Jeff Koons, Baloon monkey, 2006 - 2013. Acciaio inossidabile lucidato a specchio, 381 x 596,9 x 320 cm. Courtesy Collezione privata.
Jeff Koons è il protagonista della mostra Shine, che, iniziata ad ottobre 2021, presso Palazzo Strozzi (Firenze, Italia), si protrarrà fino a fine gennaio 2022. L’evento blockbuster, nato dalla collaborazione dell’istituzione fiorentina con l’artista americano, ha riunito le opere iconiche di quest’ultimo, ovvero quelle ormai entrare a far parte dell’ immaginario collettivo, poiché in grado di unire la cultura popolare, conosciuta dalle masse, ad alti riferimenti presi dal mondo della storia dell’arte. Inoltre, questa mostra, segnalata come uno dei maggiori eventi d’arte contemporanea in Italia, è divenuta anche simbolo della ripartenza culturale del paese dopo la pandemia.
L’evento si intitola Shine, ovvero lucentezza, perché la peculiarità di molti capolavori esposti è quella di essere stati realizzati in metalli riflettenti, che permettono loro di catturare ciò che si trova nell'ambiente circostante, compresi gli spettatori. In questo modo, i visitatori, che diventano parte delle opere, si trovano sospesi tra reale e immaginario, arrivando a mettere in discussione il loro rapporto con la realtà e la stessa opera d’arte.
Seguendo la suddetta tematica della lucentezza, tali dipinti e sculture, prelevati dalle più importanti collezioni e dai maggiori musei internazionali, sono stati raccolti all’interno dello spazio di Palazzo Strozzi nel rispetto di un ordine concettuale, piuttosto che cronologico.
Concetto secondario esplicitato dalla mostra è quello del respiro, che acquista una vera e propria fisicità attraverso alcune opere esposte, tra le quali le Gazing ball e il Baloon dog. Infatti, sia le sfere di vetro soffiato di Gazing ball, sia il palloncino di Baloon dog, rappresentano oggetti che racchiudono, trasmettono e conservano il soffio umano.
A proposito della location, l’ambiente dell’istituzione fiorentina è stato modificato appositamente per l’evento, tanto che sono stati quasi integralmente rimossi i rivestimenti, che solitamente ricoprono gli interni, al fine di garantire una perfetta fruizione dell’operato dell’artista americano.
Fra tutte le sculture presenti in mostra, Baloon dog, Gazing ball (Diana) e Seated Ballerina, hanno sicuramente rappresentato delle grandi fonti di ispirazione per gli artisti di tutto il mondo, tra i quali anche quelli di Artmajeur. Infatti, le originalissime sculture di Shake, di Andrea Giorgi e di Oleksandr Balbyshev sembrano aver preso ad esempio la lezione di Koons.
Jeff Koons, Baloon dog (Red), 1994 - 2000. Acciaio inossidabile lucidato a specchio, 307,3 x 363,2 x 114,3 cm. Collezione privata.
Jeff Koons, Baloon dog
Il Baloon dog di Jeff Koons è una scultura di colore rosso, realizzata in acciaio inox inossidabile, che riproduce un cane fatto con i palloncini. Tale soggetto è di chiara ispirazione duchampiana, perché rappresenta una de-contestualizzazione di un oggetto di uso comune, quale un palloncino, che in questo caso viene trasformato in un opera d’arte. Il Baloon dog però, a differenza delle fredde opere dell’artista francese, affronta tematiche cariche di emotività, quali quelle della festa, dei giochi e della felicità puerile. Infatti, la scultura fa parte della serie di opere intitolata Celebration che, realizzate dall'artista tra la metà degli anni Novanta e i primi anni Duemila, è volta a riprodurre oggetti legati a importanti e felici ricorrenze. Nonostante questa gioiosa emotività, l’idea di tale gruppo di opere nacque in un periodo difficile per Koons, che si allontanò dal figlio, a causa della separazione dalla moglie, la pornodiva Ilona Staller.
