ca**o che non è il tuo compleanno"
Eccoci qui, ancora una volta, con un altra finezza degna della più casta e profonda poesia d’amore, dove un moderno principe non ci invita a danzare abbracciandolo, ma a fare festa, molto probabilmente al fine di ubricarci e finire in una camera d’hotel, proprio come se fosse la più pazza e spensierata celebrazione del nostro compleanno. Proprio in questo contesto vorrei rendere chiaro come il mio uso dell’ironia non sia realmente dettato da un concreto dispezzo per il genere dell’Hip hop, ma che sia solo funzionale al fine di raccontare con leggerezza una storia, in quanto, aimè, la suddetta forma di musica è proprio quella che io stessa ascolto di più nelle mie cuffie! Ok, tornando a noi, se nella canzone del sopra menzionato rapper ciò che contava era prendersi una grossa sbronza, narrata mediante un video musicale, che racconta della creazione del rapper perfetto, l’intento Paul Stowe è invece molto meno dispersivo e festoso, in quanto il punto focale della sua opera resta, in maniera indiscussa, lo statico sguardo di 50 Cent, che pare osservare lo spettatore con un aria di sfida, volta a pretendere immediatamente quel rispetto, che la fama ha ormai conferito alla sua figura. A proposito dello sguardo all’interno della storia dell’arte, invece, è bene mettere in chiaro come il suo significato sia legato, in primis, ad una serie di presunzioni e di regole, principalmente dettate dall’appartenenza, dalla provenienza, dalle conoscenze e dalle aspettative, riguardanti l’artefice, il soggetto raffigurato e l’osservatore. Sicuramente, esaminare il modo in cui guardiamo l’effigiato, e quest’ultimo ci ricambia, rimane uno dei modi più intriganti e immediati per comprendere la narrazione di un'opera d'arte, cosa che può portare a un successivo approfondimento a riguardo, che, mediane l’uso di internet, libri, etc., è volto a rivelare gli effettivi significati dell’opera, da aggiungersi alle precedenti e indelebili considerazioni personali, frutto di un primo e casuale incontro di occhi.
ICE CUBE (2021)Dipinto di Burn Art.
7. Ice Cube di Burn Art
“Mi sto solo svegliando la mattina, devo ringraziare Dio
Non lo so, ma oggi sembra un po' strano
Niente abbaiare dal cane, niente smog"
Ice cube, nel suddeto testo del 1993, titolato It was a good day, descrive una giornata secondo lui idilliaca, ovvero contraddistinta da liete piccolezze, che, ripetute nel tempo, hanno dato vita a un racconto di 24 ore alquanto piacevole. Personalmente ho immaginato il cielo di questo particolare giorno, in cui tutte le convergenze astrali si sono concentrare nell’armonia, nel relax e nel piacere, contraddistinto dalla presenta di un sole cocente, unico protagonista di un limpido cielo, in cui le tristi nubi paiono apparentemente estinte. Pensando a quanto appena descritto ho associato il sole al caldo e il caldo al cappello, notando come quest’ultimo appaia con grande ricorrenza ad adornare le teste dei più noti rapper di sempre, come, ad esempio, Snoop dogg, 50 Cent, Eminem, etc. Giunta a questa considerazione ho voluto approfondire a riguardo del rapporto tra il suddetto accessorio e la storia dell’arte, notando come tale capo dal design diversificato alludesse, nelle opere classiche, al rango di appartenenza dell’effigiato, mentre, progressivamente a partire dal Seicento, la sua presenza divenne maggiormente studiata, tramutandolo in un soggetto-oggetto di fantasiosa creazione, volto ad apportare carattere, unicità, personalità, intrigo e colore alle composizioni. Soltanto a partire dal Novecento in poi, però, il copricapo assunse funzioni sempre più espressive, finalizzate ad identificare la stessa personalità di chi lo portava.
SNOOP DOGG (2017)Dipinto di Natalia Kostrova.
6. Snoop Dogg di Natalia Kostrova
“Da, da, da, da, da
È il fo***to DO-doppia-G (Snoop Dogg!)”
Eccolo qui! Alla posizione numero sei ho posizionato una delle intro più note del rap di tutti i tempi, ideata da Snoop Dogg, icona classe 1971, che, come nel caso del ritratto di Kostrova è stato spesso catturato con le sue indimenticabili treccine, volte a prendere diverse forme, che ci riportano ad un racconto più intricato e complesso, avente il fine di illustrare delle vere e proprie sculture di capelli, originarie delle più antiche forme d’arte tribale del 3500 a.C. Di fatto, era costume che in ogni regione e tribù africana si proponesse un distinto stile di intrecciature dei capelli, da intendersi come una peculiare arte sociale, nonché mezzo di comunicazione, secondo il quale un idividuo poteva distinguere una grande quantità di informazioni su di un’altra persona, come l’età, lo stato sociale, etc. In realtà, però, quest’usanza ha triste origini, poiché essa nasce dalla necessità delle schiave africane di nascondere il riso o i semi negli intricati capelli, al fine di avere, sia uno spuntino, che del materiale mediante il quale lasciare dei messaggi agli altri schiavi. Da quest’epoca in poi le trecce sono sicuramente cambiate, anche se, nel racconto della storia dell’arte è possibile notare una chiara fonte d’ispirazione per Snoop Dogg, quale le pettinature indossate dalle donne raffigurate nei codici miniati di The Turin–Milan Hours e di Le Remède de Fortune, Le Dit du Lion di Guillaume de Machaut. Secondo voi a quale di queste si sarà ispirato il “cagnolino” più famoso del Hip hop?
