Gabriele Magrì
'Gli alieni fra i trulli? Ma con Dario Argento è successo di peggio'
25 aprile 2003 — pagina 14 sezione: giorno e notte
Esattamente speculari. Il primo effetto speciale è curato da madre Natura. I gemelli Gabriele e Vittorio Magrì si scoprono diversi dagli altri perché uguali. E fin da bambini si appassionano alle mutazioni del reale. Dalla letteratura horror ai film che tolgono il sonno. Dopo un esordio da ottomila spettatori nel Brindisino, circola ora nelle scuole di Lecce e Taranto il loro primo lungometraggio: Stranieri, storia di extraterrestri ed extracomunitari fra i trulli di Alberobello. Un' autoproduzione non distribuita regolarmente, oggetto non identificato che punta, con successo, sul nuovo prolifico sistema del passaparola. All' uscita nel cinema Ariston di Mesagne, qualche mese fa, in due giorni lo hanno visto in 1.500. Il tour è cominciato silenzioso e lento. E continua a portare frutti, sostenuto dalla pervicacia propria dei venticinquenni gemelli che, nel frattempo, hanno continuato a fare il loro mestiere. «La definizione esatta è curatori di effetti speciali», spiega Gabriele. E la passione viene, appunto, dalla loro infanzia. «Eravamo ancora in terza media quando recuperammo il numero di Sergio Stivaletti, il mago degli effetti di Dario Argento, e gli telefonammo proponendogli di accoglierci nel suo laboratorio». Il coraggio che aiuta gli audaci assiste anche i due e l' artigiano dell' orrore, assai disponibile, rimanda l' appuntamento con i fratelli di Mesagne al compimento della maggiore età. «Ogni anno lo abbiamo aggiornato sui progressi, inviandogli filmati delle nostre creature. Facce animate, piccoli mostri in lattice, gomma o dash, semoventi». Aiutati in questo dai materiali di risulta dell' officina paterna: motorini recuperati dagli alzacristalli o dalle chiusure centralizzate. «Abbiamo imparato a fare di necessità virtù fino a quando, mantenendo la parola data, Stivaletti ci ha aperto le porte del suo laboratorio romano». A questo punto il cinema. Le ottime capacità dei Magrì sono utilizzate per Il fantasma dell' opera e Nonhosonno di Dario Argento e per Scarlet Diva di sua figlia Asia. Fanno stabilmente parte della scuderia Stivaletti per tre anni, partecipando al truculento Titus di Julie Taymor e al medievale Gostanza da Libbiano di Paolo Benvenuti. Poi, dal sangue alla favola, la realizzazione del modello di studio tridimensionale del pescecane per il Pinocchio di Roberto Benigni. Non manca la pubblicità con lo squalo per lo spot della Pickwick e, recentemente, con le enormi zucche volanti per "conto Arancio". Ma uno dei desideri più antichi dei gemelli immaginifici (in rete all' indirizzo ) si compie la scorsa estate, quando i registi Ciprì e Maresco li chiamano sul set del Ritorno di Cagliostro, film tivù di prossima programmazione, per invecchiare di venti anni Robert Engloud, il mitico Freddy Krueger della saga cinematografica Nightmare. Della loro maestria si è servito anche Alesando Piva per Vito morte e miracoli. Un cagnolino giocattolo, una cicala meccanica e la controfigura snodata di Luigi Locascio è stato il loro prezioso contributo. Ma ora pensano alla carriera da cineasti. «Con Stranieri, un film di fantattualità per ragazzi, abbiamo voluto dimostrare la nostra capacità di confezionare un film con poche migliaia di euro». Anche in questo caso non è mancata la creatura robotizzata, Zungru, l' alieno alto due metri che sbarca ad Alberobello per mettere in guardia il mondo dall' autodistruzione. «Adesso ci piacerebbe trovare un produttore che con mezzi più consistenti ci consenta di perfezionare e distribuire Stranieri». E loro, che hanno familiarità con gli incubi, ora confidano nei sogni. - ANTONELLA GAETA
