Igor Mitoraj, Helios for a happy day, 1989. Scultura, bronzo su pietra, 40 x 30 x 10cm / 12.00 kg.
Il classicismo greco
Per arte classica si intende, in primis, quella della Grecia antica, che, espressasi in un arco temporale di quasi un secolo, ovvero dal 480 a.C. al 323 a.C., venne ben definita nelle sue principali caratteristiche dallo storico dell’arte tedesco Johann Joachim Winckelmann: “La generale e principale caratteristica dei capolavori greci è una nobile semplicità e una quieta grandezza, sia nella posizione che nell’espressione. Come la profondità del mare che resta sempre immobile per quanto agitata ne sia la superficie, l’espressione delle figure greche, per quanto agitate da passioni, mostra sempre un’anima grande e posata”. Infatti, quest'arte, che esaltò l'uomo come misura di tutte le cose, espresse equilibrio, armonia, ordine e proporzione, fissandoli in canoni volti a delineare un ideale di bellezza e di perfezione formale prima sconosciuto. Nello specifico, il classicismo greco, legato ad una concezione terrena, per la quale si esaltò principalmente la bellezza dell’uomo, si delinea come una corrente di tipo naturalistico-realistico, il cui obiettivo è quello di riprodurre al meglio la natura, considerata come elemento perfetto.
Galerie Teejo, The heart or the raison, 2021. Pittura digitale su tela, 70 x 100 cm.
Wilhem Von Kalisz, The I is in the field of the other, 2022. Olio / acrilico / stampa digitale / pittura digitale su tela, 100 x75 cm.
Il classicismo rinascimentale
Per classicismo non si intende solo quando sopra menzionato, ma anche una qualsiasi corrente storico-artistica, che, volta a riproporre i concetti e le teorie dell’antichità, fa riferimento, sia al mondo greco, che latino. Questo approccio “revivalistico” alle arti figurative si delineò, per la prima volta, successivamente a quella che venne definita “l’epoca buia”, ovvero il Medioevo, in cui si era “perso” un più stretto rapporto con le antiche civiltà. Infatti, fu proprio durante il Rinascimento italiano che il legame con il passato tornò in auge, all’interno di un’epoca in cui gli scrittori e gli artisti riproposero i classici come modelli esemplari di bellezza e di perfezione assoluta. Di conseguenza, il classicismo rinascimentale si caratterizzò per una grande attenzione verso l’armonia, l’equilibrio e la proporzione formale, guide assolute della più alta produzione artistica del periodo. Tale tendenza proseguirà, sia in Italia, che in Europa, in maniera discontinua fino all’arrivo del Neoclassicismo (XVIII secolo).
Hongtao Huang, Green apple and sabre, 2022. Olio / acrilico su pannello MDF, 30 x 20 cm.
Il Neoclassicismo
Con il termine Neoclassicismo si allude ad una riscoperta del mondo classico, favorita sia dallo sviluppo dell’illuminismo, corrente di pensiero in netto contrasto con gli eccessi del Barocco e del Rococò, che dalle scoperte delle città di Ercolano e Pompei (1748 circa), veri e propri modelli tangibili di architettura e di arte dell’antica Roma. In questo contesto fu il sopramenzionato Winckelmann, e in particolare il suo saggio intitolato Storia dell'arte nell’antichità, a riproporre l'analisi dei modelli dell’arte classica, prendendo in considerazione anche i recenti reperti rinvenuti. Proprio tali studi portarono, nel 1750, alla nascita di una nuova corrente artistica e filosofica: il Neoclassicismo, volto ad indurre a riflettere sulla validità dell’idea di una bellezza assoluta, indissolubilmente legata ai criteri logico-matematici ed ideologici, riscontrabili nelle forme classiche, tendenti alla perfezione, alla logica, alla simmetria e alla chiarezza.
Paul Stowe, The kiss of death, 1988. Grafite / matita su Carta, 50 x 40 cm.
George Dapsevicius, Wingface carrara marble, 2014. Scultura, pietra su pietra, 25,4 x 35,6 x 12,7cm / 20.00 kg.
Differenze tra classicismo rinascimentale e Neoclassicismo
Dopo aver trattato singolarmente i due tipi di “revival”, appare necessario metterne in luce le somiglianze e le differenze. Prima di tutto, per classicismo si intende, in maniera molto generale, un qualsiasi indirizzo culturale basato sull’ammirazione e l’emulazione dei grandi modelli del passato, sia latini, che greci. Seguendo questo intento, il classicismo rinascimentale e il Neoclassicismo risultano essere correnti strettamente affini, in quanto la prima è stata precursore della seconda nel definire gli aspetti e i valori fondamentali dai quali trarre ispirazione. Nonostante ciò il Neoclassicismo, a differenza del classicismo rinascimentale, riprese la “bellezza classica” reinterpretandola in maniera maggiormente innovativa, ovvero senza copiarne gli stili e i concetti, al fine di ricercare “autonomamente” un’armonia e una bellezza ideale. In aggiunta, se il classicismo rinascimentale fu prevalentemente orientato verso la latinità, essendo ancora molto scarsa la conoscenza della lingua greca, il Neoclassicismo guardò maggiormente alla cultura, all’arte e alla letteratura greca. Infine, si riscontra una netta differenza “spirituale” tra le due correnti, in quanto gli uomini del Rinascimento vedevano realizzati nell’antichità classica gli ideali di serenità, di equilibrio e di decoro, che essi volevano nuovamente instaurare, mentre i neoclassici, agitati da ansie e inquietudini più “romantiche”, ritenevano i valori del mondo antico come irrimediabilmente perduti.