EMINEM (2022)Dipinto di Laura Foort.
5. Eminem di Laura Foort
"Sono Slim Shady, sì, sono il vero Shady
Tutti voi altri Slim Shady state solo imitando
Quindi il vero Slim Shady non si alzerà per favore?
Per favore, alzati, per favore, alzati?
Il ritornello qua sopra è un estratto della canzone The Real Slim Shady, pezzo dei più noti di Eminem, che, tratto dal suo classico album The Marshall Mathers LP (2000), rappresenta un commento critico verso l’industria musicale, nonché un esternazione di quanto sia stata dirompente la sua carriera fino a quel momento, portato avanti mediante la ripetizione del nome dell’arterego squilibrato dell’artista, Slim Shady. Dopo aver presentato brevemente il brano, passiamo all’analisi del dipinto dell’artista di Artmajeur, Laura Foort, che ha realizzato un intenso primo piano del cantante, che indossa un cappello nero con la scritta Shady 08. Questa visione ha suscitato in me una domanda: quali capolavori della storia dell’arte presentano cappelli di forma più o meno affine? Li ho trovati! Mi riferisco ai berretti rossi, che appaiono similarmente attillati alle teste del Ritratto di uomo (1475-1476) di Antonello da Messina e Ritratto di giovane col berretto rosso (1485) di Filippino Lippi. In aggiunta, prendendo in cosiderazione un contesto più generale, è possibile notare come siano stati moltissimi i berretti rossi immortalati dal racconto figurativo, ma per quale ragione è avvenuto ciò? Nel Quattrocento italiano il cappello era d’obbligo se non si voleva apparire come un poco di buono e la media borghesia non si accontentava di semplici copricapi, ma di oggetti alquanto raffinati, che erano in gran numero di colore rosso, proprio come si evince dai numerosi capolavori di Botticelli, ma anche da quelli di Pinturicchio, Pontormo, Raffaello, Tiziano e Benozzo Gozzoli.
NICKI MINAJ (2021)Digital Arts di Dajiù.
4.Nicki Minaj di Dajiù
Esordisco volendo proporre una domanda alquanto scomoda, cafona, imbarazzante e ai limi del cattivo gusto, pertanto, mentre colgo l’occasione per chiedervi anticipatamente scusa, mi domando: quanti di voi si ricordano effettivamente dei testi delle canzoni di Minaj e quanti, credo più numerosi, hanno effettivamente immaginato nella loro mente come apparirebbe grosso il suo sedere dal vivo? Ecco, scusatemi, è la solita ironia toscana che mi colpisce, adesso procedo a chiarire come mi sia spinta a prendere in giro questi stimati e capaci artisti, volendo soltanto rendere la materia storico-artistica del mio racconto meno noiosa, sterile e alquanto prevedibile. Allora, ci siamo, ecco il testo di Nicki che propongo:
“Oh mio Dio, guardale il sedere
Oh mio Dio, guardale il sedere
Oh mio Dio, guardale il sedere"
E ci risiamo! Adesso che sono pronta ad evitare l’argomento sedere di Minaj, rimando alla citazione del testo di Anaconda per alludere al video di quest’ultima, dove il ballo si fa sensuale e scatenato soprattuto nella zona glutei, cosa che mi fa pensare ad alcuni capolavori della storia dell’arte, che hanno evidenziato il lato b della donne, come, ad esempio, i bei sederi di Letoile perdue (1884) di Bouguereau, Venere che scherza con due colombe (1830) di Hayez, La nuda (1896) di Giacomo Grosso, etc. Proprio in ques’ultimo racconto figurativo non potrebbe mancare una citazione al maestro del culo per eccellenza, a mio parere, Gustave Courbet, autore del realista e sensuale sedere immortalato da Le bagnanti del 1853. Giunta alla fine del racconto della posizione numero quattro, sono consapevole del fatto che questa parte della mia top 10 vi rimanga particolarmente a cuore, per non dire sedere…
KENDRICK LAMAR COLORS (2018)Arte digitale di Noé Pauporté (Art de Noé).
