La fille de Pandàrêos (2021) Fotografia da Aleph Uteza Lysimaque

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Explorer une zone sombre du désir, celle qui touche à l’ambiguïté de la pensée humaine, à la violence de la passion. La fille de Pandàrêos est l’histoire d’une jeune femme qui, après avoir commis un terrible crime, emportée par son désir rival, jaloux, est condamnée à contempler son tragique destin. Elle est transmutée et enfermée dans[...]
Explorer une zone sombre du désir, celle qui touche à l’ambiguïté de la pensée humaine, à la violence de la passion.

La fille de Pandàrêos est l’histoire d’une jeune femme qui, après avoir commis un terrible crime, emportée par son désir rival, jaloux, est condamnée à contempler son tragique destin. Elle est transmutée et enfermée dans une prison de l’entendement.

Elle est un mythe qui nous rappelle notre propre zone d’ombre, c’est à dire cette rivalité primitive, mimétique, dans laquelle le désir tire son essence.

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Aleph Uteza Lysimaque è un artista contemporaneo nato nel 1993 a Nizza. Laureato in Diritto Internazionale Umanitario / Diritto dei Conflitti Armati, Aleph è sempre stato attratto dalla complessità e dalle[...]

Aleph Uteza Lysimaque è un artista contemporaneo nato nel 1993 a Nizza. Laureato in Diritto Internazionale Umanitario / Diritto dei Conflitti Armati, Aleph è sempre stato attratto dalla complessità e dalle sottigliezze del mondo. Il suo incontro con la comunità artistica di Saint-Paul-de-Vence è stato decisivo ed è diventato il catalizzatore di una visione artistica che da allora ha continuato ad evolversi, plasmando un'identità visiva unica.

Fin dai suoi inizi, Aleph si è distinto nella sua espressione per l'uso del nero. Raramente preferisce il colore. Soprannominata "la nipote di Pierre Soulages" dai suoi coetanei, Aleph considera il nero il colore delle origini, quello che segna l'inizio di tutto e la memoria dell'invisibile. Profondamente esistenzialista, Aleph intraprende peregrinazioni metafisiche, sondando le emozioni e le sfumature che tessono il tessuto culturale, scientifico e sociale del nostro tempo.

È in questo approccio che si inserisce il progetto “ Anthropos” , un lavoro fotografico che adotta una metodologia di indagine mutuata dalle scienze umane e sociali, per cogliere la problematica dell'Antropocene. Un tentativo di avvicinarsi alla realtà nella sua complessità per pensare alla condizione umana attraverso il prisma degli sconvolgimenti ambientali. Si tratta di mettere in discussione il nostro rapporto con il progresso e la tecnologia, il nostro legame con la natura. Per sollecitare la nostra intelligenza collettiva a ripensare il contratto sociale umano. Il progetto “ Anthropos ” è anche la storia di una civiltà sull'orlo del collasso, di fronte a una semplice scelta: trasformarsi o cadere.

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