Marcin Otapowicz, Torso moderno, 2017. Scultura - colaggio, 90 x 58 x 25cm / 25.00 kg.
Il classicismo contemporaneo
Quanto sopra deve essere necessariamente integrato con una tendenza artistica dei nostri tempi, ovvero il classicismo contemporaneo, volto a reinterpretare in modo inedito e originale, la ricerca di perfezione e di verosimiglianza, nonché l’esaltazione della figura umana e dell’indagine del dato naturale, che hanno contraddistinto l’arte antica e i suoi “revival”. L’attuale popolarità di tale “movimento” è ben esemplificata dalla produzione di alcuni esponenti dell’arte contemporanea, quali Roberto Ferri, Francesco Vezzoli, Daniel Arsham e Barry X Ball, oltre che dalle opere di svariati artisti di Artmajeur, come Atelier Missor, Romuald Wisniewski e Marco Battaglini.
Atelier Missor, Busto di Napolene Bonaparte, 2021. Scultura - gesso, 28,5 x 12 x 12 cm / 5.00 kg.
Atelier Missor: Busto di Napoleone Bonaparte
La scultura di Atelier Missor ripropone, in epoca contemporanea, gli stilemi e le tematiche del Neoclassicismo, che vengono direttamente ereditate dal busto di Antonio Canova e dal dipinto di Francois Gerard, aventi per soggetto Napoleone. Infatti, nel 1802, il suddetto scultore italiano fu chiamato a Parigi da Bonaparte per eseguire il suo ritratto, che, oggi conservato al Museo Canova di Possagno, immortala il primo console di Francia frontalmente, con gli occhi incavati, fissi, leggermente rivolti verso il basso e le sopracciglia aggrottate, volte ad esprimere riflessione e profondità di pensiero. È proprio questa fisonomia ad essere stata ripresa dal busto realizzato dall’artista di Artmajeur, che aggiungendo il dettaglio della corona d’alloro d’orata, fa probabilmente riferimento anche al dipinto Napoleone I (1805) di Gerard, in cui Bonaparte è rappresentato nel pieno della sua magnificenza imperiale.
Romuald Wisniewski, "Roman torso II", 2015. Scultura, metalli / colaggio su metallo, 62 x 53 x 31 cm / 47.00 kg.
Romuald Wisniewski: “Roman torso II”
La scultura di Romuald Wisniewski, invece, riprende, in modo molto originale, gli stilemi di un noto artista classico contemporaneo, ovvero Igor Mitoraj, maestro polacco (1944-2014), le cui popolarissime opere sono presenti anche all’interno della collezione di Artmajeur. In particolare, “Roman torso II” ricorda Il grande toscano di Mitoraj, scultura che, posta in piazza del Carmine a Brera (Milano), rappresenta un esplicito richiamo all’antica bellezza greca, rievocata attraverso superfici pieni e vuote, volte a mettere in luce l’implacabile distanza tra il mondo antico e quello contemporaneo. Infatti, la ricerca dell’armonia classica viene, in entrambe le opere, proposta in modo estremamente razionale, poiché all’interno delle aperture collocate nel petto delle due sculture, non è stato inserito un cuore, ma delle teste, emblemi di una probabile mancanza di coinvolgimento emotivo nei confronti della riscoperta della bellezza antica.
Marco Battaglini, Love is in the hair, 2020. Pittura, aerografo / acrilico su Tela, 100 x 82 cm.
Marco Battaglini: Love is in the hair
Dalla contemplazione dell’intima scena immortalata dal dipinto di Marco Battaglini, è possibile immaginarsi una sorta di romantico “sequel” de Il giuramento degli Orazi (1784), iconico capolavoro Neoclassico di Jacques-Louis David. Infatti, la storia narrata da quest’ultimo dipinto, volto a celebrare la leggendaria partenza per la guerra dei fratelli Orazi al fine di difendere Roma, pare essere completata dall’opera dell’artista di Artmajeur, che, con un po' di immaginazione, potrebbe illustrare l’amore “ritrovato” tra l’Orazio superstite, e vincitore, e la sua amata. Nonostante ciò, la tematica e gli stilemi “Neoclassici” di Love is in the hair sono accompagnati anche da elementi decorativi contemporanei, quali le tag sullo sfondo e i tatuaggi dei protagonisti, volti probabilmente ad alludere all’immortalità dell’amore, sentimento che accomuna tutte le epoche.