Tornando a Baloon dog, è importate considerare una sua contraddizione: è un palloncino che non può né volare né scoppiare, perché enorme, pesante e solido. Proprio l’acciaio, che rende l’opera salda a terra, è un materiale d’uso popolare, adesso impiegato per dar vita ad un importante opera d’arte. Di conseguenza, la scultura di Koons ha provveduto a nobilitare un metallo largamente usato dalla società dei consumi, che l’artista americano ha voluto riunire attorno agli importanti eventi evocati dalla sua opera. A queste celebrazioni prende parte anche lo spettatore che, riflesso nelle opere luccicanti, viene coinvolto provando un grande senso di gioia e stupore.
Infine, è bene sottolineare come il soggetto del Baloon dog sia stato largamente indagato dall'artista, che lo ha riproposto in svariate versioni, contraddistinte da colori, materiali e grandezze diverse. Un Baloon dog molto fortunato è stato quello realizzato in colore arancione, che fu venduta all'asta da Christie’s al prezzo più alto nella storia per un artista vivente.
Shake, Balloongold, 2021. Resina e spry, 20x22x9 cm.
Shake, Balloongold
Il cane palloncino di Shake, seppur reso lucido dalla verniciatura finale, manca della capacità di riflettere, che conferisce alle opere di Koons il potere di “volare”. Di conseguenza, la scultura dell’artista della nostra galleria, perdendo la suddetta peculiarità, si distacca anche dal legame con il gioco, i lieti eventi e la forte emotività che li accompagna.
Il Balloongold realizzato in resina, oltre che apparire più pesante e ben saldato a terra dell’originale, è anche meno realistico nella sua realizzazione, che è priva di fini dettagli. Nonostante ciò, la scultura appare chiaramente all’osservatore come il rifacimento di un cane palloncino, perciò, anche in questo caso rimangono invariati i riferimenti al Ready made duchampiano.
Per quanto riguarda la nobilitazione del materiale scultoreo usato, la resina di Balloongold, mancando della qualità di lucentezza, non può aspirare “all’elevazione sociale” koonsiana. Infine, la scultura di Shake, impossibilitata a riflettere ciò che la circonda, tra cui anche il visitatore, si priva definitivamente del suo legame con il presente. L’opera dell’artista della nostra galleria acquisisce però altri significati, infatti, la superficie della scultura new-pop viene adesso colorata con la tecnica della pittura a spray, tipica della Street art, e decorata secondo un motivo astratto. Ne consegue, che Balloongold sia una scultura capace di racchiude in se diversi esempi tratti dalla storia dell’arte.
Jeff Koons, Gazing Ball (Diana), 2013. Gesso e vetro, 174,9 x 80,6 x 102,6 cm.
Jeff Koons, Gazing Ball (Diana)
La scultura Gazing Ball (Diana) fa parte della celebre serie Gazing Ball, nella quale Koons ripropone le copie di alcune celebri opere d’arte, sia pittoriche che scultoree, arricchite dalla presenza di una lucida e specchiante sfera di vetro blu. Le copie in gesso rappresentano un chiaro omaggio dell’artista ai grandi protagonisti della storia dell’arte del passato, mentre la presenza delle sfere concretizza il dialogo tra soggetti e materiali diversi, che, in questa occasione, acquisiscono pari dignità.
Tali sfere, realizzate in vetro soffiato blu, sono il risultato del lavoro di maestranze specializzate della Pennsylavania, che hanno voluto riproporre le fattezze di un tipico ornamento dei giardini della provincia americana. In realtà però, le sfere hanno origini molto più antiche, tanto da comparire per la prima volta nell'Italia del XIII secolo ed essere state oggetto di rappresentazione da artisti quali, Bellini, Dürer e Leonardo.