3. Kendrick Lamar di Noé Pauporté (Art de Noé)
“Sii umile (fermati, fermati)
Puttana, siediti (fermati, fermati, un pu*****)"
Quanto sopra è parte del testo di Humble, canzone del 2017 di Kendrick Lamar, a proposito della quale lo stesso artista ha rivelato come, il brano, ironicamente spavaldo, sia in realtà il frutto di un’attività introspettiva, volta a cercare di contenere un ego in continua espansione, dato dal grande successo, che il cantante ha riscontrato nel pubblico. Si potrebbe quasi dire, che, come nell’opera dell’artista di Artmajeur, la personalità del cantante si frantumasse nella dimensione del ritratto e del ritratto della sua ombra, il primo avente il compito di ostentare una nuova ricchezza, il secondo presentando la finalità di razionalizzare e placare ogni smania di successo, restando, appunto, umile. Un simile sdoppiamento tra effigiato e ombra è possibile trovarlo, all’interno della storia dell’arte, nel capolavoro di Giorgio de Chirico titolato Autoritratto con ombra (1919), opera eseguita dopo il trasferimento dell’artista da Ferrara a Roma sulla scia di due importanti, ma deludenti, mostre romane, che condussero il pittore a difendere il suo operato dai critici e, aimè, anche dai colleghi, tra i quali, primo tra tutti, Carlo Carrà. Infine, fornendo un’interpretazione più generale dell’ombra all’interno dell’indagine figurativa di Giorgio de Chirico, la sua pittura metafisica è di sovente investita di attributi narrativi complessi e misteriosi, in cui vengono predilette le ombre geometriche e precise, ovvero quelle portate dagli immensi colonnati degli edifici classicheggianti. Ad ogni modo, le sue ombre paiono rappresentare una sorta di annunciazione di un evento, di qualcosa di non precisato che sta per accadere, ma che forse non accadrà mai, assumendo il senso dell’attesa, o della sospensione e della minaccia, che è sempre compagnia dell’uomo.
THE NOTORIOUS BIG #4 (2022)Digital Arts di Morgan Paslier.
2. Il famigerato BIG di Morgan Paslier
“Mi piace quando mi chiami Big Poppa
Alza le mani in aria se sei un vero giocatore”
Bene adesso che so come Notorious B.I.G. preferisce essere chiamato, procederò a fare altrettanto, ricordando come la sopra menzionata canzone, ovvero Big Poppa, racconti di come lo stesso cantante sia intento a giocare sull'idea che le sue strofe, unitamente alla sua stazza fisica, facciano innamorare le donne. Non volendo mettere in dubbio né il fascino né le doti amatorie di quest’ultimo, sostendo che comunque sicuramente i soldi siano stati utili a farlo apparire più bello e più simpatico, procedo mettendo in evidenza l’iconico attributo, che l’artista di Artmajeur ha fatto indossare al rapper in questione: una corona. Proprio quest’ultima rende possibile l’accostamento dell’arte digitale di Morgan Paslier all’opera di Basquiat Untitled 1982, dipinto in cui proprio un forzuto personaggio veste tale attributo regale. Sempre a proposito del maestro della Street art, è bene però mettere in luce come la corono, motivo ricorrente all’interno del suo operato, assuma uno specifico significato, volto a conferire ai personaggi che la indossano una forte ambizione, determinazione e perseveranza, qualità che hanno lo scopo di portarli al raggiungimento della notorietà e del rispetto da parte della società artistica, peculiarità che sembrano ben adattarsi all’immagine di Notorious in questione.
TUPAC AMARU SHAKUR (2022) Disegno di Abdel Maha.
1. Tupac di Abdel Maha
“Tieni la testa alta, ooh, piccola, le cose diventeranno più facili
Tieni la testa alta, ooh, piccola, le cose diventeranno più luminose (ohh) "
Chiudo questa top 10 con i profondi versi di Tupac, in grado di restituire al genere dell’Hip hop anche la sua più contraddistintiva capacità di denuncia sociale, volta a spronare all’azione, in favore dell’ottenimento di condizioni di vita migliore. In questo caso particolare, come si evince dallo stesso testo, protagonista delle attenzioni del cantante sono le donne, che il rapper invita a camminare con la testa alta, nonostante lo scarso rispetto che gli uomini nutrono verso di loro. In questo senso è bene sottolineare come Tupac si riferisca in special modo alle donne nere, probabilmente alludendo al fatto che egli non conobbe il padre, ma che fu cresciuto da una madre afroamericana sola, forte e quindi dalla testa sempre alta. Passando a tematiche più leggere, ho verificato come l’abitudine di Tupac di portare bandane potrebbe essere stata ispirata da un grande capolavoro della storia dell’arte, ovvero il Ritratto di uomo con turbante rosso (1433) di Jan van Eyck, dipinto, forse tra i più noti ritratti a mezzo busto dell’artista, in cui un uomo, su di uno sfondo neutro e scuro, è colto in una posizione di tre quarti, capace di rivelare un’intensa indagine psicologica e fisionomica. Infine, l’uomo, abbigliato con una veste sobria, si distingue perché indossa un vistoso turbante rosso, che crea un complesso di pieghe sulle quali la luce si diverte a giocare.