Gabriele Magrì
Camera digitale e un pugno di euro 'Ma un giorno vinceremo l' Oscar'
Camera digitale e un pugno di euro 'Ma un giorno vinceremo l' Oscar'
04 giugno 2004 — pagina 11 sezione: Spettacoli Cultura Sport
Scegliere cosa come e quando girare. L' indipendenza nel cinema ha almeno due sinonimi: libertà e necessità (opposti, in verità). Il risultato è comunque il più vicino possibile a quanto, nella solitudine creativa, si era pensato di realizzare. Se indipendente è tutto l' esercito dei cortometraggi che animano - con alterne fortune - le belle speranze dei giovani filmaker pugliesi, da qualche mese alcuni di loro hanno deciso di non accontentarsi. In luogo di un film breve, un lungometraggio. Incoraggiati dal digitale e per nulla intenzionati ad aspettare la sentenza di una lontana casa di produzione. «Non è facile avere un produttore alle spalle e l' attesa può durare anche anni. Noi volevamo tutto e subito» confessa il regista Vito Palumbo, 29 anni. Così, con i compagni di strada Roberto De Feo e Marta Marrone dell' associazione culturale Duende, hanno optato per l' autotassazione fino a mettere insieme, anche grazie a una piccola sovvenzione della Provincia di Bari, 25mila euro. In questo modo sono cominciate le quaranta giornate di riprese, in pieno svolgimento, di "35 mm". A girarlo c' è una troupe di venti giovani tecnici provenienti da varie regioni e gli attori fanno parte dello stesso giro delle accademie cinematografiche romane. Tutti professionisti in divenire collegati dall' urgenza dell' espressione. Il film, secondo un autobiografica vena speculare, racconta di un ragazzo del Sud che amerebbe fare il regista e si consola passando le sue giornate nel cineforum del suo paese, decidendo poi di cercare a Roma una possibile strada. Le riprese ambientate nella sala cinematografica sono state realizzate al Nuovo Splendor, messo a disposizione dal gestore Giuseppe Fraccalvieri anche presidente del circolo Arci Pierrot le fou che ha risposto alla richiesta di sostegno, fondamentale per chi fa l' indipendente. I budget sono risicatissimi e, spesso, si riesce a pagare solo un tecnico di ripresa come è accaduto ai fratelli brindisini Gabriele e Vittorio Magrì. Gli altri devono aderire al sogno totalmente, pena il fallimento del medesimo. «Non si può fare diversamente» riconoscono i gemelli registi anche creatori di effetti speciali al fianco di Argento, Benigni e Ciprì e Maresco e, tra gli altri, delle celebri zucche giganti dello spot Conto Arancio e dei gioielli di ghiaccio Bulgari. Stasera alle 18, 21 e alle 22,30, presentano nel cinema Ariston di Mesagne la loro opera seconda, "Bianco scarlatto", ricostruzione della leggenda popolare della "signura Leta" che in abito da sposa si aggirerebbe alla periferia del paese. Il primo film di fantattualità s' intitolava "Stranieri" ed è stato visto nelle province di Brindisi e Lecce raccogliendo più di diecimila spettatori. Oltre alla distribuzione casalinga, la speranza è quella di raggiungerne una ufficiale. Lo sperano i gemelli Magrì che considerano questo film «un biglietto da visita per un futuro produttore». Contano di convincerlo con idee e sceneggiatura così come hanno fatto con Franco Nero che in "Bianco Scarlatto" interpreta lo sceneggiatore. «Lo abbiamo conosciuto sul set del film "Angelo e il cacciatore", praticandogli dei finti fori di proiettili sulla sua schiena e si è lasciato coinvolgere dal nostro entusiasmo». «Non mi costa niente e mi diverto» ha risposto, ospitando per un paio di giorni la mini-troupe nella sua casa e a sue spese. Il budget per il film in questione, infatti, non arrivava neanche a 4mila euro. Più o meno con la stessa cifra gira un film sulla traslazione delle ossa di san Nicola anche il barese Vito Giuss Potenza che è riuscito a coinvolgere nel ruolo del santo di Myra ancora Andrea Giordana (interprete di un suo corto) e Massimo Dapporto in alcune pose. Anche per lui, dopo "All' alba saliremo il monte", è il secondo lungometraggio «girato approfittando di ritagli di tempo, consapevoli di confezionare un lavoro artigianale». E che il lungometraggio vada lentamente preferito al corto lo segnala anche la scuola. Il liceo scientifico Scacchi di Bari, per esempio, che ha in proiezione nell' aula magna fino a domani il film "Fuori tempo", girato nelle aule dall' alunno Martino Lacirignola con budget scolastico.
- ANTONELLA GAETA