In fine, è importante mettere in luce come tutte le opere di Gazing Ball hanno la peculiarità di unire il repertorio classico all'elemento concettuale della sfera, che riflette, in un determinato luogo e momento, l’ambiente e lo spettatore.
Nel caso specifico di Gazing ball (Diana), viene riprodotto il calco della statua di Christophe Gabriel Allegrain, risalente al 1778 e conservata al Museo del Louvre di Parigi. Koons ha scelto l’artista rococò, perché questo stile ha da sempre rappresentato per lui una grande fonte d’ispirazione. Proprio come il gesso di Diana, tutte le opere di Gazing ball riproducono esclusivamente opere, che sono state molto importanti per la sua formazione.
Andrea Giorgi, Juggler (Glossy White), 2016. Resina, 42x48x40 cm.
Andrea Giorgi, Juggler (Glossy White)
L’opera di Andrea Giorgi viene meno all’intento celebrativo koonsiano, poiché non rappresenta la copia di una scultura classica, come la Diana, ma una figura in resina realizzata personalmente dall’artista. Di conseguenza, nell’opera dell’italiano manca l’unione del repertorio classico, rappresentato dalla scultura, con l’elemento concettuale della sfera. Quest’ultima però resta un elemento fondamentale nell’opera di Giorgi, tanto da essere stata moltiplicata in più esemplari, che hanno lo scopo di catturare il presente in diverse angolazioni.
Per quanto riguarda la figura maschile, questa è stata scolpita in resina, materiale non riflettente, ma lucido, a metà strada tra l’opaco del gesso di Gazing bal e lo splendore dell’acciaio di Baloon dog. Di conseguenza, Giorgi ha dato vita ad una personalissima interpretazione di alcuni motivi chiave dell’opera di Koons: il lucido, che però non è riflettente, e le sfere, che in questa occasione si sono moltiplicate. Infine, proprio queste ultime, riportano nell’opera dell’artista italiano la presenza del soffio vitale, che aveva caratterizzato Gazing ball, Baloon dog e la serie dei gonfiabili.
Jeff Koons, Seated Ballerina
La Seated Ballerina, facente parte della serie Antiquity, è una scultura in acciaio, nata dall’ispirazione che l’artista ha tratto, sia da una bambolina di porcellana, colta nell’intento di infilarsi le scarpette da seduta, sia dall’opera di Degas. La ballerina rappresenta un pezzo di barocco minimale, dalle forme semplici, caratterizzato per la colorazione policroma del suo acciaio riflettente.
L’artista americano ha realizzato questa scultura per dar vita ad una nuova Venere, portatrice dei valori della femminilità, della bellezza e della quiete, ma anche di quelli della speranza, della fiducia nel futuro e della sicurezza in noi stessi. Infatti, lo spettatore che si specchia nella scultura riesce a vedere la migliore versione di se stesso, poiché assorbe un po’ della bellezza della ballerina.
Oleksandr Balbyshev, Ballerina lenochke with piggies, 2018. Ceramica, plastica e resina, 20 x 12,5 x 19 cm.
Oleksandr Balbyshev, Ballerina lenochke with piggies
La ballerina di Balbyshev, riprende perfettamente, seppur con delle simpatiche aggiunte, le fattezze dell’opera originale. Questa scultura è stata però realizzata in resina, ceramica e plastica, materiali non riflettenti. Di conseguenza, nella ballerina dell’artista ucraino, lo spettatore, che adesso non si può più specchiare nell’opera, viene privato della possibilità di vedere la migliore versione di se stesso. Infatti, questa venere, ironicamente deturpata nella sua bellezza, nella sua grazia e nella sua femminilità, più che a spingere l’osservatore a valorizzare il meglio di sé, pare invitarlo a prendere con ironia la vita e i propri difetti.
Continua a scoprire altre opere d'arte della nostra galleria che fanno riferimento alle opere di Koons, sfogliando la nostra collezione chiamata: Interpretazioni di Koons