I Musei del Qatar, sotto la guida di Sheikha Al-Mayassa, hanno compiuto un importante gesto simbolico di solidarietà con la Palestina proiettando la bandiera palestinese all'esterno di due importanti istituzioni culturali di Doha: il Museo di Arte Islamica e il Museo Nazionale del Qatar. Questo atto di solidarietà è avvenuto 36 ore dopo che Hamas aveva lanciato un attacco devastante contro Israele, una mossa che ha avuto conseguenze di vasta portata per l’intera regione.
Secondo gli ultimi dati ufficiali allora disponibili, l'attacco di Hamas, avvenuto un fatidico sabato mattina, ha provocato l'impressionante bilancio delle vittime di oltre 900 cittadini israeliani e il rapimento di circa 150 ostaggi. A seguito di questo attacco a sorpresa, Israele ha dichiarato guerra ai militanti di Hamas nella Striscia di Gaza, aumentando le tensioni diplomatiche nella regione a livelli senza precedenti.
Le azioni di ritorsione di Israele, come riportato dal Ministero della Sanità di Gaza, hanno provocato circa 830 vittime martedì (10 ottobre). Inoltre, l’esercito israeliano ha annunciato il recupero dei corpi di circa 1.500 combattenti palestinesi, sottolineando ulteriormente la gravità e la complessità della situazione.
Sheikha Al-Mayassa, sorella dell'emiro al potere del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani e presidente dei musei del Qatar, ha condiviso sui social media le immagini della bandiera palestinese proiettata sulle facciate dei musei. Il suo messaggio, visto dai suoi numerosi follower su Instagram e altre piattaforme, esprimeva un sentimento sincero: “Oh Allah, ti affidiamo la Palestina e il suo popolo. »
Va notato che questo gesto di Sheikha Al-Mayassa e dei Musei del Qatar è arrivato mentre i mediatori del Qatar, in rappresentanza dell’emiro del Qatar, erano attivamente impegnati in negoziati volti a garantire il rilascio di dozzine di donne e bambini israeliani catturati da gruppo militante il 7 ottobre e sono attualmente detenuti a Gaza. Questi negoziati miravano a un accordo potenzialmente delicato e cruciale sullo scambio di prigionieri, sottolineando ulteriormente il coinvolgimento del Qatar nella diplomazia regionale in un contesto di crescenti tensioni.