Un pittore italiano di 65 anni, Pasquale "Lino" Frongia, è stato arrestato martedì nella sua città natale, l'Emilia, nel nord Italia. L'arresto arriva mentre continuano le indagini sullo scandalo internazionale dei falsi dipinti antichi. Frongia è legata a Giuliano Ruffini, noto mercante d'arte francese indagato per aver venduto falsi dipinti antichi. Si pensa che Ruffini, suo figlio Mathieu e Frongia abbiano venduto opere d'arte a case d'asta e commercianti a Londra, Parigi, New York e Milano per oltre 220 milioni di dollari. Una nuova richiesta del giudice francese Aude Burési ha portato all'arresto di Frongia. Sebbene l'ordine sia stato notificato per la prima volta nel 2019, il tribunale di Bologna ha affermato che Frongia non poteva essere inviato in Francia perché le accuse erano incoerenti.
Ruffini, intanto, è stato portato dall'Emilia a Parigi alla fine dello scorso anno. Lì è stato accusato di rapina di gruppo organizzata e riciclaggio di denaro. Il commerciante, 78 anni, è stato posto agli arresti domiciliari a Parigi e gli è stata data una cauzione di un milione di euro (1,1 milioni di dollari). Anche Matthieu, figlio di Ruffini, è stato accusato di circolazione di denaro. Ha ricevuto una cauzione di 200.000 euro ($ 218.236) e gli è stato permesso di tornare in Emilia. I Ruffini e i Frongia dissero che queste accuse erano infondate. Il più anziano Ruffini ha affermato che esperti d'arte, curatori e mercanti affermavano che le opere vendute erano opere di grandi maestri come Bronzino, Brueghel, Cranach o Hals. Ha anche messo in dubbio la scienza che affermava che i disegni non erano reali ma falsi realizzati di recente. Il figlio di Ruffini, intanto, afferma di non sapere nulla degli affari del padre. L'inchiesta, invece, indica che Matthieu ha inviato denaro a Frongia più di una volta. Quest'ultimo ha dichiarato al tribunale di Bologna che tali pagamenti corrispondevano a vendite da lui effettuate per Ruffini ea lavori di restauro da lui eseguiti.